–Governo al lavoro su Manovra e misure economiche e sul nuovo Dpcm per le festività natalizie. Il Premier Conte: “Per Natale misure ad hoc. Non possiamo ripetere Ferragosto. Cenone con i parenti stretti e limitazioni alle occasioni di socialità in generale,ma Stato libero e democratico, quindi si tratta di “raccomandazioni”. No alle vacanze sulla neve. Coordinamento con la UE su misure anti-concorrenza”, ma Austria si oppone alla chiusura degli impianti sciistici e ,se obbligata, chiede a Bruxelles ristori per le imprese della montagna, mentre il ministro della Salute Speranza firma un’ordinanza che conferma fino al 3 dicembre la collocazione in fascia arancione di Liguria, Umbria e Basilicata e in fascia rossa della Provincia autonoma di Bolzano. Sul tavolo, anche la questione della riapertura delle scuole prima delle festività. Nuova tensione nella Maggioranza,poi, sul Mes sanitario, alla vigilia del voto del Parlamento sullo scostamento di bilancio per 8 miliardi per cui occorre la maggioranza assoluta. Opposizione di Centrodestra, con Forza Italia, pronta a sostenere la legge di bilancio e nuovo deficit. Lega e Fratelli d’Italia, solo se verranno accolte alcune proposte. In serata, Consiglio dei Ministri con possibile nomina del Commissario alla Sanità della Calabria.
-Bankitalia, nel 2021 ripresa più lenta del previsto. Federalberghi, allarme: “-14 miliardi e -245 milioni di presenze. Istat, con il Covid19 si amplia il divario: Sud, più colpito dalla crisi, giovani e donne,i più penalizzati. Rapporto Svimez 2020: famiglie al Sud ancora più povere.
di Federica Marengo martedì 24 novembre 2020
Una nuova intensa giornata politica, quella di oggi, per il Premier Conte, che a partire dalla mattinata ha riunito in un vertice a Palazzo Chigi i capidelegazione della Maggioranza per discutere della Manovra e delle misure economiche (il rinvio delle scadenze fiscali di fine anno) allo studio per il Dl Ristori Quater, in arrivo tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, per finanziare il quale sarà necessario un ulteriore scostamento di bilancio da 8 miliardi a debito , al voto del Parlamento, dove occorrerà la Maggioranza assoluta, giovedì 26 novembre.
Al vaglio dell’Esecutivo, poi, anche il nuovo Dpcm con le misure per le festività natalizie, che dovrebbe essere illustrato in Senato dal Ministro Speranza, insieme al piano di distribuzione dei vaccini, il 2 dicembre, e che dovrebbe entrare in vigore dal 4 , alcune delle quali esposte dal Premier Conte nella serata di ieri, nel corso del suo intervento nella trasmissione di La7 “Otto e mezzo”.
“Siamo uno stato libero e democratico, non possiamo entrare nelle case e dire quante persone siedono a tavolo. Ci saranno limitazioni alle occasioni di socialità in generale: tombolate, feste, queste cose le dobbiamo assolutamente contenere. Vogliamo ridurre le occasioni di socialità, ma consentire la tradizione a noi molto cara dello scambio dei doni, il cosiddetto shopping. In questo senso è controproducente limitare gli orari dei negozi. Cercheremo di consentire l’apertura fino a orari che ci permettano di evitare gli assembramenti. Vogliamo far correre l’economia, evitando assembramenti”, ha spiegato il Presidente del Consiglio, precisando poi che sarà consentito spostarsi tra le Regioni,ma solo se tutte saranno in area Gialla e solo per ricongiungimenti familiari, e che non vi sarà la possibilità di partire per le vacanze verso mete sciistiche, in quanto gli impianti resteranno chiusi per evitare occasioni di contagio, che produrrebbero una terza ondata dell’epidemia a gennaio, agendo, però su due fronti: il coordinamento a livello europeo, con norme comuni per evitare la concorrenza di altri Paesi UE e l’erogazione di ristori per le attività che non potranno offrire il loro servizio durante la stagione invernale, come sollecitato dai Presidenti delle Regioni dell’arco alpino, contrari, ad ogni modo, alla chiusura, che hanno definito “un danno irreparabile” per un settore già provato dal lockdown della scorsa stagione, seppur incalzati dagli esperti del CTS, il Presidente del Consiglio Superiore della Sanità Locatelli e il direttore generale del Dipartimento di Prevenzione Rezza, che, in conferenza stampa presso il Ministero della Salute, per fare il punto sulla situazione epidemiologica, hanno definito “rischioso” aprire allo sci e “incompatibile” con i numeri di contagio attuali.
