-In vigore da domani e fino al 3 dicembre, il Dpcm con le ulteriori misure restrittive per contenere il contagio da Covid19 a livello nazionale e la suddivisione delle Regioni in tre fasce di rischio: Gialla, Arancione e Rossa. La protesta di alcuni Presidenti di Regione per i criteri adottati nel collocare le Regioni nelle varie fasce. Il ministro della Salute Speranza: “No alle polemiche inutili. Regioni non ignorino la gravità”. Il Premier Conte: “Lockdown pesa per chi è già stato colpito,ma serve unità. Raddoppiare gli sforzi per aiutare i più vulnerabili”. Nuova Conferenza Stato-Regioni e Conferenza stampa dell’Istituto Superiore di Sanità per spiegare il meccanismo del collocamento delle Regioni nelle tre fasce di rischio sulla base dei dati provenienti dalle amministrazioni locali. In arrivo, domani, in Consiglio dei Ministri, il Dl Ristoro bis da 1,5-2miliardi da associare al precedente Dl Ristori, ma resta il nodo risorse.
-Le previsioni economiche d’autunno della Commissione Europea. Gentiloni(Commissario agli Affari Economici ): “Causa seconda ondata del virus e conseguenti restrizioni, Pil 2022 dell’Italia non sarà ai livelli pre Covid, a rischio l’occupazione”. Lavoro, sciopero di quattro ore dei metalmeccanici e dei lavoratori Whirlpool. I sindacati: risoluzione delle vertenze e rinnovo del contratto nazionale”. La Ministra Catalfo : “Cercherò di agevolare in qualsiasi modo il dialogo tra le rappresentanze dei lavoratori e le aziende, per superare questo scoglio”.
di Federica Marengo giovedì 5 novembre 2020
A partire da domani e fino al 3 dicembre,come annunciato nella serata di ieri, nella conferenza stampa tenuta dal Premier Conte per illustrare il Dpcm con le ulteriori misure restrittive nazionali e territoriali per contenere l’aumento dei contagi da Covid19, le Regioni : Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta, collocate nell’area rossa ad alto rischio, secondo ordinanza del Ministro della Salute , Speranza,della durata di 14 giorni,ma modificabile in base ai dati ogni settimana , saranno in lockdown, mentre Puglia e Sicilia, nell’area Arancione a medio rischio saranno in semi-lockdown, e le restanti regioni: Lazio, Campania, Toscana, Abruzzo,Molise, Basilicata, Sardegna, Marche,Liguria, nell’area Gialla a basso rischio, seguiranno le restrizioni nazionali.
Una suddivisione, quella in aree di rischio sulla base di 21 parametri tra cui l’indice di contagio Rt e l’organizzazione del sistema sanitario, che ha suscitato aspre polemiche da parte dei Presidenti delle Regioni collocate nella fascia rossa ad alto rischio, che hanno chiesto al Governo un confronto sui dati e una maggiore trasparenza.
Alla guida della protesta, il Presidente della Regione Lombardia Fontana, che ha parlato di “Schiaffo ai lombardi”, sottolineando in un punto stampa : “Si stanno diffondendo notizie false che creano confusione e uno stato di incertezza e agitazione nei cittadini lombardi del quale sicuramente non abbiamo bisogno, l’ordinanza firmata ieri dal ministro Speranza ha decretato la zona rossa su tutto il territorio regionale senza alcuna possibilità di deroga. Solo successivamente, dopo almeno due settimane sulla scorta dell’evoluzione della situazione è possibile per i presidenti di Regione chiedere misure di allentamento per determinasti territori. Questa interpretazione del Dpcm mi è stata confermata ieri per telefono dallo stesso Ministro. Ai cittadini lombardi, che hanno già fatto tanti sacrifici, dico che dobbiamo tenere duro ancora per un po’, agli imprenditori che subiranno un altro duro colpo dal lockdown garantisco che non arretrerò di un passo finché il Governo non avrà erogato le risorse promesse ed effettuato i ristori. Ringrazio il personale sanitario su cui ancora una volta pesa il lavoro più faticoso”.
