-Covid19, il Commissario Straordinario all’Emergenza, Figliuolo dall’hub di Marghera: “Per coprire più persone, somministrare seconda dose di Pfizer a 42 giorni. Maggio, mese di transizione. A giugno, la svolta, con vaccinazioni aperte a tutte le classi d’età presso gli hub aziendali, se arriveranno le dosi previste e se saranno state immunizzate le fasce a rischio”. Intanto, nel suo monitoraggio settimanale dei dati, la Fondazione Gimbe, rilevando il calo dei casi e dei decessi, ha evidenziato: “Ancora scoperte, le fasce 70-79 anni (25,9%) e 60-69 anni (49,6%)”, mentre il ministro della Salute, Speranza, nel suo intervento a un webianar, ha dichiarato: “Nessuno si salva da solo. Serve coordinamento internazionale sulle politiche sanitarie”.
-Governo, in mattinata, Premier Draghi alla Relazione annuale del Presidente della Corte Costituzionale insieme con le più alte cariche dello Stato. Il Presidente della Consulta, Coraggio: “Attività mai interrotta in pandemia. Paese ha dato gran prova di sé”. Nel pomeriggio, invece, in discussione in Senato, dove è in fase di conversione in legge il Dl Covid del 1° aprile, la mozione di Fratelli d’Italia sulle riaperture, l’abolizione del coprifuoco e dell’uso delle mascherine all’aperto dove si rispetti il distanziamento, superata però dalla presentazione di un ordine del giorno della Maggioranza in cui si chiede al Governo di attuare la riapertura graduale delle attività, la revisione graduale del coprifuoco e l’accelerazione sull’operatività del Green Pass europeo. Al vaglio dell’Esecutivo, poi, una norma del ministro del Lavoro Orlando da introdurre nel Dl Sostegni bis, che dovrebbe essere varato dal CdM nella prossima settimana: si tratta della rioccupazione e decontribuzione al 100% per il rientro dopo la Cassa integrazione.
-Eurispes, Rapporto 2021: “Italiani sempre più poveri, nel 2020 persi 440 mila posti di lavoro”.
di Federica Marengo giovedì 13 maggio 2021
“Maggio è un mese di transizione, a giugno dobbiamo aprire le vaccinazioni ad altre fasce d’età e alle aziende. Questo mese avremo circa 17 milioni di dosi, siamo con una media di 450 mila dosi somministrate al giorno con punte di oltre 500 mila tra giovedì e venerdì. A giugno dobbiamo aprire ad altre fasce, alle aziende, si faranno test con classi d’età, warm up con i medici aziendali per testate la bontà del sistema. Giugno deve essere il mese della svolta per dare la spallata definitiva e lasciarci indietro il periodo peggiore. Dobbiamo arrivare all’immunità di gregge, sono molto confidente che ci arriveremo tempi previsti”. Così, il Commissario Straordinario all’Emergenza, Generale Figliuolo, in visita questa mattina, con il Capo della Protezione Civile Curcio, presso l’hub di Marghera (Venezia), ricognizione a margine della quale, ai cronisti presenti, ha spiegato: “Sull’utilizzo dei vaccini il Comitato tecnico scientifico ha ritenuto opportuno fare le sue raccomandazioni, nella sua autonomia. Faccio la difesa del Cts, ma lo argomento con modi da laico, non tirerei mai la giacca agli scienziati. Per AstraZeneca, l’Ema non ha dato alcuna indicazione, l’Aifa, sulla base delle attività di farmacovigilanza degli eventi correlabili, che sono infinitesimi, ha dato una raccomandazione di auspicio di usarlo per gli over 60. Potrebbe dare un altro parere, ma non sono in grado di anticiparlo. Ma ricordo che in Gran Bretagna è stato usato su oltre 21 milioni di persone. L’allungamento dell’intervallo tra le dosi di Pfizer e Moderna, è derivato da studi scientifici, che nel caso di Pfizer sono stati illustrati all’Ema. Dicono che portare a 42 i giorni rientra nella curva di effetto del farmaco, quindi cambia poco fare il richiamo a 21 o 42 giorni. Far slittare la seconda dose dai 21 ai 42 giorni per Pfizer cambia poco in termini di efficacia. E allora perché? Perché così abbiamo la possibilità nello stesso mese di destinare le dosi a qualche milione di persone in più. In una pandemia dove si rischia la morte un mezzo scudo a più persone è meglio di uno scudo intero riservato a pochi, fatto salvo che l’effetto del vaccino è simile. Da qui la raccomandazione del Cts. Non facciamo magazzino: quando serve la struttura commissariale fa proiezioni e si bilanciano i vaccini, con consenso delle regioni interessate”, ha ribadito il commissario straordinario per la vaccinazione. Nei giorni scorsi c’è stato un bilanciamento sud-sud tra Sicilia e Puglia. Ne faremo altri su AstraZeneca, in modo da vaccinare più possibile e non tenere nulla ‘in cassa'”.
