di Federica Marengo lunedì 24 novembre 2025

-Ieri, domenica 24 novembre, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo e ricorrenza diocesana della XL Giornata Mondiale della Gioventù dal tema: “Anche voi date testimonianza, perché siete con me” (Gv 15,27), Papa Leone XIV ha presieduto in Piazza San Pietro la Santa Messa, nell’ambito del Giubileo dei Cori e delle Corali.
Quindi, terminata la Liturgia della Parola, con la proclamazione del Vangelo, il Pontefice ha pronunciato la Sua omelia, nella quale, partendo dalla riflessione sul Salmo responsoriale del giorno, “Andremo con gioia alla casa del Signore” ( Sal 121), rivolgendosi alle rappresentanze dei coristi e dei musicisti, ha sottolineato come l’amore di Cristo e di Dio Padre, sia l’ispirazione e il motivo del loro canto e come esso abbia concesso loro il dono e la grazia di servirlo offrendo le loro voci e i loro talenti “per la Sua gloria e per l’edificazione spirituale dei fratelli” , affinché ,questi ultimi, “siano coinvolti nella lode a Dio e siano resi maggiormente partecipi dell’azione liturgica attraverso il canto”.
Poi, il Santo Padre ha evidenziato come , attraverso il dono della musica, regalatoci dalle grandi civiltà, trovino voce “Tutto l’insieme dei sentimenti e delle emozioni che nascono nel nostro intimo da un rapporto vivo con la realtà” e come, “il canto, in modo particolare, rappresenti un’espressione naturale e completa dell’essere umano in cui: la mente, i sentimenti, il corpo e l’anima si uniscono insieme per comunicare le cose grandi della vita”, per cui, come ricorda Sant’Agostino: “Cantare amantis est” (Sermo 336,1), ossia, “il canto è proprio di chi ama”.
Ancora, tornando alla musica liturgica , Papa Leone XIV ha sottolineato come : “Per il Popolo di Dio il canto esprima l’invocazione e la lode” e rappresenti “ il “cantico nuovo” che Cristo Risorto innalza al Padre, rendendone partecipi tutti i battezzati, come un unico corpo animato dalla Vita nuova dello Spirito” e come “la musica liturgica diventi uno strumento preziosissimo mediante il quale svolgere il servizio di lode a Dio ed esprimere la gioia della Vita nuova in Cristo”, citando Sant’Agostino, che esorta “ a camminare cantando, come viandanti affaticati, che trovano nel canto un anticipo della gioia che proveranno quando raggiungeranno la loro meta” e Sant’Ignazio di Antiochia, che mette in relazione il canto del coro con l’unità della Chiesa.
Infine, in conclusione della Sua Omelia, il Pontefice, rivolgendosi nuovamente ai rappresentanti delle Corali e dei Cori, affidandoli alla protezione di Santa Cecilia, patrona della musica, ha ricordato loro: “Voi appartenete a cori che svolgono la loro attività soprattutto nel servizio liturgico. Il vostro è un vero ministero che esige preparazione, fedeltà, reciproca intesa e, soprattutto, una vita spirituale profonda, che, se voi cantando pregate, aiutate tutti a pregare. È un ministero che richiede disciplina e spirito di servizio, soprattutto quando bisogna preparare una liturgia solenne o qualche evento importante per le vostre comunità. Il coro è una piccola famiglia di persone diverse unite dall’amore per la musica e dal servizio offerto. Ricordate, però, che la comunità è la vostra grande famiglia: non le state davanti, ma ne siete parte, impegnati a rendetela più unita ispirandola e coinvolgendola. Come in tutte le famiglie, possono sorgere tensioni o piccole incomprensioni, cose normali quando si lavora insieme e si fatica per raggiungere un risultato. Possiamo dire che il coro è un po’ un simbolo della Chiesa che, protesa verso la sua meta, cammina nella storia lodando Dio. Anche se a volte questo cammino è irto di difficoltà e di prove, e ai momenti gioiosi se ne alternano altri più faticosi, il canto rende più leggero il viaggio e reca sollievo e consolazione. Impegnatevi, dunque, nel trasformare sempre più i vostri cori in un prodigio di armonia e di bellezza, siate sempre più immagine luminosa della Chiesa che loda il suo Signore”, invitandoli a “studiare attentamente il Magistero, che indica nei documenti conciliari le norme per svolgere al meglio il loro servizio , a rendere “sempre partecipe il popolo di Dio, senza cedere alla tentazione dell’esibizione che esclude la partecipazione attiva al canto di tutta l’assemblea liturgica” , ad essere “segno eloquente della preghiera della Chiesa, che attraverso la bellezza della musica esprime il suo amore a Dio e a vigilare affinché la loro vita spirituale sia sempre all’altezza del servizio che svolgono, “così che esso possa esprimere autenticamente la grazia della Liturgia”.
Finite le celebrazioni in Piazza San Pietro, il Santo Padre, ha recitato la preghiera dell’Angelus, ma prima ha pronunciato un breve discorso, nel quale , dopo aver salutato le Corali e i Cori giunti da ogni parte del mondo per il Giubileo loro dedicato, i fedeli e le fedeli riuniti in Piazza San Pietro, ha espresso “ immensa tristezza” e “forte dolore” “per le notizie dei rapimenti di sacerdoti, fedeli e studenti nella Nigeria e nel Camerun” , “per i tanti ragazzi e ragazze sequestrati e per le loro famiglie angosciate”, e ha rivolto un accorato appello affinché “vengano subito liberati gli ostaggi” ed esortato “le Autorità competenti a prendere decisioni adeguate e tempestive per assicurarne il rilascio”, assicurando loro le Sue preghiere e “perché sempre e ovunque le chiese e le scuole restino luoghi di sicurezza e di speranza”.
Poi, Papa Leone XIV ha ricordato la ricorrenza diocesana della LX Giornata Mondiale della Gioventù e la Solennità della festa di Cristo Re, benedicendo e abbracciando spiritualmente “quanti hanno preso parte alle diverse celebrazioni e iniziative” e pregando ,affinché “ogni giovane scopra la bellezza e la gioia di seguire Lui, il Signore, e di dedicarsi al suo Regno di amore, di giustizia e di pace”.
In ultimo, affidando i fedeli e le fedeli alla materna intercessione della Vergine Maria, il Pontefice ha sottolineando l’imminenza del Suo primo viaggio pastorale in Turchia e in Libano, che si svolgerà dal 27 novembre al 2 dicembre, e ha ricordato il 1700° anniversario del Concilio di Nicea e la pubblicazione in data odierna della Lettera Apostolica “In unitate fidei”, che commemora lo storico evento.
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