-Mentre il Governo prepara la progressiva riapertura delle imprese e delle attività economiche a partire dal 3 maggio, con il supporto della nuova task force di 17 esperti guidati dall’ex manager di Vodafone Colao, i Presidenti di alcune Regioni come la Liguria hanno già disposto la ripresa di alcune aziende, suscitando perplessità nell’Esecutivo. Duro, il monito del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Boccia: “Chi vuole riaprire se ne assume la responsabilità. Regioni possono inasprire le misure non allentarle”.
-Dl imprese, sì della Commissione UE ai finanziamenti per garantire la liquidità alle aziende italiane. In arrivo, anche bonus baby sitter, mentre slitta la cassa integrazione per i lavoratori, ma l’Esecutivo studia il Decreto aprile che prevede un incremento del bonus per gli autonomi (da 600 a 800 euro) e l’introduzione di un reddito di emergenza per ampliare la platea beneficiaria di sussidi. Intanto, sul fronte europeo, il Vicepresidente della Commissione UE Dombrovskis ha aperto agli Eurobond. Scontro nel Governo e con le Opposizioni di Centrodestra sull’uso del Mes senza condizionalità.
-Confcommercio: a marzo, consumi a -31,7% e ad aprile calo del Pil (-13%). Fondo Monetario Internazionale, crolla il Pil mondiale (-3%). La peggiore recessione dal 1930. “L’Italia pagherà il prezzo più alto per la pandemia (-9,1%)”.
di Federica Marengo martedì 14 aprile 2020
Ancora due settimane di misure restrittive, limitazioni agli spostamenti e alle attività e poi, a partire dal 3 maggio scatterà la Fase 2, ovvero l’inizio, graduale, della riapertura dell’Italia. Ecco allora che, per arrivare preparato, il Governo ha affidato a una task force di 17 esperti, guidata dall’ex a.d di Vodafone, Vittorio Colao, e supportata dal Comitato tecnico-scientifico,l’elaborazione di un piano, che dovrà coniugare lavoro e sicurezza sanitaria.
Alcuni dei possibili interventi messi in campo dai neo-nominati tecnici sono già emersi nel corso del primo tavolo svoltosi nella giornata di sabato scorso con il Premier Conte a Palazzo Chigi e prevedono la costituzione di due applicazioni: una, per sostituire l’autodichiarazione cartacea, necessaria per gli spostamenti , con quella in formato digitale, l’altra, per realizzare un tracciamento degli spostamenti dei positivi al virus.
Al vaglio, inoltre, un ripensamento e una riorganizzazione del lavoro basti sull’apporto del digitale, che consenta, dove possibile, lo svolgimento delle mansioni da remoto, facendo ricorso allo smart working , in alternativa alla presenza fisica in ufficio, che potrà essere limitata e regolata da un orario flessibile.
Stessi criteri, quelli della flessibilità e del ricorso alla tecnologia, che saranno impiegati per limitare gli accessi sui mezzi di trasporto, adottando come linea guida che i passeggeri siano seduti e distanziati tra loro in modo da non occupare tutti i posti, sebbene il nodo resti quello della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Tra i temi principali al vaglio, infatti, l’idea di ricorrere al digitale e ai dati forniti dai dispositivi sia per monitorare i contagi che per organizzare le ripartenze in base alle aree geografiche e all’ età.
A tal proposito, nei prossimi giorni potrebbero tenersi una serie di incontri con sindacati, rappresentanti delle imprese, amministratori locali e, non in ultimo, con il nuovo Comitato (già a lavoro questa mattina), per predisporre la riapertura anticipata (forse a fine aprile) di alcuni comparti industriali come quello della moda, della metallurgia e l’automotive.
Sul tavolo del Governo, poi, anche il “dossier estate”, ovvero la ripresa del turismo con la riapertura degli stabilimenti balneari, previa l’adozione di misure di distanziamento e il via libera a vacanze di prossimità, cioè limitate alla propria Regione di appartenenza, e il “dossier scuola”, con la quasi ormai certa (in quanto già caldeggiata dall’Istituto Superiore di Sanità) riapertura degli istituti di ogni ordine e grado rimandata a settembre.
