-Informativa del Premier Conte alle Camere sul Dpcm approvato il 24 ottobre scorso: “Misure per contenere la pandemia, basate su evidenze scientifiche e concordate con il Comitato Tecnico Scientifico e con le forze politiche. Nessuna scelta arbitraria. Questo è il momento di restare uniti per mettere in sicurezza il Paese”. Tensione nella Maggioranza, con Italia Viva che, contraria ad alcune misure, ha chiesto l’istituzione di un tavolo di confronto, e con il capogruppo in Senato del Pd Marcucci che ha esortato il Presidente del Consiglio ad effettuare una verifica di Maggioranza per valutare l’adeguatezza di alcuni Ministri a fronteggiare l’emergenza economico-sanitaria, ma dal segretario Zingaretti è arrivato l’alt: “Dal Pd pieno sostegno al Governo e ai Ministri”. Opposizioni di Cenrtrodestra , invece, hanno chiesto e ottenuto il voto sul provvedimento il 4 novembre, quando il Presidente Conte tornerà alla Camera per le Comunicazioni e le risoluzioni. Frizioni anche tra Stato e Regioni su Scuola, Trasporti e Sanità, ma il ministro per gli Affari Regionali Boccia ha rassicurato: “Disponibili fino a 10.300 posti in intensiva. Stop alle polemiche, tutti al lavoro”.
-Sindacati al Governo : proroga del blocco dei licenziamenti oltre il 31 gennaio o mobilitazione e sciopero. BCE, Consiglio Direttivo : “Tassi fissi e PeP invariati fino a giugno 2021 e oltre. Ulteriori valutazioni per un cambiamento di outlook, rinviate a dicembre”. UE, Consiglio Straordinario Europeo, la Presidente della Commissione Von der Leyen ha illustrato il pacchetto di misure anti-Covid19. Nessun accordo tra Europarlamento e Consiglio Europeo sul Bilancio dell’Unione. Istat, in calo la fiducia dei consumatori, in aumento quella delle imprese. Demoskopika, allarme Turismo: Con il 2°lockdown, a rischio 440 mila posti di lavoro”.
di Federica Marengo giovedì 29 ottobre 2020
“Ritorno qui in Parlamento per illustrare le ulteriori misure restrittive adottate dopo la subdola e repentina impennata della curva. Come è noto la sera di sabato 24 ottobre ho firmato un Dpcm alla fine di un lungo e articolato confronto con la Maggioranza e le Regioni”. Così, il Premier Conte ha esordito stamane, nella sua informativa alla Camera sull’ultimo Dpcm, replicata poi nella tarda mattinata in Senato.
“La curva epidemiologica è in rapida crescita con l’indice Rt arrivato alla soglia critica di 1,5. Il numero di nuovi positivi è cresciuto in maniera preoccupante, è difficoltoso tracciare le catene di trasmissione, con diffusione del virus su tutto il territorio, come sta avvenendo in molti Paesi europei, in particolare in Francia e Germania, questo quadro epidemiologico sta determinando una pressione seria sul sistema sanitario. Per questo, abbiamo adottato misure che consentano di raffreddare e mitigare la curva di crescita del contagio per alleviare il carico molto pesante sul Servizio sanitario. Le misure si basano sui principi di massima precauzione,proporzionalità e adeguatezza. Non abbiamo mai affermato di essere fuori dal pericolo e da una condizione di necessaria allerta“.
Poi, la precisazione sulla Scuola: “Anche la scelta di introdurre la didattica a distanza per le scuole secondarie superiori ci è costata molto, anche in funzione degli sforzi fatti nei mesi scorsi. L’attività educativa in presenza costituisce un valore irrinunciabile”.
