Si è aperta mercoledì 28 agosto, al Lido, la 76.ma edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. A caratterizzare la prima giornata del Festival , oltre alla cerimonia di inaugurazione condotta dalla madrina, l’attrice Alessandra Mastronardi, le polemiche sollevate dalla Presidente di giuria, la regista argentina Lucrecia Martel che, durante la conferenza stampa inaugurale, ha dichiarato di non voler prendere parte alla cena in onore del cineasta Roman Polanski, in gara, con la pellicola “J’Accuse” e di non volerlo applaudire, in segno di rispetto per le donne vittime di stupro ( il regista, infatti, è stato condannato per violenza sessuale), evidenziando poi , con toni altrettanto aspri, l’esigua presenza in gara di film diretti da donne. Applausi, invece, per il primo film proiettato: “La Verité”, con Catherine Deneuve e Juliette Binochet . Nella seconda giornata, giovedì 29 agosto, parata di divi : da Bred Pitt a Scarlett Johansson protagonisti delle pellicole: “Ad Astra” e “Marriage Story”. Premio alla carriera, al regista spagnolo, Pedro Almodovar. Venerdì 30 agosto, terza giornata del Festival, è stata la volta del film storico “J’Accuse” di Roman Polanski e della prima pellicola italiana in concorso: “Il sindaco del Rione Sanità” di Mario Martone. Sbarcata al Lido, intanto, per la riedizione integrarle di “Irreversible”, Monica Bellucci.
di Federica Marengo sabato 31 agosto 2019
Alla vigilia dell’apertura della settantaseiesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia (28 agosto-7settembre), il Direttore ,Alberto Barbera, lo aveva detto : “Le tre anime della manifestazione saranno: le donne, in tutte le declinazioni , il cinema del reale e la revisione storica”.
Elegantissima nel suo abito lungo, cosparso di perline e pietre luccicanti, infatti, la madrina, l’attrice, Alessandra Mastronardi , ha condotto nella serata del 28 agosto la cerimonia di apertura, preceduta dal tradizionale tappeto rosso sul quale hanno sfilato le attrici e il cast del primo film in gara dell’edizione 2019: l’applauditissimo “La verité” del giapponese Hirokazu Koreeda, indagatore delle dinamiche familiari, già Palma d’oro a Cannes nel 2018.
Protagoniste della pellicola, incentrata sul complesso rapporto tra una madre, celebrità dello star system, e una figlia, attrice mancata, trascurata in nome della passione per la recitazione , l’icona del cinema francese , Catherine Deneuve, e la stella americana Juliette Binoschet.
Ma la prima giornata della manifestazione non è stata caratterizzata solo da paillettes, lustrini e applausi. Aspra, infatti, la polemica seguita alle esternazioni della Presidente di giuria, la regista argentina, Lucrecia Martel, che , durante la conferenza stampa inaugurale, alla presenza della Stampa internazionale, ha dichiarato che non avrebbe preso parte alla cena organizzata in serata, in onore del cineasta Roman Polaski, in gara con la pellicola, “J’Accuse- L’ufficiale e la spia” e che non lo avrebbe applaudito in segno di rispetto nei riguardi delle donne vittime di stupro, essendo Polaski condannato per violenza sessuale (“Non distinguo l’uomo dall’artista”, ha detto). Critica, poi, anche sull’esigua presenza nella competizione di film diretti da donne.
Parole, quelle della Martel, poco gradite al Direttore Barbera, ( che su Polaski ha detto : “Bisogna distinguere tra uomo e artista. Io sono un critico, non un giudice” e sulle quote rosa: “Sono offensive. Ho selezionato le opere che meritavano”) e ai produttori della pellicola, tra cui l’italiano Luca Barbareschi, che hanno minacciato di ritirare il film dalla competizione, minaccia poi rientrata, dopo la rettifica della Martel (“C’è stato un fraintendimento”, ha chiarito).
Proiettati poi, nella seconda giornata di giovedì 29 agosto, altri tre film in concorso : “The Perfect Candidate” di Haifa Al –Mansour , prima regista donna dell’Arabia Saudita, (già candidata al Premio Oscar con “La bicicletta Verde”) , che indaga la condizione femminile nel suo Paese, attraverso la storia di una giovane donna con ambizioni politiche, che decide di candidarsi come sindaco e le due pellicole americane : “Marriage Story” di Noah Baumbach , con Scarlett Johansson e Adam Driver , coppia problematica di genitori alle prese con il divorzio ,che si rincorrono tra New York e Los Angeles e “Ad Astra” di James Gray ,film su un doppio viaggio : nello spazio, e nell’ interiorità di un padre e di un figlio, con Brad Pitt (il cui arrivo al Lido, nonostante non sia più un sex symbol alle prime armi, è stato salutato da una folla di ammiratrici urlanti) e Liv Tyler. Premiato nello stesso giorno, con il Leone d’oro, per la lunga carriera dietro la macchina da presa, il regista spagnolo Pedro Almodovar ,che ha salutato il riconoscimento come : “Un atto casuale di giustizia poetica, quasi un risarcimento”, essendo stata censurata la sua pellicola d’esordio, “L’indiscreto fascino del peccato”, presentata al Lido nel 1983.
Inoltre, proposto nella sezione Giornate degli Autori, “5 è il numero perfetto”, unico film italiano della selezione ufficiale a concorrere per il GdA Director’s Award, che segna il debutto alla regia di Igort, fumettista, musicista sardo, autore della serie ambientata negli anni Settanta, con al centro le avventure del sicario della Camorra in pensione, “Peppino Lo Cicero”, trasposte sul grande schermo e interpretate da Toni Servillo, Valeria Golino, nel ruolo di un’amante famme fatale e da Carlo Buccirosso, nelle vesti di un amico-complice del protagonista.
