In attesa della 70esima edizione del “Festival della Canzone italiana”, ripercorriamo insieme la storia della gara canora più longeva della Televisione.
Dal 1971 al 1999
di Federica Marengo domenica 2 febbraio 2020
Tuttavia, se il dibattito politico-culturale fu connotato da un’estremizzazione, sfociata nella violenza, nel terrorismo e nella lotta armata, il Festival di Sanremo conservò intatta la melodia, proponendo all’ascolto dei telespettatori brani come quello vincitore dell’edizione 1971, “Il cuore è uno zingaro”, cantato dalla coppia Nicola Di Bari ( che ne fu anche l’autore) e Nada (diciassettenne, che aveva esordito sul palcoscenico del Casinò sanremese nel 1969, a soli quindici anni, con la canzone “Ma che freddo fa” , cantata in abbinamento con il gruppo beat di Shapiro i Rokes , e che l’anno prima aveva cantato con un altro giovanissimo esordiente, Ron , il brano: “Pa’, diglielo a ma’”) e autentiche poesie come quelle del cantautore debuttante, dopo un’esperienza artistica poco fortunata da “urlatore”, Lucio Dalla, il quale, fra il 1971 e il 1972, portò in gara al Festival le canzoni: “4 marzo 1943” e “Piazza Grande”.
La manifestazione, però, edizione dopo edizione, andò perdendo la sua attrattiva nei confronti del pubblico e nel 1973, anno della conduzione di Mike Bongiorno, in cui a partecipare fu un altro cantautore, il docente di Lettere Classiche Roberto Vecchioni , in gara con il brano “L’uomo che si gioca il cielo a dadi”, i dirigenti Rai decisero di mandare in onda solo la serata finale del Festival, vinto da Peppino di Capri con “Un grande amore e niente più”, che accrebbe i suoi telespettatori grazie all’adesione all’Eurovisione di Paesi ancora dominati dalle dittature comunista (URSS e Paesi del Blocco orientale) e fascista (Turchia, Cipro, Spagna e Portogallo), i quali, attraverso le immagini provenienti dall’Italia ,incominciarono ad anelare uno stile di vita diverso, incentrato sulla libertà dell’individuo e sul benessere.
Se dal punto di vista artistico i brani presentati in gara nelle edizioni della seconda metà degli anni Settanta non risposero al requisito del capolavoro musicale, affrontando tematiche “leggere”, corredate, a livello di Spettacolo, dalla ricerca della provocazione , a destare l’interesse del pubblico furono i cambiamenti apportati alla competizione. Nell’edizione del 1974, infatti, i cantanti in gara furono 28, divisi in due gruppi: 14 big (già qualificati alla serata finale) e 14 “aspiranti”,in sfida tra loro per gli ultimi 4 posti disponibili,mentre nel 1976 i partecipanti furono suddivisi in 5 gruppi, ciascuno con 2 interpreti “capigruppo” qualificati automaticamente alla finale,e , fatto più importante, per la prima volta nella storia della manifestazione canora, scomparve l’orchestra , sostituita dalle basi musicali.
Nel 1977, invece, categorie ed eliminazioni furono abolite, datosi che i brani in concorso quell’anno furono solo 12 , ma già nel 1978 le categorie furono ripristinate (“Solisti”, “Complessi” e “Cantautori”) e i vincitori di queste ultime si sfidarono per il primo posto finale. In questa edizione, presentata da Mike Bongiorno e dall’annunciatrice Maria Giovanna Elmi, e concertata dal direttore artistico, Vittorio Salvetti, il Festival fu trasmesso per la prima volta a colori (sebbene già nel 1973 le sole riprese dell’Eurovisione fossero state effettuate a colori) e non più dal Casinò delle Feste (per via di lavori di restaurazione), ma dal Teatro Ariston, concludendosi con un medagliere tutto riservato ai gruppi: al primo posto, gli Homo sapiens ,con “Bella da morire”, al secondo I Collage, con “Tu mi rubi l’anima” e al terzo I Santo California, con “Monica”.