Quindi, il Presidente del Consiglio ha evidenziato come il provvedimento sia stato concordato con il Comitato Tecnico Scientifico e con le forze politiche e non sia stato frutto di una scelta arbitraria: “Nel primo pomeriggio di sabato, il Ministro Speranza ha inviato la bozza di Dpcm al Comitato Tecnico Scientifico sollecitandone un parere e con verbale 121, qualche ora più tardi, il Cts ha risposto che dopo ampia analisi condivideva i provvedimenti formulando alcune limitate osservazioni’ che il Governo ha sostanzialmente recepito. Per scrivere il Dpcm non abbiamo agito in maniera arbitraria, apprezzando alcune attività a scapito di altre. Ci siamo basati su evidenze scientifiche e solide valutazioni prognostiche. L’Istituto Superiore di Sanità, d’intesa con la Conferenza delle Regioni e il Ministero della Salute ha reso pubblico il documento di prevenzione e risposta al Covid 19. In quel documento, sono rappresentate le specifiche e diverse modulazioni delle misure da adottare. Allo stato, l’epidemia in rapido peggioramento è compatibile con lo scenario di tipo 3, con progressione maggiore in alcune Regioni. Tra le misure, prevede di adottare quelle da noi previste”.
Infine, rivendicata l’approvazione del Dl Ristori, con misure economiche per sostenere le categorie più colpite dalle misure restrittive e scongiurare le tensioni sociali, pur comprendendo le proteste pacifiche di questi giorni ad opera delle varie categorie di lavoratori, l’appello all’unità nella Maggioranza, ma anche al dialogo e alla collaborazione con le Opposizioni , al fine di garantire la messa in sicurezza del Paese: “Tutti i Governi UE con i loro meriti e demeriti, e ciò riguarda anche il nostro Governo, sono stati costretti a fare un passo indietro. La scorsa settimana il Presidente Mattarella ci ha ricordato che tutte le articolazioni dell’ordinamento democratico sanno di dover operare sempre con spirito di unità e coesione. Questo, se mi permettete, è davvero il momento di restare uniti, tanto più per le sofferenze, la rabbia, l’angoscia, la preoccupazione dei cittadini. Quel che possiamo assicurare è che il Governo ce la metterà tutta per mettere in sicurezza il Paese e tutti noi del Governo siamo consapevoli che dobbiamo impegnarci con la massima determinazione. Come scriveva Albert Eistein: “Siamo consapevoli di essere qui non per noi, ma per gli altri uomini anzitutto quelli dal cui sorriso e benessere dipende la nostra felicità ,ma anche da quella moltitudine di sconosciuti alla quale ci lega un vincolo di simpatia”.
A seguire, il dibattito in Aula dei deputati di Maggioranza e Opposizione, replicato poi, più tardi, a Palazzo Madama con i senatori.
Pieno sostegno al provvedimento è stato espresso dalle forze alleate di Governo,M5S in testa , ma con dei distinguo, a cominciare da Italia Viva, con la capogruppo alla Camera Boschi che ha ribadito la contrarietà del partito alla chiusura di bar, ristoranti alle 18:00 , al blocco di cinema, teatri e palestre e al potenziamento della didattica a distanza per le scuole Superiori, e la richiesta di un tavolo di confronto interno alla Maggioranza “perché sostegno all’Esecutivo, non vuol dire essere degli yes man”. Tensione, anche nel Pd, con la linea ufficiale del segretario dem Zingaretti, per il pieno sostegno all’azione di Governo, contraddetta dal capogruppo al Senato Marcucci ,che , nel suo interveto in Aula, ha invitato il Premier Conte ad attuare una verifica dei Ministri per valutare chi tra questi ultimi non sia “adeguato a fronteggiare l’emergenza in corso”.
LeU, invece, tramite il portavoce di Sinistra italiana ,Fratoianni, ha chiesto che l’Esecutivo intervenga a sanare le disuguaglianze sociali acuitesi a causa della crisi, introducendo forme di sostegno come il reddito universale.
Sul fronte delle Opposizioni invece, critico il Centrodestra, che compatto, rimproverando i ritardi nel fronteggiare la seconda ondata di contagi, ha ammonito il Premier e il Governo per la mancata collaborazione nella stesura del Dpcm e ha chiesto nuovamente la possibilità di potersi esprimere con un voto sul provvedimento. Richiesta , poi, colta dal Presidente del Consiglio, che, sulla base di quanto stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo alla Camera, tornerà in Aula a Montecitorio per le Comunicazioni e le conseguenti risoluzioni con voto di Maggioranza e Opposizione, il 4 novembre.
