di Federica Marengo 3 novembre 2021

-Conclusasi la due giorni dei leader mondiali alla Cop26 con un accordo per mettere fine alla deforestazione e ridurre del 30% le emissioni di metano entro il 2030, cui hanno aderito anche Cina e Russia (le quali però non concordano con limite temporale del 2050 per la riduzione totale delle emissioni, spostandolo al 2060-70), garantendo di alzare a 100 miliardi di dollari l’anno (ma si parla di ulteriori incrementi) gli aiuti dei Paesi avanzati a favore delle economie in via di sviluppo, oggi, a Glasgow, si è tenuta la riunione tra i Ministri delle Finanze, i capi delle istituzioni finanziarie internazionali ed esponenti di banche e gruppi finanziari privati, per discutere su come mobilitare gli ingenti capitali necessari per finanziare la transizione energetica e il taglio delle emissioni, mentre la neo costituita Financial Alliance for Net Zero (Gfanz), composta da oltre 450 tra banche asset manager e finanziarie di 45 Paesi, ha annunciato, sollevando le perplessità di quotidiani come il Financial Times, che potrà erogare finanziamenti fino a 100.000 miliardi per aiutare la transizione a emissioni nette zero sui prossimi 30 anni.
Cifre esorbitanti, che non convincono gli ambientalisti né l’ONU per cui servirebbe “1 trilione di dollari all’anno (mille miliardi, n.d.r.) di investimenti nei paesi in via di sviluppo”.
Intanto rientrato a Roma, a Palazzo Chigi, proprio dalla Scozia, il Premier Draghi, ha riunito nel tardo pomeriggio la cabina di regia politica con i capidelegazione di Maggioranza per discutere della riforma della Concorrenza (tra i nodi da sciogliere il rinnovo delle concessioni per i balneari e gli ambulanti), più volte rinviata e che, domani, dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministri per l’approvazione.
Un impegno, al quale è seguito un confronto nell’ ambito della politica estera con il Presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen, per la ripresa del dialogo e la stabilizzazione tra Israele e la Palestina, tema affrontato già durante il G20 con il Primo Ministro israeliano Bennet), e, nell’ ambito della politica interna, con la Presidente di Fratelli d’Italia Meloni, riguardo ai temi economici, anche in vista delle modifiche alla Manovra ,che arriverà entro la fine della settimana in Commissione Bilancio e Finanze del Senato per la discussione.
Tra le questioni, con ogni probabilità al centro del colloquio del Presidente del Consiglio con la leader di FdI, Meloni, il Reddito di Cittadinanza, sulla cui assegnazione è stata impressa una stretta grazie a meccanismi introdotti proprio nell’ultima Legge di Bilancio, e contro il cui rifinanziamento per 9 miliardi, il partito di centrodestra all’Opposizione si è scagliato, così come gli alleati di coalizione della Lega , mentre da Forza Italia, dal centrosinistra e dai pentastellati si assicurano correttivi.
Altri fronti aperti nella Maggioranza e nell’Opposizione poi, nonché con le parti sociali: la riforma delle Pensioni, con il superamento di Quota100 e l’estensione del Superbonus110% e la sua proroga al 2023 anche per le villette e le unità abitative familiari.
Altra partita, poi, quella della corsa al Colle, con i partiti in agitazione, nel giorno in cui il Presidente della Repubblica uscente ,Mattarella, ha presieduto le celebrazioni per il Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, dopo la proposta lanciata dal numero due della Lega e Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti di un doppio ruolo di Draghi come Presidente della Repubblica e del Consiglio, che, di fatto, aprirebbe la strada a un semipresidenzialismo, per attuare il quale, però, a detta sia del centrosinistra che del M5S e del centrodestra , bisognerebbe modificate la Costituzione e che , vista l’impossibilità di farlo in tempi brevi, viene dunque respinta.
Tutto ciò mentre l’Istituto Nazionale di Statistica ha reso noti i dati sull’occupazione e la disoccupazione ,che rivelano per il mese di settembre un calo della disoccupazione del 9,2% e un aumento dell’occupazione (5000 mila in più rispetto a gennaio 2021), grazie alla spinta del lavoro dipendente, ma non tra i giovani nella fascia 15- 24 anni, dove la disoccupazione risulta in aumento del 29,8% (+1,8 punti).
Inoltre, si legge nella nota Istat: “Rispetto ai livelli pre-pandemia, cioè febbraio 2020, il numero di occupati è inferiore di oltre 300mila unità, il tasso di occupazione e quello di disoccupazione sono più bassi rispettivamente di 0,4 e 0,6 punti, mentre il tasso di inattività è superiore di 0,9 punti. Gli occupati sono più 13mila per gli uomini, 46mila in più per le donne. Sono dipendenti a tempo determinato con un’età compresa tra i 25-34 anni e ultra 50enni. A settembre, è sceso anche il numero di chi cerca lavoro con un meno 1,2%. Non lo cercano gli uomini, ma a colpire è la fascia d’età, chi ha più di 24 anni. Sempre il tasso di inattività scende al 35,7% ,se si mette a confronto il terzo trimestre con il precedente, il livello dell’occupazione è più elevato dello 0,4%, con un aumento di 81mila unità. La crescita dell’occupazione, nel confronto trimestrale, si lega alla diminuzione delle persone in cerca di occupazione con meno 137mila unità e alla sostanziale stabilità degli inattivi. Rispetto a settembre 2020, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-230mila), sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-280mila) che, ricorda l’Istat, era aumentato in misura eccezionale all’inizio dell’emergenza sanitaria”.
Sul fronte pandemia, via libera della Commissione Tecnico Scientifica dell’Agenzia italiana del Farmaco alla somministrazione della dose di richiamo o booster, con un vaccino mRna, Pfizer o Moderna, per chi (un milione e mezzo di persone), abbia effettuato una prima vaccinazione sei mesi fa col vaccino monodose Johnson& Johnson (non ancora specificato a partire da quale fascia di età), mentre si attende il parere dell’Ema, l’Agenzia Europea dei Medicinali, sulla somministrazione della terza dose agli over 50.
Sul tavolo del Governo, come annunciato dal Sottosegretario alla Salute Costa, nel giorno in cui la struttura commissariale del Generale Figliuolo ha reso noto il raggiungimento delle 90 milioni di dosi somministrate, anche l’ipotesi , qualora non si raggiungesse il 90% di popolazione immunizzata entro la fine del 2021, di un obbligo vaccinale per determinate categorie.
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