Quindi, sul “Festival dei Fiori”, dopo il ciclone Rino Gaetano, classificatosi terzo, alle spalle dell’esordiente Anna Oxa (“Un’emozione da poco”) e dei i vincitori, i Matia Bazar (“…E dirsi ciao”), con la sua anticonvenzionale “Gianna”, imperversarono gli anni Ottanta, il decennio della Moda, della “Milano da bere”, dei “paninari”, delle Tv private, affiancatesi alle Radio libere. E, inserita in questo conteso storico-culturale, in cui gli hippy, figli dei fiori, anticapitale e anti consumismo furono sostituiti dagli hupppy, giovani rampanti, con il mito della “carriera” a ogni costo, la manifestazione canora sanremese “passò la sua nottata”e gli anni bui, a cominciare dall’edizione del 1980, definita dai critici “di rottura” ,nella quale la conduzione fu affidata al disjokey,Claudio Cecchetto, produttore, talent scout e presentatore di Radio Milano International, Radio Studio 5 e della trasmissione musicale Tv della Rai, Discoring, ideata da Gianni Boncompagni , che si avvalse della partecipazione dell’attore Roberto Benigni, allora ancora debuttante di successo, grazie alle apparizioni nei programmi e nei film di Renzo Arbore, e dell’attrice Olimpia Carlisi, i quali , insieme, diedero vita al momento più scabroso e chiacchierato del Festival: un lungo bacio a favore di telecamera indugiante.
Quell’anno, nel quale fu ripristinata la suddivisione in due categorie: una per le nuove proposte e una per i Big(italiani e stranieri) e le canzoni a concorrere furono 18 , a vincere fu Toto Cutugno con il brano “Solo noi” e fu confermata la sostituzione dell’orchestra, già sperimentata negli anni Settanta, con le basi registrate. Numerose, furono poi le edizioni dove i cantanti si esibirono cantando non dal vivo, ma in playback.
Confermato Cecchetto anche nelle edizioni 1981 e 1982 , durante le quali, quest’ultimo, rese celebre il suo tormentone musicale “Gioca Jouer”(con tanto di coreografia annessa) e fu sancita definitivamente la rottura tra i gusti degli esperti e del pubblico, istituendo il “Premio della Critica”, dopo la parentesi Andrea Giordana, Isabel Russinova, Anna Pettinelli ed Emanuela Falcetti, (segnata dalla direzione artistica di Gianni Ravera e dalla vittoria della poco semi sconosciutaTiziana Rivale con la canzone “Sarà quel che sarà” , dall’ultimo posto in classifica ottenuto dal futuro numero uno del Rock italiano, Vasco Rossi ,alla sua seconda partecipazione dopo “Vado al massimo”, con il brano “Vita spericolata” e dal Premio della critica assegnato alla canzone “Vacanze romane”dei Matia Bazar, destinata a diventare un classico del repertorio italiano), nel 1984 , iniziò la prima “era Baudo-Ravera”, (inaugurata dalle note della canzone vincitrice “Ci sarà”di Al Bano e Romina Power ,seguita, l’anno successivo, da “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri e durata fino al 1987,con l’affermazione dell’originale trio Morandi-Tozzi Ruggeri ,con “Si può dare di più”), il quale recuperò la credibilità perduta , portò la cronaca e l’attualità sul palcoscenico dell’Ariston e diede maggiore spazio e visibilità alle Nuove Proposte, istituendo una gara parallela a quella dei Big con tanto di eliminazione (assente invece per i “campioni della musica italiana”) e primo posto finale.
Nel mezzo poi, la conduzione di Loretta Goggi e Anna Pettinelli, con il trionfo del “ragazzo di periferia” Eros Ramazzotti, grazie alla canzone “Adesso tu” e il Premio della critica alla quasi esordiente Fiorella Mannoia, con la canzone manifesto “Quello che le donne non dicono” , a seguire, Gabriella Carlucci e Miguel Bosé , che incoronarono vincitore il veterano Massimo Ranieri con il brano struggente “Perdere l’amore” e , infine, i Figli di: Rosita Celentano, Paola Dominguin, Danny Quinn e Gianmarco Tognazzi., che tra una gaffe e l’altra, sotto l’occhio vigile del patron artistico Adriano Aragozzini , annunciarono la vittoria di Anna Oxa e Fausto Leali con “Ti lascerò” e il Premio della critica a Mia Martini per il brano “Almeno tu nell’universo”.
Il decennio Novanta, volato via tra scandali politici (Tangentopoli e Sanitopoli), crisi dei partiti della Prima Repubblica e nascita della seconda e attentati mafiosi ai giudici Bosellino e Falcone, fu inaugurato nella nuova struttura del Palafiori, dalla coppia di conduttori Gabriella Carlucci, Johnny Dorelli, che in un’edizione contraddistintasi per il ritorno dell’orchestra, dopo la decennale assenza, e della formula anni Sessanta dei cantanti stranieri abbinati a quelli italiani, consegnarono l’ambito Leone d’oro al gruppo trans generazionale dei Pooh, in gara con il brano “Uomini soli”, capace di spodestare “Vattene amore”, il tormentone evergreen del duo Amedeo Minghi-Mietta e la canzone introspettiva di Mia Martini , Premio della critica, “La nevicata del ‘56”.
