di Federica Marengo lunedì 23 ottobre 2023
-Mentre Israele continua a preparare l’operazione di terra, pur avendo accettato la richiesta USA di rinviare temporaneamente l’attacco alla Striscia di Gaza, e mentre l’Iran ha minacciato di attaccare Haifa e il valico di Rafah è stato aperto per la terza volta per far passare dei camion con aiuti umanitari, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, a Lussemburgo per il Consiglio degli Affari Esteri, ha dichiarato: “Sulla crisi in Medioriente si sta svolgendo una operazione diplomatica con l’Italia molto presente e che ha assunto un ruolo di primo piano. Cerchiamo di fare in modo di evitare un’escalation del conflitto, in questo momento ci sono tanti interlocutori del mondo arabo e musulmano che possono svolgere un ruolo per evitare la deflagrazione del conflitto e convincere Hamas ed Hezbollah a non lanciare missili contro Israele e a lavorare per la liberazione degli ostaggi. L’Italia è molto presente nell’operazione diplomatica in corso, ha un ruolo di primo piano” grazie agli incontri “internazionali miei, della premier e del ministro della Difesa. Gli interlocutori sono tanti, l’Egitto, il Qatar, la Giordania, l’Arabia saudita, gli Emirati arabi, la Tunisia, la Turchia. Stiamo seguendo minuto per minuto la situazione dei nostri connazionali” in Israele e nella Striscia di Gaza. Nel nord di Israele, c’è più di una famiglia italiana. Ci sono poi due ostaggi e abbiamo un altro gruppo di italiani nel sud della Striscia di Gaza che ci auguriamo possano uscire il prima possibile dal corridoio di Rafah. Continuiamo a lavorare per la de-escalation, per impedire che ci sia una regionalizzazione della guerra. Dobbiamo fare in modo che Libano e Iran non siano parte del conflitto tra Israele e Hamas. Fermo restando il diritto di Israele a difendersi ma allo stesso tempo bisogna difendere la popolazione civile” L’Italia lavora in maniera incessante sul piano diplomatico e ha assunto “un ruolo di primo piano, con tutti gli incontri del presidente del Consiglio, miei e anche del ministro della Difesa” per una de-escalation della crisi in Medio Oriente Gli interlocutori sono tanti: l’Egitto, il Qatar, la Giordania, l’Arabia Saudita, gli Emirati, la Tunisia, la Turchia. Tanti Paesi del mondo arabo e del mondo musulmano che possono svolgere un ruolo per evitare una deflagrazione del conflitto e convincere anche Hamas a non lanciare missili contro Israele, convincere Hezbollah a non lanciare missili contro Israele e lavorare per la liberazione degli ostaggi civili. I rischi di un allargamento del conflitto in Medio Oriente ci sono, ecco perché stiamo lavorando, perché questo non si trasformi in realtà. L’azione diplomatica è fondamentale. L’azione diplomatica dell’Europa, l’azione diplomatica dei singoli Paesi europei, l’azione degli Usa. Tutti quanti stiamo lavorando perché non ci sia un incendio in Medio Oriente. La via diplomatica è sempre quella che va seguita più di ogni altra. Noi abbiamo molti militari sotto le bandiere dell’Onu al confine tra il Libano e Israele. Quindi stiamo lavorando anche per tutelare i nostri militari così come per tutelare tutti gli italiani che vivono in queste zone. Ma la situazione è certamente difficile e complicata. Non abbiamo segnali di attentati possibili nel nostro Paese. Ma questo non significa che non si debba alzare la guardia e non aumentare la vigilanza soprattutto nei luoghi frequentati dai nostri concittadini di religione ebraica”.
Il ministro della Difesa, Crosetto, invece, recatosi in Libano per una visita ai militari italiani, della quale ha dato annuncio su X, e per “continuare lo sforzo della Difesa per prevenire un ulteriore deterioramento della situazione in Medio Oriente”, ai microfoni di RaiNews24, ha detto: “Tutti dobbiamo lavorare perché non ci sia un’escalation, una nuova guerra tra Islam ed Occidente. Oltre 1000 militari italiani di stanza in Medio Oriente, il racconto delle difficoltà che stanno affrontando i connazionali nell’area del conflitto, con il mandato di “Fare da portatori di pace, sicurezza, dialogo. Attivismo corale per evitare che situazione peggiori, e tutti d’accordo su distinzione tra Hamas e popolo palestinese. Meglio buttare acqua sul fuoco prima che divampi l’incendio. E su un punto siamo tutti d’accordo, un conto è Hamas, che è organizzazione terroristica che vuole distruggere Hamas, un conto è il destino del popolo palestinese, bisogna distinguere tra le due cose ed è quello che tutto il mondo sta cercando di fare. Solo un pazzo farebbe previsioni, nessuno può farle, possiamo solo lavorare perché il futuro sia migliore del presente che viviamo, ci rimane da rimboccarci le maniche e lavorare perché non si allarghi ad altro”.
