–Le commemorazioni per il ventennale dell’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, in USA e in Italia, anche alla luce della crisi afghana, seguita all’accordo di Doha e al ritiro delle truppe americane.
-Green Pass e obbligo vaccinale dividono la Maggioranza, con la Lega che continua a dirsi contraria alle misure, in tandem con l’Opposizione di Fratelli d’Italia. Intanto, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il report relativo all’andamento dell’epidemia e alle vaccinazioni degli ultimi trenta giorni: “Con i vaccini, rischio di morte per gli over 80, 15 volte inferiore”.
-Confindustria, nella sua Congiuntura flash sulla ripresa, ipotizza un Pil al 6% nel 2021, malgrado le incertezze dovute ai contagi e alla carenza di materie prime.
di Federica Marengo sabato 11 settembre 2021
Un 11 settembre, giorno dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, da parte dei terroristi di Al Qaeda, quello ricordato oggi, dal retrogusto ancora più amaro, alla luce del ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan , deciso con l’accordo di Doha, dopo vent’ani di guerra e la cattura e l’uccisione di Bin Laden, che di quella strage fu l’ideatore, e alla luce del ritorno dei Talebani e di un loro nuovo governo nel paese, nel quale è in atto una crisi politico-economica e umanitaria.
Tre, i luoghi in cui negli Stati Uniti si sono svolte le commemorazioni, cui hanno preso parte l’attuale Presidente degli USA, Biden e la consorte Jill e gli ex Presidenti G.W. Bush e Barack Obama: Ground zero, dove il crollo delle Torri colpite dagli aerei dirottati dai kamikaze provocarono la morte di 3.000 persone, il Pentagono e il campo presso Shanksville, dove precipitò il volo 93 diretto a Washington, il cui equipaggio e i cui passeggeri riuscirono a evitare lo schianto sulla Casa Bianca o sulla stessa Washington.
Il Presidente degli Stati Uniti, nel suo video-messaggio alla nazione, ha dichiarato: “Nei giorni successivi all’11 settembre abbiamo visto qualcosa di molto raro: un vero senso di unità nazionale. Per me, la lezione principale dell’11 settembre 2001 è che, quando siamo più vulnerabili, nel tiro alla fune che ci rende umani, nella battaglia per l’anima degli Stati Uniti, l’unità è la nostra più grande forza”, mentre l’ex Presidente Obama, ha sottolineato: “Il ventesimo anniversario dell’11 settembre è l’occasione per una riflessione su ciò che abbiamo imparato nei 20 anni trascorsi da quella terribile mattina. Una cosa chiara è che l’America è sempre stata la patria di eroi che corrono verso il pericolo per fare ciò che è giusto. Per Michelle e me, l’immagine di quel giorno non e’ semplicemente la caduta delle Torri o relitti fumanti. Sono i vigili del fuoco che salgono le scale mentre gli altri scendono, sono i passeggeri che decidono di prendere d’assalto una cabina di pilotaggio, sapendo che potrebbe essere il loro ultimo atto, sono i volontari disposti a mettere in gioco la propria vita. Negli ultimi 20 anni, abbiamo visto lo stesso coraggio e altruismo, l’11 settembre ,ci ha ricordato come tanti americani diano se stessi in modi straordinari, non solo nei momenti di grande crisi, ma ogni singolo giorno. Non dimentichiamolo mai, e non diamolo mai per scontato”.
