-224° Giornata del Tricolore, il Presidente della Repubblica Mattarella: “Il Tricolore ha saputo rappresentare la nostra identità, il sentimento di coesione di un popolo che vuole guardare avanti senza dimenticare le sofferenze provocate dalla pandemia, ma con la volontà di ripartire”. Governo, dopo le modifiche al Recovery Plan apportate dal ministro dell’Economia Gualtieri, il Premier Conte, pronto con un rimpasto a rafforzare la squadra dell’Esecutivo, ma proseguono le tensioni con il partito di Italia Viva, che fa sapere di non chiedere Ministeri (secondo indiscrezioni di stampa, Renzi mirerebbe alle dimissioni di Conte) e lamenta di essere stato escluso dalle riunioni avvenute ieri, tra il titolare di Via XX settembre e le forze di Maggioranza: Pd, LeU e M5S. Inviato dunque dal Presidente del Consiglio, l’invio della bozza del Recovery Plan alle forze di Governo cui seguirà la convocazione del vertice con i capidelegazione, preludio al Consiglio dei Ministri che dovrebbe approvare il documento per accedere ai fondi UE, avviando l’iter in Parlamento per le modifiche e il confronto con le Opposizioni e le parti sociali. Pd, LeU e MS fanno quadrato intorno a Conte : “Premier punto di equilibro che assicura stabilità, senza, elezioni anticipate”. Sul tavolo restano: accesso al Mes sanitario e cessione delle deleghe ai Servizi Segreti.
-Covid19, Vaccini, dopo il sì dell’Ema, via libera dell’Aifa al siero di Moderna. Italia, prima in UE per vaccinazioni, ottava nel Mondo. Il ministro della Salute Speranza: “Medici di base e pediatri hanno la priorità” . Scuola, oggi il rientro per Materne ed Elementari, l’11 gennaio, al 50% per le Superiori, ma le Regioni procedono in ordine sparso e genitori e studenti, protestano al MIUR e a Montecitorio con il supporto dei Comitati per la Scuola e dei Sindacati.
di Federica Marengo mercoledì 7 gennaio 2021
Nella 224° Giornata del Tricolore, in occasione della quale il Presidente della Repubblica Mattarella, ha diffuso tale nota: “Durante questi lunghi mesi, così difficili per l’Italia e per il mondo intero, abbiamo provato una grande emozione nel vedere tanti Tricolori esposti alle finestre, sulle terrazze e sulle case lungo tutta la Penisola. Una emozione rinnovata quando la Pattuglia acrobatica nazionale ha disegnato la nostra bandiera nei cieli delle nostre città, così come quando abbiamo visto il Tricolore illuminare gli edifici e i monumenti della Repubblica. Il Tricolore, come forse mai accaduto di recente in maniera così intensa, ha saputo rappresentare la nostra identità, il sentimento di coesione di un popolo che vuole guardare avanti, senza dimenticare le sofferenze provocate dalla pandemia, ma con la volontà di ripartire. La Bandiera, espressione della nostra storia incarna oggi gli alti valori indicati dalla Carta costituzionale: unità, libertà, democrazia, solidarietà. Dal Risorgimento ai momenti più tragici e a quelli più entusiasmanti del nostro percorso nazionale, il Tricolore ha sempre ispirato speranza e fiducia e spinto gli italiani a trovare la forza necessaria a risollevarsi, insieme ai popoli che hanno scelto di dar vita all’Unione Europea e alla comunità internazionale a cui apparteniamo, perché solo uniti riusciremo a superare le avversità. Viva il Tricolore, viva la Repubblica”, l’Esecutivo giallo-rosso non sembra ancora aver ritrovato la strada dell’unità e della coesione.
Il giorno dopo l’invio a Palazzo Chigi da parte del Ministro dell’Economia Gualtieri, della nuova bozza del Recovery Plan, proseguono le tensioni tra Conte e Italia Viva, malgrado il Presidente del Consiglio , in un post pubblicato nella serata di ieri su Facebook si sia detto soddisfatto delle modifiche apportate al piano di riforme e investimenti per accedere alle finanze messe in campo dalla UE, frutto del confronto con i partiti della Maggioranza e abbia confermato le indiscrezioni di stampa riguardo la disponibilità a modificare l’assetto dell’Esecutivo (il cosiddetto “rimpasto”) , con l’ingresso di nuovi Ministri renziani.
