-In arrivo nei prossimi giorni, il nuovo Dpcm con le misure per le festività natalizie che entrerà in vigore dal 4 dicembre e che dovrebbe essere valido fino al 6 gennaio, salvo emergenze. Tra le misure allo studio: il coprifuoco alle 22:00 anche alla Vigilia e a Capodanno, la chiusura dei ristoranti il 25 e il 26 dicembre, lo stop alla mobilità tra le Regioni, con deroghe solo per il ritorno nei luoghi di residenza, l’apertura dei negozi prorogata alle 21:00 per evitare gli assembramenti e la quarantena per chi rientra dall’estero. Previsti tra oggi, domani e lunedì, anche: un vertice di Maggioranza per discutere di Mes e RecoveryPlan, in vista dell’Ecofin del 30 novembre e del Consiglio Europeo del 10 e dell’11 dicembre e un Consiglio dei Ministri per varare il Dl Ristori Quater, il provvedimento con le misure per il rinvio delle scadenze fiscali di fine anno e ulteriori indennizzi alle categorie più colpite dalle limitazioni dei Dpcm anti Covid19, come quelle del Turismo, mentre si rincorrono le voci di un rimpasto di Governo con la sostituzione dei Ministri o la designazione di Vicepremier, una volta finita l’emergenza sanitaria. Tra le ipotesi, un ingresso nell’Esecutivo anche dei segretari e dei leader dei partiti di coalizione. L’indiscrezione però è stata smentita dal capo reggente del M5S, Crimi.
-Confindustria, il Presidente Bonomi: “Preoccupano i ritardi nel concepire una strategia di sviluppo sostenibile per l’Italia con il contributo sulle imprese”. La Presidente della Commissione Europea Von der Leyen: “Next Generation EU, successo solo con l’Italia in campo”.
di Federica Marengo sabato 28 novembre 2020
“I dati dell’epidemia migliorano, ma non dobbiamo assolutamente rallentare le misure e rilassarci. Il sovraccarico è ancora alto in moltissime Regioni. La curva si appiattisce, ma è ancora molto significativa e se non decresce molto rapidamente diventa un fattore critico. Bisogna continuare a ridurre drasticamente le interazioni fisiche e le occasioni di aggregazione. Gli spostamenti per Natale? Con questi numeri è difficile pensare a spostamenti di massa. L’incidenza è ancora elevata e le prossime settimane sono molto critiche rispetto alle nostra capacità di rispettare il distanziamento ed evitare le aggregazioni, ma se non lo facessimo il rischio è che i numeri ripartano”. Così, il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Brusaferro, nell’ambito del punto stampa per il monitoraggio settimanale dei dati, organizzato insieme con il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Locatelli, presso il Ministero della Salute.
Quindi, sul sistema della ripartizione delle Regioni in fasce di rischio e sulla situazione attuale, ha spiegato: “Questo impianto che il nostro Paese sta adottando con il contributo delle Regioni, dello Stato, di tutti gli organi che rappresentiamo, il commissario straordinario, il Cts, sta mostrando che è in grado di modellare la curva e rispondere con flessibilità da parte del servizio sanitario nazionale, e questo è figlio di un investimento, di una programmazione, di un impegno enorme. Tutte le Regioni sono a rischio alto, ci sono Regioni moderate in fase critica, e Regioni moderate in uno scalino più basso. La velocità di trasmissione sta rallentando, questo grazie alle misure prese. Questo non vuol dire che dobbiamo allentare le misure, che dobbiamo rilassarci perché il numero dei nuovi casi è molto significativo, se non decresce rapidamente diventa un fattore critico. Dieci Regioni sono a rischio alto da diverse settimane, dobbiamo fare in modo che rapidamente decrescono. Dobbiamo ridurre le interazioni, rispettare le distanze e limitare al massimo nelle proprie abitazioni gli assembramenti. L’unico modo per ridurre i casi è di avere un rt sotto l’1″ .
Poi, sull’età media degli ammalati e sullo stato delle terapie intensive negli ospedali, ha evidenziato: “L’età mediana” dei casi di Covid in Italia è “intorno a 48 anni. Questo indica che sono sempre più anziani a contrarre l’infezione. Da qui l’importanza di proteggere queste categorie. Quasi tutte le Regioni hanno messo in campo delle risorse tale per le quali oggi possiamo vedere una decrescita della probabilità di completa saturazione delle terapie intensive. La curva dell’occupazione di posti letto nell’area medica e terapia intensiva si sta appiattendo. Tenere le terapie intensive per il Covid sotto il 30% vuol dire garantire il 70% restante per altre patologie”.