Nel pomeriggio, poi, riunione in videoconferenza del ministro per gli Affari Regionali Boccia e del Commissario Straordinario all’Emergenza Arcuri, con i Presidenti di Regioni, alla luce delle sollecitazioni da parte di questi ultimi su questioni riguardanti Sanità, ma anche Trasporti e Scuola.
Secondo indiscrezioni giornalistiche, il Ministro Boccia avrebbe assicurato: “Possono essere disponibili immediatamente e in tempo reale oltre 10.300 posti di terapia intensiva in tutta Italia. Si tratta della somma dei posti già attivi nelle singole Regioni quelli attivabili grazie ai materiali inviati dal Commissario. Oggi dobbiamo dare un messaggio chiaro al Paese e tranquillizzare i cittadini. Già ad aprile, nel picco dell’emergenza, avevamo toccato 9.500 posti di terapia Intensiva.Serve il massimo impegno per chi è in ospedale e per chi è malato, dunque tutti al lavoro e senza polemiche, che nessuno capirebbe e sarebbero imperdonabili. Il Governo è sempre al fianco delle Regioni per ogni necessità e continua senza sosta a supportarle per il rafforzamento delle reti sanitarie territoriali”, riecheggiato dal Commissario Arcuri, che, prima della conferenza stampa presso la Presidenza del Consiglio,per fare il punto sulla situazione, avrebbe sottolineato: “Abbiamo inviato una mail alle Regioni con la richiesta dei fabbisogni per le terapie intensive in modo da poter alleggerire il carico negli ospedali. Appena avremo raccolto i loro riscontri procederemo con una nuova distribuzione di materiali. Al momento, in base ai materiali già inviati nei mesi precedenti dalla struttura commissariale, sono attivabili ancora 1.445 posti di terapia intensiva e le Regioni si stanno già attrezzando per attivarli; sono già nelle disponibilità altri 1.849 ventilatori pronti per la distribuzione. Dai dati in nostro possesso, la percentuale dei pazienti in terapia intensiva rispetto ai posti letto attivati è pari al 22%, che scende al 18% attivando tutte le postazioni attivabili”.
Altro nodo, poi, quello dei Trasporti, con alcune Regioni del Nord (Lombardia, Liguria, Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia) che,con una nota congiunta dei rispettivi assessori , hanno replicato alle affermazioni del Presidente Conte e della Ministra competente De Micheli riguardo al mancato utilizzo di tutte le risorse messe a disposizione delle Regioni per rafforzare il trasporto pubblico, evidenziando: “Al Governo abbiamo più volte ribadito che i finanziamenti statali destinati al trasporto pubblico locale per l’emergenza sanitaria (500+400 milioni) non sono sufficienti per far fronte al potenziamento dei servizi e alla riduzione dei ricavi delle aziende di Tpl. Sorprende dunque che il ministro De Micheli sostenga di non aver ricevuto dalle Regioni richieste di risorse aggiuntive: la nostra posizione è stata portata all’attenzione dell’Esecutivo in tutte le sedi utili comprese le riunioni formali, non ultima quello dello scorso 30 agosto, fermo restando che le Regioni chiedono al Governo di affrontare seriamente il tema del Tpl da fine marzo. Sorprende anche che il presidente del Consiglio Conte parli di un mancato pieno utilizzo delle risorse messe a disposizione delle Regioni per rafforzare il trasporto pubblico: la verità è che le risorse promesse dal Governo per i servizi aggiuntivi non sono ancora arrivate. Infatti, non è ancora stato approvato il decreto attuativo per il riparto dell’anticipazione dei primi 150 milioni sui 300 milioni di risorse stanziate dallo Stato. Per i servizi aggiuntivi, dunque, non è ancora arrivato un euro. Le azioni per potenziare il trasporto sono state attivate nelle varie Regioni in assenza di un contributo governativo, che ci auguriamo possa arrivare quanto prima”.
