di Federica Marengo mercoledì 18 ottobre 2023
-All’indomani della strage dell’ospedale di Gaza, in cui sono morte almeno 471 persone e dello scambio di accuse tra Hamas e Israele sulla provenienza del razzo che ha centrato la struttura, la Presidente del Consiglio Meloni ha diffuso un messaggio di cordoglio per le vittime e di vicinanza ai loro familiari: “Sono profondamente addolorata da ciò che è accaduto all’ospedale Al Ahli Arab di Gaza. L’Italia esprime il suo profondo cordoglio per le vittime e la sua vicinanza ai famigliari e ai feriti.
In attesa di disporre di conferme definitive sulla dinamica dei fatti, rinnoviamo ancora una volta il nostro impegno per proteggere la popolazione civile, risolvere i problemi umanitari più urgenti e assicurare una veloce soluzione di questa crisi”.
Nella serata di ieri, la Premier, che è stata invitata dal Presidente al Sisi al “vertice per la pace del Cairo” , previsto per sabato, ha partecipato alla videoconferenza straordinaria dei membri del Consiglio UE, convocata dal Presidente Michel, per discutere dell’attacco di Hamas subito da Israele e delle implicazioni del conflitto in corso, con riferimento anche alla situazione umanitaria a Gaza.
Come si legge nella nota pubblicata da Palazzo Chigi: “In linea con la Dichiarazione a 27 adottata già domenica 15 ottobre, la videoconferenza ha confermato la forte unità europea nel condannare Hamas e nel sostenere il diritto di Israele a difendersi nel rispetto del diritto internazionale umanitario.
E’ stato inoltre ribadito l’impegno diplomatico europeo a favore della liberazione degli ostaggi e della protezione dei civili palestinesi nonché stranieri nella Striscia di Gaza.
Il Presidente del Consiglio ha inoltre espresso ai Primi Ministri belga De Croo e svedese Kristersson il più profondo cordoglio dell’Italia e suo personale per il grave attentato compiuto ieri sera a Bruxelles”.
In merito alla posizione ufficiale presa dal Consiglio UE, lo stesso Presidente Michel, ha dichiarato: “Un chiarimento era necessario se si vuole impegnare i Paesi vicini, l’Egitto, la Giordania , il Libano, nell’azione umanitaria urgente per salvare i cieli di Gaza e impedire una ulteriore escalation con l’allargamento del conflitto”.
Il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, invece, tornando sulla situazione in Medio Oriente, nel corso del Question Time alla Camera, ha affermato che: “La nostra priorità è evacuare gli italiani da Gaza e liberare gli ostaggi. Ce ne sono ancora due. Israele ha il diritto di difendersi, naturalmente nel rispetto del diritto internazionale. Il popolo palestinese non deve pagare il prezzo della barbarie di Hamas. Va evitata una crisi umanitaria a Gaza, serve un accordo su aiuti umanitari. L’Italia farà la sua parte. L’unica soluzione resta quella dei due Stati”.
Intanto, mentre la Presidente della Commissione UE, Von der Leyen, nel corso della conferenza stampa a Bruxelles con il Premier belga, De Croo, e il Premier svedese Kristersson, in merito al rischio terrorismo, ha dichiarato che: “Alle persone considerate una minaccia per la sicurezza, che hanno ricevuto un ordine di rimpatrio, attualmente può essere chiesto di andarsene volontariamente. Dobbiamo cambiare urgentemente questa situazione. La Commissione Ue per questo ha proposto che se una persona è considerata una minaccia per la sicurezza pubblica, i Paesi devono avere il potere di costringerla ad andarsene. Fa parte del patto Ue per le migrazioni e l’asilo”, il ministro della Difesa Crosetto, a margine del suo incontro in Qatar con l’Emiro Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani e con il Vice Primo ministro e ministro della Difesa del Qatar Khalid bin Mohammed Al-Attiyah, commentando l’attentato a Bruxelles di lunedì e la strage dell’ospedale di Gaza, ha evidenziato: “Il problema del terrorismo c’è e c’è sempre stato. Esiste soprattutto il problema dei lupi solitari, che decidono di armarsi contro il mondo e magari fare del male, da soli, a qualcuno, non importa a chi, senza obiettivi prefissati e magari ai primi che incontrano per strada. Questo tipo di terrorismo è alimentato dalla situazione internazionale. Quanto a Gaza, un incidente come quello dell’ospedale può portare magari 5, 10, 100 persone a pensare di dover vendicare una cosa che magari non sappiamo neanche da chi sia stata causata e questo è imprevedibile. I servizi segreti, i servizi di sicurezza italiani hanno monitorato in questi anni tutte le persone a rischio estremismo, ma purtroppo, come ha dimostrato e dimostrano i fatti del Belgio, ogni giorno arrivano migliaia di persone e tra queste migliaia di persone può esserci chiunque”.