La Presidente del Consiglio Meloni, invece, nella serata di ieri, ha avuto una riunione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti, Biden, il Primo Ministro britannico, Sunak, il Primo Ministro canadese Trudeau, il Presidente della Repubblica Francese Macron, e il Cancelliere tedesco, Scholz, dedicata all’esame dell’evoluzione della grave crisi apertasi dopo l’attacco del 7 ottobre scorso perpetrato da Hamas contro Israele.
Al termine della riunione, poi, Palazzo Chigi ha pubblicato la dichiarazione congiunta dei leader e della Premier Meloni, nella quale si legge: “Oggi il Presidente Joseph R. Biden, il Primo Ministro canadese Justin Trudeau, il Presidente francese Emmanuel Macron, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana Giorgia Meloni e il Primo Ministro britannico Rishi Sunak hanno discusso del conflitto in corso tra Israele e l’organizzazione terroristica Hamas. I Capi di Stato e di Governo hanno ribadito il loro sostegno a Israele e il diritto di quest’ultimo di difendersi dal terrorismo, e hanno invocato il rispetto del diritto internazionale umanitario, ivi compresa la protezione dei civili. Hanno accolto con favore la liberazione di due ostaggi e hanno richiesto l’immediato rilascio di tutti gli altri ostaggi. Si sono altresì impegnati ad uno stretto coordinamento per sostenere i loro cittadini presenti nella regione, in particolare quelli desiderosi di lasciare Gaza.
I Capi di Stato e di Governo hanno accolto con favore l’annuncio dei primi convogli umanitari che hanno raggiunto i palestinesi bisognosi di soccorsi a Gaza e hanno espresso il loro impegno a continuare a coordinarsi con i partner della regione per garantire un accesso duraturo e sicuro a cibo, acqua, cure mediche e altra assistenza necessaria per soddisfare le esigenze umanitarie.
I Capi di Stato e di Governo si sono impegnati a continuare uno stretto coordinamento diplomatico, anche con i partner chiave della regione, per prevenire l’estendersi del conflitto, preservare la stabilità in Medio Oriente e lavorare verso una soluzione politica e una pace duratura”.
Nel primo pomeriggio di oggi, invece, la Presidente Meloni, ha ricevuto a Palazzo Chigi, il Presidente della Repubblica di Finlandia, Sauli Niinistö, in visita ufficiale nella Capitale. Quest’ultimo, in mattinata, si era recato al Quirinale per incontrare il Presidente della Repubblica, Mattarella, con il quale ha rilasciato una dichiarazione congiunta e con cui domani sarà a Napoli per una visita alla base Nato.
Nel suo intervento in conferenza stampa, il capo dello Stato Mattarella, ha sottolineato: “Prima il Covid con “le sue conseguenze economiche e sociali ,che pur stavamo dominando con efficacia grazie alla collaborazione scientifica internazionale, e poi i comportamenti umani come l’aggressione della Russia all’Ucraina e l’esplosione di violenza con l’evento terroristico di Hamas in Israele, con l’innesco di una spirale di violenze di cui non si riescono a capire confini e conseguenze, dimostrano che i guai l’umanità se li procura in maniera irresponsabile e quindi il mondo è cambiato in peggio. Abbiamo parlato della sciagurata aggressione della Russia all’Ucraina e della necessità che rimanga un sostegno fermo e costante a Kiev, sotto ogni profilo, perché in questo modo si difende la pace. Abbiamo forte l’esigenza che la situazione in Medioriente non si infiammi ulteriormente: bisogna fermare l’ escalation della violenza ,ma tornare a cercare una strada per una soluzione condivisa. Sappiamo quanto la Finlandia abbia alta credibilità nella comunità internazionale e anche una grande esperienza per la difesa della pace e del multilateralismo. Vorrei ricordare il contributo che è stato dato da Martti Ahtisaari, il Presidente della Finlandia morto qualche giorno addietro, Premio Nobel per la pace, che oltre ad essere stato un grande operatore di pace è stato un grande europeista: fu durante il suo mandato che la Finlandia è entrata nell’Unione europea. I nostri rapporti bilaterali sono eccellenti. Abbiamo un’ottima collaborazione di carattere commerciale, che intendiamo sviluppare ulteriormente. Abbiamo una collaborazione scientifica e culturale importante, anche attraverso la collaborazione dei nostri Atenei e dei nostri centri di Ricerca. Tutto questo è reso facile dalla comunanza di valori condivisi tra Finlandia e Italia. Valori di pace, di collaborazione nel mondo, nella comunità internazionale, di multilateralismo, di apertura e di dialogo”.
Non solo politica estera, però. Sul tavolo del Governo anche dossier come la riforma del Fisco. Nel pomeriggio, infatti, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera, tra gli altri provvedimenti, a due Decreti attuativi, presentati dal Viceministro dell’Economia, Leo, finalizzati a rivoluzionare il rapporto fra Fisco e contribuente e semplificare il calendario delle scadenze fiscali.