Infatti, il leader e fondatore di Italia Viva, Renzi, sottolineando che la legislatura si concluderà nel 2023 e chiudendo alla prospettiva di voto anticipato, ha ribadito ai microfoni del Tg3: “Il Presidente Conte ha detto verrò in Senato, quasi sfidandoci, lo aspettiamo lì. Il duello con il Premier Giuseppe Conte magari fosse una questione personale, le questioni personali si risolvono. Quando Conte è stato indicato come Presidente del Consiglio l’abbiamo indicato anche noi, pur di mandare a casa Salvini. Ma non si può governare solo contro, adesso bisogna dare risposte alla crisi economica, ai soldi che mettiamo nel Recovery che vanno ad aumentare il debito e quindi: se il Governo è in grado di fare faccia. L’ipotesi del Governo di scopo?, non esistono Governi di scopo, esistono i Governi che devono lavorare. Se il Governo Conte è in grado di farlo, lo faccia. Altrimenti, toccherà ad altri. Sul Recovery lo abbiamo detto: più investimenti e meno bonus, e devo dire che, da quello che si legge, il governo sembra aver cambiato idea, segno che forse le idee di Italia viva non erano così male. Quanto alla scuola: ogni settimana l’Italia riceve 470mila dosi di vaccino, lo stesso numero degli insegnanti della scuola media e superiore. La settimana prossima vacciniamo solo e soltanto gli insegnanti, così che possiamo riaprire le scuole, dando i tamponi agli studenti e i vaccini agli insegnanti”.
Ancora una sfida dunque lanciata da Renzi al Premier Conte, di cui, secondo indiscrezioni di stampa, l’ex Presidente del Consiglio e segretario del Pd vorrebbe le dimissioni, trovando però il muro delle altre forze di Governo, Pd,M5S e LeU, pronte a rinnovare la fiducia e fare quadrato, avvertendo che senza Conte, il quale con il suo operato conferisce stabilità al Governo, la prospettiva è solo quella delle elezioni anticipate, impensabili in piena pandemia e in vista della prossima gestione del Recovery fund.
Tuttavia, in uno scenario già così complesso, si è aggiunto quest’oggi un nuovo motivo di frizione nella Maggioranza. Italia Viva ha lamentato di essere stata esclusa da una serie di riunioni riguardanti la nuova bozza del Recovery Plan ,svoltesi nella serata di ieri, in modalità separata, tra il ministro dell’Economia Gualtieri e le forze di Governo: Pd, M5S e LeU. Rimostranze, queste ultime, alle quali Palazzo Chigi ha replicato spiegando che la mancata convocazione formale è da addurre alla decisione di Italia Viva di attendere l’invio della bozza prima di tenere un confronto.
Venti di crisi, quindi, spirano sulla riunione tra il Premier Conte e i capidelegazione di Maggioranza per discutere del nuovo documento del Recovery Plan, non ancora fissata, dopo la quale il testo, dovrebbe essere inviato in Consiglio dei Ministri e da lì, approvata, in Parlamento per le modifiche e il confronto con le Opposizioni e le parti sociali.
Sul fronte delle Opposizioni di Centrodestra, invece, Lega e Fratelli d’Italia, criticando aspramente la gestione da parte del Governo della crisi sanitaria ed economica (in particolare, a fronte dell’incontro della Presidente di Fratelli d’Italia Meloni con i vertici di Confindustria, l’erogazione insufficiente di ristori destinati alle attività più colpite dalle restrizioni anti Covid19, a seguito della quale il partito si è fatto promotore di una class action) e la gestione del Recovery Plan, si dicono pronti a chiedere le dimissioni di Conte e a governare, mentre Forza Italia, disponibile a una collaborazione con l’Esecutivo su piano vaccinale e piano per la ripresa e la resilienza del Paese, ha presentato in conferenza stampa il suo documento sul Recovery Plan, incentrato su tre ambiti da riformare : Fisco, Pubblica Amministrazione e Giustizia.
Proprio in merito al Recovery Plan ,modificato alla luce delle istanze dei partiti di Maggioranza, vediamo quali sono le principali novità.
Il piano, grazie all’utilizzo dei fondi per la coesione Territoriale, ammonta complessivamente a 222,03 miliardi. Di questi, 209,84 riguardano il Next Generation Eu: 66,6 miliardi sono già impegnati in progetti in essere, 143,24 su nuovi progetti e il 50% è destinato al Sud.
Alla sanità saranno destinati 19,7 miliardi, di dui 18 miliardi sono a valere sul Recovery fund e 1,7 sul React Eu. La missione si articola in due componenti: assistenza di prossimità e telemedicina ,a cui sono destinati 7,9 miliardi in totale e innovazione dell’assistenza sanitaria, che assorbirà 11,8 miliardi. Nella prima versione del piano alla sanità erano destinati 9 miliardi di euro. All’assistenza della rete sanitaria territoriale , importante ad esempio per il tracciamento del Covid e per la distribuzione dei vaccini , e della telemedicina saranno destinati 7,5 miliardi dei fondi del Recovery. Per questa voce lo stanziamento è stato aumentato di quasi 3 miliardi rispetto agli iniziali 5 miliardi.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza predisposto dal governo, integrato con gli altri fondi europei di Coesione e di React Eu, porta la quota di investimenti previsti al 70% e “assicurerebbe, secondo stime in corso, un impatto sul Pil di circa 3 punti percentuale e un incremento occupazionale superiore a quelli precedentemente stimato. Il piano precedente prevedeva una crescita aggiuntiva di 2,3 punti.