Quindi, nel 1991, nuovamente dall’Ariston, furono l’attrice Edwige Fenech e l’attore Andrea Occhipinti, travolti dall’irruenza e dalla vitalità della coppia Sabrina Salerno –Jo Squillo , in gara con il brano “Siamo donne”, a chiamare il podio, composto dal primo classificato: Riccardo Cocciante, con la canzone: “Se stiamo insieme”, dal secondo classificato Renato Zero , con:“Spalle al muro” e dal terzo classificato Marco Masini con: “Disperato”.
Nel 1992 , invece, iniziò la seconda “era Baudo”, destinata a durare fino al 1996 , il quale, congedatosi Aragozzini , fu sia “maestro di cerimonie” che direttore artistico. Il conduttore, dunque, affiancato da Alba Parietti, Brigitte Nilsen e Milly Carlucci, tra il nuovo sistema di votazione dei Big e delle Nuove Proposte, assegnato alle giurie demoscopiche, le polemiche per l’esclusione dalla competizione del brano di Jo Squillo,“Me gusta il movimento”, in quanto non inedito e i consensi per la partecipazioni di ospiti stranieri del calibro di Natalie Cole ed Annie Lennox, annunciò la vittoria del giovane cantautore Luca Barbarossa, con il brano “Portami a ballare”, seguito da Mia Martini con “Gli uomini non cambiano” e da Paolo Vallesi con “La forza della vita”, superati però nelle vendite dai vincitori della sezione Novità Aleandro Baldi e Francesca Alotta, con la canzone “Non amarmi”.
L’anno seguente, invece, il presentatore, ritrovato sul palcoscenico del Festival la show girl Lorella Cuccarini, lanciata da lui nella trasmissione Rai del 1985 “Fantastico”, incoronò vincitore Enrico Ruggeri, con la canzone “Mistero”, seguito da Cristiano De Andrè, con “Dietro la porta” e dal duo Rossana Casale e Grazia Di Michele, con “Gli amori diversi”,mentre nella categoria Giovani tenne a battesimo la futura outsider della musica italiana Laura Pausini, vincitrice con la canzone “La solitudine” .
Il 1994, poi, vide sul palco della manifestazione canora , insieme alla modella Cannelle, una cantante, Anna Oxa, nella vesta inedita di conduttrice, accanto al “Pippo nazionale”, pronto ad annunciare il primo posto di Aleandro Baldi, con “Passerà”, il secondo di Giorgio Faletti, attore comico, presentatosi sul palco dell’Ariston nell’inedita veste di cantautore del brano impegnato, ispirato alle stragi mafiose di Capaci e di Via D’Amelio, “Signor Tenente”, aggiudicatosi anche il Premio della Critica e il terzo di Laura Pausini con “Strani amori”, senza trascurare le Nuove Proposte : il vincitore, il tenore pop Andrea Bocelli, con “Il mare calmo della sera” e la settima classificata Giorgia, con la canzone “E poi”, messisi entrambi in luce per le straordinarie doti canore.
L’annata 1995, invece, passata alla storia della kermesse per il successo della sigla “Perché Sanremo è Sanremo” ,composta dal maestro Pippo Caruso, e per il presunto tentativo di suicidio sventato in diretta da Baudo, vide il presentatore condividere la ribalta con le attrici Claudia Koll e Anna Falchi, con le quali, nell’ultima serata incoronò vincitrice Giorgia con “Come saprei”,seguita dalla coppia Morandi-Cola, con “In amore” e dalla regina della dance music, in versione melodica, Ivana Spagna, con la canzone “Gente come noi”. In gara quell’anno, anche il “Re del Karaoke e dell’intrattenimento, Fiorello, vincitore annunciato, classificatosi però quinto con “Finalmente tu” , Lorella Cuccarini con “Un altro amore no” e Andrea Bocelli, con “Con te partirò”. Notevoli ,tra le Nuove Proposte, non solo i vincitori, il gruppo vocale dei Neri per caso con “Le ragazze”, ma anche il secondo classificato Massimo Di Cataldo, con il brano, “Che sarà di me” e il sesto, Gianluca Grignani, con la canzone “Destinazione Paradiso”.
