-Definito nella notte dal Premier Conte con gli enti locali,il piano per la riapertura delle Regioni ,che partirà a livello nazionale dal 4 maggio.
-Oggi, informativa del Presidente Conte alle Camere sulla Fase2 e sul Consiglio Europeo del 23 aprile, in merito al quale l’Ansa, tramite fonti di Bruxelles, ha fatto sapere che Recovery Fund ed Eurobond potrebbero non essere all’ordine del giorno nella riunione dei Capi di Stato e di Governo UE, che dovrebbe, dunque, limitarsi a ratificare quanto deciso durante l’ultimo Eurogruppo. Intanto, il Vicepresidente esecutivo della Commissione UE Timmermans ha esortato l’Italia ad accettare il MES senza condizionalità per le spese sanitarie.
-Domani Consiglio dei Ministri per mettere a punto gli ultimi dettagli del Documento di Economia e Finanza e dello scostamento di Bilancio per finanziare il Decreto aprile, in arrivo solo a maggio,su cui , il 29 aprile dovrà esprimersi con un voto il Senato.
-Nota dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio riguardo l’impatto del Covid19 sull’economia italiana: nel primo trimestre del 2020 una perdita di Pil mai vista (almeno 15 punti). Triplicate le ore di Cassa Integrazione richieste: non era avvenuto neppure con la crisi finanziaria del 2009.
di Federica Marengo martedì 21 aprile 2020
E’ durata fino a tarda notte la riunione in videoconferenza del Premier Conte con gli enti locali, Comuni e Regioni per discutere del piano nazionale di riapertura di imprese e attività che dovrebbe prendere il via dal 4 maggio, data di scadenza dell’ultimo Decreto della Presidenza del Consiglio con cui sono state prolungate le misure restrittive e le limitazioni agli spostamenti in vigore sul territorio dai primi di marzo al fine di contrastare la diffusione del virus Covid19.
Un resoconto del confronto con i rappresentanti degli enti locali è stato fornito dal Presidente del Consiglio stesso in un post pubblicato sui suoi profili Social e ribadito nel primo pomeriggio, nel corso dell’informativa tenuta dapprima in Senato e poi alla Camera dei Deputati, insieme a comunicazioni riguardanti la posizione che il Governo italiano intende assumere nel consesso del Consiglio Europeo sugli strumenti da utilizzare per contrastare la crisi economica scaturita dalla pandemia.
A tal proposito, parlando all’Aula della Fase 2 , il Premier Conte ha esposto un piano (che sarà definito entro domenica) per la ripresa articolato in cinque punti: “1. Mantenere e fare rispettare il distanziamento sociale, promuovere l’utilizzo di mascherine e Dispositivi di protezione individuale fino al vaccino; 2. Rafforzare le reti sanitarie sul territorio come arma più efficace per la lotta al virus, con particolare attenzione alle case di cura; 3. Intensificare la presenza di Covid-hospital per la gestione dei pazienti infetti e ridurre i rischi di contagio nelle strutture sanitarie; 4. Uso corretto dei test, sia tamponi che test sierologici; 5. Rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti sospetti con l’utilizzo delle nuove tecnologie”.