Sulla stessa linea, il Presidente della Regione Piemonte, Cirio , che , su Facebook , ha scritto: “Questa notte non ho dormito. Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili. Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte. Perché si sia voluto assumere scelte così importanti sulla base di dati vecchi di almeno 10 giorni. Perché il netto miglioramento dell’Rt del Piemonte, sceso nell’ultima settimana grazie alle scelte di prudenza che la Regione aveva già saputo adottare, non sia stato preso in nessuna considerazione. Perché per regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso. Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza”.
Proteste, anche dal Presidente facente funzione della Regione Calabria ,Spirlì , che ha minacciato di impugnare l’ordinanza del ministero della Saltute: “Alle 19.59 sono stato informato dal ministro Speranza che la Calabria era zona rossa, ma con questa decisione qui la gente creperà di fame. La decisione è nata dalla valutazione che il Governo ha fatto della fragilità del sistema sanitario regionale?Il Governo se la deve prendere con se stesso che in tanti mesi di commissariamento della Calabria non ha fatto una mazza, il Governo ricomissaria la sanità in Calabria lasciando al posto di comando il commissario che il governo stesso ha detto non ha fatto bene il suo lavoro. Il Governo, invece di fare le decisioni semaforiche avrebbe dovuto prendere una decisione coraggiosa decidendo che tutta Italia deve comportarsi in un certo modo. Impugneremo la nuova ordinanza del ministro della Salute”.
Tuttavia, le proteste si sono levate anche dai Presidenti di Regione delle aree arancioni a medio rischio e gialle a basso rischio, vedasi il Presidente della Regione Sicilia Musumeci, che ha dichiarato: “Con i dati di queste ore dovremmo essere a un Rt pari a 1,2. La Campania ha avuto oltre quattromila nuovi positivi, la Sicilia poco più di mille. La Campania ha quasi 55 mila positivi, la Sicilia 18 mila, ma Campania e Lazio sono in zona gialla. Perché questa spasmodica voglia di colpire centinaia di migliaia di imprese siciliane? Al Governo Conte chiediamo di modificare il provvedimento, perché ingiusto e ingiustificato” ,e il Presidente della Regione Campania, De Luca, che , in una nota, ha ribadito: “Rimango convinto della necessità di misure nazionali unitarie, anche più rigorose, per una azione più efficace di contrasto al Covid, a fronte di una diffusione sostanzialmente omogenea del contagio”.
Dichiarazioni, a cui è seguita la pronta replica del ministro della Salute Speranza, che, in un comunicato, ha ammonito: “Le Regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio dal mese di maggio. Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle Regioni. E’ surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili”.
Invito all’unità, arrivato anche dal Premier Conte,a margine di due collegamenti in videoconferenza con il Comune di Brescia, tra i più colpiti dalla pandemia nella prima ondata e oggi alle prese con il lockdow, e con un evento della FAO, nei quali, ha esortato alla coesione, nonostante le difficoltà e la crisi derivata dalla recrudescenza dei contagi, riecheggiato dal ministro degli Esteri pentastellato Di Maio, che, però, ha richiamato alle responsabilità le Regioni , dal segretario del Pd Zingaretti,che ha esortato a chiarire i criteri di ripartizione delle Regioni nelle fasce di rischio, stessa richiesta avanzata poi, alla Camera dal deputato dem Delrio, dai deputati di Italia Viva e dall’Opposizione di Centrodestra. Richiesta, subito accolta dal titolare del dicastero della Salute, che, per dirimere la questione, nella giornata di domani , terrà una informativa a Montecitorio.
