di Federica Marengo venerdì 21 novembre 2025

-Proseguono i raid israeliani sulla Striscia di Gaza. Secondo il ministero della Sanità, controllato da Hamas, infatti, sono circa 33 le persone uccise (soprattutto donne e bambini) negli attacchi delle ultime 24 ore su Khan Younis e 88 i feriti, mentre, secondo l’agenzia palestinese Wafa, 2 persone sono state uccise dalle forze di Tel Aviv durante un raid nel villaggio di Kafr Aqab, a nord di Gerusalemme.
Stamane, invece, l’esercito israeliano ha fatto sapere di aver ucciso 5 militanti di Hamas in attacchi aerei dopo che , questi ultimi, erano usciti da un tunnel nella zona orientale di Rafah, nel sud di Gaza, da esso controllata.
Secondo quanto reso noto dall’Idf, le truppe della Brigata Nahal hanno avvistato il gruppo mentre usciva dai cunicoli sotterranei e si avvicinava alle forze schierate nell’area, “in un modo che costituiva una minaccia immediata”, per cui, “l’Aeronautica militare israeliana, guidata dalle truppe di terra, li ha colpiti”.
Ad oggi, circa 100-200 terroristi di Hamas sarebbero nascosti nei tunnel nella parte meridionale di Gaza, sul lato israeliano della Linea Gialla e gli USA hanno fatto pressione su Israele affinché consentisse loro un passaggio sicuro per tornare nelle aree di Gaza controllate da Hamas, ma Israele non ha accettato.
Inoltre, Israele continua a tenere chiuso il valico di Rafah e il Premier Netanyahu ha dichiarato che il valico riaprirà solo dopo aver ricevuto i corpi dei tre ostaggi rimasti a Gaza e che Israele è “molto vicino a completare il processo”.
L’ambasciata palestinese in Egitto, si è adoperata per la riapertura del valico, chiuso dal maggio 2024, perché la popolazione palestinese residente in Egitto possa tornare a Gaza, anche alla luce della posizione del Cairo , che ha promesso di bloccare qualsiasi “sfollamento” di gazawi dalla Striscia verso l’Egitto.
In merito a tali attacchi di Israele , il ministero degli Esteri saudita ha espresso “ferma condanna e denuncia per il proseguimento delle gravi violazioni commesse dalle forze israeliane nella regione” e “per la violazione della sovranità territoriale siriana attraverso sconfinamenti deliberati da parte del Primo ministro israeliano e diversi membri del suo governo nell’area di confine meridionale della Siria”, chiedendo alla comunità internazionale di “assumersi le proprie responsabilità per porre fine alle violazioni israeliane di tutte le leggi e gli accordi internazionali, in particolare l’ultimo accordo di cessate il fuoco a Gaza, e per fermare le aggressioni israeliane alla sovranità siriana in modo che sia rispettato pienamente l’Accordo di disimpegno del 1974 e sia preservata la sicurezza e la stabilità della regione e garantire la sovranità e l’integrità territoriale della Siria”.
A proposito della Siria, l’esercito israeliano ha rivelato che durante le operazioni nella Striscia di Gaza sarebbero stati scoperti documenti che rivelerebbero un presunto collegamento diretto tra Hamas e il deposto regime di Assad.
Intanto, il Consiglio di Sicurezza Onu ha approvato la risoluzione degli USA sul piano di pace per Gaza del Presidente Trump , più volte modificata nel corso dei negoziati, approvata con 13 voti favorevoli e con l’astensione di Cina e Russia, che autorizza una forza internazionale di stabilizzazione per la Striscia, che dovrebbe anche disarmare Hamas.
Sempre in merito alla seconda fase del piano di pace USA, secondo la Tv pubblica Kan, ieri sera, il Gabinetto di sicurezza di Tel Aviv ha deciso di istituire un team ristretto di ministri per l’attuazione della seconda fase , che comprenderà il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar, il ministro della Giustizia Yair Levin e i due ministri Ben Gvir e Smotrich.
Il Presidente degli USA , Trump, nel frattempo, ha ospitato alla Casa Bianca una delegazione composta 26 ex ostaggi, tra cui 17 dei 20 prigionieri ancora in vita, liberati grazie all’accordo di cessate il fuoco di Gaza da lui negoziato a ottobre , insieme con le loro famiglie.
Nei giorni scorsi, il Presidente Trump ha incontrato alla Casa Bianca, il principe saudita bin Salman, definendo l’Arabia Saudita il maggior alleato degli USA non membro della Nato.
Nel corso dell’incontro con il principe bin Salman, il Presidente USA Trump, ha siglato un accordo per la vendita di F35 americani a Riad e per investimenti, mentre il principe saudita bin Salman ha rinviato l’intesa sull’adesione dell’Arabia Saudita agli Accordi di Abramo all’attuazione dei due Stati e al riconoscimento dello Stato di Palestina.
Riguardo alla situazione in Cisgiordania, invece, secondo quanto riferito da un funzionario israeliano, ieri sera, il Premier Netanyahu ha convocato il Gabinetto di sicurezza al quale hanno partecipato funzionari militari, funzionari dello Shin Bet e della polizia , nel quale si sarebbe discusso dell’aumento recente delle violenze dei coloni israeliani, ma l’ufficio del Premier non ha confermato i contenuti del vertice.
Il Premier Netanyahu ha definito gli autori degli attacchi “una manciata di estremisti”, esortando le forze dell’ordine a perseguirli , ma i gruppi per i diritti umani e i palestinesi affermano che non si tratta di “una manciata di estremisti” e che gli attacchi sono diventati quotidiani in tutto il territorio.
Gli USA, auspicano che Israele possa contenere l’aumento della violenza dei coloni, poiché temono comprometta il piano di pace per Gaza approvato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Nei giorni scorsi, secondo il Times of Israel e, come reso noto dal Patriarca di Gerusalemme dei latini, il cardinale Pizzaballa, in un’intervista a L’Osservatore romano, i coloni israeliani hanno attaccato il villaggio cristiano palestinese di Taybeh, nella Cisgiordania centrale.
Ancora, sempre i coloni israeliani, hanno istituito un nuovo insediamento non autorizzato in Cisgiordania vicino a Betlemme, a Gush Etzion.
Infine, in Cisgiordania, Israele ha iniziato a espropriare oltre 180 ettari di terreni per la “conservazione e lo sviluppo” del sito archeologico di Sebastia, vicino a Nablus, in quanto sostiene che sia stata capitale del regno israelita settentrionale nel IX e VIII secolo a.C.
Sul fronte del Libano, salgono a 13 le vittime di un raid israeliano nel quale l’Idf ha fatto sapere di aver colpito un complesso di Hamas, mentre nel sud, attacchi di Tel Aviv hanno distrutto villaggi intorno alla Blue Line.
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