Tuttavia, anche in Italia, le più alte cariche dello Stato hanno ricordato l’11 settembre, a cominciare dal Presidente della Repubblica Mattarella, che nel suo messaggio ha evidenziato: “In occasione del ventesimo anniversario dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, desidero anzitutto esprimere la vicinanza del popolo italiano alle famiglie delle vittime di quel feroce attentato e a tutto il popolo degli Stati Uniti, nel segno della profonda e storica amicizia che lega i nostri due Paesi. Rivolgo un pensiero particolare ai connazionali e alle persone di origine italiana che persero la vita in quella dolorosa circostanza, vite spezzate da un fanatismo vile e cieco che colpì uomini e donne innocenti. Quella tragedia ci ha uniti nel segno del dolore. La memoria della barbara aggressione di vent’anni or sono ci spinge con sempre maggiore vigore a proteggere quella cornice comune di valori che risponde ai principi di libertà e pacifica convivenza tra popoli. La drammatica vicenda afgana che ne è seguita, sino al recente gravissimo attentato presso l’aeroporto di Kabul, ultimo di una sequela di brutali attacchi terroristici susseguitisi negli anni in tanti Paesi, conferma quanto sia impervia la strada della affermazione dei diritti dell’uomo”.
Per la Presidente del Senato Casellati, invece: “L’11 settembre ,è una data che definisce da sola un evento e costituisce un punto di svolta della storia. La sua attualità a distanza di due decenni è sotto gli occhi di tutti. Mi ha colpito la similitudine tra i corpi caduti dalle Torri Gemelle e i corpi degli afghani che cadevano dai carrelli degli aerei. Dopo tutto questo tempo la nostra impressione è ancora quella di trovarci sospesi sull’orlo dell’abisso e noi Occidente torniamo a porci le stesse domande, a chiederci come difendere le nostre libertà e come preservare il mondo basato sui diritti fondamentali. Oggi non è solo un giorno di ricordo ma anche un giorno di riflessione”,mentre per il Presidente della Camera Fico: “Non potremo mai dimenticare le scene di distruzione e disperazione che scorrevano in diretta sui nostri televisori l’11 settembre 2001. Gli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono, in cui persero la vita migliaia di persone, hanno aperto una nuova fase della nostra storia, ferendo nel profondo gli Stati Uniti d’America, cui va oggi come ieri la nostra solidarietà e vicinanza. E pure incidendo profondamente non solo sulle dinamiche globali e sugli assetti geopolitici di intere regioni del mondo, ma anche sulle nostre abitudini, sulle nostre percezioni, sul nostro sguardo. Da quel giorno, il terrorismo di matrice islamista ha continuato a mietere vittime a qualsiasi latitudine, attentando ai valori fondanti della nostra convivenza pacifica. La barbarie terroristica ha colpito in più occasioni anche il nostro continente, mettendone alla prova il nucleo di principi e diritti fondamentali, che però non sono stati intaccati, perché nella risposta al terrorismo abbiamo agito nel perimetro delle nostre leggi e delle nostre Costituzioni democratiche”.
Un invito a “non abbassare la guardia” nei confronti del terrorismo è poi arrivato dal ministro degli Esteri, Di Maio, che, nel corso delle commemorazioni presso l’ambasciata americana a Roma, ha affermato: “La lotta al terrorismo non è finita e dobbiamo tenere alta la guardia. Oggi vogliamo rendere onore alle vittime non solo a quanti si trovavano nelle Torri ma anche ai tanti che prestando servizio per salvare le loro vite, l’hanno persa: penso ai tanti vigili del fuoco, ai poliziotti. L’11 settembre ha cambiato ogni giorno degli ultimi venti anni in maniera radicale nelle nostre società, nelle nostre civiltà e nel nostro modo di gestire gli affari esteri come governi alleati. Questa è un’occasione per rinnovare l’impegno della nostra alleanza con gli Stati Uniti, nella Nato, dell’Alleanza euroatlantica, guardando al futuro insieme per sfide per il progresso delle nostre popolazioni, dei nostri paesi e nazioni ma anche di fronte a pericoli che non possiamo affrontare da soli. La lotta al terrorismo non è finita, negli ultimi venti anni le cellule terroristiche hanno cominciato ad utilizzare le nuove tecnologie per radicalizzare i potenziali terroristi. Questo ha fatto proliferare le cellule terroristiche, dobbiamo tenere alta la guardia, mettere insieme le intelligence, gli apparati militari, ma dobbiamo anche dirci che il terrorismo si sradica con un approccio olistico. In aree come quella del Sahel o del Medio Oriente molti giovani sono nelle mani delle cellule terroristiche a causa delle condizioni economiche e sociali. Dobbiamo lavorare su tutti questi fronti per cercare di preservare i nostri paesi, la sicurezza della nostra popolazione ma anche sviluppare nuovi piani per aiutare altri popoli. In Afghanistan, ci siamo stati venti anni e l’istruzione femminile e passata da zero al 98 %: ci sono stati dei risultati importantissimi per la nostra alleanza dal punto di vista dei diritti civili, dei diritti umani e del progresso. Dobbiamo lavorare per preservarli nonostante le condizioni difficili”.
