-Accordo raggiunto nella notte tra Governo, sindacati e Abi (Associazione Bancaria italiana) sull’anticipo degli ammortizzatori sociali previsti dal Decreto Cura Italia: fino a 1400 euro sul conto corrente. Landini (Cgil): “Importate segnale per i lavoratori”.
-Allarme del Centro Studi di Confindustria: “Rischio depressione economica prolungata. Il Pil del 1° semestre è a -10%. UE, all’ultima chiamata”. Visco(Bankitalia): “Impatto del Coronavirus sull’economia ampio e profondo”. Istat, a marzo frena l’ inflazione (0,1%), accelera il carrello della spesa.
-UE e CoronaBond: la Germania chiude alle obbligazioni comuni. Ipotesi in campo: il ricorso alla Banca Europea per gli investimenti o all’emissione di War Bond italiani garantiti dalla BCE, mentre il Governo prepara insieme con le Opposizioni il Decreto aprile, con il reddito di emergenza.
di Federica Marengo martedì 31 marzo 2020
“Al di là delle misure era importante il tempo. C’è stato un ottimo lavoro fatto dalla Ministra Catalfo insieme ad Abi e parti sociali. Di fatto, entro Pasqua ci sarà l’erogazione del primo assegno di Cassa Integrazione”. Così, stamane, il ministro dello Sviluppo Economico, Patuanelli, ha commentato ai microfoni di Radio24 l’accordo raggiunto nella notte tra il Governo, l’Associazione Bancaria italiana , le parti sociali e le associazioni datoriali, sull’anticipo da parte delle banche degli ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione Ordinaria, Cassa Integrazione in Deroga, Fondo Integrazione Salariale e fondi bilaterali) previsti dal Decreto Cura Italia, in attesa del pagamento diretto da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, che avverrà entro e non oltre 7mesi.
L’intesa, sottoscritta dalla Ministra per il Lavoro e le Politiche Sociali, Catalfo,prevede l’immediata applicazione da parte di tutte le banche che intendano sostenere la Convenzione.
Destinatari della misura sono tutti i lavoratori , anche soci lavoratori, lavoratori agricoli e della pesca. Per fruirne, dovranno presentare la domanda a una delle banche convenzionate , che favoriranno il ricorso a modalità telematiche per limitare al massimo gli accessi presso le filiali, vista l’emergenza sanitaria.
L’anticipazione dell’indennità avverrà versando il credito su un apposito conto corrente, per un importo complessivo pari a 1.400 euro equivalenti a nove settimane di sospensione a zero ore (ridotto proporzionalmente in caso di durata inferiore). La cifra è da riproporzionare in caso di rapporto a tempo parziale. La parte eccedente che spetta al lavoratore sarà poi erogata dall’Inps tramite assegno.
Per l’apertura del conto corrente , le banche adotteranno condizioni di massimo favore non facendo ricadere i costi sui lavoratori e neppure gli interessi ed è per questo che l’Abi ha invitato Inps, Regioni e Province autonome a collaborare per assicurarne la più tempestiva attuazione.
L’anticipazione da parte delle banche poi potrà essere prorogata, in caso di intervento legislativo, mentre l’apertura del credito cesserà con il versamento da parte dell’Inps del trattamento e comunque non potrà avere una durata superiore ai 7 mesi.
La Convenzione con le banche scadrà il 31 dicembre 2020 e le parti si incontreranno nel mese di novembre per valutarne gli esiti. Possibile incontrarsi anche prima, ad esempio nel caso di ulteriori interventi legislativi in tema di Cassa Integrazione Ordinaria e in Deroga con causale “Covid-19”.
Soddisfatti, i sindacati, con il segretario della Cgil, Landini, che ha dichiarato: “Un importante segnale, una risposta per le lavoratrici e i lavoratori che, in una fase complicata per tutto il Paese, vedranno tutelato il loro reddito. Ai lavoratori per i quali è previsto il trattamento di cassa integrazione ordinaria (assegno ordinario o in deroga per Covid-19, definiti dagli articoli dal 19 al 22 del Dl 18/2020″Cura Italia”), pagato direttamente dall’Inps, potrà essere concesso dalle banche convenzionate un anticipo fino a 1400 euro per la Cig a 0 ore di 9 settimane, senza nessun aggravio di costi. Gli importi saranno riproporzionati per part time o riduzioni di orario inferiori”. Le modalità saranno semplificate il più possibile per evitare eccessivi spostamenti di persone. Infine, nell’accordo emerge la volontà comune di individuare meccanismi per agevolare la liquidità delle imprese affinché possano anticipare i trattamenti di cassa”, riecheggiato dalla segretaria generale della Cisl ,Furlan, che ha sottolineato: “Abbiamo ottenuto l’inserimento nel testo del protocollo dell’esclusione di costi a carico dei lavoratori per l’ottenimento delle anticipazioni” e dal segretario della UIL, Barbagallo, che ha affermato : “La UIL ha perseguito questo obiettivo sin dai primi giorni della terribile crisi sanitaria e ha voluto fortemente questa intesa, che consideriamo un fatto positivo e di buon senso”.
