“Che fine ha fatto la semplicità? Sembriamo tutti messi su un palcoscenico, e ci sentiamo tutti in dovere di dare spettacolo”, si domandava e constatava lo scrittore e poeta statunitense Charles Bokowski in un suo scritto, usato poi come aforisma tra i più citati sui Social Network. E proprio ai Social Network e al loro variegato e variopinto “ecosistema virtuale” è dedicato il saggio di Filippo Ceccarelli, “Lì dentro. Gli italiani nei social”,edito nell’aprile del 2022 da Feltrinelli.
Ceccarelli, giornalista politico, occupatosi per quarant’anni di quanto accadeva in Parlamento, raccontandolo dalle colonne di riviste e quotidiani quali: “Panorama”, “La Stampa” e “La Repubblica”, nel 2015, prossimo al ritiro dall’attività, ha donato alla Biblioteca della Camera il suo archivio di scritti (rigorosamente a mano) sulla politica italiana, mostrandosi diffidente verso i supporti digitali offerti dalle nuove tecnologie, definite ironicamente “labirinto del male”. Ciò, fino al 2020, anno della pandemia, quando il tempo ,dilatato dalla reclusione forzata, gli ha fatto scoprire un universo fino ad allora sconosciuto: quello dello smartphone e dei Social Network.
Quindi, mosso da un quesito di fondo : “Cosa succede lì dentro?, cosa avviene nei Social’”, ha deciso, come ha raccontato lui stesso in numerose interviste, di attuare un’inchiesta-esperimento sociologico-filosofico-letterario-tecnologico, “ubriacandosi di Instagram” per un anno e mezzo, per quattro ore al giorno, con l’obiettivo di leggere i pensieri e le opinioni degli italiani iperconnessi, ma anche di osservarne le vite e gli stili di vita, rendendosi conto di quanto poi, in fondo, gli “italiani digitali” di oggi non siano così diversi dagli “italiani analogici” di un ventennio fa.
In questa inchiesta, il giornalista e scrittore si è mosso su due piani, temporali e valoriali: quello del ricordo, legato alla figura del padre, Luigi, che gli ha lasciato in eredità la dote della curiosità per la vita e per le esistenze della più varia umanità e quello della contemporaneità, vissuta grazie al figlio trentenne Giacomo, vero e proprio ” braccio-supporto tecnico”, nonché ponte tra due generazioni.
Così, Ceccarelli, con smartphone e penna in mano per prendere appunti, nei 9 capitoli del suo saggio ha descritto una serie di personaggi, veri e propri influencer in ogni campo e settore, e una congerie di situazioni ,immergendosi nelle quali ha riso, sorriso, si è emozionato, spaventato, inorridito, ma anche appassionato e commosso, trovando in quegli stessi personaggi e situazioni canovacci , topoi, riferimenti a scrittori, autori ed esponenti della Letteratura e della Cultura di ogni tempo : da Plauto e dalle maschere del Teatro latino classico (il mangione “Maccus”, il superbo “Bucco” o il furbo “Dossennus”), da Petronio con il suo Satyricon , alle novelle medievali di Boccaccio e alla Commedia dell’Arte, non senza trovare echi del “Leopardi civile” e della sua satira politica.
Attraverso il passato, dunque , il giornalista e scrittore sembra rileggere il presente e viceversa e proiettarsi nel futuro, in una compresenza di commedia, melodramma, farsa atellana, gossip, cronaca rosa e trash televisivo, animati da influencer in svariati campi, aspiranti attori e attrici, comici, aspiranti poeti e scrittori, poetesse e scrittrici, chirurgi estetici, medici specializzati che dispensano consigli, cantanti, ballerini, coppie di fidanzati e di coniugi, cuoche e cuochi, bambini e bambine prodigio, trapper, cartomanti e lettrici/lettori di tarocchi, ristoratori e ristoratrici, proprietari e proprietarie di locali noti e di osterie e trattorie, osservati i quali, passa dal tono dell’inchiesta a quelli del diario, con i quali risponde alla domanda che riecheggia al fondo di tutto il saggio: “Cosa c’è lì dentro, cosa avviene nei Social?”.
Lì dentro, nei Social come Instagram, ci sono gli italiani con la loro cultura e le loro tradizioni, che, malgrado il tempo e i tempi passino e cambino, restano sempre gli stessi: espressivi, spiritosi, creativi, ribaldi, cialtroni, pronti a negoziare con la realtà , ad edulcorarla, ad adornarla , migliorarla e a reinventarla ,se necessario.
Ed è così che “Lì dentro” diventa “qui dentro”, in un continuo interscambio tra “dentro i Social”e “fuori dai Social”, che gli esperti di Comunicazione chiamano: “online” e “offline”, e che persuadono lo stesso Ceccarelli, iscrittosi con un alter ego ad Instagram, una volta terminato il suo saggio, a dotarsi di un profilo ufficiale, attraverso il quale continuare a raccontare gli italiani nei Social, perché, come ha scritto lo stesso giornalista “dentro i Social c’è tutto, quindi anche l’Altro e gli altri” e” nella rete si avverte il ditino di Dio”.
La domanda di fondo del saggio , quindi, ha avuto una sua risposta e l’enigma si è sciolto: nei Social, in Rete , non vi è altro che la vita, con le sue gioie e le sue perdite, non vi sono che gli uomini e le donne, con la loro forza e con le loro fragilità. Insomma: l’Umanità.
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