Alla luce di ciò, come comunicato da Palazzo Chigi: il Governo italiano ha deciso di reintrodurre i controlli delle frontiere interne terrestri con la Slovenia, “in base all’articolo 28 del Codice delle frontiere Schengen (Regolamento Ue 2016/339). Il ripristino dei controlli alle frontiere interne, già adottato nell’area Schengen, è stato comunicato dal ministro Piantedosi alla vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas, al commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson, alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, al segretario generale del Consiglio dell’Unione europea Thérèse Blanchet e ai ministri dell’Interno degli Stati membri Ue e dei Paesi associati Schengen. L’intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell’Europa, in particolare dopo l’attacco condotto nei confronti di Israele, ha infatti aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all’interno dell’Unione. Un quadro ulteriormente aggravato dalla costante pressione migratoria cui l’Italia è soggetta, via mare e via terra (140 mila arrivi sulle coste italiane, +85% rispetto al 2022). Nella sola regione del Friuli Venezia Giulia, dall’inizio dell’anno, sono state individuate 16 mila persone entrate irregolarmente sul territorio nazionale. Questo scenario, oggetto di approfondimento anche da parte del Comitato di analisi strategica anti-terrorismo istituito presso il ministero dell’Interno, conferma la necessità di un ulteriore rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo. Nelle valutazioni nazionali, infatti, le misure di polizia alla frontiera italo-slovena non risultano adeguate a garantire la sicurezza richiesta. La misura verrà attuata dal 21 ottobre prossimo per un periodo di 10 giorni, prorogabili ai sensi del Regolamento Ue 2016/339. Le modalità di controllo saranno attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci.
Ulteriori sviluppi della situazione ed efficacia delle misure verranno analizzati costantemente, nell’auspicio di un rapido ritorno alla piena libera circolazione”.
La Presidente del Consiglio Meloni, poi, riguardo a tale decisione, ha precisato in un messaggio pubblicato sui suoi profili social: “Con il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi abbiamo comunicato in sede europea la decisione del Governo italiano di ripristinare i controlli alla frontiera tra Italia e Slovenia.
La sospensione del Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa si è resa necessaria per l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale, e me ne assumo la piena responsabilità. Ne abbiamo parlato con i colleghi sloveni, ai quali abbiamo rinnovato la nostra piena collaborazione sul contrasto ai flussi di migranti illegali”.
Oltre all’Italia hanno comunicato alla Commissione UE il ripristinato temporaneo dei controlli alle frontiere, con la sospensione della libera circolazione, prevista da Schengen: Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia.
In giornata, poi, la Presidente del Consiglio, ha accolto a Palazzo Chigi, il cardinale Béchara Boutros Pierre Rai, Patriarca della Chiesa maronita, con il quale ha parlato “della situazione in Libano e nel Medio Oriente, e della protezione e promozione della libertà religiosa, del dialogo interreligioso e della tutela dei diritti delle minoranze , obiettivi prioritari per il Governo italiano”.
In serata,sempre a Palazzo Chigi , si è tenuta una riunione , presieduta dalla Presidente del Consiglio, Meloni, con il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, con il ministro dell’Interno, Piantedosi , della Giustizia, Nordio, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Mantovano, e con i vertici dell’intelligence, per “valutare la situazione nella Striscia di Gaza e in Israele, le ripercussioni e gli sviluppi nell’area mediorientale e le conseguenti ricadute in termini di rischio di terrorismo, anche alla luce degli ultimi episodi avvenuti in Francia e in Belgio”.
Non solo politica estera, però. Sul fronte della politica interna, stamane, l’Aula della Camera ha rinviato in Commissione con 21 voti di differenza la proposta di legge delle Opposizioni (Pd, M5S, AVS, Azione) sul salario minimo legale, su cui, qualche giorno fa, si era espresso , bocciandolo e, indicando la via del rafforzamento della contrattazione collettiva, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, guidato dal Presidente Brunetta.
Immediata , la reazione dei partiti di Opposizione, con la segretaria del Pd, Schlein, che, nel suo intervento alla Camera, rivendicando il raggiungimento di 300 mila firme a favore della proposta, ha dichiarato: “Oggi date un colpo ai 3,5 milioni di lavoratori poveri e poverissimi. Il segnale che lanciate è inequivocabile: non contate nulla. Vorrei aveste incontrato quei due vigilanti all’aeroporto di Torino che mi hanno raccontato che prendono 5 euro l’ora e devono fare tre lavori per campare. Invece, vi presentate a mani vuote. Il rinvio è un modo per buttare la palla in tribuna, per non trovarsi nell’imbarazzo di dire no a una proposta di legge apprezzata anche da una parte dell’elettorato che ha votato per voi”.
Sulla stessa linea, il Presidente del M5S, Conte, che ha dichiarato: “Anziché votare ci state chiedendo di rispedire la pdl in commissione per farla morire lì, ma non vi consentiremo rinvii e meline. La politica dovrebbe mettere via le bandiere e dire che l’Italia è uno dei cinque Paesi su 27 in Europa che ancora non ha il salario minimo”.