Un primo chiarimento intanto, mentre era in atto una nuova Conferenza Stato Regioni, è arrivato nel pomeriggio dall’Istituto Superiore di Sanità , nel corso della conferenza stampa, tenuta presso il Ministero della Salute dal Presidente Brusaferro, il quale ha spiegato: “Oggi siamo in una fase di transizione e rimodulazione in cui ci sono delle ricrescite su cui bisogna intervenire per controllare la diffusione, riportandola a valori più labili o a velocità più controllata in modo tale da poter affrontare i prossimi mesi. Abbiamo obiettivi che possono essere diversificati in funzione della fase; quando il virus è sotto controllo, abbiamo le misure di contenimento che implicano una stretta capacità di tracciamento dei casi; quando i numeri eccedono le capacità di tracciamento, siamo nella fase di mitigazione per interrompere la probabilità di trasmissione. Siamo alla 24esima settimana di monitoraggio, dal 4 maggio lavoriamo in pieno accordo con le Regioni alla cabina di regia per il monitoraggio dell’andamento dell’epidemia. Ci sono una serie di strumenti che ci aiutano a capire come affrontare il rischio. Con il primo, normato con un decreto del ministero della Salute del 30 aprile, viene istituita la cabina di regia, che fa capo al Ministero, per collezionare ed elaborare una valutazione del rischio su base settimanale. E ci dà un’indicazione abbastanza precisa di come viaggia il virus. Il flusso di questi indicatori viene generato nei servizi sanitari regionali e inviato all’ Istituto Superiore di Sanità e al Ministero, quindi vengono assemblati i dati e vengono poi valutati secondo una dimensione del rischio. Questo viene fatto su base settimanale in stretta collaborazione tra Regioni, Istituto Superiore di Sanità e Ministero. In cabina di regia, peraltro, ci sono anche 3 rappresentanti delle Regioni, da Lombardia, Umbria e Campania. Non abbiamo dati aggiornati, la cabina di regia li produce su base settimanale, saranno prodotti nelle prossime 48 ore, Ci sono strumenti che ci aiutano a mitigare il rischio e a cui partecipano anche alcuni rappresentanti delle Regioni, le quali forniscono dei dati assemblati in dashboard che vengono poi valutati nella dimensione del rischio, su base settimanale. Tutto questo viene fatto con il contributo dell’Istituto Superiore di Sanità, con il dottor Andrea Urbani, il professore Giovanni Rezza, e i tre rappresentanti della Conferenza delle Regioni: Umbria, Lombardia e Campania. Questa indicazione settimanale è stata prodotta e condivisa a livello centrale e regionale, grazie alla quale abbiamo censito i valori dell’epidemia. Secondo queste elaborazioni, di cui l’ultima disponibile è del 25 ottobre, ci ha offerto uno scenario su cui sono state adottate alcune misure recenti. Il flusso di dati che si generano richiede dettagli delle persone che si infettano, in questi giorni sono 30mila, che devono essere lavorati dai dipartimenti di sanità regionali che, c’è chiaramente un tempo per lavorare questi dati, portano un ritardo rispetto al lavoro da produrre, perché ci danno dove e quando le persone si sono infettate. Gli indicatori che vengono generati dall’elaborazione del flusso di dati sono di processo, di esito e nuovamente di processo, ovvero la capacità di resilienza del sistema regionale in cui si innestano quei dati”.
Quindi, in riferimento al metodo per valutare il rischio-contagio delle varie Regioni: “Il criterio di valutazione del rischio delle Regioni è la combinazione di scenari di rischio che noi definiamo per decidere le misure, che non dobbiamo inventarci, ma vengono definite nei documenti che abbiamo prodotto. Su questa base lo scenario dei giorni scorsi ha classificato un’Italia con alcune Regioni a rischio alto, e alcune di queste hanno un problema di stabilità del dato, altre a rischio moderato. Su questa base ogni Regione ha condiviso questo tipo di valutazione e, come avvenuto in tutte queste settimane, ha ricevuto dal Ministero una valutazione degli indicatori”.
Sul tema, poi è intervenuto durante la stessa conferenza ,anche il Direttore Prevenzione del Dicastero della Salute , Rezza, che ha sottolineato: “Si lavora su indicatori come incidenza, Rt, occupazione posti letto: se c’è una Regione con apparentemente pochi casi e ha alta occupazione delle terapie intensive, quella è una Regione in sofferenza. Sono dati che vanno letti nella loro interezza. Dati che fanno riferimento a incidenza, Rt e resilienza. La Calabria ha un’incidenza inferiore ,ma un Rt molto alto e per questo è classificata in rischio alto. Ecco perché trovo alcune Regioni in fasce che non mi aspetterei confrontando i numeri con quelle di altre Regioni. Ma non dipende solo dal numero dei casi“.