Concorde,il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Locatelli, che ha così commentato i dati della settimana: “Per la prima volta registriamo un andamento decrescente dei casi e questo conferma l’importanza delle misure. Deve servire solo come incentivo e motivazione per andare avanti in questa direzione. Ora è fra 11 e 12% la percentuali dei positivi sui tamponi ma servono ancora larghi margini di miglioramento. I decessi saranno gli ultimi a ridursi e intanto serve evitare un messaggio di allentamento dell’attenzione, in particolare per le regioni che passano a colori meno marcati, resti comportamento responsabile”, precisando poi, in merito alla questione dell’ apertura degli impianti sciistici per la stagione turistica invernale, sulla celebrazione della tradizionale Messa di Mezzanotte e sui veglioni di Capodanno: “Gli attuali numeri non sono compatibili con l’apertura degli impianti sciistici. Un messaggio forte sono sicuro che lo daranno anche i Paesi UE. La celebrazione religiosa del Natale dovrà essere resa compatibile con le misure già concordate con la Cei per evitare che possa tradursi in una generazione di possibili focolai di trasmissione. Sul Capodanno, è chiaro che quello che siamo abituati a vedere, con feste e assembramenti nelle piazze e nelle strade, è assolutamente inimmaginabile e incompatibile con la situazione epidemica. Questo va detto con assoluta chiarezza”.
Infine, un chiarimento sui vaccini e un ringraziamento comune con Brusaferro agli anestesisti e ai rianimatori,attivi presso le Terapie intensive dei nosocomi: “Almeno uno dei vaccini allo studio contro Sars-Cov-2 sembrerebbe conferire immunità sterilizzante, cioè utile per ridurre o bloccare la circolazione del virus. Il vaccino può conferire immunità da malattia o immunità sterilizzante; con l’immunità da malattia il vaccinato viene protetto rispetto alle manifestazioni più gravi della patologia covid-19: riduce o abolisce il rischio, ad esempio, di sviluppare insufficienza respiratoria che poi lo porta in terapia intensiva. L’immunità sterilizzante significa invece che un vaccinato non si contagia e quindi a sua volta non è in grado di contagiare. E’ chiaro che il secondo tipo di immunità è significativamente più utile per ridurre o bloccare la circolazione virale. E’ tutto uno scenario da definire ,lo vedremo nei prossimi mesi. I colleghi delle terapie intensive hanno dato una prova formidabile e il paese deve loro un ringraziamento unico, speciale e incommensurabile. Gli anestesisti e i rianimatori italiani sono molto competenti anche a livello internazionali e sono dei pilastri di risposta al Covid”.
Questo, dunque, lo scenario epidemiologico che vede il Governo al lavoro sul nuovo Dpcm con le misure per le festività natalizie che entrerà in vigore dal 4 dicembre e che dovrebbe essere in vigore fino al 6 gennaio, salvo la possibilità di emettere ulteriori provvedimenti restrittivi in caso di emergenza.
Tra le norme allo studio delle forze di Maggioranza, tornate a riunirsi anche oggi, dopo le undici ore di confronto di ieri, la conferma del coprifuoco dalle 22:00 alle 6:00 del mattino anche per la sera della Vigilia e per il Capodanno, i cenoni ristretti a massimo 6 persone, la proroga dell’orario di apertura dei negozi fino alle 21:00 per evitare assembramenti, la chiusura di bar e ristoranti alle 18:00 e dei ristoranti nei giorni di Natale e Santo Stefano, lo stop agli spostamenti tra le Regioni (anche se queste ultime dovessero rientrare tutte nell’area Gialla alla luce del calo dell’indice RT al di sotto dell’1) con la sola deroga al rientro nei luoghi di residenza, la chiusura delle scuole fino al 7 gennaio (dalla Seconda Media alle Superiori, che proseguiranno quindi con la didattica a distanza) e degli impianti sciistici, in linea con Germania e Francia con le quali si cerca un coordinamento europeo per evitare la concorrenza degli altri Stati UE ed extra UE intenzionati ad aprire, come l’Austria e la Svizzera, e la quarantena per chi rientra dall’estero.
Non solo emergenza sanitaria, però. Al centro del confronto in videoconferenza tra il Premier Conte, i capidelegazione di Maggiorana , il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fraccaro, i Ministri, anche il Dl Ristori Quater,contenete misure economiche quali: gli ulteriori indennizzi per le categorie più colpite dalle misure anti Covid19 e i rinvii delle scadenze fiscali di fine anno, per finanziare le quali il Parlamento ha autorizzato un ulteriore scostamento di bilancio (il quarto dall’inizio della pandemia) da 8 miliardi.