Infine, la conferma che da lunedì 17 maggio sarà possibile per la fascia degli under quaranta prenotare per la somministrazione, e le previsioni per il mese di giugno, mese alla fine del quale l’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, dovrebbe esprimere il proprio parere sulle vaccinazioni con siero Pfizer ai giovani fra i 12 e i 15 anni, già avviate negli USA: “Se gli arrivi di vaccino a giugno saranno coerenti con la mia stima quindi saranno dai 20 milioni in su, appena messi al sicuro gli over 80, i fragili e gli over 75 daremo il via libera ad una vaccinazione parallela e multipla. In parallelo, ovvero su tutte le classi, multipla ovvero aprendo nuovi hub vaccinali come nelle aziende. Qui in Veneto ci sono 70 punti vaccinali e le aziende ne potrebbero fornire altre 65 e a livello nazionale si potrebbe arrivare ad altri mille punti vaccinali, così a breve le classi produttive potranno entrare a pieno ritmo e intercettare la ripresa economica”.
Un criterio, quello di allungare il richiamo dei vaccini Pfizer e Moderna a 42 giorni per ovviare alla mancanza di dosi e non rallentare il ritmo della campagna vaccinale proseguendo con le altre fasce d’età per raggiungere l’obiettivo dell’immunità di gregge entro il settembre, messo in discussione dalla Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale sui dati della pandemia, nel quale l’istituto ha rilevato come solo il 9,9% degli over 80 (n. 439.599) non abbia ricevuto neppure una dose di vaccino, percentuale che sale al 25,9% della fascia 70-79 anni (n. 1.548.525) e che arriva al 49,6% in quella 60-69 anni (n. 3.650.078). Dunque, sono oltre 5,6 milioni le persone a rischio elevato di ospedalizzazione ancora totalmente scoperte dalla protezione vaccinale.
A tal proposito, il Presidente della Fondazione, Cartabellotta ,ha sottolineato: “A fronte di percentuali così elevate di over 60 non ancora coperte dalla prima dose ,da un lato si offre alle Regioni di aprire sino ai 40 anni per non rallentare le somministrazioni, dall’altro non si rendono noti i numeri di mancate adesioni e rifiuti selettivi di AstraZeneca, che hanno costretto ad estendere l’intervallo della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna sino a 42 giorni con il solo obiettivo di supplire alla carenza di dosi di vaccini a mRNA. Considerando che la campagna vaccinale sta entrando in una fase condizionata dall’adesione della popolazione, è necessario integrare la prenotazione volontaria con un sistema a chiamata attiva, coinvolgendo in maniera sistematica e capillare i medici di famiglia e mettendo in campo un’adeguata campagna di comunicazione istituzionale e strategie di persuasione individuale”.
Nel monitoraggio settimanale, inoltre, sono stati riportati i dati relativi alla settimana dal 5 all’11 maggio, nella quale si è registrato un calo dei nuovi casi (63.409 vs 78.309, pari a -19%) e dei decessi (1.544 vs 1.826, pari a -15,4%), così come dei casi attualmente positivi (363.859 vs 413.889, -50.030, pari a -12,1%), del numero delle persone in isolamento domiciliare (346.866 vs 393.290, -46.424, pari a -11,8%), dei ricoverati con sintomi (14.937 vs 18.176, -3.239, pari a -17,8%) e delle terapie intensive (2.056 vs 2.423, -367, pari a -15,1%), con dati in riduzione in tutte le Regioni.