Al momento, nella giornata di oggi, come indicato dall’ultimo Decreto della Presidenza del Consiglio varato il 10 aprile, si è proceduto alla riapertura di librerie, cartolerie , negozi di vestiti per neonati e bambini e attività di silvicoltura(taglio dei boschi), sebbene non su tutto il territorio nazionale , per via delle diverse ordinanze emanate dai Presidenti di Regione (vedasi il caso della Campania, dove il Presidente De Luca ha optato per il no alla riapertura di librerie e cartolerie, consentendo però la vendita di abbigliamento per bambini per sole due giornate della settimana e dalle 8:00 alle 14:00, mentre i Presidenti di Lombardia e Piemonte , Fontana e Cirio, hanno deciso di non applicare le direttive del Presidente del Consiglio confermando la serrata di tali esercizi).
In altre Regioni, invece, come la Liguria e il Veneto , i rispettivi Presidenti Zaia e Toti hanno deciso, nel rispetto delle misure di sicurezza, di allentare alcune restrizioni (il primo ha consentito la corsa nei pressi della propria abitazione, ma allentando il limite dei 2 metri di distanza , il secondo,ha disposto la ripresa di lavori agricoli, delle attività balneari ed edili e della cantieristica).
Proprio su tali iniziative si è espresso criticamente il ministro degli Affari Regionali Boccia, che, in un’intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato: “Capisco la voglia di uscirne, ma i numeri ci dicono che siamo ancora dentro l’emergenza, pertanto , i Presidenti che vogliono riaprire se ne assumono la responsabilità. Parlare di normalità vuol dire illudere la gente e se si commette un errore distruggi settimane di sacrifici di tutti. L’Italia conta 160 mila casi e 20 mila morti. Nella fase due entreremo dal 4 maggio, dobbiamo ancora mantenere la barra dritta, mentre ora ci troviamo ancora nella fase in cui vediamo le prime luci e dobbiamo difendere i risultati raggiunti . Se il Presidente Emmanuel Macron prolunga il lockdown all’11 maggio, è perché sa che senza salute non c’è economia. Zaia avrà fatto le sue valutazioni sulla base dei contagi, ma io penso che se qualche presidente di Regione apre i cantieri senza aspettare le classificazioni di rischio dell’Inail si assume la responsabilità delle forzature”.
Poi, in Audizione presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera, sulle iniziative adottate per fronteggiare l’emergenza Covid19 , ha spiegato: “Finora con le Regioni “c’è stata massima collaborazione” e le ordinanze delle Regioni hanno quasi sempre attuato le indicazioni dei Dpcm. In ogni caso le Regioni hanno sempre potuto inasprire le misure contenute nei decreti. “Ma l’allentamento non è possibile perché si va in contrasto con le norme ordinarie. Il grande sforzo fatto dagli italiani sta mettendo in sicurezza il Paese, ma non essendoci il vaccino lo sforzo rischia di essere vanificato, se viene fatto un errore su qualsiasi scala territoriale. Ecco perché bisogna valutare con attenzione il lavoro che sta facendo il comitato tecnico-scientifico. Il passaggio alla “fase 2” sarà molto, molto difficile. Nella relazione tra la dimensione sociale e quella economica serve un raccordo permanente tra le norme regionali e quelle nazionali. Con l’R0 (indice di contagiosità, ndr) siamo intorno a 0,8-0,9, l’ideale sarebbe zero, ma ci arriveremo solo col vaccino. L’obiettivo è portare il sistema a 0,5-0,6 in tutta Italia e a quel punto il rafforzamento dei sistemi sanitari dovrebbe reggere il più possibile. Questi numeri cambiano da regione a regione, il rischio è che lo sforzo straordinario fatto dagli italiani venga vanificato da errori a livello territoriale. Quando si ripartirà il mosaico deve essere omogeneo e funzionante. Non escludiamo bando sanitari per le carceri . Abbiamo chiesto alle Regioni la lista delle esigenze delle carceri, non escludiamo un bando tra operatori sanitari” .