Intanto, mentre da domani sarà possibile inviare all’Inps le domande per accedere all’indennità da 600 euro destinata a professionisti, Partite Iva, Autonomi , lavoratori dello Spettacolo, cococo, commercianti e stagionali, il Centro Studi di Confindustria, presentando una sua analisi, ha avvertito “L’ economia italiana è colpita al cuore dal Coronavirus e sarà enorme la perdita di Pil nella prima metà del 2020. Lo rileva la caduta cumulata dei primi due trimestri del -10% circa. Il Covid-19 affossa il Pil, poi, a seguire, vi sarà una risalita lenta: ipotizzando un superamento della fase acuta dell’emergenza a fine maggio , potremmo avere una stima del -6% per il 2020. Ma solo i prossimi mesi diranno se in questa ipotesi c’è realismo o eccessivo ottimismo”.
Per gli studiosi di via dell’Astronomia: “Nel 2020 si registrerà un indebitamento del 5% del Pil e il debito salirà al 147% “per l’effetto congiunto dell’ampliamento del deficit legato all’emergenza COVID-19 e della caduta del Pil nominale (-5,2%)”. Nel 2021 il deficit migliorerà, rimanendo però sopra il limite del 3% (3,2%, la stima include la disattivazione delle clausole Iva) mentre il debito si assesterà al 144,3%. Sul fronte del lavoro è verosimile che la resilienza dell’occupazione nel 2020 sarà almeno pari al 2009 anno della crisi finanziaria e cadrà dell’1,5% in termini di teste: si paventa infatti una tenuta degli occupati (con ammortizzatori e strumenti di flessibilità) a fronte di una maggiore contrazione del 2,5% delle unità di lavoro equivalenti a tempo pieno e del 3,1% idi ore lavorate. Il tasso di disoccupazione è visto all’11,2%. Ogni settimana in più di blocco normativo delle attività produttive, secondo i parametri attuali, potrebbe costare una percentuale ulteriore di prodotto interno lordo dell’ordine di almeno lo 0,75%” .
Stime, commentate dal Presidente di Confindustria, Boccia, avanzando tale proposta: “Aiutiamo le imprese attraverso un fondo di garanzia che permetta alle banche di dare credito a breve. Le banche sostengono le imprese per i costi fissi minimi attraverso le garanzie di Stato. Questo debito di guerra si deve trasformare in un debito a trenta anni, proprio come accade nelle economie di guerra. Ne usciremo con più debito, ma sarà sostenibile e così trasformeremo la preoccupazione in speranza, dando una prospettiva al tessuto produttivo. La politica ha così la possibilità di intervenire con una soluzione intelligente, senza azzardi morali – ognuno pagherà quanto deve – per poi reagire e passare alla fase 2, quella della ripartenza .La ripresa, però, dipenderà anche dalla capacità di agire in tempi rapidi. Serve un nuovo piano Marshall. Ce lo suggeriscono i nostri Padri Costituenti che all’articolo 1 scrivono che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, avendo perciò visto nel lavoro il primo fattore di coesione nazionale. Se non recuperiamo le ragioni del lavoro, che è progetto, sfida, sacrificio per il futuro, allora veniamo meno ai nostri fondamentali”.
Di “impatto ampio e profondo” del Coronavirus sull’economia, ha parlato anche il Governatore di Bankitalia, Visco, che, rendendo nota la sua relazione annuale sui conti 2019 dell’istituto, ha spiegato: “Il Paese, l’Europa, il mondo intero condividono ansia e difficoltà nell’affrontare una sfida straordinaria. La repentina diffusione del nuovo Coronavirus, oltre a minacciare gravemente la salute della popolazione e a mettere sotto estrema pressione i sistemi sanitari, ha sconvolto le nostre abitudini di vita, i processi di lavoro”.