Il provvedimento,costituito da 27 articoli e che dovrebbe essere varato in Consiglio dei Ministri tra domani e lunedì, secondo la bozza diffusa dalla stampa ,dovrebbe contenere sia aiuti una tantum per i lavoratori stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello Spettacolo (1000 euro) e per i lavoratori impiegati nel settore dello Sport (800 euro) e 92 milioni di euro extra, per il Fondo a sostegno delle associazioni sportive e società sportive dilettantistiche, sia il rinvio delle scadenze fiscali del 30 novembre.
Infatti, si legge nella bozza, “Per il mese di dicembre 2020 , è erogata dalla società Sport e salute un’indennità pari a 800 euro, in favore dei lavoratori impiegati con rapporti di collaborazione presso il Comitato olimpico nazionale (Coni), il Comitato italiano paralimpico (Cip), le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate, gli enti di promozione sportiva (riconosciuti dal Coni e dal Cip), le società e associazioni sportive dilettantistiche”. Per poter ottenere il contributo a favore dei dipendenti, le attività devono aver ”cessato, ridotto o sospeso la loro attività”. Il tetto massimo di spesa previsto è di 170 milioni di euro.
Stanziati poi, aiuti anche per i settori delle fiere e dei congressi e introdotti fondi per le forze di Polizia (62, 2 milioni di euro, di cui 48,5 milioni per le indennità e 13,7milioni per il pagamento degli straordinari),e i Vigili del Fuoco (5,5 milioni per gli straordinari del Corpo Nazionale), impegnati fra il 25 novembre e il 31 dicembre 2021 e per l’emersione del lavoro irregolare.
Differite le elezioni per gli organismi di rappresentanza sindacale, alcune scadenze del federalismo fiscale, e la facoltà di estensione della durata dei fondi immobiliari quotati.
Previsto poi uno stop alle ganasce del Fisco e anche alle altre procedure esecutive, “se il contribuente presenterà o ha presentato una domanda per chiedere una dilazione dei propri “debiti fiscali” per comprovate difficoltà economiche a pagare. Il blocco della possibilità per il fisco di attivare queste procedure, dal pignoramento al fermo amministrativo, non riguarderà le procedure già attivate, ma scatterà dopo la presentazione della domanda che il contribuente farà per ottenere la dilazione”. La norma prevede che alla presentazione della domanda si blocchino anche i termini di prescrizione e decadenza. E’ assegnato, inoltre, alle Regioni a statuto ordinario un contributo di 250 milioni di euro destinato al finanziamento delle quote capitale dei debiti finanziari in scadenza nel 2020.
Stop anche a ipoteche e a procedure esecutive : “Per i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato, il termine di versamento della seconda o unica rata dell’acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap in scadenza il 30 novembre è prorogato al 10 dicembre, mentre, il termine di versamento della seconda o unica rata dell’acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap, dovuto per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre, è prorogato al 30 aprile 2021 per i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato, con ricavi o compensi non superiori a 50 milioni nel periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto-legge e che hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33% nel primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Inoltre, se il contribuente presenterà la richiesta di dilazione dei debiti fiscali, fino alla data dell’eventuale rigetto della richiesta o dell’eventuale decadenza dalla dilazione, sono sospesi i termini di prescrizione e decadenza; non possono essere iscritti nuovi fermi amministrativi e ipoteche, fatti salvi quelli già iscritti alla data di presentazione; non possono essere avviate nuove procedure esecutive”. “
Oggetto di confronto nell’Esecutivo, anche il Recovery Plan per accedere ai 208 miliardi del Recovery Fund-Nex Generation EU, destinati da Bruxelles all’Italia, alla luce del Consiglio Europeo del 10 e dell’11 dicembre, e la riforma del Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità o Fondo Salva Stati, in vista dell’Ecofin, la riunione dei Ministri delle Finanze dell’area Euro che si terrà il 30 novembre, giorno nel quale il ministro dell’Economia Gualtieri è chiamato a riferire al riguardo presso le Commissioni di Camera e Senato e sulla quale il Parlamento, sarà chiamato a esprimersi con il voto il 9 dicembre.
Un voto che potrebbe mettere alla prova la Maggioranza, sebbene la riforma del Mes non sia un tema divisivo quanto invece l’accesso alla linea di credito speciale del Mes , messa a disposizione da Bruxelles per la Sanità dei Paesi più colpiti dalla pandemia e dalla crisi conseguente , priva di condizionalità, tranne quelle relative all’indirizzo di spesa, sulla quale nell’Esecutivo si registrano posizioni nette, con il sì all’utilizzo di Pd, LeU e Italia Viva e il no del M5S.