Nel frattempo, con due decisioni distinte, la Commissione UE, come previsto dal Decreto n°23 dell’8 aprile , ha dato il via libera alle misure da 200 miliardi introdotte dal Dl imprese per sostenere l’economia e allo schema di garanzie per le piccole e medie imprese e per i lavoratori autonomi.
Da qui, il Presidente Patuelli e i vertici dell’Associazione Bancaria italiana hanno inviato una circolare agi istituti bancari associati per avvertire dell’ok giunto da Bruxelles, autorizzando l’erogazione alle imprese danneggiate dall’emergenza Covid19.
“Vista l’estrema necessità e urgenza di darne immediata applicazione da parte delle banche, sono stati forniti, in allegato alla lettera circolare, i documenti e i comunicati stampa della Commissione europea”, ha reso noto Patuelli , “La Commissione europea considera le misure previste nel Decreto legge coerenti con la normativa europea sugli Aiuti di Stato. E’ un importante passaggio propedeutico per la piena operatività delle misure previste, soprattutto relative all’art. 1 (garanzia Sace) e art. 13 (Fondo di Garanzia pmi).
Sul sito “fondidigaranzia.it” è poi possibile scaricare il modulo per le imprese che intendano accedere ai prestiti da 25.000 euro.
Al via da domani e fino al 17 aprile, poi, il pagamento del bonus di 600 euro per autonomi e professionisti , richiesti fra il 1° e il 2 aprile da circa 4 milioni di persone. Lo stesso bonus, sarà portato ad 800 euro e pagato in maniera automatica, cioè senza bisogno di presentare di nuovo la richiesta, con il prossimo Decreto (Decreto aprile) , in preparazione al Ministero dell’Economia , che prevede anche lo stanziamento di un reddito di emergenza per raggiungere le fasce più deboli escluse da tutte le forme di sostentamento, compreso il reddito di cittadinanza.
In arrivo, secondo quanto confermato dalla Ministra del Lavoro Catalfo , anche il bonus baby sitter: “I 200.000 congedi parentali richiesti sono stati retribuiti per la grande maggioranza direttamente dalle aziende ai dipendenti, mentre le oltre 40.000 domande per il bonus baby sitting sono al vaglio dell’Inps per andare in pagamento (nel libretto famiglia) il 15 aprile anch’esse”.
Non così celere invece, se non per i lavoratori che accedono alla Cassa integrazione ordinaria, anticipata direttamente dalle aziende, il pagamento degli ammortizzatori per i lavoratori, anche se il Governo ha chiarito con una nota: “L’Inps sta raccogliendo le domande che iniziano ad arrivare dalle Regioni per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga. Al momento sono 11 le Regioni che stanno provvedendo all’invio dei dati. E’ già in corso il pagamento da parte dell’Inps della cassa in deroga delle prime regioni. E’ in piena operatività la convenzione siglata da Abi, Inps e organizzazioni sindacali che consente ai lavoratori sospesi dal lavoro a causa dell’emergenza Covid-19 di ricevere un anticipo della cassa integrazione ordinaria e in deroga, pari a 1.400 euro. Per ottenere le erogazioni, le procedure non richiedono più l’invio di modelli cartacei validati presso sportelli bancari e postali per certificare l’Iban, perché la validità del codice identificativo viene effettuata con sistemi informatici. Nei giorni scorsi, l’Abi ha comunicato che la quasi totalità delle banche italiane (quasi il 94% in termini di attivi) ha già aderito alla Convenzione. È bene ricordare che i tempi ordinari per il pagamento della cassa integrazione sono sempre stati di due o tre mesi. In questo caso, grazie alla normativa semplificata e allo sforzo enorme dell’Inps, i pagamenti arriveranno al più tardi entro 30 giorni dalla ricezione della domanda”.
Una situazione difficile , quindi, quella in cui versano le imprese, fotografata da uno studio di Confcommercio sugli effetti della chiusura attuata per arginare il contagio del Covid19. Secondo l’organismo, che rappresenta imprese e autonomi, a marzo i consumi hanno registrato un calo del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, stimando poi per il 1° trimestre del 2020 una riduzione tendenziale del 10,4% . Un crollo , dunque, che dovrebbe ripercuotersi sul Pil di aprile ,previsto in contrazione del 13% ,a fronte del calo tendenziale del 3,5% atteso per il 1°trimestre del 2020.