Non solo il ricordo degli attentati alle Torri Gemelle e la ferma condanna del terrorismo, però, da parte della politica italiana, ma anche il dibattito su questioni interne, quali: l’obbligo vaccinale e l’estensione graduale, a partire dalla prossima settimana, dell’obbligatorietà del Green Pass, il Certificato Verde Digitale ,che attesti l’avvenuta vaccinazione (1° dose o ciclo completo), la guarigione dalla malattia negli ultimi sei mesi o la negatività al tampone effettuato 48 ore prima, ai dipendenti pubblici, ai lavoratori delle attività che già ne prevedono l’obbligatorietà per l’accesso e ai dipendenti privati, mentre ad oggi è già in vigore per accedere a bar e ristoranti al chiuso, a luoghi pubblici, ad eventi, a scuola e all’Università e sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza.
La Maggioranza, infatti, è divisa su entrambe le misure, con la Lega contraria, in tandem con l’Opposizione di Fratelli d’Italia, a fronte di tutto il centrosinistra, del M5S e di Forza Italia, a favore, che chiedono al segretario del Carroccio “chiarimenti” sulla sua posizione in merito al completamento della campagna vaccinale e sulla permanenza del suo partito tra le forze di Governo.
Proprio sull’estensione del Green Pass a tutti i lavoratori del pubblico e del privato, è tornato il ministro della Pubblica Amministrazione , in quota Forza Italia, Brunetta, che ha dichiarato: “Il Green pass? Geniale, perché aumenta il costo psichico e monetario a carico degli opportunisti contrari al vaccino. In futuro deve valere sia per il lavoro pubblico che per quello privato. L’obbligo di certificato verde costringe gli anti-vax a fare il tampone, diminuisce la circolazione del virus e la nascita di nuove varianti. Il Green pass dovrebbe essere introdotto per tutti. Le decisioni che prenderemo nel prossimo futuro: il Green pass per tutti, lavoro pubblico, lavoro privato, servizi pubblici, servizi privati. Il Green pass, mi piacerebbe spiegarlo agli scettici, ha questo obiettivo: schiacciare ai minimi livelli la velocità di circolazione del virus. Ci stiamo arrivando, mancano ancora 10 punti: siamo all’80%, dobbiamo arrivare a 90%”.
Green Pass , che , secondo l’’ultimo decreto approvato in settimana dal Consiglio dei Ministri, è obbligatorio anche per i lavoratori esterni alle Università e alle scuole (esteso anche ai genitori che si rechino ad accompagnare o a riprendere i figli o a colloquio), mentre per i lavoratori esterni alle RSA , così come per medici e sanitari, è obbligatoria la vaccinazione.