Salgono a 32 miliardi le risorse stanziate le Infrastrutture e per una mobilità sostenibile. Nello specifico, si tratta di 28,3 miliardi per la prima componente, Alta velocità di rete e manutenzione stradale 4.0, e 3,7 miliardi per la seconda componente, Intermodalità e logistica integrata: una mole di risorse superiore rispetto ai 27,7 miliardi della bozza del piano di dicembre.
Il piano Recovery al quale il Governo, sta lavorando con l’obiettivo di aumentare il volume degli investimenti, inoltre, “può prevedere, in alcuni ambiti (politiche industriali per le filiere strategiche, miglioramento dei servizi turistici e infrastrutture di ricettività, economia circolare, housing sociale), l’utilizzo di strumenti finanziari che consentano di attivare un positivo effetto leva sui fondi per facilitare l’ingresso di capitali privati (equity o debito), di altri fondi pubblici o anche di una combinazione di entrambi (blending) a supporto delle iniziative di investimento. In questa prospettiva , l’intervento pubblico può assumere la forma di una garanzia su finanziamento privato oppure di una copertura dell’eventuale prima perdita dell’investimento azionario finalizzato alla realizzazione di specifici progetti”.
Alla Digitalizzazione, all’ innovazione, alla competitività e alla cultura saranno destinati complessivamente 45,9 miliardi. Si articola in tre componenti: “digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA” ,che potrà contare su 11,3 miliardi, “digitalizzazione, ricerca e sviluppo e innovazione del sistema produttivo” (in cui rientra Transizione 4.0), con una dotazione di circa 26,6 miliardi, e “turismo e cultura” con 8 miliardi. Questa voce è “significativamente rafforzata” rispetto alla dotazione precedente di circa 3 miliardi.
Scendono, invece, a 69 miliardi i fondi destinati alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica. Il nuovo Piano ‘taglia’ di circa 5 miliardi il precedente stanziamento di 74 miliardi di euro riservato alla missione green del Recovery plan. Quattro le componenti: agricoltura sostenibile ed economia circolare” (5,5 miliardi), “energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile” (18,2 miliardi), efficienza energetica e riqualificazione degli edifici (30,7 miliardi) e tutela del territorio e della risorsa idrica” (14,5 miliardi).
Previsti nuovi progetti per la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano i maggiori problemi. Le risorse stanziate per questa voce, nell’ambito degli stanziamenti per le Infrastrutture, sono pari a 1,6 miliardi. Sul fronte ferroviario, invece, è previsto un “consistente intervento” sulla rete, pari a 26,7 miliardi, che è stato “ulteriormente potenziato nel Mezzogiorno grazie al supporto dei fondi Fsc”.
Sul fronte dell’intermodalità, poi, è previsto un “cronoprogramma nazionale per gli investimenti per la logistica e la digitalizzazione dei porti, a partire da Genova e Trieste”, e per il rinnovo delle flotte portuali e dei mezzi di terra e la navigazione fluviale. La componente – si precisa – è stata “potenziata per finanziare investimenti nei porti del Sud, mentre sono stati eliminati gli incentivi al rinnovo delle flotte e del parco veicolare”.
Più che raddoppiati i fondi destinati al Turismo dal Recovery Plan. Lo stanziamento totale per la componente Turismo e cultura ammonta a 8 miliardi, più del doppio rispetto ai 3,5 miliardi della bozza del piano del 30 dicembre.
Donne, giovani e Mezzogiorno infine sono priorità trasversali contenute in tutti gli obiettivi del l Piano Recovery al quale sta lavorando il Governo e che saranno misurati negli impatti macroeconomici, occupazionali e di indicatori BES, “Tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in tutte le missioni del PNRR. Ogni missione, infatti, deve esplicitare le linee di riforma e di intervento mirate al perseguimento delle tre priorità trasversali, anche attraverso la definizione ex ante e la misurazione dei risultati attesi”.
Bozza del piano inviata nella serata di oggi ai partiti di Maggioranza con la capodelegazione di Italia Viva e ministra della Politiche Agricole Bellanova, che ha annunciato così al Tg4 la notizia: “Abbiamo avuto poco fa le 13 cartelle del Recovery, che approfondiremo e poi diremo quello che va bene o meno. Alla fine del prossimo Consiglio dei ministri uscirò ancora Ministro se arriveranno risposte Altrimenti Conte si trovi i responsabili; io farò la senatrice di Opposizione per migliorare il Paese”. Sul tavolo però restano comunque le altre questioni poste da Italia Viva e dal Pd, quali: l’accesso al Mes sanitario (osteggiato dal M5S) e la cessione da parte di Conte delle deleghe ai Servizi Segreti avocate a sé.
