di Federica Marengo lunedì 11 marzo 2024
-Si è svolta nella serata di ieri, (notte in Italia), a Los Angeles, la 96ͣ edizione dei Premi Oscar , che ha visto trionfare con ben sette statuette, sulle tredici candidature ottenute, il film: “Oppenheimer” diretto da Christopher Nolan e tratto dalla biografia “Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica” di Kai Bird e Matin J. Sherwin, già premiato con i Golden Globe e con i Bafta.
Premiati, dunque, il regista, Nolan, l’attore protagonista, Cillian Murphy, l’attore non protagonista Robert Downwy Jr, la colonna sonora, composta da Ludwig Goransson, la fotografia di Hoyte van Hoytema e il montaggio di Jennifer Lame.
Il film, uscito nell’agosto del 2023, ambientato negli anni Quaranta, ha per protagonista la figura realmente esistita dello scienziato americano J.Robert Oppenheimer (Cillian Murphy), uno dei padri della bomba atomica.
Siamo nel 1942, durante la Seconda Guerra Mondiale, e gli USA, convinti che la Germania, guidata da Hitler e dai nazisti stia realizzando un’arma nucleare, in segreto, avviano il Progetto Manhattan, volto a sviluppare la prima bomba atomica della storia.
Quindi, il governo americano decide di mettere a capo del progetto, per l’appunto, il fisico J.Robert Oppenheimer ,che, nato a New York nel 1904, da genitori tedeschi di origini ebraiche, non ancora quarantenne, ha già dato un rilevante contributo alla Fisica moderna.
Così, nei laboratori segreti a Los Alamos, nel mezzo del deserto del New Mexico, lo scienziato, insieme alla sua squadra, avvia la progettazione dell’arma più potente ,capace distruggere l’umanità, e che tutt’oggi costituisce una minaccia per la sopravvivenza dei popoli.
Oltre all’attore protagonista, l’ambita statuetta , come già ricordato, è andata anche al miglior attore non protagonista, Robert Downey Jr., che nella pellicola ha interpretato Lewis Strauss, un uomo d’affari, componente della Commissione per l’Energia Atomica.
Sul podio, seppur d’argento, con quattro premi Oscar ricevuti, troviamo, invece, il film: “Povere creature!”(Poor Things), diretto da Yorgos Lanthimos e desunto dall’omonimo romanzo di Alasdair Gray, scritto nel 1992, già premiato con un Leone d’oro alla 80°Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia e con due Golden Globe , uno per il miglior film commedia musicale e un altro per la miglior attrice in un film commedia musicale , assegnato alla protagonista, Emma Stone, cui pure è andato il premio Oscar come miglior attrice. Premiati anche i costumi ( Holly Waddington), il trucco e l’acconciatura (Nadia Stacey, Mark Coulier e Josh Weston) e la scenografia (James Price, Shona Heath, Zsuzsa Mihalek).
Protagonista della pellicola, è “Bellla Baxter”, interpretata, come detto, da Emma Stone, già diretta da Lanthimos ne “La favorita” e nel corto “Bleat”, donna moderna ed emancipata che, un giorno, tentando di sfuggire al marito violento, muore in un incidente. Tuttavia, grazie all’esperimento del dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), Bella torna in vita e ,da quel momento, è mossa da un sentimento di riconoscenza e dalla voglia di imparare, finché il desiderio di tornare alla mondanità la indurrà a scappare insieme con un abile e spregiudicato avvocato ,Ducan Wedderburn (Mark Ruffalo), con cui vive un’avventura travolgente di continente in continente.
Quindi, ormai libera dai pregiudizi sul suo conto, decide di battersi contro ogni forma di disuguaglianza e discriminazione per l’emancipazione.
L’Oscar al miglior film internazionale, invece, è stato assegnato a “La zona di interesse” di Jonathan Glazer, che , battendo “Io capitano” di Matteo Garrone, unico film italiano in concorso, si è aggiudicato anche quello per il suono (Tarn Willers e Johnnien Burn). La pellicola, tratta dal romanzo omonimo di Martin Amis , è incentrata sul comandante direttore di Auschwitz Rudolf Hoss, e sulla vita con sua moglie e i suoi figli in una tenuta nei pressi del campo di concentramento e delle ciminiere del lager, da cui arrivano terribili echi.
Premiata come miglior attrice non protagonista, Da’Vine Joy Randolph, per il film di Alexander Payne, “The Holdovers”-Lezioni di vita, vicenda che si svolge durante le vacanze di Natale del 1970 e che vede protagoniste tre persone: un insegnante, uno studente e una cuoca.
Miglior sceneggiatura originale, invece, è quella della pellicola di Justine Triet, “Anatomia di una caduta”, scritta dallo stesso Triet con Arthur Harari, storia di una donna, sospettata dell’omicidio del marito, e del loro figlio, che dovrà affrontare un dilemma morale, poiché unico testimone di quanto accaduto.
Il premio Oscar alla sceneggiatura non originale invece, è stato assegnato al film di Cord Jeefferson, “America Fiction”, debutto alla regia cinematografia per quest’ultimo, già sceneggiatore di serie come Succession, e che, nel film, racconta di un uomo che si batte contro gli stereotipi.
L’Oscar alla Miglior canzone poi è andato al brano “What Was I Made For?” di Billie Eilish, e Finneas O’ Connell, parte della colonna sonora del film “Barbie” di Greta Gerwig, che, partendo dall’iconica bambola pop, ha dato vita a una parabola femminista, in cui Barbie (Margot Robbie), costretta ad abbandonare Barbieland e la sua perfezione, si avventura per il mondo reale, facendo però ritorno a casa sul finale, dopo aver vissuto una serie di peripezie e aver aiutato le persone incontrate.
Migliore pellicola di animazione, è “Il ragazzo e l’airone” di Hayao Miyazaki e Toshio Suzuki, vicenda di Mahito, un ragazzo di dodici anni che, spinto dal desiderio di rivedere sua madre, morta qualche tempo prima,si avventura in un mondo abitato dai vivi e dai morti, dove la morte finisce e la vita ha un nuovo inizio e dove ha modo di legarsi a un airone parlante, sorta di guida alla maniera del Virgilio dantesco.
Miglior documentario, è “20 Days in Marupol” (“20 giorni a Mariupol”), del regista Mstyslav Černov, che racconta la resistenza ucraina contro l’invasione russa nella città.
Infine, il premio Oscar per i migliori effetti visivi è stato assegnato agli esperti Takashi Yamazaki, Kiyoko Shibuya, Masaki Takahashi e Tatsuji Nojima ,per il film “Godzilla Minus One”,nuovo capitolo giapponese e non più made in USA, della saga del famigerato mostro.
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