“Con Merkel e Macron in Europa stiamo lavorando ad un protocollo comune europeo. Non è possibile consentire vacanze sulla neve, non possiamo permettercelo. Non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla neve. Anche per gli impianti da sci, il problema del protocollo è un conto, ma tutto ciò che ruota attorno alle vacanze sulla neve è incontrollabile”, ha sottolineato Conte, soffermandosi a seguire sulla questione apertura delle scuole prima della pausa natalizia, sollevata dalla ministra dell’Istruzione Azzolina, insieme con quelle del tracciamento e dei Trasporti, discusse oggi dalla titolare di viale Trastevere con i sindaci delle aree metropolitane: “Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale, stiamo lavorando per questo”.
Quindi, sui temi economici e sul presunto ritardo nella presentazione alla Commissione UE del Recovery Plan per accedere alle risorse del Ricovery Fund, pilastro del programma Next generation Eu, ha dichiarato: “Nel terzo trimestre abbiamo avuto un Pil del 16,1% e confido che col sistema di monitoraggio che ci consente interventi ben più circoscritti rispetto al lockdown generalizzato, credo che ci sarà una buona ripresa in questo ultimo trimestre e il prossimo anno. Se continuiamo così l’Italia sarà tra i Paesi che si distingueranno per una maggior resilienza. Sul Recovery Plan non siamo in ritardo, grazie anche al lavoro svolto durante gli Stati Generali, e a breve ci sarà un nuovo confronto tra Governo e Parlamento e poi con le parti sociali. Gli Stati Generali non sono stati una passerella. Abbiamo ascoltato tutti, e poi abbiamo messo a punto le priorità: digitalizzazione, svolta green, investimenti nella filiera dell’educazione. Tutto questo non si fa in un giorno. Non siamo in ritardo: alla luce del lavoro fatto siamo ora in fase di elaborazione dei progetti, contiamo di poter tornare a confrontarci in Parlamento dopo aver fatto un ulteriore passaggio in seno al Giae che è una commissione che raccoglie tutti i ministri, e poi con le parti sociali. Abbiamo tantissime risorse, dobbiamo saperle spendere, abbiamo ingenti risorse nella legge di bilancio, abbiamo i fondi strutturali europei. Non ci mancano le risorse, ma abbiamo la necessità di cambiare passo. È quello che ci chiede l’Europa ed è quello che dobbiamo fare” , per poi anticipare il possibile sblocco della nomina del Commissario alla Sanità in Calabria nel corso del Consiglio dei Ministri previsto per questa sera,al centro del quale vi saranno la riforma della legge elettorale e la revisione dei collegi, necessaria dopo il via libera ottenuto con il referendum di settembre al taglio del numero dei parlamentari, per assicurare la rappresentatività e che vede divergenze in atto tra M5S e Italia Viva.
Tornando alla giornata di oggi, mentre il ministro della Salute Speranza, ha confermato con un’ordinanza la collocazione nell’area rossa della Provincia autonoma di Bolzano e nell’area arancione di Basilicata, Umbria e Liguria, fermo restando la possibilità di modificare la classificazione come da Dpcm in vigore fino al 3 dicembre, riguardo al piano di coordinamento con la UE per normare il turismo invernale, il Presidente Conte ha raggiunto telefonicamente la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen, trovando una convergenza in merito, a fronte del no immediato di Paesi come l’Austria, che , in caso di chiusura, hanno comunque avanzato a Bruxelles la richiesta di ristori immediati.
