di Federica Marengo mercoledì 12 novembre 2025

-Prosegue l’avanzata delle forze russe sull’Ucraina. Nelle ultime 24 ore, infatti, le truppe di Mosca, approfittando della nebbia, che ha accecato i droni ucraini, sono penetrate nella città di Pokrovsk, nella regione di Donetsk, assediata da giorni.
Tuttavia, l’esercito ucraino, confermando la presenza nella città di 300 soldati russi, ha smentito la notizia della resa totale, ammettendo però di essere in difficoltà, come confermato dallo stesso Presidente ucraino Zelensky.
Mosca, ha ribadito di aver conquistato un altro villaggio a sud di Pokrovsk e, ivi ,di aver respinto le truppe ucraine da un insediamento.
La Difesa russa, poi, ha rivendicato la conquista della parte orientale della città di Kupyansk, nella regione di Kharkiv e l’abbattimento di 22 droni ucraini tra Bryansk, Tula, Kaluga, Rostov, Stavropol, Orel, mentre l’esercito ucraino ha reso noto di aver colpito uno stabilimento petrolchimico a 700 chilometri in profondità in Russia.
Difficile, per Kiev, la situazione sul campo anche a Zaporizhzhia, dove l’esercito ucraino ha fatto sapere di essersi ritirato da cinque insediamenti per l’intensificarsi degli assalti dei nemici, precisando di aver fermato l’avanzata russa.
Oltre a ciò, le forze di Mosca , che anche la notte scorsa hanno effettuati raid su diverse regioni dell’Ucraina, colpendo infrastrutture energetiche e, causando la morte di un paramilitare a Ukrzariznytsia, hanno reso noto di aver attaccato una basa aerea con F-16 e un centro intelligence militare ucraino come “rappresaglia” per la presunta “provocazione” che , secondo la Russia, sarebbe stata orchestrata da Kiev per impossessarsi di un Mig russo e dirigerlo verso una base Nato, per effettuare un finto attacco, creando così un casus belli con l’Alleanza Atlantica.
Intanto, in Ucraina, in seguito a un’inchiesta per presunta corruzione nel settore energetico, il Presidente Zelensky ha chiesto e ottenuto le dimissioni della ministra dell’Energia e del ministro della Giustizia.
Al riguardo, un portavoce della Commissione Ue , in conferenza stampa, ha dichiarato: “Non commentiamo casi individuali. Per quanto riguarda la lotta alla corruzione in Ucraina, la nostra posizione generale è chiaramente delineata nel nostro recente pacchetto allargamento. La lotta alla corruzione è un elemento centrale per l’adesione di un Paese all’Ue. Richiede sforzi continui per garantire una forte capacità di contrasto alla corruzione e il rispetto dello Stato di diritto. L’indagine dimostra che gli organismi anticorruzione sono operativi”.
Il ministro degli Esteri tedesco, Wadephul, ha esortato il governo ucraino ad adottare misure decisive contro la corruzione ,evidenziando: “Un approccio deciso è inoltre necessario, affinché il sostegno dell’Occidente possa rimanere credibile”.
Da Mosca, dopo l’apertura da parte del ministro degli Esteri Lavrov a un incontro con il segretario di Stato USA Rubio, per il bilaterale Putin-Trump a Budapest, il portavoce del Cremlino, Peskov, nella consueta conferenza stampa, ha dichiarato che la Russia non ha “nulla da comunicare in merito a eventuali contatti con Kiev” e che, “in seguito allo scandalo corruzione in Ucraina, le capitali europee stanno iniziando a rendersi conto sempre di più che una parte significativa del denaro che prendono dai loro contribuenti viene sottratta dal regime di Kiev”.