Divisioni , registratesi, secondo indiscrezioni di stampa, anche sulla cabina di regia per la stesura del Recovery Plan, il piano di riforme su indirizzo dell’Unione da presentare a Bruxelles al fine di ottenere le risorse del Recory Fund, determinando così un ritardo , smentito però dal Premier Conte; divergenze, insomma, a fronte delle quali , secondo alcuni quotidiani, tra cui La Repubblica, sarebbe in vista, una volta convertita la Manovra in legge, un rimpasto di Governo. Due , gli scenari ipotizzati: una sostituzione di alcuni Ministri, tra cui la dem De Micheli (Infrastrutture e Trasporti) e le penta stellate Azzolina (Istruzione) e Pisano (Innovazione e Tecnologia), o la designazione al fianco del Premier di uno o due Vicepremier (papabili, segretari o leader dei partiti della coalizione).
Pronti a smentire, la Ministra De Micheli, che, ai microfoni di Radio Capital, ha dichiarato: “Al di là del mio coinvolgimento, fintanto che c’è questa crisi credo sia un po’ strano parlare di poltrone. Io vado avanti a lavorare con grande tranquillità e con grande determinazione nel Ministero che ho il piacere, l’onore e l’onere di guidare. Il mio lavoro è sotto gli occhi di tutti e credo che abbiamo dato grandi risultati e che il Governo debba andare avanti con questa determinazione. Mi concentro sul mio lavoro, che è il mio dovere assoluto , anche il sabato e la domenica”, e il capo reggente del M5S, Crimi, che, su Facebook, ha sottolineato: “Nessun Ministro M5s è sacrificabile. Non possiamo che essere orgogliosi dell’immenso lavoro che stanno svolgendo i ministri del M5S. Intervengono nei settori più delicati e gestiscono i dossier più complessi. Per l’impegno e la serietà con cui stanno affrontando questo periodo, ad Alfonso, Federico, Luigi, Lucia, Nunzia, Fabiana, Paola, Sergio, Stefano e Vincenzo va la nostra piena fiducia. Ogni giorno danno il massimo per aiutare l’Italia e gli italiani ad uscire al più presto da questa crisi. Nessuno è “sacrificabile”, come si legge in qualche fantasiosa ricostruzione pubblicata sui giornali. Chi dinnanzi a tutto questo parla di rimpasto è fuori dal mondo. E non solo dimostra di non aver rispetto per il lavoro fatto da tutta la squadra di Governo (non solo dal Movimento), ma continua a pensare alla politica come ad una giostra, nella quale i giocatori sarebbero più attenti a rimescolare le carte per il proprio tornaconto, piuttosto che al gioco di squadra. Per il M5S non è mai stato questo il modo di interpretare la politica, e mai lo sarà. In questi giorni noto come le parole rimpasto e messa in discussione del Governo siano sempre più ricorrenti, anche da parte di esponenti delle forze di maggioranza. Chi ne parla mi sembra fuori dalla realtà. Siamo nel pieno di una tempesta. In questa pandemia abbiamo superato i 50mila morti, contiamo più di 800 decessi e 30mila nuovi contagiati al giorno. Non c’è settore del nostro Paese che non sia soggetto ad un fortissimo stress. Dopo i disastri causati dal maltempo nel crotonese, oggi piangiamo le vittime della devastazione che ha colpito la Sardegna, comunità che non saranno mai lasciate sole. Dobbiamo portare a termine la Manovra, la legge di bilancio più importante degli ultimi decenni. E dobbiamo concentrarci con tutte le nostre forze per ricostruire e rilanciare l’Italia nella fase post-Covid. Da 10 mesi la squadra che lavora con il Presidente Giuseppe Conte sta affrontando con il massimo impegno il momento più difficile della storia repubblicana. Lo sta facendo al meglio delle sue possibilità, senza risparmiarsi, spronando come mai prima d’ora la macchina dello Stato a dare risposte veloci e un concreto sostegno alle aziende, ai lavoratori, alle famiglie, a tutti i cittadini”.
A non escludere l’eventualità, invece, il dem Bettini ,che ,però, ha rimandato il possibile riassetto alla fine dell’emergenza, così come il leader e fondatore di Italia Viva Renzi, per cui le priorità sono: il piano per la distribuzione del vaccino ,la ripresa economica con un Recovery Plan che sia “serio e non un insieme di micro interventi” e “la centralità della scuola e dei luoghi della cultura“.