Nella telefonata, poi, affrontati anche altri temi, quali: la Brexit e il Recovery Plan, come testimoniato dalla stessa Presidente della Commissione UE , che con un Tweet, ha evidenziato: “Buona telefonata con Giuseppe Conte, abbiamo parlato anche della preparazione del Recovery plan italiano. Siamo in stretto contatto, l’Italia è ben messa sul cammino”.
Non solo Recovery Fund, però. Tra i fondi messi ha disposizione dei Paesi più colpiti dalla crisi economico-sanitaria ,scaturita dalla pandemia, da parte della Commissione UE, anche il Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità, la linea di credito per le spese sanitarie dirette e indirette, priva di condizionalità, se non l’indirizzo di spesa, oggetto , tra le altre questioni, della riunione della Maggioranza di stamane, in vista dell’Ecofin , il vertice dei Ministri delle Finanze dell’area Euro che si terrà il 30 novembre e nel quale si parlerà proprio della riforma del fondo finanziario UE. Confermati, il pressing di Pd e Italia Viva per attivare il credito sanitario e la contrarietà del M5S, con il conseguente rinvio della discussione in Parlamento.
Proseguite poi, per tutta la giornata alla Camera, le Audizioni presso la Commissione Bilancio congiunta di Camera e Senato, sulla Manovra. Sentito oggi, il capo dipartimento di Bankitalia Eugenio Gaiotti , che ha avvertito : “Nel 2021, la ripresa sarà verosimilmente più lenta del previsto. Il recupero segnato dall’economia italiana in estate, ricorda Bankitalia, ”è stato superiore a quanto previsto” e ”indica che la nostra economia conserva una significativa capacità di recupero e conferma l’importanza del sostegno fornito dalla politica economica. Tuttavia, la recrudescenza della pandemia osservata nelle ultime settimane e le misure di contenimento adottate dal Governo si stanno ripercuotendo sull’economia. Gli indicatori più recenti suggeriscono che in Italia, come nell’area dell’euro, è in corso un indebolimento dell’attività economica. Nel quarto trimestre, quindi, è plausibile si osservi una flessione del Pil, anche se più contenuta di quella primaverile. È probabile che il risultato per l’anno risulti comunque in linea con quanto prefigurato in ottobre. Le prospettive restano condizionate, oltre che dai progressi nel controllo dei contagi, dalla prontezza ad adattare l’azione di politica economica all’evolversi della situazione. Le valutazioni fornite un mese fa, circa gli effetti macroeconomici dei programmi del Governo, rimangono complessivamente confermate alla luce delle misure in vigore. L’impatto espansivo prefigurato in ottobre dal Governo, secondo Bankitalia, ”appare coerente con una composizione degli interventi in cui abbiano ampio spazio il sostegno agli investimenti privati e gli investimenti pubblici. Tuttavia, la possibilità di ottenere pieni benefici dagli interventi, che si estendano anche al medio termine, dipende dalla effettiva definizione dei progetti di riforma e investimento, dalla misura in cui saranno in grado di dare luogo a una espansione del potenziale di crescita del paese e dalla rapidità con cui saranno attuati”.
Quindi, su Recovery Plan e aiuti stanziati, ha sottolineato: “L’entità dell’effetto macroeconomico dei progetti di investimento e di riforma dipenderà soprattutto dalla loro definizione concreta nell’ambito del Piano nazionale di rilancio e resilienza e dalla loro attuazione tempestiva. Andrà posta grande attenzione alla fase esecutiva, precisando i dettagli ed evitando sprechi, ritardi e inefficienze. Come abbiamo sottolineato più volte, il programma Next Generation E è un’occasione da non perdere per rilanciare la crescita e la produttività dell’economia italiana. In prospettiva, passata la fase emergenziale, andranno attentamente valutati i costi di un prolungamento delle diverse misure oltre quanto richiesto dalla durata della crisi. Una parte delle risorse della legge di bilancio è opportunamente destinata al sostegno delle famiglie più vulnerabili e dei settori economici più colpiti. Preservare imprese temporaneamente in difficoltà ma fondamentalmente solide è essenziale per evitare che la crisi abbia ripercussioni permanenti sull’economia; proteggere i redditi delle famiglie è indispensabile, oltre che per contrastare un aumento delle diseguaglianze, per sostenere la domanda, in un quadro congiunturale che rimane debole e incerto”.
