A meno di due settimane dalla scomparsa dello scrittore Andrea Camilleri, se n’è andato i 5 agosto scorso, all’età di 79 anni , anche Alberto Sironi, il regista della serie televisiva tratta dal ciclo di romanzi de “Il commissario Montalbano”. E Nicola Zingaretti, interprete del celebre funzionario di Polizia, ha scritto una toccante dedica Social : “Per la seconda volta piango un complice di avventura”.
di Federica Marengo mercoledì 7 agosto 2019
“In poco tempo è la seconda volta che piango un complice di questa avventura che ci accomuna da tanto tempo. E’ penoso, è duro…Addio, amico mio!”. Così, l’attore e regista Nicola Zingaretti ha concluso un post toccante pubblicato ieri sui suoi profili Social in ricordo del regista Alberto Sironi, scomparso il 5 agosto scorso, all’età di 79 anni, dopo aver diretto per vent’anni le serie televisive de “Il commissario Montalbano”, tratte dal ciclo di romanzi omonimi dello scrittore siciliano, Andrea Camilleri, spentosi anche lui, meno di due settimane fa.
Dopo il papà letterario del celebre e amatissimo funzionario di Polizia di Vigata, dunque, se n’è andato anche il suo papà televisivo, fautore, per tante stagioni, di quelle trasposizioni del colore locale siciliano dalla pagina scritta al piccolo schermo così riuscite da sembrare anch’esse letteratura.
Nato a Bustarsizio, il 5 agosto del 1940, il regista, che aveva scoperto la malattia solo di recente, tanto da affidare la direzione delle riprese dei nuovi episodi di Montalbano, allo stesso Zingaretti, iniziò a collaborare con la Rai a partire dagli anni Settanta, quando realizzò una serie di inchieste e reportage in Italia e all’estero, per poi dedicarsi alla regia e alla scrittura dei soggetti di numerosi sceneggiati televisivi, per lo più tratti da racconti (“I centodelitti” di Giorgio Scerbanenco) e di radiodrammi (“Rimorsi”, in otto punatate).
Autore, fra il 1989 e il 1990, della sceneggiatura di una serie di fantascienza, originale per l’epoca, quale: “Eurocops”, di cui diresse tre episodi andati in onda su Rai 2 , nel 1995 girò per Rai Uno la fiction biografica in due puntate sul ciclista campione anni Cinquanta “Fausto Coppi”, cui seguì, nel 1998, “Una sola debole voce” e nel 2003 “Salvo D’Acquisto”, ispirata alla vicenda del Vicebrigadiere dei Carabinieri che il 23 settembre del 1943 salvò alcuni ostaggi destinati ad essere uccisi per rappresaglia dai soldati nazisti, offrendosi al nemico.
Legato al grande successo di pubblico e di critica de “Il commissario Montalbano”, per la cui interpretazione scelse personalmente l’attore Luca Zingaretti, aveva diretto di recente anche una fiction in due puntate tratta dai thriller dell’ex magistrato, Gianrico Carofiglio , “L’avvocato Guerrieri-Testimone inconsapevole” e “L’avvocato Guerrieri-Ad occhi chiusi”.
“Quante volte ci siamo mandati a quel paese , quante volte hai cucinato per noi, quante battaglie abbiamo condiviso, quante scene abbiamo riscritto, quante volte ci siamo detti ok, quante volte mi hai compreso, mi hai appoggiato, mi hai confortato. Quante volte hai minimizzato dove gli altri avrebbero ingigantito. Sei stato l’unico regista che quando dava motore cominciava a raccontare le barzellette. Gli altri chiedevano il silenzio, tu raccontavi di Alberto Sordi. Quanti bicchieri di vino, quante chiacchierate, quante confidenze. Quante volte abbiamo fatto fronte comune. E che sapienza!. Tanta parte del successo tv dei nostri film è tuo. E non lo dico adesso che non ci sei più, l’ho sempre urlato”, ha sottolineato Zingaretti nel suo messaggio dedicato al regista, togliendosi prima un sassolino dalla scarpa, per poi lasciarsi andare alla nostalgia: “Non te lo hanno detto abbastanza , non te lo hanno riconosciuto abbastanza. Ma lo sapevano tutti. Che sapienza, che cultura, che simpatia, che leggerezza, che signorilità, che gentiluomo eri. Quante volte, se riconoscevi che avevo ragione, hai detto: “ok, la tua idea è migliore , facciamo come dici tu”, senza sentirti minimamente sminuito, perché avevi un animo grande. Perché ci stimavamo e ci volevamo bene”.
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