-Covid19, conferenza stampa dell’EMA. Via libera dell’Agenzia Europea del Farmaco al vaccino monodose Jhonson&Jhonson, dopo lo stop delle autorità sanitarie americane, a fronte di 8 casi di eventi trombocitopenia (trombosi con numero basso di piastrine), su 7 milioni di somministrazioni, riscontrati in donne sotto i 60 anni: “Effetti collaterali rari. Benefici superano rischi”. Intanto, il Commissario all’Emergenza Figliuolo rassicura: “Con il via libera dell’Ema e dell’Aifa , pronta la distribuzione di vaccini Jhonson &Jhonson già da domani. Le 184 mila dosi sono già nell’hub di Pratica di Mare. Pronti a un target di somministrazioni per ciascuna Regione”. Il Premier Draghi, in un videomessaggio per il Global Helth Summit del maggio prossimo: “Ristrutturare il Sistema Sanitario Nazionale e sostenere la Ricerca”.
-Governo a lavoro su Dl Riaperture, in vista del Consiglio dei Ministri che dovrebbe essere convocato fra domani e dopodomani. Nel pomeriggio, riunione del CTS per discutere delle linee guida elaborate dalle Regioni. Al vaglio, la riapertura delle scuole al 100% e il pass per spostarsi tra Regioni di colore diverso. A seguire, vertice Governo-Regioni. Sul tavolo dell’Esecutivo anche il Recovery Plan. Terminato il confronto con i partiti, il Premier Draghi ha incontrato nella giornata di oggi i sindacati e Confindustria. In settimana, Consiglio dei Ministri per fare il punto sul documento prima delle Comunicazioni in Parlamento.
di Federica Marengo martedì 20 aprile 2021
L’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco ha dato il via libera alla somministrazione del vaccino monodose Jhonson&Jhonson, dopo lo stop impresso la settimana scorsa da parte delle autorità sanitarie americane a fronte di 6 casi di trombocitopenia (trombosi con basso numero di piastrine) verificatisi in donne di età inferiore ai 60 anni.
Infatti, in una nota, che ha anticipato la conferenza stampa, svoltasi presso la sede dell’Agenzia e, presieduta dalla direttrice esecutiva Emer Cooke, si legge: “Ema riconosce possibili legami di causa-effetto tra il vaccino e gli eventi molto rari di trombosi cerebrale che si sono verificati negli Usa, ma i benefici superano i rischi. Tutti gli eventi rari di trombosi cerebrale si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni entro tre settimane dalla vaccinazione ,la maggioranza nelle donne. Sulla base delle prove attualmente disponibili, i fattori di rischio specifici non sono stati confermati. Pertanto, alle informazioni del bugiardino sul prodotto per il vaccino Janssen, della Johnson &Johnson, dovrebbe essere aggiunto un avvertimento su coaguli di sangue insoliti con piastrine basse. Inoltre, gli eventi dovrebbero essere elencati come effetti collaterali molto rari del vaccino. I casi di eventi rari esaminati dopo il vaccino della J&J sono molto simili ai casi verificatisi con il vaccino Covid-19 sviluppato da AstraZeneca. La valutazione scientifica dell’Ema è alla base dell’uso sicuro ed efficace dei vaccini Covid-19. Le raccomandazioni dell’Ema sono la base su cui i singoli Stati membri dell’UE attueranno le loro campagne di vaccinazione nazionali. Questi possono differire da Paese a Paese a seconda delle esigenze e circostanze nazionali. Per la revisione sul vaccino, l’Agenzia ha preso in considerazione otto casi gravi di coaguli di sangue insoliti associati a bassi livelli di piastrine, uno dei quali ha avuto esito fatale, negli Usa. Al 13 aprile, oltre 7 milioni di persone hanno ricevuto il vaccino Janssen negli Stati Uniti. Una spiegazione plausibile per gli eventi rari dopo il vaccino di Johnson & Johnson, che vedono la combinazione di coaguli di sangue e piastrine basse, è una risposta immunitaria, che porta a una condizione simile a quella osservata a volte nei pazienti trattati con eparina. Le indagini dell’Ema sul vaccino di Johnson &Johnson proseguono e sarà imposto alla casa farmaceutica di fare ulteriori approfondimenti. L’agenzia europea ha inoltre commissionato studi sui casi di trombosi attraverso due consorzi di ricerca”.