Infine, sulle misure presenti in Manovra, ha evidenziato: “La dimensione dell’impulso espansivo dei provvedimenti che il Governo programma con la manovra è significativamente più ampia di quella misurata dalla variazione dell’indebitamento netto; si può valutare che essa sia dell’ordine di circa 2 punti percentuali del Pil in media all’anno nel prossimo biennio Nel 2023, l’impatto sarà invece pari a 1,3 punti. I dettagli dell’assegno unico introdotto con la manovra a partire da luglio prossimo andranno definiti sulla base di una attenta valutazione dei profili di efficienza e di equità. Andrà in particolare valutata l’opportunità di contenere gli effetti di disincentivo all’offerta di lavoro che potrebbero derivare dall’utilizzo dell’Isee come indicatore per quantificare l’ammontare del beneficio e la possibilità di correggere la penalizzazione per i figli dei nuclei familiari numerosi beneficiari del Reddito di cittadinanza, con il quale l’assegno sarà congiuntamente erogato”.
A seguire, poi, l’intervento di Federalberghi, il cui direttore generale, Alessandro Massimo Nucara, anche alla luce dello stop della stagione turistica invernale, ha spiegato: “ Il comparto ricettivo chiuderà l’anno con una perdita di 14 miliardi di euro, facendo registrare un calo del 57% rispetto al 2019. L’impatto sulle imprese e sui posti di lavoro risulta devastante. Dall’inizio della crisi, alberghi e ristoranti hanno utilizzato 390 milioni di ore di cassa integrazione. E a ottobre il dato è aumentato a dismisura con 51 milioni di ore rispetto ai 30,5 milioni di settembre. Le imprese turistico ricettive sanno già, purtroppo che il 2021 sarà un nuovo annus horribilis. Con la seconda ondata di Covid e le nuove misure restrittive ,la situazione si sta aggravando. Per poter programmare le proprie decisioni, che potrebbero anche essere dolorose, le imprese hanno bisogno di sapere adesso se alcune misure di sostegno saranno confermate. Federalberghi si riferisce in particolare all’esenzione dal pagamento dell’Imu, al credito d’imposta sui canoni di locazione e di affitto d’azienda e al ristoro commisurato alla perdita di fatturato. Chiediamo, pertanto, che la Manovra di bilancio preveda esplicitamente sin da ora la conferma di tali misure anche per l’anno 2021“.
Non meno preoccupanti, i dati riportati in Commissione dal Presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica, Gian Carlo Blangiardo, che ha rilevato: “Gli effetti della crisi occupazionale dovuta all’emergenza sanitaria si sono in prevalenza ripercossi sulle componenti più vulnerabili del mercato del lavoro (giovani, donne e stranieri), sulle posizioni lavorative meno tutelate e nell’area del Paese che già prima dell’emergenza mostrava le condizioni occupazionali più difficili, il Mezzogiorno; in altre parole, la pandemia sembra aver avuto l’effetto di acuire i divari preesistenti nella partecipazione al mercato del lavoro. Oltre la metà del calo occupazionale legato alla crisi Covid ha riguardato professioni nei servizi e nel commercio (-10,2% rispetto allo stesso periodo del 2019); in forte diminuzione anche gli impieghi non qualificati (-5,7%), mentre le professioni impiegatizie, quelle qualificate e, soprattutto, le professioni operaie hanno registrato cali inferiori alla media. Tra le figure professionali più colpite spiccano camerieri, baristi, cuochi,commessi ed esercenti delle vendite al minuto, collaboratori domestici e badanti; tra le poche professioni in crescita si segnalano invece i tecnici programmatori o elettronici e gli addetti alle consegne”.