“Siamo in presenza di dinamiche inedite sotto il profilo statistico-contabile, che esibiscono tassi di variazione negativi in doppia cifre”, si legge nel Rapporto di Confcommercio, “ il turismo ha segnato un-95% degli stranieri a partire dall’ultima settimana di marzo; le immatricolazioni di auto (-82%), le vendite di abbigliamento e calzature (-100% per la maggior parte delle aziende non attive su piattaforme virtuali), bar e ristorazione (-68% considerando anche il delivery a casa). Pertanto, dato il persistere delle misure di contenimento, l’organismo prevede per aprile, una flessione del Pil di -6,1%. Nel complesso del primo trimestre, il Pil è stimato ridursi del 3,4% rispetto al trimestre precedente e del 3,5% nel confronto sul trimestre corrispondente del 2019. Dall’analisi più dettagliata dei dati sui consumi emerge che a marzo si è registrata per il settore dei servizi una flessione tendenziale del 47,9% e del 25% per quello dei beni. I ribassi più consistenti hanno colpito il segmento della ristorazione (-69,5%) dei beni e servizi per la mobilità (-63,3%) e di abbigliamento e calzature (-67,4).
Quindi, in merito alle misure adottate dal Governo italiano per fronteggiare la crisi: “Accanto alla concessione di abbondante liquidità a costi molto esigui, sarebbe opportuno affiancare una serie di indennizzi proporzionali alle perdite (al netto delle imposte potenzialmente dovute) subite dagli imprenditori e dai lavoratori. Senza lo strumento dei “trasferimenti a fondo perduto” si corre il rischio che l’eccezionale liquidità non sarà realmente domandata, almeno dai soggetti più deboli,lasciando ferite permanenti nel tessuto produttivo e rendendo meno vivace la ripartenza. Oggi è necessario evitare che, dopo il Coronavirus, la ricostruzione dei livelli di benessere economico, già depressi, del 2019, duri troppi anni . Il rischio è la marginalizzazione strutturale del Paese rispetto alle dinamiche internazionali dell’integrazione, dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità e, in definitiva, della crescita di lungo termine”.
E una prospettiva ancor più fosca è stata fornita dal Fondo Monetario Internazionale, nel suo World Economic Outlook , che ha rilevato come fra le grandi economie mondiali l’Italia potrebbe pagare il prezzo più alto dalla crisi provocata dal Covid19, con il Pil che quest’anno potrebbe crollare a -9,1% per poi registrare un limitato rimbalzo nel 2021 a +4,8%.
Tuttavia, la pandemia si abbatterà con tutta la sua forza sull’intera economia mondiale , determinando per quest’anno una diminuzione del Pil globale del 3%, un risultato molto peggiore di quello della crisi del 2008.
A livello globale, gli Stati Uniti saranno il Paese con il più pesante deficit-Pil , rispetto alle maggiori economie globali, a riflesso dei costi delle misure di bilancio messe in campo contro il Covid19. Il disavanzo del Pil statunitense balzerà al 15,4% nel 2020, mentre scorso anno si era attestato al 5,8%. In prospettiva sarà il valore più elevato tra i Paesi elencati in una tabella contenuta nel Fiscal Monitor. Deficit alto , si registrerà anche in Cina, balzando a un valore a due cifre: 11,2% dal 6,4% del 2019. In Giappone toccherà il 7,1% del Pil.
Per l’Eurozona (-7,5%) e per l’Italia (-9,1%) la caduta sarà ancora più forte seguita, anche in questo caso, da consistenti riprese l’anno prossimo, rispettivamente pari al +4,7% e al +4,8%. La perdita del Pil prevista per quest’anno sarà la maggiore tra i grandi Paesi dell’Eurozona, con la Spagna accreditata di un -8%, la Francia di un -7,2% e la Germania del -7%. Per l’anno prossimo il rimbalzo italiano, stimato al +4,8%, sarà inferiore a quello della sola Germania (+5,2%) ma superiore a Francia (+4,5%) e Spagna (+4,3%).