Infine, Peskov ha aggiunto che c’è stato “un contatto” tra il consigliere per la sicurezza nazionale del Premier britannico, Jonathan Powell, e il consigliere presidenziale russo per la politica estera, Yuri Ushakov, ma che il dialogo “non si è sviluppato”, “per la mancanza di intenzione o desiderio di ascoltare le posizioni di Mosca” e per “l’impossibilità di uno scambio reciproco di opinioni”.
Proprio il consigliere del Cremlino, Ushakov ha dichiarato alla stampa che, seppur su scala limitata, sono attualmente in corso contatti tra Russia e Stati Uniti: “Ci sono contatti, su scala limitata, direi di sì. Ma ci sono contatti, ovviamente. Questi contatti avvengono sia telefonicamente sia tramite comunicazione personale, ove possibile. Gli argomenti non sono cambiati. Il tema principale è Anchorage. È un argomento di discussione. E se seguiamo questa strada, possiamo giungere a una soluzione pacifica”.
Il capo del dipartimento del ministero degli Esteri russo per i Paesi dello spazio post-sovietico, Polischuk , però, in merito alla ripresa dei negoziati con Kiev in Turchia, ha affermato: “Al momento i negoziati sono paralizzati da Kiev. I rappresentanti turchi hanno chiesto più di una volta di riprenderli. La parte russa è pronta a farlo. La palla è dalla parte ucraina”.
Quanto agli alleati occidentali di Kiev, si è svolta a Toronto, in Canada, la riunione dei ministri degli Esteri del G7 (Stati Uniti, Giappone, Canada, Francia, Italia, Germania, Regno Unito) nella quale il Regno Unito ha annunciato di voler rafforzare la resilienza ucraina in vista dell’inverno con un sostegno di 13 milioni di sterline di finanziamenti.
Presente al summit anche l’Alta rappresentante per la Politica estera Ue, Kallas, che ha dichiarato: “La democrazia liberale è sotto attacco. Assistiamo a campagne , anche da parte della Russia, specificamente concepite per polarizzare i nostri cittadini, minare la fiducia nelle nostre istituzioni e inquinare la politica nei nostri paesi. Il nuovo Scudo europeo per la democrazia fa parte della risposta dell’Europa volta a proteggere gli elementi costitutivi delle nostre democrazie: media liberi, dibattito basato sui fatti ed elezioni eque. Se vogliamo che la democrazia prevalga, dobbiamo difenderla meglio”.
La ministra degli Esteri canadese Anita Anand, in una conferenza stampa con il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha , ha annunciato nuove sanzioni da parte del Canada alla Russia.
Il segretario di Stato USA, Rubio, dopo aver partecipato alla sessione plenaria della ministeriale , in un post social, ha scritto: “Ho incontrato il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha e i miei omologhi del G7 per discutere di come rafforzare la difesa dell’Ucraina e porre fine a questo sanguinoso conflitto. Gli Stati Uniti rimangono fermi nel collaborare con i nostri partner per incoraggiare la Russia a perseguire la diplomazia e a impegnarsi direttamente con l’Ucraina per una pace duratura”.
Dunque, i ministri degli Esteri del G7, si sono impegnati a continuare a sostenere l’Ucraina e a mantenere la pressione sulla Russia,
Il ministro degli Esteri ucraino, Sybiha, nel suo intervento, ha sottolineato: “L’Ucraina vuole vedere la fine della guerra il più rapidamente possibile”, invitando il G7 a continuare a investire nella produzione di missili e droni e nella difesa aerea di Kiev.
Per l’Italia, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e Vicepremier Tajani, che ha incontrato gli omologhi ucraino, francese , canadese e la stessa Alta rappresentante Ue Kallas, a margine della riunione, riguardo a presunte perplessità nella maggioranza sull’acquisto di armi per l’Ucraina da parte dell’Italia, dopo il rinvio della visita del ministro della Difesa Crosetto a Washington, ha detto: “ Non vedo perplessità nel governo sull’acquisto di armi americane per l’Ucraina. Adesso partirà il pacchetto italiano, vediamo cosa accadrà. Vedremo cosa si dovrà fare, lo faremo tutti insieme. Il presidente del Consiglio parlerà con Crosetto. Vediamo cosa accadrà, ma non vedo particolari preoccupazioni. Sono analisi che si fanno, come sull’utilizzo dei beni congelati dei russi, non siamo contrari ma ci deve essere una base giuridica e non dobbiamo commettere errori”.