Inoltre, l’Istituto Centrale ha fatto sapere di aver realizzato un balzo dell’utile netto nel 2019 a 8,2 miliardi di euro contro i 6,2 miliardi del 2018 e dia aver “girato” allo Stato 8,9 miliardi di euro fra utile residuo (7,867 miliardi) e imposte di competenza (1.009 milioni).
E proprio alla luce delle stime negative previste per l’Italia, in un quadro di recessione che interessa l’intera Eurozona, che il Premier Conte continua a sollecitare (lo farà anche in queste ore rilasciando un’intervista a una Tv tedesca) il ricorso da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione a uno strumento di debito comune, come gli European Recovery Bond (obbligazioni comuni), che la Germania invece,continua a ricusare (di “solidarietà,ma intelligente” ha parlato oggi il ministro delle Finanze tedesco, Scholz, bocciando i CoronaBond).
Sul tavolo dell’Italia, dunque, resterebbero due ipotesi : il ricorso alla Banca Europea per gli Investimenti o l’emissione di War Bond italiani garantiti dalla Banca Centrale Europea, ma per fare il punto e valutare si attende l’esito dell’Eurogruppo che si svolgerà tra una decina di giorni.
Nell’immediato, invece, il Governo prepara il nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio da varare nel prossimo vertice dei Ministri (potrebbe tenersi fra domani e giovedì) , che prorogherà per altre due settimane e dunque fino a Pasqua (15 o 18 aprile) le misure restrittive per contenere il contagio da Covid19 , e si appresta a lavorare alla stesura del Decreto aprile, con nuove misure economiche a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie, per un ammontare di 30 miliardi di euro, avvalendosi della collaborazione dei partiti dell’Opposizione di Centrodestra, i cui rappresentanti , dopo il primo incontro di venerdì scorso, sono stati convocati domani, alle 9:30 ,a Palazzo Chigi
Tra le misure al vaglio dell’Esecutivo, l’introduzione con procedure semplificate di un reddito di emergenza di 780-800 euro al mese (pari a 3 miliardi di euro) destinato a tre milioni di cittadini (colf, badanti, precari, stagionali, baby sitter) che non hanno un bonus o un ammortizzatore né siano percettori del Reddito di Cittadinanza o l’estensione del Reddito di Cittadinanza stesso. Possibile anche l’elargizione di mini-bonus per i lavoratori in nero, alla luce delle possibili ricadute in termini di tensioni sociali che la crisi innescata dalla pandemia potrebbe determinare,attirandosi però le critiche al riguardo dell’alleato di Italia Viva, Renzi che auspica una riapertura delle imprese prima che scattino i licenziamenti.
Un tavolo , quello di domani con l’Opposizione, anticipato dalle richieste al Premier dei leader del Centrodestra. Infatti, se il segretario della Lega Salvini, ha proposto un pacchetto di misure economiche, tra cui la pace fiscale e un piano edilizia per trovare subito 200 miliardi e la possibilità per i sindaci di spendere in autonomia la quota dei 400 milioni di euro stanziati con l’ordinanza della Protezione Civile, leader di Fratelli d’Italia, Meloni, ha chiesto di accreditare subito 1000 euro sul conto corrente degli italiani che ne hanno bisogno, mentre il Presidente di Forza Italia, Berlusconi, ha evidenziato la necessità di garantire liquidità al mercato e di difendere il tessuto produttivo del Paese, presentando un piano da almeno 100 miliardi per finanziare sanità , spesa sociale e imprese piccole e grandi.
Altri dati, poi, riguardanti l’economia italiana, relativi al primo mese di chiusura di gran parte delle attività , sono stati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica , riguardo all’inflazione, che a marzo ha registrato una variazione annua dei prezzi al consumo, segnando un aumento dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua dal +0,3% del mese precedente.
La decelerazione è imputabile prevalentemente alla dinamica dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (in calo da +1,2% a -2,7%) e dei servizi (da +1,0% a +0,6%); tali andamenti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari (da +0,4% a +1,2%) e dei tabacchi da +1,5% a +2,5%).
Quanto all’inflazione dell’Eurozona a marzo, quest’ultima invece è calata di mezzo punto percentuale rispetto al mese precedente, scendendo dall’1,2% allo 0,7%.
Cibo, alcol e tabacco hanno il tasso annuale più alto (2,4% rispetto al 2,1% di febbraio), seguiti dai servizi (1,3% dall’1,6% del mese precedente), dai beni industriali non energetici (stabili allo 0,5%) e dall’ l’energia (-4,3% dal -0,3% di febbraio).
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