Prevista in forte aumento anche la disoccupazione ( in Italia, salirà al 12,7% della forza lavoro rispetto al 10% registrato nel 2019), sia nell’intera Eurozona dove salirà dal 7,7% al 10,4%) . La dinamica potrebbe essere riassorbita l’anno prossimo con un tasso di disoccupazione stimato al 10,5% in Italia e all’8,9% nell’Eurozona.
Per il FMI, si tratta di un “panorama complesso e incerto. La ricaduta economica dipende da fattori che interagiscono in modi difficili da prevedere, incluso il percorso della pandemia, l’intensità e l’efficacia degli sforzi di contenimento, l’entità delle interruzioni dell’offerta, le ripercussioni del drastico inasprimento condizioni del mercato finanziario globale, i cambiamenti dei modelli di spesa, i cambiamenti comportamentali (come evitare le persone nei centri commerciali e nei trasporti pubblici), gli effetti di fiducia e i prezzi volatili delle materie prime. Molti Paesi affrontano una crisi a più livelli che comprende uno shock per la salute, perturbazioni economiche interne, crollo della domanda esterna, inversioni dei flussi di capitale e un crollo dei prezzi delle materie prime. Prevalgono i rischi di un risultato peggiore. Le misure fiscali prese dalle maggiori economie possono frenare un più profondo declino della fiducia. Ma saranno ancora più efficaci quando la pandemia si allenterà e le persone potranno tornare alle loro attività”.
Positivo però l’intervento delle Banche Centrali che “hanno garantito liquidità e fiducia nel sistema, contribuendo a limitare lo shock e, quindi, assicurando che l’economia sia ben posizionata per la ripresa. Dallo scoppio dell’emergenza Coronavirus gli interventi rapidi e significativi di diverse banche centrali sono stati fondamentali e hanno evitato un calo ancora più marcato del clima di fiducia e dei prezzi delle attività. Di particolare importanza è stata l’attivazione e la creazione di linee di swap tra le principali banche centrali per fornire liquidità a livello internazionale. Il panorama economico sarà modificato in modo significativo per tutta la durata della crisi e forse più a lungo, con un maggiore coinvolgimento nell’economia da parte dei governi e delle banche centrali”.
Stime nefaste, queste ultime, a una settimana dal Consiglio Europeo nel quale i Capi di Stato e di Governo decidendo sugli strumenti da utilizzare per fronteggiare la crisi economica scaturita dal Covid19 e proprio nel giorno in cui dal Vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis è arrivata un’apertura sugli Eurobond: “All’Ue potrebbe servire un fondo per la ripresa da 1.500 miliardi di euro dopo la pandemia da Coronavirus. Su come finanziarlo finora non è stato deciso nulla e il tema di bond comuni europei sarà “sul tavolo” alla riunione dei capi di governo del 23 aprile ma il lettone aggiunge che potremmo finanziare il fondo con bond sostenuti da una garanzia degli Stati membri. La Commissione sta lavorando a nuovi strumenti finanziari al di là dei contributi nazionali che di solito confluiscono nei bilanci settennali dell’Ue, ha aggiunto Dombrovskis. Gli Stati del Nord come la Germania e i Paesi Bassi si sono finora opposti all’ipotesi degli Eurobond: Dobbiamo essere chiari con noi stessi che siamo in una crisi senza precedenti”.
In Italia, invece, è scontro all’interno del Governo sul ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilità o Fondo Salva Stati senza condizionalità limitatamente alle spese sanitarie e per un ammontare pari al 2% del Pil, proposto come compromesso dai Paesi UE, Germania e Olanda , contrari agli Eurobond, ovvero a uno strumento di debito comune, nel corso dell’Eurogroppo tenutosi la scorsa settimana.
Netto, infatti, il No di 5Stelle, sì di Pd e Italia Viva. Contraria anche l’Opposizione di Centrodestra, con il segretario della Lega Salvini e la Presidente di Fratelli d’Italia Meloni, mentre si è dichiarato a favore il Vicepresidente di Forza Italia e Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, Tajani , che ha chiesto all’Europa un piano coraggioso da 2500 miliardi.
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