Più colpite dalla crisi innescata dal Covid19, quindi, le aree del Mezzogiorno, le donne e i giovani: “Questa volta sono state soprattutto le donne, maggiormente impiegate nei servizi (il settore più colpito con 809 mila occupati in meno rispetto al secondo trimestre 2019) e in lavori precari, a subire gli effetti maggiori: nel secondo trimestre del 2020 si contano 470 mila occupate in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (323 mila in meno tra quelle con contratto a tempo determinato) e il tasso di occupazione femminile 15-64 anni si attesta al 48,4%, contro il 66,6% di quello maschile, collocandoci al penultimo posto della graduatoria europea, appena sopra la Grecia. I dati sull’occupazione femminile in Italia permangono preoccupanti nonostante il livello di istruzione femminile sia sensibilmente maggiore di quello maschile. Tra i giovani under36 sono circa 2 milioni 375 mila quelli che potenzialmente potrebbero entrare nel mercato del lavoro, rappresentando quindi parte della platea interessata dall’incentivo per le assunzioni previsto nella legge di bilancio. Si tratta, ha spiegato, sia di disoccupati (893 mila), cioè di individui che hanno svolto azioni di ricerca e sono immediatamente disponibili a lavorare, sia di forze di lavoro potenziali (1 milione 482 mila) che includono quanti, pur non avendo svolto azioni di ricerca, sono immediatamente disponibili a lavorare (1 milione 416 mila) e chi ha cercato lavoro ma non è immediatamente disponibile”.
Quanto all’impatto della crisi sulla natività, l’Istituto, ha lanciato l’allarme: “L’attuale crisi sanitaria ed economica potrebbe influire negativamente, oltre che sul numero decessi, anche sulla stessa frequenza annua di nati. E’, infatti, legittimo ipotizzare che il clima di paura e incertezza e le crescenti difficoltà di natura materiale (legate a occupazione e reddito) generate dai recenti avvenimenti orienteranno negativamente le scelte di fecondità delle coppie italiane. I 420 mila nati registrati in Italia nel 2019, che già rappresentano un minimo mai raggiunto in oltre 150 anni di Unità Nazionale, potrebbero scendere, secondo uno scenario Istat aggiornato sulla base delle tendenze più recenti, a circa 408 mila nel bilancio finale del corrente anno – recependo a dicembre un verosimile calo dei concepimenti nel mese di marzo, per poi ridursi ulteriormente a 393 mila nel 2021”.
Da qui, il monito a stanziare aiuti per le imprese, per fronteggiare la seconda ondata e il plauso all’assegno unico come uno degli interventi utili, ma non risolutivo, per attenuare il crollo delle nascite : “Le “simulazioni” segnalano con forza come interventi di sostegno alla liquidità delle imprese siano necessari alla luce del nuovo calo dei livelli di attività connessi alla seconda ondata dell’epidemia. Al di là delle modificazioni di breve periodo nelle fonti di finanziamento indotte dalla crisi , l’azione sulla dimensione finanziaria rappresenta un elemento centrale per una transizione del sistema delle imprese verso profili mediamente più complessi, possibile a tutti i livelli della scala dimensionale e in tutti i settori. In particolare, l’evoluzione delle imprese verso profili maggiormente orientati alla crescita è associata, secondo recenti analisi condotte dall’Istat, alla possibilità di diversificare le fonti di finanziamento verso forme via via più sofisticate del credito (quali equity, prestiti intragruppo ecc.). Questa evidenza è verificata, con diversi livelli di complessità della struttura delle fonti di finanziamento, in tutti i segmenti dimensionali d’impresa, anche quelli di piccole dimensioni. Una efficace strategia di incentivo dell’evoluzione della struttura delle imprese dovrebbe quindi individuare “modelli” di finanziamento differenziati, adeguati al livello dimensionale delle imprese, riducendo i costi e favorendo l’accesso. L’assegno unico, se accompagnato da altri interventi, può dare una mano ad attenuare la caduta dei nuovi nati prevista per il prossimo anno, risultato dell’emergenza Covid ma anche di una tendenza demografica che, per ragioni economiche, sociali e culturali, caratterizza l’Italia ormai da qualche decennio, L’assegno può contribuire, non è la soluzione che risolve il problema se abbandonato a se stesso, ma insieme ad altri interventi può dare una mano”.