Tuttavia, a esprimere preoccupazione sul ritardo nella presentazione a Bruxelles del Recovery Plan, è stato il Presidente di Confindustria Bonomi, che, nel corso del suo intervento alla presentazione degli ‘Scenari industriali’ di novembre del Centro Studi dell’associazione, ha evidenziato: “Il rischio che l’Italia non riesca a sfruttare pienamente l’opportunità rappresentata dal piano Next Generation EU è molto alto. Stanti i cronici problemi che affliggono le pubbliche amministrazioni centrali e regionali nell’avviare e portare a termine i progetti finanziati dai fondi comunitari, per minimizzare questo rischio sarebbe auspicabile che il piano di ripresa e resilienza fosse perseguito individuando pochi, grandi progetti integrati su nodi strategici per lo sviluppo del Paese, e con una governance e policy unitarie a livello nazionale. Il piano Next Generation EU rappresenta un’opportunità senza precedenti per realizzare programma massiccio di investimenti pubblici e privati, che rilanci la competitività del sistema produttivo italiano nella fase di ripresa dell’economia post pandemia e che rafforzi le fondamenta della sua sostenibilità negli anni a venire, consentendogli di intercettare le traiettorie di sviluppo intorno alle quali si vanno definendo le nuove catene del valore europee e globali. Preoccupano i ritardi nel concepire una strategia di sviluppo sostenibile per l’Italia, fondata sul contributo delle imprese. Su questo terreno si gioca il ruolo delle politiche europee e nazionali. L’attenzione per i problemi congiunturali rischia di farci perdere di vista le trasformazioni che da tempo caratterizzano il panorama industriale globale. La globalizzazione cambia natura, come i legami continentali, che cambiano natura e tendono a rafforzarsi”.
Poi, proprio dell’uso dei fondi del Next Generation EU da parte dell’Italia,ha parlato la Presidente della Commissione UE Von der Leyen nel suo discorso per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Bocconi, nel quale ha detto: “Next Generation EU avrà successo solo se l’Italia sarà in campo. E questo è il momento per l’Italia di prendere in mano il proprio futuro e contribuire alla ripresa collettiva dell’Europa. Per trarre vantaggio al massimo dai fondi di Next Generation EU l’Italia ha bisogno di due cose: disponibilità alle riforme e un approccio strategico agli investimenti. Le riforme sono le fondamenta per la ripresa perché solo con le giuste riforme l’Italia può garantire che Next Generation Eu soddisfi le aspettative dei cittadini. Penso ad esempio alle riforme per sveltire il sistema della Giustizia e della pubblica amministrazione. E’ essenziale per attrarre investimenti e trasmettere fiducia al settore imprenditoriale. Ma ancora più importante l’Italia ha bisogno che i giovani possano avere l’opportunità di ottenere un buon lavoro e ben retribuito. Molti giovani laureati italiani scelgono di lasciare il Paese perché non riescono a trovare il lavoro che meritano. Così bella e così ferita, Milano è una capitale europea, dove solo un anno fa brulicava di vita, e il virus ha portato silenzio e dolore. Ma è anche una città della resilienza, dove vivono molti eroi del quotidiano, tra questi gli studenti dell’Università Bocconi”, che durante la pandemia hanno usato il loro tempo per il sostegno dei più giovani. “Come dice la canzone, ‘Milan l’è un gran Milan'”.
Sul fronte delle Opposizioni di Centrodestra , proprio sulle finanze UE in arrivo, il segretario della Lega, Salvini, confrontatosi con sindacati, ha scritto su Twitter: “Confronto sempre utile e produttivo. Serve approccio concreto e non ideologico, ma si valuti con prudenza il tema delle risorse UE: si parla di soldi che arrivano dimenticando quelli che partono attraverso il contributo italiano al bilancio comune. E si dimenticano le nuove imposte europee istituite per finanziare il Recovery Fund, senza contare che l’uso delle risorse è soggetto a burocrazia e vincoli di impiego. Il dialogo con i sindacati proseguirà, per obiettivi comuni e utili al Paese da sottoporre al Parlamento”,mentre la leader di Fratelli d’Italia, Meloni, tornando sul voto compatto della coalizione sullo scostamento di bilancio, dalle colonne de Il Corriere della Sera, ha evidenziato: “L’obiettivo della Maggioranza, per coprire una loro drammatica debolezza, è stato sempre e solo dividere il centrodestra per indebolirlo. Hanno fallito anche questa volta”, così come il Vicepresidente di Forza Italia Tajani, che ,sollecitando il Governo a un coinvolgimento nella cabina di regia sul RecoveryPlan, ha ribadito “Non ci sono possibilità che Forza Italia vada al governo. Noi siamo alternativi alla sinistra. La nostra e quella del centro-destra è solo una collaborazione istituzionale per il bene dell’Italia”.
© Riproduzione riservata