“Questo passaggio parlamentare viene compiuto nella chiara consapevolezza mia e del Governo della necessità di coinvolgere appieno il Parlamento, a maggior ragione in una fase in cui l’azione di Governo, per il carattere straordinario, rileva direttamente su beni primari della persona: salute e libertà, iniziativa privata e lavoro. La pandemia ha costretto a misure di estrema urgenza adottate sempre nel rispetto dei principi di massima precauzione e di proporzionalità. In ogni più delicato passaggio, ho sempre avuto la massima premura affinché fosse preservato il delicato equilibrio fra i molteplici valori coinvolti, tutti di rango costituzionale, e affinché fosse assicurato che i diversi organi costituzionali, ciascuno espressione di irrinunciabili garanzie, fossero coinvolti nella misura più ampia possibile, soprattutto a tutela del principio supremo di democraticità che informa di sé l’intero ordinamento giuridico”, ha sottolineato Conte, nel corso del suo intervento, spiegando poi: “Dobbiamo procedere a un allentamento delle restrizione per le attività produttive e commerciali. I motori del Paese devono riavviarsi ma il riavvio deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato che riguarda anche le attività connesse. Si prospetta una fase molto complessa, si procederà a un allentamento delle misure per le attività produttive e commerciali, i motori del paese devono riavviarsi, ma sulla base di un piano ben strutturato. Anche per le misure di distanziamento sociale ci saranno alcune modifiche, non ci sfugge, la difficoltà dei cittadini nel continuare a rispettare le regole anti contagio e l’aspirazione al ritorno alla normalità. Un’avventatezza in questa fase, però, può compromettere tutti i sacrifici adottati dai cittadini fin qui. La decisione di prolungare il lockdown è avvenuta alla luce dei dati di contagi, questi dati hanno confermato l’efficacia delle misure ma hanno suggerito l’esigenza di proseguire. Il Governo sta per varare un piano di progressive aperture che sia omogeneo su base nazionale e che consenta di riaprire buona parte delle attività produttive e commerciali, tenendo però sotto controllo la curva del contagio in modo da poter re intervenire, se si supererà una certa soglia. Serve una revisione del modello organizzativo del lavoro, delle modalità del trasporto pubblico e privato e di tutte le attività connesse. Anche per le misure di distanziamento sociale ci saranno alcune modifiche, non ci sfugge la difficoltà di osservare regole limitative della libertà di movimento. Il ritorno alla normalità, con la gradualità necessaria, è una aspirazione comprensibile di tutti. Queste esigenze mi vengono sollecitate anche da molti di voi parlamentari, che sollecitano soluzioni rapide e sostenibili. Occorre un rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti sospetti, il cosiddetto contact tracing, e di teleassistenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie. L’immediatezza nella individuazione dei contatti stretti dei casi positivi e il loro conseguente isolamento sono cruciali per evitare che singoli contagiati possano determinare nuovi focolai. Per questo, un’adeguata applicazione informativa direttamente disponibile su smartphone è uno strumento essenziale per accelerare tale processo”.
Quindi, proprio in merito all’introduzione dell’applicazione “Immuni”, che dovrebbe consentire il tracciamento dei positivi e degli eventuali contagi, e che ha sollevato numerose polemiche sia tra i partiti della Maggioranza (Pd e Italia Viva) sia dell’Opposizione (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) sulla necessità di garantire la tutela della privacy dei cittadini e di normare l’uso di tale strumento con una legge approvata dal Parlamento, ha specificato: “L’app sarà su base volontaria e non obbligatoria, faremo in modo che chi non vorrà scaricarla non subirà limitazioni nei movimenti o pregiudizi. Sulla app Immuni i capigruppo di Maggioranza e minoranza saranno costantemente informati e io stesso mi riservo di riferire alle Camere. Chi non vorrà scaricare la app Immuni non subirà limitazioni di movimento o altri pregiudizi”.
Poi, riguardo alle Residenze Sanitarie per Anziani e all’organizzazione del sistema sanitario sul territorio, ha evidenziato: “Il Governo sta lavorando perché siano rafforzati tutti i servizi di prevenzione e sta sollecitando rinnovata collaborazione con i servizi sanitari territoriali, in special modo sulle Rsa, dove si è verificata un’esplosione incontrollata dei contagi in alcune aree del Paese. Il Governo, inoltre, punta a intensificare in tutto il territorio la presenza di Covid hospital per la gestione ospedaliera di pazienti, in modo da ridurre notevolmente il rischio di contagio per operatori sanitari e pazienti”.
Infine,sulle nuove misure economiche, che l’Esecutivo metterà in campo con il Decreto aprile per sostenere famiglie, lavoratori e imprese, ha affermato: “Il fenomeno rischia di lacerare un tessuto sociale già danneggiato. Abbiamo mosso i primi passi con l’anticipo di liquidità ai Comuni, il Governo però è consapevole che questi interventi non sono sufficienti. Per tale ragione il Governo invierà a brevissimo in Parlamento una nuova relazione sullo scostamento di bilancio per una cifra non inferiore a 50 miliardi. Questa emergenza incide sulle fasce più fragili, rischia di creare nuove povertà e lacerare un tessuto sociale già provato. Per questo occorre un sostegno alle famiglie e alle imprese prolungato nel tempo ancora più incisivo”.