A confermare i dati Istat sul Mezzogiorno, (l’area del Paese ad aver risentito maggiormente delle conseguenze economiche della pandemia, tradottesi in una vera e propria emergenza sociale), sull’occupazione giovanile (-12%) e femminile (persi mezzo milione di unità di posti) e sul calo della crescita (persi 10 miliardi per ogni mese di chiusura), causa lockdown, infine, il Rapporto 2020 della Svimez, presentato in video-conferenza con il Premier Conte , a margine del quale quest’ultimo ha dichiarato: “L’emergenza Covid ha portato una crisi inaspettata, uno choc che riguarda non la sola Italia ma l’intera Europa e non solo. Si è creato un grande solco nel nostro territorio, un dualismo che fatichiamo a superare. Questa crisi ha colpito tutti, ma non ha colpito tutti allo stesso modo. Sta generando nuove diseguaglianze, sta accrescendo alcune diseguaglianze strutturali. La crisi si è estesa al Mezzogiorno con più drammaticità traducendosi in vera emergenza sociale, perché nel Meridione ha incrociato criticità strutturali”.
Poi, l’annuncio su un nuovo accordo con ArcelorMittal ex Ilva di Tarato, e su uno dei progetti previsti dal Recovery Plan per Napoli: “Proprio in questi giorni, stiamo definendo l’accordo con ArcelorMittal per completare il progetto di investimento all’insegna di un partenariato pubblico-privato per l’Ex Ilva di Taranto. Sappiamo come quella comunità stia soffrendo. Insieme al ministro Provenzano stiamo offrendo un piano articolato per rilanciare il cantiere Taranto e, tra le varie iniziative varate nel segno di una transizione energetica, della mobilità, trasporto pubblico locale, ecologia, rispetto dell’ambiente, riqualificazione e riforestazione della città, riqualificazione del centro storico e del’arsenale, ci sarà un rilancio dell’Ex Ilva in direzione spiccata della transizione energetica. Ci vogliamo caratterizzare anche in questo: il progetto messo a punto con ArcelorMittal va proprio in questa direzione. Quanto al Recovery Plan, dal punto di vista industriale, a Napoli ci sarà un polo Agritech per lo sviluppo di tecnologie nel settore agroalimentare”.
Dunque, le conclusioni del suo intervento: “Per essere forte e resiliente un Paese deve essere unito. Serve crescere insieme, colmare le carenze strutturali, valorizzare le diversità e che tutti abbiano la medesima possibilità di crescita nella propria terra. Se ci fossero possibilità molti giovani rimarrebbero nella loro terra ,non solo per lo smart working ,ma per la possibilità di poter scegliere dove vivere con pari dignità e salario. Non ci sarà tregua finché il paese sarà diviso, occorre esca unito dalla pandemia affinché ne esca più forte, con la capacità di colmare carenze strutturali”.
Alla luce dell’ incerto e complesso scenario economico , quindi, dall’Opposizione di Centrodestra, Forza Italia ha ribadito la sua disponibilità alla collaborazione riguardo il via libera alla Manovra e allo scostamento di bilancio, previa finanziamento di misure, quali rinvii fiscali e indennizzi per Autonomi, Partite Iva, commercianti e artigiani, così come Fratelli d’Italia e la Lega, che, rilanciando ,quest’ultima, sulla costituzione di una Federazione di Centrodestra, ha prospettato il sostegno alla legge di bilancio e allo scostamento, ma a condizione che vengano accolte alcune proposte come il taglio dell’Irap e dell’Iva.
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