Secondo il Presidente Cartabellotta: “L’ulteriore calo dei nuovi casi settimanali riflette gli ultimi effetti di 6 settimane di un’Italia tutta rosso-arancione. Si allenta ulteriormente anche la pressione sugli ospedali -sia per la minore circolazione del virus che per i primi effetti della elevata copertura vaccinale negli over 80. In dettaglio, in area medica dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 29.337) i posti letto occupati sono 14.937, con una riduzione del 49,1% in 35 giorni. Solo la Calabria supera la soglia di allerta del 40%, arrivando al 42%. Sul fronte della terapia intensiva, invece, dal picco raggiunto il 6 aprile (n. 3.743) rimangono occupati 2.056 posti letto, con una riduzione del 45,1% in 35 giorni. La soglia di saturazione del 30% risulta superata, seppur di poco, in Lombardia e in Toscana, entrambe al 32%. Nelle terapie intensive, il numero dei nuovi ingressi giornalieri continua a scendere, con una media mobile a 7 giorni che questa settimana ha raggiunto i 110 ingressi/die. Sul fronte della campagna vaccinale, il presidente Cartabellotta denuncia che al di là di ritardi e irregolarità delle consegne di AstraZeneca, finora Johnson & Johnson ha consegnato solo “briciole” e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell’Ema. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia è sempre più Pfizer-dipendente”.
In leggero aumento costante, invece , l’Rt medio calcolato dall’Istituto superiore di Sanità sui casi sintomatici a 14 giorni, che rispetto al valore di 0,85 (range: 0,80-0,91) della scorsa settimana ha raggiunto lo 0,89 (range: 0,85-0,91).
In ultimo, nel Rapporto, la Fondazione esprime anche un proprio parere sulla sostituzione del parametro dell’Rt di contagio con l’Rt ospedaliero, corrispondente al numero di ricoveri per Covid19, proposta dalle Regioni al Governo in modo da introdurre un nuovo modello di valutazione di rischio e sostituire il sistema dei colori: “Meglio conservare l’attuale sistema dei colori per indicare le zone in cui il virus Sarscov2 circola maggiormente: è opportuno pensare a nuovi criteri, ma una revisione integrale del sistema rischia di “avvitarsi in sterili tecnicismi”. La verosimile ripresa della circolazione del virus in un’Italia quasi tutta gialla richiede una revisione dell’algoritmo delle Regioni a colori, come già proposto dalle Regioni. Con il progredire delle vaccinazioni di anziani e fragili, entriamo in una fase dell’epidemia dove a fronte di un’elevata circolazione del virus ci si attende un impatto sempre minore sugli ospedali. Tuttavia, una revisione integrale del sistema rischia di avvitarsi in sterili tecnicismi e di divenire terreno di scontro governo-regioni, che, ritardando la modifica normativa, potrebbero nel frattempo mandare in arancione alcune Regioni. Per questi motivi si suggerisce piuttosto di mantenere lo stesso impianto, ormai ben rodato, procedendo immediatamente ad un suo rapido restyling: ripristinare le soglie dell’indice Rt fissate dal Dpcm 3 novembre 2020, ridurre complessivamente il peso dello stesso indice per assegnare il colore alle regioni e, soprattutto, integrare indicatori relativi alle coperture vaccinali”.
Dati, quelli sulla pandemia, accolti con soddisfazione, pur temperata dall’invito a non abbassare la guardia e a proseguire sulla via della ripresa con prudenza e gradualità, dal ministro della Salute Speranza, che, intervenuto nel pomeriggio al webinar internazionale Global health security and its impact on the economy, organizzato da Aspen Institute Italia, nel contesto del Think20, in partnership con la Presidenza italiana del G20, guardando alle prospettive future del Sistema Sanitario, ha sottolineato: “Nessuno si salva da solo. Questo ci hanno insegnato i lunghi mesi di pandemia. Servono nuovi modelli di coordinamento e cooperazione internazionale sulle politiche sanitarie. La proposta della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen di Unione della Salute va nella direzione giusta”.