Quanto all’ambito scolastico, la misura, insieme con la messa a regime della piattaforma per la verifica quotidiana del Certificato, ad oggi non collaudata, alla quarantena (passata da 10 giorni a 7 più 2 per i tamponi, con relativo rischio Dad) e la gestione dei professori non vaccinati, ha destato la preoccupazione dell’Associazione Nazionale Presidi che teme le lunghe code mattutine per le verifiche ai genitori come il rischio di assembramenti, timori, ai quali ha così replicato il ministro dell’Istruzione Bianchi, che ha detto: “Stiamo facendo una battaglia importante, spero sia l’ultima, ma si fa tutti insieme. Non è esteso agli studenti anche 18enni,a eccezione dei ragazzi iscritti all’Its e all’università. Per il personale che lavora fisicamente nelle scuole, usufruiremo della piattaforma ad hoc per i Green pass. Mentre il personale delle mense dovrà essere controllato dal datore di lavoro. La piattaforma Green pass per i docenti è già pronta. Funziona da inizio settembre, ci siamo tenuti questi giorni, prima dell’inizio delle lezioni per collaudarla con i docenti. In caso di contagi Covid nelle scuole , il piano B c’è già nel decreto del 6 agosto. Dove è scritto in maniera molto chiara cosa succede in caso di contagio: si isola quella situazione specifica e non ci sarà più, come avveniva l’anno scorso, che per un problema in una scuola si chiuda tutta la Regione. Questo, non è più fattibile”, aggiungendo poi dal palco della Festa dell’Unità: “Per la salute psicofisica degli studenti, la scuola è aperta e deve rimanere aperta. Si tratta una promessa che il governo ha fatto col decreto del 6 agosto. Sulle immissioni in ruolo, abbiamo fatto oltre 58mila assunzioni, abbiamo avviato il concorso straordinario. Abbiamo fatto gli incarichi annuali il 4 settembre e non ad ottobre. La realtà della scuola è molto più dinamica di quello che si raffigura. Abbiamo fatto dei master per rappresentarci sempre in negativo, come gli ultimi, non è così, invece. La prima riforma sarà quella degli istituti tecnici professionali, anche gli ITS devono cambiare. Necessario un cambiamento anche per l’orientamento, basta slogan. Ultima, ma non meno importante, il reclutamento, anzi, io cambierei pure il termine, che si lega troppo al linguaggio militare. Meglio il termine ‘assunzioni’”.
Altro nodo da sciogliere, poi, quello dei trasporti, con la capienza aumentata in zona bianca e gialla dal 50% all’80%, anche se nelle città metropolitane come Milano e Roma si è proceduto alla differenziazione degli orari.
Intanto, sul fronte della pandemia e della campagna vaccinale, l’Istituto Superiore di Sanità, nel suo Report a trenta giorni, ha reso noto che: “Il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni per i non vaccinati è di circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo (219,1 rispetto a 24,5 ricoveri per 100.000 abitanti). Fra gli over 80 negli ultimi 30 giorni il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei vaccinati con ciclo completo è ben tredici volte più basso dei non vaccinati (1,1 contro 14,8 per 100.000 abitanti) ,mentre il tasso di decesso è quindici volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (76,2 contro il 5,0 per 100.000 abitanti). Nell’ultima settimana, poco più del 50% dei casi nella popolazione 0-19 anni si è osservata nella popolazione con età inferiore ai 12 anni, cioè nella fascia d’età per la quale non è ancora disponibile un vaccino anti Covid. Il persistente aumento dell’incidenza nella popolazione con età sotto i 12 anni che si è osservato nelle ultime settimane – si spiega nel report, potrebbe essere dovuto a un aumento del numero dei tamponi in questa fascia di età, vista l’apertura della scuole materne e l’imminente inizio del nuovo anno scolastico per la scuola primaria e secondaria”.