Dopo il sì dell’Ema, l’Agenzia Europea per il Farmaco, alla distribuzione del vaccino americano Moderna, (secondo all’europeo Pfizer-BioNTech) è giunto infatti anche il via libera dell’Aifa, Agenzia italiana del Farmaco, mentre prosegue la campagna vaccinale che vede l’Italia prima in UE, con oltre 320 mila somministrazioni finora effettuate (0,55% del totale), e all’ottavo posto nella classifica mondiale.
Sempre in materia di vaccini, una replica dal ministro della Salute Speranza, alle affermazioni del segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti, che ieri aveva espresso la disponibilità della categoria a vaccinare contro il Covid19 dopo essere stata a sua volta immunizzata, è arrivata in mattinata: “I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, come tutto il personale sanitario, hanno la priorità nelle vaccinazioni. E, come già previsto dal piano strategico, avranno un ruolo fondamentale in fasi diverse della campagna di somministrazione del vaccino anti Covid-19”.
A proposito del piano vaccinale, il Commissario straordinario all’emergenza Arcuri, in un’intervista al periodico Famiglia Cristiana e a seguire nella consueta conferenza stampa settimanale, ha dichiarato: “Il Parlamento italiano ha approvato il piano vaccinale stabilendo l’ordine di tempo per le varie categorie dei nostri concittadini. Si è partiti con il personale sanitario, sociosanitario e quello che lavora all’interno degli ospedali italiani insieme con il personale e gli ospiti delle residenze per anziani. Una popolazione di circa un milione e 800 mila persone. Sono le più esposte al contagio, quindi da mettere in sicurezza prima possibile. ‘Proseguiremo poi con le persone più fragili e cioè le più anziane in ordine di età. Poi toccherà ai lavoratori dei servizi pubblici essenziali: dalle scuole al trasporto pubblico locale, al personale e ai detenuti delle carceri, alle categorie della pubblica allargata che hanno un livello alto di esposizione al contagio. Infine al resto della popolazione che vorrà vaccinarsi. Pensiamo che, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno sarà vaccinata una percentuale importante della popolazione, in modo da avvicinarsi alla cosiddetta immunità di gregge. I 300 presìdi che abbiamo approntato per la prima fase diventeranno 1.500 per la vaccinazione di massa. Sarà la più importante che la storia abbia mai visto. Alle persone più anziane penseremo noi andando a cercarle e, se serve, porteremo il vaccino fino alle loro residenze. Per gli altri ci sarà un sistema informativo dettagliato per le prenotazioni. Diremo a tutti quando e dove andare per vaccinarsi”.
Rientrati infine a scuola, in presenza , gli alunni delle scuole Materne, Elementari e Medie, seppur con i vari distinguo legati alle ordinanze regionali di Calabria, Campania e Puglia. Niente ritorno in aula, invece, per i liceali che resteranno in didattica a distanza fino all’11 gennaio, quando faranno ritorno in aula al 50%, sebbene ciò non valga per tutto il Paese : l’Alto Adige, infatti, ha deciso di tentare un ritorno verso la normalità e, da giovedì 7 gennaio, apre anche gli istituti superiori con presenze fino al 75% e con un minimo del 50%; in Piemonte, invece, ragazzi delle superiori in aula da lunedì 18 gennaio, in Lombardia, in dad fino al 24 gennaio, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Marche, già nella giornata di lunedì scorso avevano deciso, con ordinanze, di rinviare a fine gennaio le lezioni in presenza e di proseguire fino a quella data, al 100%, con la didattica e distanza.
Un freno al rientro a scuola in presenza che non è piaciuto a genitori e studenti liceali, che , stamane,supportati dal Comitato Priorità alla scuola, dai Sindacati e dalla Rete Studenti Medi del Lazio , hanno manifestato il proprio dissenso dapprima al Ministero dell’Istruzione e poi a Montecitorio, dove si sono recati per chiedere di: “Riaprire le scuole in sicurezza , potenziare l’ investimento sui trasporti, attuare uno screening periodico del personale scolastico e degli studenti, inserire i docenti più fragili nella prima fase del piano vaccinale, favorire l’accoglienza e il recupero scolastico degli studenti fortemente penalizzati dal punto di vista didattico e psicologico dalla Didattica a Distanza, aiutare a ricostruire le relazioni umane tra gli studenti e con i docenti, l’annullamento delle prove Invalsi per l’anno scolastico in corso”.
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