Nel 1996, invece,anno dell’addio momentaneo di Baudo alla manifestazione-evento, un’attrice e una modella co-condussero il Festival dei Fiori insieme con quest’ultimo: Sabrina Ferilli e Valeria Mazza, decretando la vittoria della coppia Ron e Tosca, con il brano “Vorrei incontrarti fra cent’anni”, non priva di contestazioni in sala da parte del pubblico, che avrebbe voluto assegnare il primo posto ad Al Bano , alla sua prima partecipazione dopo la separazione artistica e non solo dalla moglie Romina Power, classificatosi solo settimo con “E’ la mia vita”.
Al secondo posto, poi, il gruppo di Elio e le Storie tese, con la canzone “La terra dei cachi” , vincitrice del Premio della Critica, da quest’anno intitolato a Mia Martini ,e al terzo Giorgia, con “Strano il mio destino”. Nel girone delle Nuove Proposte invece, fu la quasi del tutto sconosciuta Syria, cantante sedicenne, a battere, con il brano “Non ci sto”, Marina Rei (“Al di là di questi anni”) e Carmen Consoli (Amore di plastica).
Il 1997, fu l’anno del ritorno al Festival di Mike Bongiorno , giunto alla sua undicesima conduzione della kermesse, l’ultima era stata nel 1979. Per l’occasione, a fargli da spalla furono chiamati il conduttore più irriverente della Tv, Piero Chiambretti e l’ultima delle dive televisive Valeria Marini, mentre ad occuparsi della direzione artistica fu il trio di commissari Pino Donaggio, Carla Vistarini e Giorgio Moroder.
A trionfare, nell’ultima sera, il duo Jalisse con “Fiumi di parole”, seguito da Anna Oxa con “Storie” e da Syria con “Sei tu”, ma il successo in termini di vendite fu tutto di Patty Pravo, giunta solo ottava, sebbene Premio della Critica, con la canzone, scritta per lei da Vasco Rossi e Gaetano Curreri ,“E dimmi che non vuoi morire”, e di Nek , classificatosi settimo, con “Laura non c’è”.
Tra i giovani, a parte le vincitrici , le sorelle Paola e Chiara Iezzi, con il brano “Amici come prima”, si distinsero, la voce soul black di Alex Baroni, con “Cambiare” e il cantautore Niccolò Fabi con il tormentone “Capelli”, vincitore del Premio della Critica Mia Martini per le Nuove Proposte.
Passato alla storia della Tv come il Festival più ironico e anticonvenzionale, quello del 1998 fu condotto dall’attore Raimondo Vianello, con la modella Eva Herzigova e l’attrice e doppiatrice Veronica Pivetti, e la direzione artistica di Mario Maffucci, Carla Vistarini e Sergio Bardotti.
Novità dell’edizione, fu la possibilità data ai primi tre classificati nella sezione Giovani di accedere alla finale con i Big. A vincere infatti fu la nuova proposta Annalisa Minetti, ex aspirante Miss Italia, con talento e passione per la musica, presentatasi al Festival con il brano “Senza te o con te”, seguita al secondo posto da Antonella Ruggiero con “Amore lontanissimo” e al terzo da Lisa con “Sempre”. Premio della Critica Mia Martini , invece, al gruppo Piccola Orchestra Avion Travel con “Dormi e sogna”.
Il Festival di Sanremo 1999, inaugurò invece il “biennio Fazio”. Il presentatore, reduce dal successo della trasmissione domenicale Quelli che il calcio e del varietà Anima Mia, entrambe in onda su Rai due, volle al suo fianco la modella Laetitia Casta e il Premio Nobel per la Fisica Renato Dulbecco. Tra le innovazioni di questa edizione, la 49esima, svoltasi ancora una volta sotto al direzione artistica di Mario Maffucci, l’introduzione del Premio Città di Sanremo, riconoscimento alla carriera riservato anche a personalità non musicali, vinto quell’anno da Ornella Vanoni.
Quanto al podio dei Big, fu così composto: primo classificato Anna Oxa, con “Senza pietà”, secondo Antonella Ruggiero ,con “Non ti dimentico” (Se non ci fossero le nuvole) e terzo Mariella Nava con “Così è la vita”. Premio della critica Mia Martini, al nono classificato, Daniele Silvestri, per il brano “Aria”.
Nella sezione Giovani, a battere il cantautore Max Gazzè, presentatosi con la canzone “Una musica può fare”, fu Alex Britti, interprete e autore della ballata blues “Oggi sono io”, aggiudicatasi non solo il primo posto, ma anche il Premio della Critica Mia Martini.
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