Ringraziata quindi la Maggioranza per il confronto costruttivo, e ,rinnovata la disponibilità a dialogare con l’Opposizione (che ha contestato, protestando, le parole del Premier), Conte si è poi soffermato sul Consiglio Europeo del 23 aprile e sulle trattative che il Governo sta conducendo con la UE sull’utilizzo degli strumenti economici per fronteggiare la crisi ,determinata dall’emergenza Covid19: “In Europa, serve una risposta coordinata, i Paesi e le istituzioni non possono permettersi di ripetere gli errori del 2008. Allora non si riuscì a dare una risposta coordinata creando un secondo choc nel 2010-20112, condannando i Paesi dell’Unione a una ripresa più lenta di altre aree del mondo. E’ un rischio che non possiamo permetterci di correre. Sull’ormai strafamoso Mes si è alimentato nelle ultime settimane un dibattito che rischia di dividere l’Italia in opposte tifoserie, ma l’intento è procedere con la massima cautela. Ci sono Paesi in Ue che hanno dimostrato interesse al Mes senza condizioni. Tra di essi anche la Spagna. Rifiutare questa nuova linea di credito significherebbe fare un torto a questi Paesi che ci affiancano nella battaglia in Ue. Oltre al Mes l’Europa lavora per creare nuovi strumenti di finanziamento per affrontare l’emergenza economica provocata dal Coronavirus, su questa nuova linea di credito attendo ulteriori prese di posizione nel Consiglio Ue, ma siamo disponibili a lavorare con gli altri Paesi affinché non siano introdotte condizionalità di sorta. Quanti esprimono dubbi su questo, a mio avviso, contribuiscono al dibattito democratico e costruttivo e sono il primo a dire che occorre valutare attentamente i dettagli dell’accordo per capire questa nuova linea di credito quali condizione pone, se è o meno conforme all’interesse nazionale. Questa discussione deve avvenire in modo pubblico trasparente dinanzi al Parlamento a cui spetterà l’ultima parola, ma la trattativa è particolarmente complessa in Europa. Il prossimo Consiglio UE non ritengo sia risolutivo, ma farò di tutto perché esprima un indirizzo politico chiaro nell’unica direzione ragionevole. Dobbiamo agire presto perché il ritardo comprometterebbe il risultato, un rischio che l’Europa non può correre. Dobbiamo rinforzare e riparare in fretta la casa comune per competere con le grandi economie globali. L’Italia sostiene la necessità di una risposta coordinata e ambiziosa in Europa e sostiene che il nuovo strumento di finanziamento dovrà essere conforme ai trattati europei, perché non abbiamo tempo di cambiarli, Un veicolo da costruire prima possibile e in grado di finanziarsi con debito comune sui mercati finanziari. Il Recovery Fund dovrà essere gestito a livello europeo senza carattere bilaterale, particolarmente consistente, ben più degli strumenti di cui si parla, mirato a far fronte a tutte le conseguenze negative del Covid 19, immediatamente disponibile e messo a disposizione di tutti i Paesi interessati subito, attraverso meccanismi di garanzie che ne anticipino l’applicazione, non dovrà avere condizionalità, anche in termini di cofinanziamento”.
Al termine del suo intervento, quindi, sulle proposte in campo a Bruxelles, ha specificato : “Sul tavolo c’è anche una bozza francese che recherebbe il Recovery Fund. Noi appoggiamo la proposta francese, avendo chiesto di integrarla rispetto alla originaria formulazione. Da ultimo, è stata presentata una proposta spagnola, che pure potremo appoggiare. Abbiamo riservatamente anticipato una nostra proposta che riteniamo conforme al trattato. A noi interessa portare a casa il risultato, non rivendicare una primazia. Interessa condividere quanto più possibile le proposte sul tavolo senza rischiare di dividerci”.
Dure, le critiche dell’Opposizione di Centrodestra all’indirizzo del Premier e del Governo, con Lega e Fratelli d’Italia che hanno lamentato l’impossibilità per il Parlamento di esprimersi sull’operato di Conte, avendo quest’ultimo tenuto un’informativa e non delle comunicazioni soggette al voto delle Camere , e bocciato il ricorso al MES “light” ,in quanto in realtà presenterebbe ugualmente delle condizioni e il rischio di un commissariamento dell’Italia da parte della Commissione UE. Più sfumata la posizione di Forza Italia, che ha ribadito la disponibilità a collaborare con l’Esecutivo e a sostenere il ricorso al MES, ma solo se questo risultasse ,dallo studio delle carte, realmente privo di condizionalità.
