di Federica Marengo venerdì 20 ottobre 2023
-Mentre Israele sembra pronta ad attaccare, con un’operazione in tre fasi, la Striscia di Gaza , dove circa 200 ostaggi rapiti da Hamas sarebbero vivi (due ostaggi USA sarebbero stati rilasciati) e, mentre il segretario dell’Onu, Guterres, recatosi al valico di Rafah,per il momento ancora chiuso, ha espresso tutta la sua commozione, a Lussemburgo si è tenuto il Consiglio UE degli Affari Interni per discutere delle regole per velocizzare le espulsioni dei migranti irregolari.
Stamane, ai microfoni di Radio Uno Rai, il ministro degli Interni Piantedosi, in merito al tema sicurezza e rischio attentati, ha dichiarato: “Non esistono al momento notizie sulla possibilità di eventi nell’immediato che possano essere collegati a organizzazioni terroristiche internazionali ma teniamo alta l’attenzione. Su 28 mila obiettivi sensibili sono 286 quelli di massima sensibilità che richiedono un presidio fisso di vigilanza. Abbiamo fatto una valutazione complessiva ma non tutti, secondo l’analisi fatta, presentano una vulnerabilità tale da richiedere un presidio. In Francia e in Belgio, esiste una minaccia, con dei lupi solitari e i casi di emulazione che ci impongono di mantenere alta l’attenzione, ma non esiste nulla che sia percepito dalla nostra intelligence come già strutturato. Abbiamo un sistema polizia e di intelligence che ha quasi sempre intercettato il fenomeno sul nascere. Vicende come quella dei due egiziani arrestati a Milano per terrorismo e accusati di essere attivisti dell’Isis non sono casi isolati. Ci sono casi all’attenzione periodica e ciclica delle nostre forze di intelligence e delle forze di polizia. Ci sono diversi personaggi tenuti sotto la doverosa attenzione”.
Sulla questione della sicurezza e del rischio attentati , il Presidente della Repubblica Mattarella , in un passaggio del suo intervento ,in occasione dell’incontro al Quirinale con i Prefetti e i Consiglieri di Prefettura di nuova nomina, ha affermato: “Il contesto nel quale ci troviamo ad agire rende particolarmente impegnativi i vostri compiti. Si diffondono, infatti, germi della pseudocultura della violenza e dell’odio, a livello internazionale e interno. E questo alimenta minacce anche di natura terroristica e comportamenti che aggrediscono la libertà dei cittadini, ai quali vanno sempre garantiti i diritti fondamentali di espressione, associazione e riunione, sanciti dalla nostra Carta fondamentale. I Prefetti, e gli uffici da loro diretti, sono, per definizione, presidi di legalità, e l’attenzione dei cittadini verso la tutela dei diritti, nella cornice di sicurezza che le istituzioni devono assicurare, li interpella in modo crescente. Occorre, correttamente, passare dalla cultura dell’emergenza alla capacità di affrontare i nodi alla base dei fenomeni, con scelte coraggiose a tutela anzitutto della vita e del futuro dei cittadini e delle comunità. Desidero rinnovare, in questa occasione, l’apprezzamento e la riconoscenza per la intelligente ed efficace azione dispiegata dalle Prefetture di fronte alle avversità degli ultimi mesi”.
Il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, invece, in missione in Tunisia, con la ministra Calderone (Lavoro e Politiche Sociali) e il ministro Lollobrigida (Agricoltura e Sovranità alimentare), in merito alla crisi in Medio Oriente, ha detto: “Doveva essere oggi, ma non ci sono ancora tempi certi per l’apertura del valico di Rafah. Serve un accordo tra israeliani ed egiziani per far arrivare gli aiuti umanitari, ci sono problemi organizzativi. Il nostro appello a tutti è sempre di rispettare i diritti umani, di rispettare il diritto internazionale e tenere al di fuori di qualsiasi iniziativa militare la popolazione civile, da una parte e dall’altra. L’’idea italiana di pace nella regione del Medio è il riconoscimento di due popoli e due Stati. L’Italia è fortemente impegnata per convincere tutte le parti in causa a raggiungere questo obiettivo. Fermo restando che Israele ha diritto a difendersi, ma noi lavoriamo sempre e comunque per la pace, con grande impegno dell’Italia che è tornata a essere protagonista nell’area del Mediterraneo”.
Quindi, nel suo colloquio con il Presidente tunisino Saied, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ha elencato alcune priorità: “la liberazione degli ostaggi, l’apertura del valico di Rafah per il passaggio dei rifornimenti alimentari e medicine e che dallo stesso valico possano uscire gli italiani con doppia cittadinanza italiana e palestinese”.
Altro tema, al centro del colloquio di Tajani con il Presidente tunisino Saied, l’immigrazione irregolare, e il contrasto ai trafficanti di esseri umani. Il titolare della Farnesina , infatti, ha sottolineato: “ L’Italia vuole “rafforzare la migrazione regolare contro l’immigrazione irregolare e contro i trafficanti di esseri umani. Quindi, vogliamo dare lavoro a persone che vogliono essere impegnate, che sono formate, e che non andranno in giro per l’Italia, ma andranno direttamente a lavorare nell’agricoltura o nell’industria”.
Dopo il bilaterale con Saied, dunque, firmato con l’omologo Nabil Hamar, il memorandum Italia-Tunisia, un’intesa sulla promozione di flussi migratori regolari, volta a creare nuovi canali di migrazione per dare la possibilità a 4 mila lavoratori tunisini qualificati di venire a lavorare in Italia.