In ultimo, botta e risposta tra il Ministero dell’Istruzione Azzolina e il Presidente della Regione Puglia, Emiliano, in merito alla decisione di quest’ultimo, visto l’aumento di contagi, di procedere con un’ordinanza alla chiusura delle scuole dal 30 ottobre al 24 novembre. La titolare di Viale Trastevere, infatti, ha esortato Emiliano, tramite Social, alla riapertura, scrivendo: “La Regione Puglia ha sospeso le attività didattiche in presenza definendo ‘impressionante’ il numero dei contagi. Eppure, secondo quanto ci ha comunicato, si tratta di 417 studenti risultati positivi (su una popolazione studentesca di 562 mila). La stessa Regione ha poi ammesso che il problema in realtà non è la diffusione del virus all’interno delle scuole ma l’organizzazione del lavoro della Sanità regionale. Si riaprano al più presto le scuole, evitando conseguenze gravi, presenti e future, per gli studenti e per le famiglie. Sono sommersa in queste ore da messaggi di sconforto, delusione e amarezza. La comunità scolastica pugliese nei mesi scorsi ha lavorato tantissimo, per preparare le scuole alla riapertura. Dimostrando spirito di sacrificio e responsabilità. La stessa che oggi è richiesta a tutti gli attori istituzionali per non togliere alle bambine e ai bambini momenti di socialità, studio, impegno e crescita” ,incalzata poi dal Presidente della Regione Puglia, che ha replicato: “Sospendendo la didattica in presenza ho esercitato le mie legittime prerogative previste dalla legge, come il Presidente del Consiglio ha esercitato le sue con i vari Dpcm . Se ho qualcosa da dire al Governo o al presidente Conte lo faccio nella sede competente in riservatezza e senza polemizzare pubblicamente. Il comunicato sul ritiro dell’ordinanza, è un falso messo in piedi da chi evidentemente non si rende conto della gravità del momento e si diverte a seminare confusione. Siamo in una vicenda più grave del previsto che va gestita con unità e rispetto reciproco. Stiamo cercando soluzioni per le famiglie pugliesi che non sanno dove lasciare i bambini più piccoli e sono certo che riusciremo ad attutire il loro disagio nei prossimi giorni”.
Nel pomeriggio, Consiglio straordinario Europeo da remoto,nel corso del quale la Presidente della Commissione UE, Ursula Von der Leyen ,ha illustrato il pacchetto di misure anti-Covid19 e durante il quale il Premier Conte ha ribadito la necessità di attuare una strategia comune su test e vaccini,esortando le istituzioni UE ad accelerare sull’approvazione del Piano europeo di rilancio Next Generation EU, pilastro del Recovery Fund, il programma di aiuti da 750 miliardi , di cui 209 destinati all’Italia, non ancora definito a causa delle divisioni in atto tra Europarlamento e Consiglio Europeo sull’approvazione del Bilancio settennale (2021-2027) ad esso legato, che i sindaci di vari Paesi europei hanno chiesto vengano erogati direttamente agli amministratori locali.
Intanto, la Banca Centrale Europea, alla luce della seconda ondata di contagi che sta attraversando tutta l’Europa, con nuovi lockdown totali o parziali in vari Paesi, al termine del consueto Consiglio Direttivo, ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse( il tasso principale rimane fermo a zero, il tasso sui depositi resta a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%).