Critico con il Governo per il rinvio, ma anche con le Opposizioni, Borghi, il deputato di Italia Viva, che pure non ha aderito alla proposta di legge sul salario minimo legale: “ La destra butta la palla in corner, la sinistra sale orgogliosamente sulle barricate. Il risultato è quello che avevamo preannunciato sottraendoci a questo teatrino: la sterilità assoluta. Ripartiamo dalle nostre proposte: partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa, taglio delle tasse alle imprese per trasferire risorse sui salari, incentivo alla produttività, sostegno alla contrattazione”.
Dalla Maggioranza, invece, il capogruppo alla Camera, Foti (FdI), nel suo intervento alla Camera, rivolgendosi alle Opposizioni, ha sottolineato: “Sul salario minimo, le opposizioni vogliono solo “buttarla in caciara” e si comportano “come allo stadio”. Voi siete in fuga da qualche anno. Nel 2014, M5s ha presentato una proposta di legge. Il salario minimo era 9 euro. Era uno sbaglio allora o è una presa in giro oggi? O un compromesso che avete fatto? Spiegatelo, spiegatene le ragioni sotto il profilo economico. Quella cifra è buttata lì, è solo buttata lì. Un approfondimento in commissione deve essere fatto. La differenza tra quest’aula e lo stadio è che qui ci sta gente abituata a fare delle leggi, altri , in fuga dallo stadio , vengono qui per comportarsi come allo stadio”.
Riguardo alla Manovra, varata lunedì scorso in Consiglio dei Ministri, insieme con il Documento programmatico di Bilancio, inviato a Bruxelles e ad alcuni dl fiscali collegati alla Legge di Bilancio, il Presidente della Conferenza delle Regioni , Fedriga, ha annunciato, riguardo alla condivisione con il Governo degli interventi per le Regioni nell’ambito della Manovra, che l’accordo tra il governo e le Regioni sulla legge di Bilancio 2024 è stato firmato, spiegando: “L’accordo investe in servizi essenziali come la sanità e il trasporto pubblico locale . Si tratta dell’incremento di 11,2 miliardi dal 2024 al 2026 del Fondo sanitario nazionale, che si aggiunge a quello previsto dal governo nella precedente manovra e al trasporto pubblico locale al quale per il 2023 vanno 500 milioni per i mancati introiti legati alla pandemia”.
Nettamente critica nei confronti del Governo e della Manovra, non solo l’Opposizione, ma anche i sindacati, con il segretario della Cgil , Landini, che ha spiegato : “Una Manovra sbagliata, che non tutela i salari e le pensioni, che non introduce il salario minimo, che non combatte l’evasione, che non tassa la rendita e i profitti, che taglia la sanità pubblica e la scuola. Dovevano cancellare la legge Fornero, peggiorano quella legge, in pensione non ci va più nessuno. Non cancella la precarietà che colpisce in particolare i giovani e le donne, quindi bisogna proseguire la mobilitazione per cambiarla. Per questo, siamo pronti ad arrivare anche allo sciopero generale”.
Infine, altro dossier su cui è al lavoro il Governo: l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ,al centro dell’ultima sessione della Cabina di regia convocata a partire da lunedì scorso, a Palazzo Chigi dal ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione, il Sud e con delega al Piano, Fitto, in merito alla quale si legge in una nota della Presidenza del Consiglio: “L’esame sullo stato di attuazione delle misure PNRR a titolarità del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica al centro della sessione della Cabina di regia svoltasi stamattina presso la Sala Verde di Palazzo Chigi, convocata e presieduta dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto. Presente il Ministro Gilberto Pichetto Fratin, hanno partecipato i rappresentanti del Ministero per gli Affari regionali e le autonomie, della Conferenza delle regioni e province autonome e dell ‘Upi , e il Presidente dell’ANCI Antonio Decaro. Le misure di competenza del Ministero dell’Ambiente complessivamente ammontano a circa 34,7 miliardi di euro. La cabina di regia ha fatto il punto su quelle in fase di valutazione nell’ambito della 4 rata, che riguardano una riforma e 5 investimenti, per i quali il Ministero dell’Ambiente ha confermato il positivo avanzamento delle attività in vista delle valutazioni da parte dei servizi della Commissione europea.
In relazione alla 5 rata nel corso della Cabina di regia è stato fatto il punto sulla misura relativa ai nuovi impianti di gestione dei rifiuti che prevede complessivamente finanziamenti per 2,1 miliardi di euro, e sulle misure per gli interventi di fognatura e depurazione con una dotazione finanziaria di 600 milioni di euro.
Si è discussa inoltre la proposta di revisione del PNRR inviata alla Commissione europea il 7 agosto 2023 e delle misure di competenza del Mase nell’ambito del pacchetto Repower Eu. Il Ministero dell’Ambiente, infatti, è impegnato in 4 delle 6 proposte previste e in consistenti investimenti sulle reti elettriche e del gas. Al termine dell’incontro si è convenuto sulla necessità di aggiornare le programmazioni regionali con tutti gli interventi che sono stati realizzati per velocizzare la fase autorizzatoria e programmatoria e risparmiare tempo utile per raggiungere gli obiettivi entro la dead line del 2026. Infine si è convenuto di attivare d’intesa con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, un monitoraggio finanziario e procedurale di tutte le singole misure”.
©Riproduzione riservata