A seguire, la ministra e i ministri hanno partecipato alla sessione di chiusura dei lavori di una missione di attori istituzionali e imprenditori italiani per sviluppare una cooperazione tra Italia e Tunisia nei settori dell’agricoltura, della gestione dell’acqua e della ricerca e dell’innovazione.
A tale proposito, la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Calderone, ha dichiarato in un punto stampa:“La finalità del memorandum d’intesa firmato oggi tra Italia e Tunisia è quello di inaugurare una stagione di collaborazione con alcuni governi, alcuni Paesi per gestire un flusso regolare di manodopera. il memorandum prevede che quattromila lavoratori subordinati tunisini non stagionali annualmente potranno entrare in Italia sulla base di un accordo sottoscritto tra i nostri governi che poi sarà attuato attraverso un protocollo di intesa tra il ministero del Lavoro con le sue strutture tecniche e il corrispondente ministero tunisino. Credo sia importante sottolineare che questa è la nuova filosofia di gestione dei flussi regolari, che vede anche un cambio di organizzazione nella programmazione dei flussi che oggi diventa triennale e che consente alle aziende italiane di poter programmare quelle che sono le necessità di manodopera sulla base di una valutazione nel tempo degli strumenti che si possono attivare”.
Il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Lollobrigida, invece, a margine del bilaterale con l’omologo tunisino Abdelmonem Belati, ha evidenziato: “La sicurezza alimentare, la cooperazione tra imprese nel settore agricolo e agroalimentare, e la regolamentazione dei flussi migratori sono al centro dell’agenda politica di Italia e Tunisia. La promozione delle relazioni tra i due paesi, in questi ambiti, è stata al centro del “proficuo incontro. Il settore agricolo riveste per Italia e Tunisia “il ruolo di asset principale delle due economie. I partenariati, a partire dallo scambio di conoscenze su innovazione e nuove tecnologie, saranno dunque strategici per la realizzazione del Piano Mattei e assicurare così sostegno allo sviluppo economico e infrastrutturale e combattere l’insicurezza alimentare, garantendo così buon cibo per tutti. Fra i temi, abbiamo anche affrontato quello della ricerca per la gestione delle risorse idriche, con particolare attenzione all’utilizzo di acque reflue e alla realizzazione di impianti di desalinizzazione per poter fronteggiare i cambiamenti climatici. Lo scambio commerciale con la Tunisia ha enormi potenzialità e ampi margini di crescita. Con il collega Belati abbiamo discusso della possibilità di rafforzare lo scambio di informazioni, anche per garantire il reddito degli agricoltori. Infine, abbiamo affrontato il tema della sovrabbondanza di granchio blu nelle acque del Mediterraneo. La Tunisia lo ha trasformato in una opportunità commerciale, stessa strada che abbiamo deciso di intraprendere in Italia, senza dimenticare, però, che questa sfida si può vincere solo con la collaborazione di tutti”.
Domani, invece, la Presidente del Consiglio Meloni sarà al Cairo, in Egitto, per la Conferenza di pace organizzata dal Presidente al Sisi e a Tel Aviv, in Israele.
Non solo politica estera ,però, all’attenzione del Governo, ma anche dossier economici. In attesa del primo di una serie di giudizi sulla Manovra ,che arriveranno da qui a novembre dalle agenzie di rating, quello di Standard&Poor’s, stamane, a Palazzo Chigi, si tenuto l’incontro del Governo con i sindacati sulla vertenza Ilva di Taranto, mentre i lavoratori dello stabilimento, in sciopero, che hanno bloccato l’autostrada Roma-Napoli, hanno poi sfilato in corteo per le vie della Capitale.
Al termine del confronto dell’Esecutivo con i sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl, e Uilm Uil, Palazzo Chigi ha diramato una nota in cui si legge: “Durante la riunione è stato fatto il punto sulle principali criticità che interessano gli impianti di produzione ed è stata definita una road map del confronto in corso con l’azienda. Il Governo si è detto consapevole della complessità di tale confronto auspicando nel più breve tempo possibile una soluzione che sia vantaggiosa per tutti i soggetti interessati. Il Governo ha escluso qualsiasi ipotesi di chiusura o liquidazione e, nello stesso tempo, ha ribadito la volontà e l’impegno per la salvaguardia degli impianti, la tutela della sicurezza sul lavoro e il raggiungimento dei livelli di produzione necessari. Durante l’incontro, il Governo ha inoltre assicurato la disponibilità a garantire misure di tutela dell’occupazione. Il Governo, accogliendo una specifica richiesta dei rappresentanti dei lavoratori, ha inoltre assicurato il pieno coinvolgimento dei sindacati nel confronto in corso. Le parti hanno convenuto di convocare un nuovo tavolo di confronto entro i primi giorni del mese di novembre”.
Infine, quanto al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, invece, il ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione, il Sud, con delega al Piano, Fitto, nel corso del suo intervento al Congresso dei Commercialisti, ha confermato l’intenzione di proporre, in un prossimo provvedimento legislativo, l’introduzione di una norma sulla responsabilità dei Comuni in caso di ritardo nel raggiungimento del Piano, aggiungendo che sul PNRR bisogna essere ottimisti e realisti e che la 4° rata di fondi sarà erogata da Bruxelles entro la fine dell’anno.
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