“Nell’attuale scenario”, si legge in una nota dell’istituto di Francoforte guidato dalla Presidente Lagarde, “con rischi chiaramente al ribasso, valuteremo i dati inclusa la dinamica della pandemia, le prospettive di diffusione di un vaccino e gli sviluppi nel mercato dei cambi e a dicembre sulla base dei dati, la Bce rivedrà i propri strumenti come adeguato. La risalita dei contagi presenta nuove sfide ai sistemi sanitari e alle prospettive di crescita dell’economia europea, e la ripresa sta perdendo slancio più rapidamente del previsto. Il balzo significativo dei contagi e le misure di contenimento prese da fine estate fanno prevedere un significativo indebolimento dell’attività economica nell’ultimo trimestre, dopo il rimbalzo del terzo trimestre. Anche se l’Eurozona continuerà a vedere tassi d’inflazione negativi fino ai primi mesi del 2021 per via dei prezzi petroliferi e del taglio dell’Iva tedesco, non vediamo deflazione, è inflazione negativa .La Bce fa molto conto sull’implementazione del Recovery fund, che consente alla politica monetaria e alla politica di bilancio europee di andare mano nella mano moltiplicandone l’impatto. E’ necessario che il Recovery fund sia accompagnato da spese “efficienti” e da riforme. Il Consiglio Direttivo valuterà attentamente le informazioni che arrivano, inclusa la dinamica della pandemia, la prospettiva di diffusione di vaccini e gli sviluppi sul mercato dei cambi. Le nuove stime macroeconomiche della Bce, a dicembre, consentiranno una approfondita rivalutazione delle prospettive economiche sulla base delle quali il Consiglio Direttivo ricalibrerà adeguatamente i suoi strumenti per rispondere alla situazione che si sta delineando. Nel frattempo, la Bce conferma gli acquisti di titoli pubblici ‘Pepp’ da 1.350 miliardi almeno fino a fine giugno 2021 e in ogni caso fino a quando non giudicherà che la fase di crisi del coronavirus è esaurita. Confermati anche, fino a fine anno, i 20 miliardi al mese di acquisti tramite il rafforzamento da 120 miliardi di euro del vecchio programma App”.
Una rassicurazione, questa, per i mercati e per l’economia interna che ha visto nuovi dati in chiaroscuro, come quelli relativi alla fiducia di consumatori e imprese, diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica, che ha rilevato nel mese di ottobre una diminuzione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 103,3 a 102,0) e un aumento dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese da 91,3 a 92,9. Quanto al clima di fiducia dei consumatori si registra, “un diffuso e marcato peggioramento delle opinioni relative alla situazione economica generale e alla tendenza della disoccupazione, mentre meno negative risultano le valutazioni sulla situazione personale. Invece, seppure in maniera più moderata, appare in recupero del clima di fiducia delle imprese, che vede l’indice aumentare per il quinto mese consecutivo. Il miglioramento riguarda l’industria e il commercio al dettaglio” mentre “il recupero, rispetto ai livelli precedenti l’emergenza sanitaria, è completo solo per il settore delle costruzioni”.
Tuttavia, il clima economico e il clima futuro registrano il calo più marcato passando l’uno da 94,5 a 87,8 e , l’altro, da 109,3 a 104,5. Il clima personale scende da 107,1 a 106,4 e quello corrente diminuisce da 100,2 a 99,9. Riguardo le imprese, il miglioramento della fiducia è diffuso nell’industria e nel settore del commercio al dettaglio, con l’indice del settore manifatturiero in risalita da 92,6 a 95,6 e l’aumento nelle costruzioni da 138,6 a 142,5; più contenuta, invece, la crescita nel commercio al dettaglio con l’indice passato da 97,5 a 99,3. In peggioramento invece, i servizi di mercato, con il clima di fiducia che scende da 88,7 a 88,1.
Allarme invece, dell’Istituto Demoskopika sul Turismo, che un secondo lockdown metterebbe in ginocchio ,con la perdita di 13 milioni di arrivi e 35 milioni di presenze ,pari a una contrazione di spesa di 4 miliardi di euro e la perdita di 440 mila posti.
Una questione , quella della perdita dei posti di lavoro, nei comparti maggiormente colpiti dalla crisi, dopo lo stop al blocco dei licenziamenti, posta anche dai sindacati, e al centro del secondo vertice di confronto convocato per domani pomeriggio dal Premier Conte, con i Ministri, Catalfo(Lavoro e Politiche Sociali), Gualtieri (Economia) e Patuanelli (Sviluppo Economico).
Sul tavolo: la proposta di Cigil Cisl e Uil di accompagnare alle 12 settimane di cassa integrazione un ulteriore blocco dei licenziamenti, in quanto ancora in emergenza, la riforma degli ammortizzatori sociali e le politiche attive per la fase post Covid19 .
Una proposta , quest’ultima, che se non dovesse essere ascoltata dal Presidente del Consiglio,il quale in queste ore, incontrerà Confindustria e le Associazioni imprenditoriali del Paese , potrebbe indurre i segretari Landini, Furlan e Bombardieri a indire una mobilitazione e quindi uno sciopero nazionale.
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