Prudenza e gradualità, adottate dal Governo e dal Premier Draghi come criteri per procedere alle riaperture delle attività ad oggi ancora chiuse e alla revisione del coprifuoco, in merito a cui si deciderà nella cabina di regia politica fissata per lunedì 17 maggio, a fronte dei dati settimanali sul contagio e sull’andamento della campagna vaccinale elaborati domani dall’Istituto Superiore di Sanità, dal Comitato Tecnico Scientifico e dal ministero della Salute.
Una linea, su cui la Maggioranza sembra essersi ricompattata, nonostante il pressing dei partiti di centrodestra, Lega e Forza Italia, per la riapertura anticipata di ristoranti e bar al chiuso, di palestre e di imprese legate a eventi e matrimoni, e per l’abolizione del coprifuoco.
Infatti, dopo il via libera con 144 sì, 25 no e 3 astensioni, alla conversione in legge in Senato del Dl Covid del 1° aprile,recante misure urgenti per il contenimento della pandemia in materia di vaccinazioni, giustizia e concorsi pubblici (che ha dato anche l’ok a una norma-scudo penale per i vaccinatori), discussa e respinta la mozione dell’Opposizione di Fratelli d’Italia per la riapertura anticipata delle attività produttive ancora chiuse, se siano in grado di assicurare l’attuazione di protocolli di sicurezza, l’abolizione del coprifuoco, l’utilizzo delle mascherine all’aperto, se sia garantito il distanziamento e non vi sia assembramento, e lo stop alla limitazione nelle visite a familiari e ad amici, affiancata da un ordine del giorno unitario, presentato e approvato dalla Maggioranza, dopo il ritiro delle mozioni del centrodestra di Governo, Forza Italia e Lega, che propone la riapertura graduale delle attività, la revisione altrettanto graduale del coprifuoco, sulla base dei dati epidemiologici e delle vaccinazioni, e accelerazione dell’operatività del Green Pass, la carta verde per viaggiare negli Stati UE.
Atteso poi per la prossima settimana, anche il varo in Consiglio dei Ministri del Dl Sostegni bis, con misure per 40 miliardi ,frutto dello scostamento di bilancio autorizzato dal Parlamento, per porre le basi della ripresa e sostenere imprese, lavoratori e famiglie , tra cui il “contratto di rioccupazione” valido per tutti i settori, proposto dal ministro del Lavoro Orlando per attivare un sistema che favorisca la ripartenza e un’alternativa ai licenziamenti (il primo blocco scadrà il 30 giugno) . Si tratterebbe di un contratto a tempo indeterminato che sarà legato alla formazione e ad un periodo di prova, massimo di sei mesi, con sgravi contributivi al 100%, che andranno restituiti nel caso in cui il lavoratore non venisse poi assunto e che si cumulano agli altri già a disposizione.
Per i settori del commercio e del turismo, più colpiti dalla pandemia, sarà previsto un esonero contributivo al 100% per i dipendenti che vengono riconfermati dopo il blocco dei licenziamenti e la fine della cassa Covid a ottobre. Inoltre, le aziende con un calo del 50% di fatturato potranno stipulare un contratto di solidarietà che porti la retribuzione al 70%, ma dovranno impegnarsi, nella stipula dell’accordo, al mantenimento dei livelli occupazionali.
Sulla pandemia, poi, è tornato il Presidente della Corte Costituzionale, Coraggio, nella sua Relazione sul 2020, alla cui esposizione in mattinata hanno partecipato il Presidente della Repubblica Mattarella , i Presidenti di Senato e Camera, Casellati e Fico e il Premier Draghi.