Da qui, la soddisfazione della Presidente della Commissione Europea, Von der Leyen e della Commissaria alla Salute Kyriakides , mentre il Commissario Straordinario all’Emergenza, il Generale Figliuolo, tramite nota, in mattinata, ha assicurato: “L’attuale Piano vaccinale Anticovid assegna a ciascuna Regione/Provincia Autonoma un target giornaliero di somministrazioni da rispettare nell’arco di una settimana. Tali valori vengono confermati ai referenti regionali dieci giorni prima dell’inizio della settimana. Il rispetto da parte delle Regioni dei target giornalieri è essenziale per l’avvicinamento progressivo all’obiettivo delle 500mila somministrazioni al giorno indicato nel piano vaccinale, di previsto raggiungimento nell’ultima settimana di aprile, senza che si verifichino soluzioni di continuità nell’attività di somministrazione. I valori target sono specifici per ogni Regione, nell’ottica di un aumento progressivo del numero di cittadini cui vengono somministrati i vaccini, e vengono definiti sulla base di una gradualità che consentirà di raggiungere gli obiettivi auspicati, rapportando le capacità di somministrazione alla disponibilità di dosi. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, si evidenzia che il criterio di distribuzione delle dosi è stato rivisto in base al principio ”una testa, un vaccino”, a partire da una proposta della Struttura Commissariale, condivisa dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il cui contenuto è diventato esecutivo tra il 15 e il 18 aprile. Il computo generale delle dosi ad oggi attribuite alle varie Regioni/Province Autonome dall’inizio della campagna vaccinale potrà essere ricondotto al nuovo principio adottato, attraverso un piano di recupero graduale. Infine, con l’eventuale responso positivo di Ema e Aifa sull’utilizzo del vaccino Johnson & Johnson, la struttura Commissariale per l’Emergenza è pronta ad assegnare nelle varie regioni, già da domani, le 184mila dosi già a Pratica di Mare”.
Ora, si attende il parere dell’Aifa, l’Agenzia Italiana per il Farmaco, che , secondo fonti di stampa, dovrebbe adottare per il vaccino monodose Jhonson&honson la stessa via prudenziale usata con Astrazeneca, indicando la somministrazione preferibilmente agli over sessanta.
Di pandemia, in una prospettiva anche futura, e di potenziamento del Sistema Sanitario e della Ricerca, ha parlato invece questa mattina, il Premier Draghi, in un videomessaggio per i lavori del webinar di ascolto con i rappresentati della società civile legati al Global Health Summit , che si terrà a Roma il 21 maggio ,al quale ha partecipato da remoto, insieme con la Presidente della Commissione UE, Von der Leyen e nel quale ha evidenziato: “L’attuale pandemia ci impone di essere meglio preparati per il futuro. Il nostro lavoro deve iniziare ora, poiché non sappiamo per quanto tempo durerà questa pandemia o quando ci colpirà la prossima. Dobbiamo sostenere la ricerca, rafforzare le catene di approvvigionamento e ristrutturare i sistemi sanitari nazionali. Dobbiamo rafforzare il coordinamento e la cooperazione globali. Questo webinar è nato per un confrontarci con voi e con le vostre idee. Anche a partire dal vostro contributo puntiamo a gettare le basi per la Dichiarazione di Roma che chiuderà i lavori del summit. La dichiarazione conterrà una serie di principi per rafforzare i nostri sistemi sanitari, migliorare le nostre capacità di risposta ed avere gli strumenti per rispondere a future emergenze sanitarie. Nel mondo si sono registrati 3 milioni di morti. Abbiamo registrato la peggiore contrazione dell’economia dai tempi della seconda guerra mondiale. Molti di noi non erano pronti ad affrontare una crisi sanitaria di questa portata. Ci mancava la capacità di individuare la pandemia attraverso un sistema di allerta precoce. I nostri piani di emergenza erano datati e insufficienti. Nonostante il coraggio dei nostri medici e infermieri, il virus ha mostrato la fragilità dei nostri sistemi sanitari. Ma abbiamo mostrato l’abilità di reagire. Stiamo combattendo il virus attraverso l’inventiva, l’operosità, la cooperazione. In meno di un anno gli scienziati hanno sviluppato numerosi vaccini efficaci, le industrie farmaceutiche hanno collaborato per aumentare la loro produzione, i governi hanno lanciato programmi di vaccinazione senza precedenti. Ora abbiamo la possibilità di mettere fine alla parte peggiore della pandemia. Comunque dobbiamo essere preparati per il futuro”.
