Si è svolta stamane al Quirinale, alla presenza delle alte cariche istituzionali , dei rappresentanti delle comunità ebraiche di Roma e d’Italia e della Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, la cerimonia in occasione della 75esima Giornata della Memoria, per ricordare la Shoah e la liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, da parte dei sodati sovietici dell’Armata Rossa. Il Presidente della Repubblica Mattarella: “La Shoah, monito perenne e lezione universale. Bisogna debellare il virus dell’odio e della discriminazione”. Poi, il riferimento alla scritta (“Qui abitano degli ebrei”) comparsa qualche giorno fa, a Mondovì, in Piemonte, sulla porta dell’abitazione di Aldo Rolfi, il figlio di Lidia Beccaria Rolfi, sopravvissuta ai campi di sterminio, definita : “Ignobile” testimonianza di come l’antisemitismo sia ancora presente. Ricordati, dal capo dello Stato, anche i tre sopravvissuti all’Olocausto: Alberto Sed, Piero Terracina e Franco Schoenheit, recentemente scomparsi. La Presidente del Senato, Casellati: “Solo la memoria vince l’indifferenza”. Il Premier Conte: “Shoah, ferita ancora aperta”. Prima della cerimonia, il capo dello Stato ha premiato gli studenti vincitori del Concorso, promosso dal Ministero dell’Istruzione: “I giovani ricordano la Shoah”. Consegnate anche le medaglie d’onore ad Alberto Fantoni e Renzo Tripolino, cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti. Conferita, questa mattina, alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto dopo la deportazione ad Auschwitz, dal Consiglio Comunale di Trieste la cittadinanza onoraria: “Molto preoccupata per sovranismi e populismi. I ragazzi imparino a non ascoltare quello che grida più forte”. Papa Francesco, ieri all’Angelus: “Inammissibile l’indifferenza, doverosa la memoria. Ciascuno dica: “Mai più!”.
di Federica Marengo lunedì 27 gennaio 2020
-Si è aperto nel segno del ricordo dei sopravvissuti all’Olocausto: Alberto Sed , Piero Terracina e Franco Schoenheit, scomparsi di recente, il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione, svoltasi al Quirinale, alla presenza dei Presidenti di Senato e Camera, Casellati e Fico, della Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, del Premier Conte, di alcuni ministri : Di Maio (Esteri), Lamorgese (Interno), Guerini (Difesa) e Azzolina (Istruzione) e dei rappresentanti delle comunità ebraiche di Roma e d’Italia, della 75esima Giornata della Memoria, istituita per ricordare la Shoah e la liberazione dei campi di sterminio nazisti di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, il 27 gennaio del 1945, ad opera dei soldati sovietici dell’Armata Rossa.
Quindi, dopo gli auguri alla Professoressa Milena Santerini, designata coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo e il riferimento alla vicenda di Mondovì, in Piemonte, dove qualche giorno fa, è comparsa sulla porta dell’abitazione di Aldo Rolfi, figlio di Lidia Beccaria Rolfi, sopravvissuta ai campi si sterminio, la scritta : “Qui abitano ebrei”, definita “ignobile” testimonianza di come l’antisemitismo non sia affatto scomparso, ha sottolineto il carattere “unico e irripetibile” della Shoah, che “trascende la dimensione storica del suo tempo, diventando monito perenne e lezione universale”.
Poi, la rievocazione dei terribili fatti accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale, del folle piano nazista dello sterminio degli ebrei e della “soluzione finale”, (già in nuce da secoli , in alcune componenti di stampo razzista e nazionalista-pangermanista della cultura e della religione , diffuse su tutto il territorio europeo), e del coinvolgimento dell’Italia, sotto il regime fascista, che perseguitò in maniera altrettanto “feroce e spietata i cittadini italiani ebrei, avviati alla deportazione dai fascisti , senza il diretto intervento o specifica richiesta dei soldati tedeschi”.
“Il perdono esiste: concerne la singola persona offesa”, ha detto il capo dello Stato, continuando: “Ma non può essere inteso come un colpo di spugna sul passato. La memoria delle vittime innocenti di quelle atrocità è patrimonio dell’intera nazione, che va onorato, preservato e trasmesso alle nuove generazioni perché non avvengano mai più quegli orrori”.