Pandemia e diffusione dei contagi da variante Delta, che, insieme alla scarsità delle materie prime, costituiscono due elementi di incertezza per la ripresa, come evidenziato dalla Congiuntura flash, pubblicata dall’Ufficio Studi di Confindustria, che ha rilevato: “Prosegue spedito, il recupero del Pil italiano. Dopo il forte rimbalzo del II trimestre (+2,7%), nel III trimestre i principali indicatori stanno tenendo, nonostante gli effetti della scarsità di alcune materie prime e semilavorati e la ripresa dei contagi. Rimane molta incertezza per il IV trimestre, legata al proseguimento dell’epidemia. Il 2021, comunque, potrebbe chiudersi con un recupero vicino al +6%. I consumi privati, prosegue lo studio, come atteso, sono ripartiti nel II trimestre (+12 miliardi, pari a +5,0%), trascinati dalla spesa in servizi (viaggi e spese fuori casa). Le attese per il III trimestre sono di ulteriore risalita: resta da spendere circa metà dell’extra-risparmio accumulato dalle famiglie durante il lockdown. In agosto, gli ordini interni dei produttori di beni di consumo sono quasi tornati ai valori pre-crisi e la fiducia delle famiglie ha tenuto. Gli investimenti, intanto, continuano la dinamica robusta, dopo un +2,4% in primavera che li ha portati molto oltre i valori pre-crisi, con ordini su un trend di aumento. L’industria cede il passo ai servizi. L’industria, principale motore finora, sta gradualmente passando il testimone ai servizi nel trainare la crescita. Gli indici Pmi mostrano una frenata nell’industria negli ultimi tre mesi (60,9 in agosto da 62,3 a maggio) e una accelerazione nei servizi (58,0 da 53,1). Ciò avviene, in parte, perché inizia a pesare anche in Italia la scarsità di alcuni input produttivi, che già preoccupava da alcuni mesi. La produzione industriale è cresciuta nel II trimestre un po’ meno del I (+1,2% vs +1,5%) e il 3° trimestre è partito a ritmo minore: in luglio si è avuto un +0,8% e la variazione acquisita per il trimestre è +0,9%; in agosto poi le attese su produzione e ordini sono calate. E in parte, perché non si sono avuti altri blocchi per i servizi: nel turismo la ripresa estiva c’è stata, anche se siamo ancora molto sotto i valori pre-Covid e la fiducia delle imprese di servizi ha perso pochissimo in agosto. La risalita del settore dovrebbe proseguire nel 3° trimestre, dati i giudizi sugli affari in aumento, ma con qualche ombra per il 4° trimestre, visto il marcato calo in agosto delle attese sugli ordini. Negli ultimi mesi, l’inflazione è salita anche in Italia (+2,1% annuo in agosto). In larga parte ciò deriva dall’aumento dei prezzi energetici (+19,8%), sulla scia del rincaro del petrolio negli scorsi mesi. L’inflazione al netto di energia e alimentari è bassa (+0,6%), indicando che le pressioni domestiche sono moderate. Finora, nei prezzi al consumo italiani non si legge un impatto dei rincari delle commodity non energetiche, né della loro scarsità. Ciò aiuta i consumi, ma comprime i margini delle imprese. Negli altri Paesi Euro c’è traccia di rincari nei beni industriali, ma il contributo maggiore al rialzo viene dall’energia. Le prospettive per il III trimestre sono incerte, secondo gli ordini manifatturieri esteri: segnala espansione il Pmi, ma in luglio-agosto sono in lieve calo i giudizi delle imprese. Ciò riflette la minor espansione del commercio mondiale che, dopo essere tornato a crescere a giugno (+0,5%), vede un rallentamento in estate segnalato dal Pmi globale”.
Quanto all’occupazione, nel Report ,si legge: “I dati sui primi sette mesi del 2021 mostrano un mercato del lavoro in ripresa. In luglio, primo mese dopo lo sblocco dei licenziamenti nella maggior parte dei settori industriali, l’occupazione totale misurata dall’Istat è diminuita di 23mila unità. Il calo non ha intaccato l’ampio recupero registrato da inizio anno (+550mila unità da gennaio a luglio, ma ancora -329mila da gennaio 2020) ed è completamente ascrivibile alla componente autonoma (-47mila unità), mentre i dipendenti sono cresciuti di 24mila unità. I primi dati disponibili per luglio non appaiono, quindi, supportare l’ipotesi di una corsa ai licenziamenti all’indomani dello sblocco. Le prospettive sono buone per il prossimo futuro, in linea con la ripresa economica attesa”.