Sul fronte della Maggioranza invece, il Pd ha invitato alla prudenza sul MES, ma anche ad evitare pregiudizi che non permetterebbero di siglare un accordo vantaggioso per il Paese. Di “occasione irripetibile per l’Italia”,sempre riguardo al MES, ha parlato invece Italia Viva. No al “vecchio MES”,ma apertura a uno strumento rinnovato e con una linea di credito vantaggiosa per l’Italia, è stata invece la posizione espressa dal M5S , che ha comunque rinnovato la fiducia al Premier.
Tuttavia, indiscrezioni provenienti da Bruxelles e raccolte dall’agenzia Ansa nelle ultime ore, confermerebbero quanto affermato da Conte nell’informativa alle Camere riguardo il Consiglio Europeo del 23 aprile, che ,secondo il Premier non sarebbe risolutivo. Infatti, fonti vicine alla Commissione UE, avrebbero dato a intendere che nel vertice UE non si parlerà e deciderà né di Recovery Fund né di Eurobond, ma si procederà soltanto alla ratifica della decisione presa nell’ultimo Eurogruppo di attuazione di un piano di ripresa da 540 miliardi di euro , cui sarà possibile accedere grazie a una serie di strumenti quali: la Banca Europea per gli investimenti destinati alle imprese, il fondo Sure per la cassa integrazione e il Meccanismo Europeo di Stabilità senza condizioni limitatamente per le spese sanitarie dirette e indirette e per la prevenzione e la cura del Covid19 , con una linea di credito pari al 2% del Pil dei Paesi membri, strumento quest’ultimo, che il Vicepresidente esecutivo della Commissione UE Timmermans, intervistato da La Repubblica, ha esortato ad accettare.
Nel frattempo, nella giornata di domani dovrebbe tenersi il Consiglio dei Ministri per mettere a punto gli ultimi dettagli del Documento di economia e Finanza e del Decreto aprile (in arrivo a maggio) con le nuove misure economiche a sostegno di famiglie, lavoratori , imprese per la cui attuazione è previsto un ulteriore sforamento del deficit e uno stanziamento di 50 miliardi di euro (per un totale, considerando gli importi per i provvedimenti precedenti-Decreto marzo e Dl imprese, di 75 miliardi di euro), scostamento di bilancio che sarà votato dal Senato il 29 aprile.
Un provvedimento ,che dovrebbe dunque sostenere ulteriormente le imprese e le altre attività, e consentire la tenuta dell’economia del Paese, sulla quale, dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, non giungono buone notizie. Infatti, nella nota di aprile, elaborata per valutare i primi effetti dell’impatto del Covid19, si legge: “La fase ciclica dell’economia italiana, complessivamente stagnante lo scorso anno si era già deteriorata nell’ultimo trimestre del 2019. La rapida diffusione dell’emergenza sanitaria, a partire dalla fine di febbraio, ha cambiato il quadro congiunturale con una velocità e un’intensità senza precedenti in tempi di pace. L’incertezza di famiglie e imprese continua ad aumentare: l’indice Upb nel primo trimestre dell’anno è decisamente peggiorato. Per l’Ufficio parlamentare di bilancio, si prefigura, quindi, per la prima metà dell’anno un calo dell’attività economica di intensità eccezionale, mai registrato nella storia della Repubblica stimato in circa 15 punti percentuali. Tuttavia, nell’ipotesi di un regresso dell’epidemia l’attività tornerebbe ad espandersi nel trimestre estivo. Serve perciò massima cautela nella valutazione delle stime che risentono di un’incertezza estremamente elevata. Inoltre, sii stima, per la sola parte relativa alle richieste CIG, che il numero complessivo di ore autorizzate possa essere ampiamente superiore, anche il triplo, rispetto ai valori massimi storicamente osservati su base mensile dalla crisi finanziaria del 2009. Al momento, però, non sono disponibili informazioni sul mercato del lavoro relative al periodo dell’emergenza sanitaria, che potrebbe anche ostacolare la produzione delle statistiche ufficiali”.
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