Infine, parlando della partecipazione , con altri capi di Stato, la settimana scorsa , alla cerimonia per il 75esimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, svoltasi a Gerusalemme, ha evidenziato: “E’ stata un’occasione preziosa, un’occasione storica per ribadire , una volta per tutte, l’impegno della comunità internazionale contro il razzismo , l’odio, la guerra e la sopraffazione. Contro l’antisemitismo, di vecchio e di nuovo conio , che talvolta si traveste da antisionismo, negando il diritto all’esistenza dello Stato di Israele. La considerazione che ogni uomo è depositario di uguali diritti e che nessuno può essere discriminato a causa del sesso, della razza, della religione, del ceto sociale, è un principio inderogabile, scritto con chiara fermezza, nella nostra Costituzione Repubblicana. Questo principio , affermato anche nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, deve guidare sempre di più la comunità internazionale nella risoluzione dei conflitti e delle controversie , che sovente nascono da volontà di discriminazione e dal mancato riconoscimento della dignità dell’altro. La terribile stagione del nazismo non fu solo, come hanno notato con acume diversi studiosi, una curva a gomito nel cammino della storia, la regressione verso un tempo lontano e barbarico, in cui tornava a vigere la legge del più forte, la tracotanza del potere assoluto. Nel nazismo concezioni disumane e arretrate , retaggio del passato, convivevano e anzi si fondevano con l’utilizzo dei più moderni ritrovamenti in campo scientifico e tecnologico; e un’avanzata organizzazione dello Stato permise di realizzare un efficacissimo e capillare sistema burocratico, totalmente proteso verso l’obiettivo finale, lo sterminio degli ebrei. La più grande e moderna macchina di morte, al contempo brutale e sistematica, mai costruita dall’uomo. Per far davvero i conti con la Shoah , allora, non dobbiamo più rivolgere lo sguardo soltanto al passato. Perché il virus della discriminazione, dell’odio, della sopraffazione, del razzismo non è confinato in una isolata dimensione storica, ma attiene strettamente ai comportamenti dell’uomo. E debellarlo riguarda il destino stesso del genere umano”.
Prima del suo discorso ,il capo dello Stato ha premiato, insieme con la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche, Noemi Di Segni, e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, alcuni studenti vincitori del Concorso : “I giovani ricordano la Shoah”, per poi consegnare le medaglie d’onore ad Alberto Fantoni e Renzo Tripolino, cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti.
Inoltre, nel corso della manifestazione,condotta dalla giornalista Stefania Battistini, è stato proiettato il filmato dal titolo: “Shoah : figli del dopo”, realizzato da RaiStoria, seguito dagli interventi dello psichiatra Alberto Sonnino , della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni , della Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e delle testimoni Rosanna Bauer e Federica Wallbrecher, inframmezzati dalle esecuzioni musicali di Ludovica Valori, che ha suonato i brani: “A Zemer”, “Oyfn Pripetchik” e “Hava Nagila”, e dalla lettura dell’attrice Valentina Bellè di una poesia di Anna Segre e di alcuni brani da un testo di Helga Schneider.
L’importanza della memoria “per vincere l’indifferenza, l’ignoranza , la sottovalutazione e l’intolleranza”, poi, è stata al centro del discorso della Presidente del Senato Casellati, che , in passaggio, ha affermato: “Coltivare la memoria della Shoah è il modo più efficace per ricordare ai giovani chi si è sacrificato per costruire quel mondo più libero e più giusto nel quale oggi possiamo vivere e per renderli partecipi di ciò che è stato e che non deve più tornare”, riecheggiata dal Presidente della Camera, Roberto Fico, che ha esortato: “Settantacinque dopo l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz permangono in Europa focolai di antisemitismo che alimentano rischi per la sicurezza degli ebrei. A ciascuno di noi il dovere morale e civile di contrastare quotidianamente chi alimenta l’odio”.
Del valore della memoria come “antidoto alla barbarie”,ha parlato anche il Premier Conte, che ha detto: “Ricordare e condividere resta sempre il miglior antidoto alla recrudescenza dell’antisemitismo e, più in generale, alla barbarie della discriminazione. La Shoah è una ferita ancora aperta”.
Conferita, poi, in mattinata, dal Consiglio comunale di Trieste , la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla deportazione nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e testimone dell’orrore nazista.
La Segre, intervistata dai media vaticani per la circostanza, ha dichiarato: “Senza storia non c’è memoria. Con grande preoccupazione seguo, da anni, questo riaffacciarsi di sentimenti odiosi che sono il contrario dell’accoglienza, che sono il contrario della fraternità. Sì ,devo dire che sono molto preoccupata di questa onda , che non è anomala ma è il risultato della crisi economica, ma anche il risultato di insegnamenti molto sbagliati, di sovranismi e populismi. I ragazzi imparino a non ascoltare quello che grida più forte”.
E il 75 esimo anniversario della liberazione degli ebrei sopravvissuti dal campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau è stato ricordato anche da Papa Francesco, che , ieri, al termine dell’Angelus, in piazza San Pietro, ha affermato: “Davanti a questa immane tragedia, a questa atrocità, non è ammissibile l’indifferenza ed è doverosa la memoria. Siamo tutti invitati a fare un momento di preghiera e di raccoglimento, dicendo ciascuno nel proprio cuore: mai più!”.
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