La storia di Flora, una donna il cui cammino sulla via dell’amore si è bruscamente spezzato, ma che trova dentro se stessa la forza e il coraggio per ripartire e per innamorarsi ancora, è al centro di uno degli ultimi romanzi della scrittrice Catena Fiorello.
di Federica Marengo sabato 19 settembre 2020
“Il pianto ,è l’unico momento di verità degli uomini. Non è un caso se nel mezzo della nostra esistenza continueremo a farlo , ogni volta che proveremo una gioia intensa o un dolore”. E’ con queste parole che la scrittrice Catena Fiorello introduce i lettori tra le pagine del primo capitolo del suo romanzo, di recente pubblicazione, dal titolo: “Tutte le volte che ho piano”, edito da Giunti, dedicato, lo ha scritto lei stessa, “a chi non nasconde le lacrime”.
A piangere, tante, troppe volte nella sua vita, è la protagonista: Flora, una donna sulla quarantina, con una figlia adolescente, Bianca, una madre anziana, mai ripresasi del tutto dalla scomparsa prematura del marito,e alcuni nodi rimasti insoluti: la separazione dal consorte, Antonio, fedifrago incallito , e la morte della sorella Giovanna, aspirante attrice, bellissima, avvenuta a soli venti anni, in un incidente stradale.
L’amore , a volte, non basta a tenere in piedi un matrimonio, questo Flora lo ha capito dopo quindici anni, e allora, stanca di bugie e tradimenti, ha deciso di riprendersi la sua vita: ha aperto un bar e sta provando ad essere lei il capitano che porterà la nave della sua esistenza in porto. “D’ora in avanti, basta con l’amore, basta con le debolezze”, sembra dire ogni giorno a se stessa, seppellendo la sua anima sotto una coltre spessa di cinismo, affinché la protegga ,a mo’ di armatura, da qualsiasi coinvolgimento e sconvolgimento.
Tuttavia, come sa bene ciascuno di noi, larga parte di ciò che accade non è mai corrispondente a ciò che avevamo progettato o pensato ed è così anche per Flora, nella cui quotidianità, all’improvviso, irrompe la figura misteriosa di Leo, affascinate produttore cinematografico, che si rivelerà strettamente connesso alla sorella Giovanna e chiave di volta per arrivare alla verità sulla morte di quest’ultima.
Flora, dunque, in fuga da se stessa, perennemente alla ricerca del mare della sua città, Messina, per obliarsi , è costretta a fare i conti con la realtà e sciogliere quei nodi che impediscono alla nave della sua vita di prendere di nuovo il largo. E’ Leo a condurla alla catarsi, alla riappacificazione con se stessa, svelandole la verità su una sorella da sempre mitizzata, ancor più perché morta giovane, nell’età cara agli dei. E’ lui, dunque a rivelarle che Giovanna era stata coinvolta in un giro di spaccio dal fidanzato violento Giuseppe e che, grazie a suo fratello Valerio, di cui era innamorata, ricambiata, era pronta a spezzare la spirale di ricatto o soggiogazione da cui era avvolta. La sera dell’incidente in motorino , infatti, si stava recando proprio da Valerio per dirglielo.
Un cammino verso l’amore spezzato, dunque,quello della sorella, proprio come il suo, di moglie ferita, umiliata dai tradimenti e dall’indifferenza del marito. Ora, però quel cammino, almeno per lei, può riprendere con Leo, possibilità inattesa e insperata di un nuovo sentimento, di una nuova emozione, il quale farà rivivere sul grande schermo la storia di sua sorella, con un finale diverso, riabilitando quest’ultima e, provando a lenire, in questo modo, nei familiari , il dolore per la sua perdita.
Quando tutto sembra volgere verso il lieto fine, però, la realtà, dura e spietata, torna a fare irruzione nella vita di Flora, portandole via ,questa volta, Antonio, l’ex marito e padre di sua figlia Bianca, ammalatosi di cancro, non prima di averle permesso di riconciliarsi con lui e di scoprire che in fondo, nonostante i tradimenti, l’amore , quando e se c’è stato per davvero , riesce a sopravvivere a se stesso, sebbene mutato in bene profondo, in umana comprensione, in empatia verso l’altro, rivelatosi d’un tratto il più debole.
Flora ,quindi, compresi allo stesso tempo anche i propri torti di moglie intollerante e fin troppo esigente, si trova dinanzi a un bivio: scegliere l’amore di Leo, cui prima di morire, il marito Antonio l’affida, riconoscendone il valore, o aspettare, lasciare che il tempo passi e che , “insieme con la volontà , segni il percorso che l’attende”?.
Nella scelta, Flora non ha dubbi e decide di aspettare , mentre la figlia Bianca, poco più che adolescente, intraprende la sua prima storia d’amore: per un cammino che si interrompe ,un altro viene intrapreso.
Quindi, come una novella Rossella O’Hara aspetterà “domani”, un domani diverso, dal sapore meno amaro, “Ma”, dice lei stessa al lettore sul finale, “Ripenserò con nostalgia a tutte le volte che ho pianto. Perché l’ho fatto per amore. Come potrei mai pentirmi?. No, non succederà. Piangere per me è quel momento in cui la verità prende il sopravvento e sfonda tutte le porte, anche quelle serrate con forza. Piangete, lasciatevi andare , guardatevi dentro, e non rimpiangete nulla”.
Un inno alla bellezza di essere fragili, un libro per chi crede ostinatamente che la fine, nella vita come nell’amore, sia sempre un nuovo inizio.
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