Al nuovo Dpcm,per fronteggiare l’emergenza sanitaria poi, è collegato il Dl Ristori bis, un ulteriore decreto economico da 1,5-2 miliardi, dopo il primo da 5,4 miliardi, varato in contemporanea con il provvedimento anti Covid19 del 24 ottobre scorso, per sostenere i settori più colpiti dalle misure restrittive. Il testo , che dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri nella giornata di domani ( visto il vertice del Premier Conte con i leader di Maggioranza fissato per la serata , nel quale si discuterà del “patto di legislatura”) per essere licenziato nel fine settimana e che dovrebbe confluire nel Decreto Ristori1, attualmente in esame presso la Commissione Bilancio e Finanze del Senato, si pone due indirizzi: quello nazionale, con misure standard per le attività di tutto il territorio e quello territoriale , per aiutare le attività nelle Regioni collocate nell’area rossa,soggette a lockdown.
Gli aiuti verranno erogati direttamente dall’Agenzia delle Entrate in maniera immediata per chi ha già richiesto i sostegni messi in campo con il Decreto Rilancio e per chi proceda ex novo, presentando una domanda online. Quanto al tetto massimo di aiuti per ogni attività, quest’ultimo è fissato a 150 mila euro, che arriveranno in maniera tempestiva.
Tuttavia, resta da sciogliere il nodo risorse: toccherà infatti trovare le coperture senza ricorrere a un nuovo scostamento di bilancio e tenendo conto ,da un lato dei conti pubblici già sforati (-85 miliardi di euro) nei primi dieci mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, e delle risorse già attinte per finanziare il Dl Ristori 1 (avanzi di cassa e capitoli di spesa inutilizzati).
In merito al nuovo decreto si è così espressa la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali , Catalfo, intervenuta questa mattina nella trasmissione di Rai Tre “Agorà”: “Adesso ci sarà un secondo decreto ristori che sarà emanato nelle prossime ore, che con un fondo perduto andrà a ristorare tutte le imprese e partite iva in difficoltà, e anche il terzo settore e in legge di bilancio vi saranno ulteriori misure di politica attiva e interventi sulla Naspi”
Un aspetto quello della crisi economica scaturita dalla pandemia, evidenziato anche dal Commissario agli Affari Economici UE, Gentiloni ,che, stamane, in una conferenza stampa, ha illustrato le previsioni d’autunno della Commissione Europea, spiegando: “Nelle ultime settimane ci siamo trovati di fronte a una recrudescenza della pandemia e sono state adottate nuove misure di contenimento e per questo motivo la ripresa è stata interrotta. La crescita è destinata a fermarsi nel quarto trimestre, ma a riprendere a salire a partire dal primo trimestre del 2021. Dopo la più profonda recessione nella storia dell’UE nella prima metà di quest’anno e una ripresa molto forte in estate, la ripresa in Europa si è interrotta a causa della recrudescenza nei casi COVID-19. La crescita tornerà nel 2021 ma ci vorranno due anni prima che l’economia europea si avvicini al livello pre-pandemico. Nell’attuale contesto di altissima incertezza, le politiche economiche e fiscali nazionali devono rimanere favorevoli, mentre NextGenerationEU deve essere finalizzato quest’anno ed effettivamente implementato nella prima metà del 2021. Ci sono rischi al ribasso eccezionalmente grandi sulle previsioni. La pandemia potrebbe diventare più severa e durare più a lungo, e in quel caso servirebbero misure di contenimento più stringenti e protratte nel 2021, che porterebbero a una crescita più bassa e disoccupazione più alta, lasciando ferite più profonde. Inoltre, le misure di sostegno potrebbero essere ritirate prematuramente, oppure le divergenze tra Paesi potrebbero irrigidirsi, mettendo a rischio il funzionamento del mercato unico. Infine, la possibilità di uno stress dei mercati finanziari non si può escludere. Ma ci sono anche rischi al rialzo che potrebbero migliorare la situazione, come un accordo commerciale tra UE e Uk oppure un’accelerazione sul fronte dei vaccini. Inoltre, le previsioni tengono in considerazione solo il prefinanziamento del 10% del Recovery fund, ma non tutto il suo potenziale che potrebbe arrivare ad avere un impatto sul Pil del 2% negli anni in cui sarà pienamente operativo”.