Ridisegnato, dunque, il rapporto tra Fisco, cittadini e imprese con un riequilibrio delle relazioni con l’amministrazione finanziaria. Fonti di Palazzo Chigi, hanno fatto sapere che “Si va verso un rapporto paritario ,che tiene conto sia delle esigenze di tutela del contribuente sia delle esigenze del contrasto all’evasione fiscale”.
Il primo decreto quindi attua una modifica dello Statuto dei diritti del contribuente con l’obiettivo di garantire l’applicazione dei principi della certezza del diritto. E del legittimo affidamento del contribuente, cambiando con nuove norme il rapporto con il fisco e il principio del contraddittorio.
Definiti , poi, i contorni dell’autotutela, ovvero: in caso di errore evidente da parte dell’amministrazione finanziaria , la stessa, di propria iniziativa o su istanza del contribuente, potrà provvedere a ritirare l’atto più velocemente rispetto a prima.
Il secondo Decreto , invece, modifica il calendario fiscale, mediante una semplificazione delle scadenze. In tal senso “Saranno sospesi, comunicazioni e inviti da parte dell’Agenzia delle entrate in determinati periodi dell’anno come agosto e dicembre e verrà facilitato l’accesso da parte dei contribuenti alle proprie informazioni fiscali tramite procedure digitalizzate e più celeri”.
Introdotta poi una semplificazione della dichiarazione precompilata per i lavoratori dipendenti e pensionati, al fine di favorire l’interazione con il contribuente.
Infine, dal 2024, in via sperimentale, l’Agenzia delle entrate renderà disponibile la dichiarazione dei redditi precompilata, non solo per lavoratori dipendenti e pensionati, ma anche per i titolari di redditi diversi e per i titolari di partita Iva, con l’obiettivo di “alleggerire il peso che grava sui contribuenti non solo dal punto di vista fiscale”.
In merito, lo stesso Viceministro Leo, ha dichiarato: “Abbiamo semplificato il rapporto tra fisco e contribuente, abbiamo introdotto dei meccanismi di autotutela e abbiamo semplificato anche tutto ciò che è la prassi dell’amministrazione, vale a dire circolari, le interpretazioni. Anche sul fronte delle sanzioni stiamo procedendo a ritmi serratissimi. La scorsa abbiamo approvato due provvedimenti e oggi altri due. Poi interverremo sulle sanzioni e sull’accertamento, sul concordato, tutto in tempi molto rapidi”.
Rinviato al prossimo Consiglio dei ministri, invece, il Dl recante “disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia, nonché per il funzionamento del mercato al dettaglio dell’energia elettrica”, in quanto si è stabilito di realizzare un’istruttoria di approfondimento.
Il Governo poi, ha presentato i ricorsi in Cassazione contro gli atti della giudice del tribunale di Catania che ha deciso di non convalidare i trattenimenti nel Centro per i rimpatri di Pozzallo, disposti dal questore di Ragusa nei confronti di quattro migranti tunisini.
Infatti, si legge in una nota di Palazzo Chigi: “L’Avvocatura Generale dello Stato ha proposto oggi distinti ricorsi per Cassazione contro i provvedimenti con i quali il Tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento di migranti irregolarmente arrivati sul territorio nazionale. I ricorsi sottopongono alla Suprema Corte l’opportunità di decidere a Sezioni Unite, per la novità e il rilievo della materia, e affrontano i punti critici della motivazione delle ordinanze impugnate, con particolare riferimento alla violazione della direttiva 2013/33/UE, perché: a differenza di quanto sostenuto nelle ordinanze, la direttiva prevede procedure specifiche alla frontiera o in zone di transito, per decidere sulla ammissibilità della domanda di protezione internazionale, se il richiedente non ha documenti e proviene da un Paese sicuro; la stessa stabilisce alternativamente il trattenimento o il pagamento di una cauzione, e quindi non vi è ragione per disapplicare i decreti del questore che fissano l’uno o l’altro; la direttiva contempla, ancora, la possibilità che il richiedente sia spostato in zona differente da quella di ingresso, se gli arrivi coinvolgono una quantità significativa di migranti che presentano la richiesta; in caso di provenienza del migrante da un Paese qualificato “sicuro” deve essere il richiedente a dimostrare che, nella specifica situazione, il Paese invece non sia sicuro, senza improprie presunzioni da parte del giudice”.
Sempre sul fronte Giustizia, infine, in serata, vi sarebbe stata una riunione della Presidente del Consiglio Meloni con il Guardasigilli Nordio, sulla riforma. Presenti, tra gli altri, anche il Viceministro Sisto , il sottosegretario Delmastro e la Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Bongiorno .
Tra i temi affrontati ,quello della prescrizione, ora in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera, riguardo a cui, secondo fonti della Maggioranza, l’Esecutivo potrebbe presentare un emendamento.
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