Intanto, Governo a lavoro sul Dl Riaperture, con cui dal 26 aprile verrà ripristinata la zona gialla, nella quale riapriranno bar e ristoranti, ma solo all’aperto. Nel pomeriggio,riunione del Comitato Tecnico Scientifico per elaborare un parere sulle linee guida realizzate dalle Regioni. In particolare, al centro della discussione degli esperti, la riapertura delle scuole al 100% e l’introduzione di un pass per spostarsi tra le Regioni di colore arancione e rosso.
In merito alla scuola, sindacati, Associazione Nazionale dei Presidi e Regioni hanno espresso le proprie perplessità rispetto alla riapertura in presenza al 100%, in quanto non sarebbero stati risolte le questioni più rilevanti per garantire il rientro in sicurezza, quali: il potenziamento dei trasporti,la possibilità di effettuare il tracciamento dei contagi, la capienza delle aule e le vaccinazioni ai docenti e al personale scolastico, che non sono state completate in tutto il territorio nazionale.
Questioni, per le quali sono state individuate alcune soluzioni come : lo scaglionamento degli orari di ingresso e di uscita, con capienza ridotta al 50% sui mezzi di trasporto oppure la richiesta di potenziare sia i mezzi che il personale del trasporto pubblico (sebbene, per quest’ultima soluzione non sembri esservi tempo sufficiente).
Quanto al pass per spostarsi tra Regioni di colore diverso, sul tavolo, possibile ricorso ad autocertificazione che attesti l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dal Covid19 con relativo sviluppo di anticorpi o l’esito negativo di un tampone fatto 48 ore prima dello spostamento.
A seguire, poi, il vertice Governo-Regioni, nel quale è stata confermata la reintroduzione dal 26 aprile, mediante Dl Riaperture, valido fino al 31 luglio (con proroga dello stato di emergenza), della zona gialla, il coprifuoco dalle 22:00 alle 5:00, la presenza in aula scolastica del 50% egli studenti anche in zona rossa e al 60% in zona gialla e arancione (Università compresa), l’apertura di cinema e teatri in zona gialla con 500 spettatori al chiuso e a 1000 all’aperto, il ritorno dei tifosi allo stadio dal 1 giugno con capienza del 25%, pari a 1000 spettatori all’aperto e 500 al chiuso, il via libera dal 26 aprile agli sport di squadra e di contatto, ma solo in zona gialla, l’apertura il 15 maggio delle piscine all’aperto, dei mercati e dei centri commerciali all’aperto nei fine settimana , l’apertura dal 1 giugno di palestre e ristoranti al chiuso e dal 1 luglio, solo in zona gialla, di parchi tematici e centri termali, e la ripresa di congressi, convegni e fiere.
Possibile spostarsi liberamente invece tra Regioni bianche e gialle, e tra Regioni gialle, mentre tra Regioni di colore diverso, rosso e arancione, occorrerà un “pass verde”,valido per sei mesi, che attesti l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dal Covid19 o l’esito negativo del tampone effettuato 48 ore prima dello spostamento. In caso di mendacità della certificazione, previste sanzioni fino al carcere.
Dl Riaperture che sarà approvato dal Consiglio dei Ministri ,che dovrebbe tenersi fra domani e dopodomani, come pure un altro Consiglio dei Ministri dovrebbe tenersi in settimana per varare il Recovery Plan , il piano per accedere alle risorse UE, (221,5 miliardi, di cui 69 a fondo perduto), che si fonderà su tre pilastri: semplificazione, trasparenza e riforme.