Poi, sul rapporto dell’Italia con gli USA, Tajani ha sottolineato di non vedere particolari preoccupazioni riguardo il rinvio della visita del ministro della Difesa Crosetto a Washington e possibili ripercussioni sui rapporti tra Italia e USA: “Non c’è nulla che possa mettere in discussione un rapporto amicale con gli Stati Uniti”, dichiarazione ribadita dopo l’incontro con il segretario di Stato Rubio in Canada.
A Roma, il ministro della Difesa Crosetto, nel corso del Question Time alla Camera ha evidenziato: “Come dico da mesi, la situazione in Ucraina non migliora di sicuro ed è difficile pensare che possa migliorare, indipendentemente dagli aiuti militari. C’è il fatto che per Putin, come dico da sempre, il tempo e i morti non contano, mentre per tutto il resto del mondo sì. E questo è l’avvertimento anche per l’Europa”.
Riguardo alla questione dell’uso dei beni russi congelati per finanziare Kiev nei prossimi due anni, la Commissione Ue sta valutando la possibilità di utilizzarne una parte per un prestito di 140 miliardi di euro, soluzione respinta dal Belgio, dove si trova la maggior parte di questi fondi , in quanto quest’ultimo teme di ritrovarsi da solo in prima linea in caso di problemi.
Alla luce di ciò, due economisti norvegesi hanno suggerito che la Norvegia si faccia garante di tale prestito, in quanto grande produttore di idrocarburi , arricchitasi grazie all’impennata del prezzo del gas causata dalla guerra in Ucraina.
In merito, nell’ambito di una riunione dei ministri dell’Economia e delle Finanze dell’Eurogruppo a Bruxelles, il ministro delle Finanze norvegese ha dichiarato che la Norvegia esclude di essere l’unica garante di un eventuale prestito all’Ucraina basato sui beni russi congelati, ma che potrebbe contribuire in base alla soluzione che sarà infine adottata dall’Unione europea.
Il servizio d’intelligence russo per l’estero (Svr), in una dichiarazione citata dalla Tass, ha ribadito che il Belgio, (il quale sta indagando sui 17 sorvoli di droni sospetti verificatisi da ottobre) dovrà “sicuramente affrontare delle responsabilità”, se la Ue dovesse procedere con il piano di utilizzo dei capitali russi congelati a favore dell’Ucraina.
Per la Francia, il ministro dell’Economia francese ,Roland Lescure, ha dichiarato: “L’Unione Europea parla con una sola voce e la solidarietà tra noi è totale, anche sulle questioni sollevate dal Belgio, peraltro riguardo a quelli che definirei gli aspetti tecnici sul possibile uso dei beni immobilizzati della banca centrale russa per il prestito di Riparazione all’Ucraina. Questa opzione ci sembra oggi tecnicamente fattibile, auspicabile, giuridicamente valida e politicamente valida. Ovviamente, aspettiamo che la Commissione affronti le varie questioni del caso belga su questo argomento per poter procedere, ma in questa fase siamo convinti che sia una buona opzione che dobbiamo esplorare e attuare rapidamente”.
Concorde, la ministra delle Finanze finlandese, Purr, che ha detto: “Ho sottolineato più volte l’importanza di agire rapidamente su questa questione e ho trovato il modello di commissione per i prestiti di riparazione molto promettente. È l’unica opzione che ha una potenza di fuoco sufficiente e limita la pressione sui nostri bilanci nazionali e sulla sostenibilità fiscale”.
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