Pertanto, mentre il ministro competente, Orlando, sta definendo il pacchetto di misure per le politiche attive del Lavoro, i lavoratori della Whirlpool di Napoli, in attesa del tavolo convocato per il 16 settembre ,con il Ministero dello Sviluppo Economico e la Regione Campania , i sindacati e i vertici dell’azienda, hanno scritto e inviato una lettera al Presidente della Repubblica Mattarella per chiedere un suo “diretto interessamento” al dossier, che prevede il licenziamento di 350 operai dello stabilimento di via Argine e la chiusura del sito. Nella lettera si legge: “Egregio Presidente Mattarella, siamo i 350 operai della Whirlpool e le scriviamo per chiedere un Suo diretto interessamento sulla vertenza che ci vede, sfortunatamente, protagonisti da più di 850 giorni, da quando, il 31/5/2019, la multinazionale americana ha deciso di non mantenere gli impegni dell’accordo firmato in sede ministeriale il 25/10/2018, che prevedevano il rilancio di Napoli e della produzione di lavatrici alto di gamma, concentrando tutte le produzioni sul nostro stabilimento con 18 milioni di euro di investimenti mai effettuati, a fronte dei quali ottenne cassa integrazione per tutto il gruppo in Italia (5500 dipendenti), più agevolazioni e sostegni per il piano industriale. In due anni ,tante sono state le promesse e gli impegni dei vari ministri e governi, che da Lei incaricati, si sono avvicendati sulla nostra vertenza, ma ad oggi nessuna risposta concreta e nessuna soluzione è stata prospettata e, cosa peggiore, nessuno è riuscito a ribadire che in Italia gli accordi vanno mantenuti e le istituzioni ed il Paese vanno rispettati. Siamo a pochi giorni dalla chiusura della procedura di licenziamento collettivo (29/9/2021) e il governo ancora non ci convoca, sul progetto che dice di stare predisponendo, per trovare una soluzione di respiro in grado di competere o di essere all’altezza degli accordi sottoscritti con la Whirlpool, nonostante gli impegni diretti del Presidente del Consiglio Draghi che ci ha assicurato, quando lo incontrammo in visita al carcere di S.Maria Capua Vetere, il suo interessamento diretto e un impegno ai massimi livelli del Governo. Ci permetta Presidente di sottolineare la peculiarità in questo momento della vertenza: la Whirlpool dopo la Pandemia, a differenza di quando dichiarò di voler chiudere Napoli, è piena di lavoro e ha circa 800 interinali impegnati nelle altre sedi d’Italia; non ha onorato impegni istituzionali senza mai riuscire a spiegare industrialmente la sua scelta di spostare le lavatrici top di gamma destinate a Napoli in altri siti; non si è avvalsa delle 13 settimane covid a costo zero per supportare eventuali scenari per uscire da una difficoltà che è dovuta alla sua scelta di delocalizzare; continuerà a chiedere supporto e agevolazioni per le altre produzioni presenti in Italia, nonostante nel momento in cui il Paese ha bisogno di ridurre l’impatto sociale e ci sono le condizioni di mercato per farlo, non receda da una scelta puramente economica e speculativa. Crediamo e Le chiediamo un suo intervento ,perché questo è il momento, anche a fronte del PNRR che consente di gestire fondi importanti per lo sviluppo del mezzogiorno, per far valere l’azione di governo a difesa di lavoratori che in questi due anni hanno resistito con dignità, decoro e rispetto delle istituzioni e rappresentano la parte sana della società in un territorio difficile in cui ogni insediamento produttivo, ed in particolare quello della Whirlpool, rappresenta un presidio di legalità”.
Una delle vertenze più scottanti, quella di Whirlpool, insieme con Alitalia-Ita, che il Governo deve affrontare.
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