Quindi: “L’attività economica in Europa ha subito un grave shock nella prima metà dell’anno e ha registrato un forte rimbalzo nel terzo trimestre grazie all’allentamento delle misure di contenimento. Tuttavia la recrudescenza della pandemia nelle ultime settimane sta provocando nuove interruzioni, da ciò ,le proiezioni di crescita nell’orizzonte di previsione sono soggette a un livello estremamente elevato di incertezza e rischi: per cui, le previsioni economiche vedono il Pil della zona euro contrarsi del 7,8% nel 2020 prima di crescere del 4,2% nel 2021 e del 3% nel 2022. Stime più moderate rispetto all’estate. Né l’area dell’euro né l’UE recupereranno il livello di crescita pre-pandemia nel 2022”.
Poi, su disoccupazione e debito: “In Italia, le misure di bilancio continueranno a sostenere l’occupazione e i redditi, ma è improbabile, purtroppo, che prevengano una crescita della disoccupazione. In Italia, la copertura estesa degli schemi di integrazione salariale (Cassa integrazione guadagni) e il divieto di licenziamenti fino all’anno prossimo è probabile che preverranno l’ampia perdita di occupazione nel 2020. I lavoratori temporanei hanno sostenuto il peso maggiore dell’aggiustamento del mercato del lavoro finora, ma è improbabile che quelli permanenti restino illesi una volta che le misure di emergenza finiranno. Il tasso di disoccupazione salirà quindi all’11,6% l’anno prossimo, con la maggioranza dei posti persi nel settore servizi. Quanto al debito, non credo che oggi ci sia preoccupazione alcuna sulla sostenibilità dei debiti, c’è necessità nel medio periodo di mettere il debito in un percorso di sostenibilità e credo che la preoccupazione sia pienamente condivisa dal Governo italiano. Dopo un forte aumento nel 2020, deficit e debito rallenteranno nel 2021 e 2022. Per la UE, la risposta alla crisi, con supporto di imprese e lavoratori, ha avuto un impatto del 5,5% sul fronte della spesa. Il debito invece salirà nettamente dal 134,7% del 2019 al 159,6% in 2020 ,prima di scendere lentamente verso il 159% nel 2022 grazie alla crescita del Pil. Le misure di liquidità alle imprese, comprese le garanzie statali, implicano alcuni rischi sulle proiezioni del debito”.
Infine, l’esortazione: “Incoraggiamo gli Stati ad usare tutti gli strumenti messi in campo dalla UE. Sulla nuova linea di credito sulle spese sanitarie da crisi pandemica del Mes abbiamo lavorato duramente e siamo riusciti a togliere la condizionalità degli altri programmi”.
Proprio, sul fronte Lavoro, proseguono le proteste degli operai della Whirlpool di Via Argine a Napoli, la cui produzione è ufficialmente cessata il 31 ottobre scorso e che oggi sono scesi in piazza Dante , nel rispetto delle norme anti Covid19, nell’ambito delle quattro ore di sciopero nazionale proclamate dai sindacati metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, presenti con presidi a Roma, Napoli, Milano e Torino, per sollecitare il Governo al rinnovo del contratto nazionale scaduto da 10 mesi.
A tal proposito, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Catalfo ha assicurato: “Come sapete il rinnovo è un accordo tra le parti, ma capisco che questo momento è molto delicato e come ministro del Lavoro cercherò di agevolare in qualsiasi modo questo dialogo tra le rappresentanze dei lavoratori e le aziende per superare questo scoglio che sta bloccando tutto”.
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