Stamane, infatti, ultimate le consultazioni con i partiti, con il confronto con LeU, che ha chiesto un maggiore coinvolgimento del Parlamento nella elaborazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (mentre il Pd ha chiesto l’impiego di maggiori risorse per giovani, donne e Sud, il M5S, la proroga del Superbonus al 100% fino al 2023, per incentivare l’occupazione e la transizione ecologica, Italia Viva, il potenziamento degli investimenti nella Sanità e nelle Infrastrutture e il Centrodestra, l’attenzione alle imprese e alle Partite Iva), il Premier Draghi ha incontrato i sindacati e nel pomeriggio Confindustria e le associazioni di categoria di imprese e commercianti.
Sul confronto con il Premier Draghi, i sindacati Cigl, Cisl e Uil, riguardo al recente Dl “sblocca cantieri”, hanno dichiarato in maniera congiunta: “Le grandi opere saranno 57. I commissari un po’ meno, perché alcuni commissari sovrintenderanno più opere. Sui contenuti del Recovery plan torneremo ad incontrarci dopo il primo maggio. Il premier Draghi si è detto disponibile, accogliendo la nostra richiesta, a fare una valutazione sugli impatti occupazionali del piano”.
Tuttavia, il segretario Cigl Landini, sottolineando come vi sarà prossimamente un altro incontro con il Premier per parlare della proroga del blocco dei licenziamenti in scadenza il 1 luglio, necessaria fino alla riforma degli ammortizzatori sociali, e, annunciando in tal senso un incontro per domani con il ministro del Lavoro, Orlando, ha precisato: “Serve un piano straordinario per l’occupazione. Abbiamo chiesto che ogni progetto delle 6 missioni indichi anche quanti posti di lavoro determinerà. Questo è il punto centrale, c’è bisogno di un lavoro stabile, non precario. E le riforme devono vedere un coinvolgimento maggiore delle parti sociali. Abbiamo chiesto di non allontanarsi dai contenuti indicati dalla commissione sui grandi investimenti per innovazione digitale, sostenibilità ambientale, transizione ecologica,lavoro, famiglia, sanità, scuola, Pa e mezzogiorno. Vogliamo essere coinvolti nella discussione sul dettaglio dei progetti per capire quali sono i risultati attesi e quali le ricadute sociali”, seguito dal segretario Cisl, Sbarra, che ha spiegato: “Draghi ci ha parlato della necessità che sull’attuazione del piano ci sia una mobilitazione collettiva e che il Governo è disponibile ad interloquire in maniera permanente con le parti sociali e le forze politiche nazionali e locali. Abbiamo chiesto di accompagnare fase di attuazione con un patto sociale che tenga insieme Governo, associazioni datoriali e organizzazioni sindacali. La priorità è rilanciare gli investimenti e evitare nuovi licenziamenti”.
Per il Presidente di Confindustria Bonomi, invece: “ “Serve una visione generale per la ripresa dell’Italia. La pregiudicata sostenibilità sociale del nostro Paese merita risposte ispirate allo stesso senso di emergenza che ci vede impegnati contro la pandemia. Sono le fratture sociali in continua crescita a richiedere una revisione generale dell’intervento dello Stato in alcuni pilastri fondamentali del nostro vivere come comunità. A partire dalla modifica dell’offerta formativa pubblica, la revisione generale della sanità, il riequilibrio della previdenza, una riforma organica del fisco e delle procedure pubbliche e l’abbandono di criteri elettoralistici e assistenziali. Rinnoviamo la disponibilità di Confindustria al coinvolgimento di ogni risorsa privata nella costruzione di una nuova Italia. Auspichiamo che, con il nuovo PNRR, il Governo sappia utilizzare al meglio le risorse europee destinate al nostro Paese. Pur non conoscendo ancora i dettagli del Recovery Plan, ribadiamo la richiesta di un sistematico coinvolgimento delle parti sociali nell’attuazione del piano, in linea con le indicazioni europee, chiediamo una governance snella, la cui cabina centrale presso il MEF si occupi non solo della gestione dei flussi finanziari e rendicontazione dei progetti, ma dia supporto operativo alla gestione del Pnrr ed elabori, in caso di ritardi, azioni correttive. Serve una visione industriale strategica. Confidiamo che l’attuale Governo accolga e traduca in interventi concreti le proposte dell’Antitrust: dalla energica diminuzione dei servizi in house delle controllate locali, all’abbattimento delle deroghe di durata delle concessioni pubbliche”.