Ancora irretito dall’approdo al Lido dell’attrice Monica Bellucci,giunta al Festival per assistere sabato31, alla riproposizione del film di Gaspar Noé “Irreversible” di cui fu protagonista nel 2002, insieme con l’ex marito Vincent Cassel, rieditato nella versione integrale, il Palazzo del Cinema ha vissuto venerdì 30 agosto, la sua terza intensa giornata con le proiezioni di “J’Accuse-L’ufficiale e la spia” ,del tanto chiacchierato Roman Polanski e della prima pellicola italiana in concorso: “Il sindaco del Rione Sanità” di Mario Martone, trasposizione cinematografica dell’opera omonima del drammaturgo partenopeo Eduardo De Filippo.
Assente Polanski, per via delle sue controverse vicende giudiziarie, il film sul caso Dreyfus, ufficiale, che nella Francia di fine Ottocento (1885) viene accusato ingiustamente di essere una spia della Germania, per via delle sue origini ebraiche e dopo un esilio sull’isola del Diavolo, riconosciuto innocente, al termine di un processo durato dieci anni, è stato presentato dagli attori Louis Garrel, interprete di “Alfred Dreyfus”, Jean Dujardin, il “Picquart”, capo del controspionaggio militare che aiuterà il capitano a dimostrare la sua estraneità alle accuse ,ed Emmanuel Seigner, (moglie di Polanski), amante di Picquart.
La pellicola storica ,di estrema attualità , nelle sale dal 21 novembre prossimo, è stata accolta dagli applausi sia degli spettatori che dei giornalisti, senza però oscurare l’altro film-evento in programma per la giornata, ovvero : “Il sindaco del Rione Sanità”, il primo dei tre film italiani in gara alla Mostra, diretto e scritto da Mario Martone, cineasta tornato in gara a Venezia un anno dopo “Capri-Revolution”.
La pellicola, rivisitazione dell’omonima commedia in tre atti, parte della raccolta “Cantata dei giorno dispari”, del drammaturgo e commediografo partenopeo Eduardo De Filippo, già messa in scena dallo stesso Martone presso il Teatro Nest ( Napoli Est Teatro) di San Giovanni a Teduccio, nell’ambito di un progetto per i giovani delle periferie, cui fa da sfondo la Napoli dei nostri giorni, è incentrata sul giovane capo quartiere( il “Sindaco del Rione Sanità”), “Antonio Baraccano”, interpretato, come nella precedente versione teatrale, da Francesco di Leva ( il protagonista della pièce eduardiana, invece, era un boss settantenne nella Napoli del 1960 ), cui tutti nel quartiere si rivolgono per ottenere giustizia. Quando, però, gli si presenta “Rafiluccio”, il figlio del fornaio, deciso a uccidere il padre, “Don Antonio”, identificatosi in lui, farà di tutto per salvare il loro rapporto.
Il film ,voluto dal compianto Luca De Filippo, figlio di Eduardo, che ne autorizzò la trasposizione, interpretato tra gli altri da Massimiliano Gallo, Roberto De Francesco , Adriano Pantaleo e Daniela Ioia, salutato dal pubblico della Sala Grande del Palazzo del Cinema con ben 8 minuti di applausi, sarà nelle sale come evento speciale per Nexo Digital, solo il 30 settembre, l’1 e il 2 ottobre.
Martone, che a gennaio 2020 inizierà a girare un film su Eduardo e sulla famiglia del teatro napoletano Scarpetta/De Filippo, riguardo al passaggio dell’opera dal palcoscenico al grande scherm, ha detto: “Non mi era mai capitato prima, ma il Sindaco l’ho sempre voluto fare anche in forma cinematografica e l’ho immaginato esattamente così come lo avete visto. Ci siamo buttati in quattro settimane. Volevo che, sia con lo spettacolo che con il film , si mettesse un’attenzione speciale sulla scelta di responsabilità individuale. Conosco Eduardo per la sua attenzione al sociale, sono salito con lui sul palco all’inizio della mia carriera quando fu premiato per il suo lavoro nel carcere minorile di Nisida. Mi ha chiamato a una responsabilità individuale, come succede con il personaggio di Antonio Barracano, che è la creatura di un grandissimo autore come Shakespeare o Dostoevskij: bene e male si fondono. E l’ambiguità è affascinante , ma quello che è interessante è che risponde a una società civile che esiste e che deve esistere soprattutto di questi tempi”.
Neppure il tempo che gli applausi per Martone scemino, e al Lido è già tutto pronto per la quarta giornata, quella di sabato 31 agosto , nella quale verrà proiettata, tra le pellicole in concorso, “Joker” di Todd Phillips, già autore della saga “Una notte da leoni”, che propone un film-fumetto con Robert De Niro e Joaquin Phoenix, sul nemico storico dell’eroe Batman.
Fuori gara, invece, “Vivere” di Francesca Archibugi, storia familiare con protagonisti attori del calibro di: Micaela Ramazzotti, Adriano Giannini, Massimo Ghini e Marcello Fonte, mentre nella sezione “Venezia Classici”, verrà proiettato il documentario diretto da Eugenio Cappuccio per Rai Cinema, in collaborazione con Rai Teche, “Fellini Fine Mai”, omaggio al regista premio Oscar, nel cinquantesimo anniversario della sua partecipazione alla Mostra d’Arte cinematografica di Venezia con la pellicola “Satyricon”.
Attesa poi per l’arrivo del regista Paolo Sorrentino, che il 1 settembre presenterà in anteprima mondiale, come Evento Speciale Fuori Concorso, “The New Pope”, seguito di “The Young Pope”, serie di ambientazione vaticana.
Nei prossimi giorni, dunque, seguirà cronaca dettagliata.
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