“La pandemia è stata una prova difficile per il nostro Paese, che tuttavia ha dato grande dimostrazione di sé. I cittadini, sfatando luoghi comuni duri a morire, hanno saputo accettare i pesanti ma inevitabili sacrifici dei loro diritti con un senso civico diffuso e consapevole. E anche le istituzioni, pur con un certo affanno delle strutture sanitarie, hanno trovato la forza e la capacità di far fronte a questo evento drammatico e inusitato”, ha evidenziato il Presidente Coraggio, spiegando come l’attività della Consulta, malgrado il Covid19, non si sia fermata: “L’ampio ed efficace utilizzo dei sistemi informatici ha consentito la ininterrotta prosecuzione delle udienze e delle camere di consiglio, con la partecipazione da remoto sia dei giudici che delle parti. Un salto di qualità imposto dall’emergenza che ci ha sollecitato a portare avanti con determinazione l’introduzione del processo telematico, nonché ad utilizzare in larga misura strumenti di comunicazione vecchi e nuovi. Proprio grazie alla piena operatività della Corte, non solo il numero di decisioni è stato sostanzialmente analogo a quello dell’anno precedente, e in linea con quello degli ultimi cinque”, ma si sono “anche ridotti i tempi di conclusione dei giudizi, scesi, per quelli incidentali, da circa un anno ad otto mesi. Tutto ciò ha comportato la riduzione delle stesse pendenze”.
Quindi,rilevando come la didattica a distanza nelle scuole abbia consentito di non interrompere le lezioni , pur mettendo in evidenza una serie di diseguaglianze, si è soffermato sul conflitto Stato-Regioni che la pandemia ha messo in luce, invitando le istituzioni nazionali e locali a una leale collaborazione, e sui diritti delle minoranze, di fronte ai quali, in mancanza dell’intervento del legislatore, la Corte non può restare inerte (in proposito, il Presidente Coraggio ha rilevato come i moniti della Corte sull’aiuto al suicidio, sulle norme che puniscono con il carcere la diffamazione a mezzo stampa e sull’ergastolo ostativo, siano stati inascoltati dalle Camere).
Indispensabile, dunque per il Presidente della Consulta, (che ,in merito agli ex terroristi che si trovano in Francia ha affermato che “non esista un diritto alla fuga”), una riforma che preveda fine pena anche per l’ergastolo e riguardo alla legge sull’omotransfobia ha sottolineato come una normativa in tal senso sia opportuna.
Uno studio, invece, relativo agli effetti socio-economici della pandemia sugli italiani, è stato reso noto stamane dal Presidente di Eurispes, Fara, che ha spiegato come: “Secondo i dati di Banca d’Italia, già nei primi mesi di emergenza sanitaria, la metà delle famiglie italiane abbia subìto una riduzione nel reddito famigliare di circa il 15%. La situazione è particolarmente allarmante tra i lavoratori indipendenti: quasi l’80% ha subìto un calo nel reddito e per il 36% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare. Mentre l’Istat segnala per il 2020 la perdita di 440.000 posti di lavoro. Le statistiche ufficiali parlano di 4,6 milioni di poveri assoluti nell’Italia pre-Covid, un numero certamente inferiore alla realtà. Di appartenenti ad un ceto medio che arranca, anche se difficilmente identificabili (per discrezione, pudore, vergogna, dignità sociale). Già prima della pandemia il nostro Paese soffriva le conseguenze del ristagno dell’economia e dell’inasprimento delle disuguaglianze sociali. L’Italia risulta ai primi posti in Europa per livelli di disuguaglianza di reddito, e si segnala per la bassissima mobilità sociale”.
Sul lavoro, poi, più contagiate dal virus sono state le donne (su 147.875 denunce pervenute all’Inail, alla data del 31 gennaio del 2021, infatti, ben 102.942 provengono da donne che hanno subìto una qualche forma di contagio professionale, ossia circa 70 contagi professionali ogni 100, in termini relativi), per lo più under 50 e residenti nelle Regioni più colpite dal Covid19: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, nei settori della Sanità e della Pubblica Amministrazione.
In ultimo, otto italiani su dieci ritengono peggiorata l’economia nazionale. Si tratta di cittadini del Nord-Ovest, seguiti da quelli del Centro (83,8%), del Sud (83,4%) e del Nord-Est (77,3%).
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