Quindi, su Documento di Economia e Finanze, lavoro e imprese, il numero uno degli industriali, ha evidenziato: “Il Def prevede, dall’11,8% sul Pil di quest’anno, una discesa del deficit pubblico superiore a 8 punti di Pil in 36 mesi, tra il 2022 e il 2024. Ma questo obiettivo può essere raggiunto solo con interventi per innalzare la crescita e renderla solida e duratura. Il Def si fonda sull’ipotesi che i 4 pilastri della risposta europea al Covid (sospensione del patto di stabilità, acquisti senza limiti della Bce, sospensione del divieto di aiuti di Stato e Next Generation EU considerato solo come l’inizio di una progressiva espansione del debito europeo) restino in vigore per molti anni. Ma nessuno oggi può prevederlo. Considerato che il debito pubblico dell’Italia è previsto superiore al 150% del Pil per anni sarebbe auspicabile proporre in Europa un piano B, solido e credibile, di rientro del debito in questo modo, peraltro, famiglie e imprese sarebbero più propense a orientare la massa di risparmio cresciuta con la crisi (di circa 110 miliardi) verso investimenti produttivi, poiché sarebbe scongiurato il rischio di stangate fiscali volte a ridurre l’eccesso di debito. I numeri del lavoro delineano un’emergenza assoluta. Tra febbraio 2020 e febbraio 2021 abbiamo perso 945mila occupati soprattutto giovani, donne, occupati a tempo e autonomi, nonostante il blocco dei licenziamenti assunto solo in Italia. Serve quindi agire lungo due direttrici. La prima è scaricare meglio a terra gli strumenti già esistenti, riducendo la soglia d’accesso al contratto di espansione portandola a 50 dipendenti dagli attuali 250, collegando questa misura ai bonus per l’assunzione di giovani e donne, e rimuovendo contestualmente le causali previste nel Dl dignità sui contratti a tempo determinato. La seconda riguarda le riforme strutturali, la riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro.
Sul fronte imprese, sono liquidità, patrimonializzazione, ristori e lavorole necessità urgenti. Le misure emergenziali varate nel 2020 hanno alleviato i colpi della crisi ,ma hanno altresì determinato un forte aumento del debito delle imprese. Sulle imprese industriali grava inoltre la sensibile crescita dei prezzi delle materie prime che riducono ulteriormente i cash flow. Servono dunque alcune misure prioritarie, a partire da un più rapido recupero dell’Iva versata sui corrispettivi non incassati, dalla compensazione tra crediti e debiti fiscali e contributivi, dall’allungamento dei tempi di restituzione da sei a non meno di quindici anni dei debiti emergenziali contratti. Bene la proroga della moratoria, ma non è sufficiente. Vanno inoltre scongiurati interventi di aumento dell’imposizione fiscale, a partire dall’introduzione di nuove imposte come plastic e sugar tax, e andrebbe consentita l’immediata deducibilità dalla base imponibile Irap degli oneri finanziari, in attesa di una riforma fiscale organica. Queste misure andrebbero accompagnate da interventi volti al rafforzamento patrimoniale delle imprese, come un vigoroso incentivo a favore degli aumenti di capitale. Inoltre, per evitare un’ondata di fallimenti fuori controllo, serve rinviare di un anno l’entrata in vigore del codice della crisi d’impresa o, quantomeno, delle procedure di allerta e composizione assistita della crisi.
Infine, un monito. Gli effetti della pandemia sull’economia, sul lavoro e sui redditi sono diseguali nel mondo e tra Paesi avanzati. In questo quadro, l’Europa rischia di restare indietro e l’Italia più indietro dell’Europa stessa. Per un anno Confindustria ha sottolineato l’esigenza di coinvolgere tutte le forze economiche e sociali per convogliare l’ingente mole di risorse europee su finalità credibili e condivise, ma il tempo per le imprese è trascorso invano”.
Nei prossimi giorni , quindi, il Consiglio dei Ministri per le ultime limature al Piano e poi la Comunicazione alle Camere del 26 e del 27 aprile e l’invio alla Commissione UE entro il 30 aprile.
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