di Federica Marengo lunedì 3 novembre 2025

-Nella mattinata di sabato 1° novembre, solennità di Tutti i Santi, Papa Leone XIV ha celebrato, sul sagrato della Basilica di San Pietro, la Messa e il rito di proclamazione a “Dottore della Chiesa” di San John Henry Newman, in chiusura del Giubileo del Mondo Educativo.
Il Pontefice, quindi, al termine della proclamazione del Vangelo, ha pronunciato la Sua omelia, nella quale ha annunciato la nomina di San John Henry Newman a co-patrono, insieme con San Tommaso d’Aquino, di tutti i soggetti che partecipano al processo educativo, auspicando che “la statura culturale e spirituale” di quest’ultimo sia “d’ispirazione a nuove generazioni dal cuore assetato d’infinito, disponibili per realizzare, tramite la ricerca e la conoscenza, quel viaggio che, come dicevano gli antichi, ci fa passare per aspera ad astra, cioè attraverso le difficoltà fino alle stelle”.
Poi, il Santo Padre ha invitato gli educatori e le educatrici e le istituzioni educative a splendere “come astri nel mondo”, grazie all’impegno autentico nella “ricerca corale della verità, nella sua coerente e generosa condivisione, attraverso il servizio ai giovani, in particolare ai poveri, e nella quotidiana esperienza che “l’amore cristiano è profetico, compie miracoli””, sottolineando come scuole e università siano “laboratori di profezia, dove la speranza viene vissuta e continuamente raccontata e riproposta”.
Proprio la speranza, ha proseguito Papa Leone XIV, è alla base del brano evangelico odierno delle Beatitudini, tratto dall’evangelista Matteo, in cui emerge una nuova interpretazione della realtà trasmessa da Gesù, Maestro ed Educatore, ovvero : “dichiarare beati i poveri, quelli che hanno fame e sete di giustizia, i perseguitati o gli operatori di pace”, inconcepibile per la realtà del mondo , ma che diventa possibile nella luce del regno di Dio, che, tramite l’esempio dei Santi , si approssima all’umanità.
Per questo, per il Pontefice , le Beatitudini sono “l’insegnamento per eccellenza” e Gesù è “il Maestro” e non “un Maestro” e “l’Educatore per eccellenza”, i cui insegnamenti trovano riscontro e si concretizzano nella sua stessa vita e nel suo percorso umano.
Pertanto, il Santo Padre si è augurato che “scuole e università siano sempre luoghi di ascolto e di pratica del Vangelo”, e che, vista la difficoltà delle sfide attuali , non si ceda al pessimismo, ma si faccia proprio il monito di Papa Francesco, nel Suo discorso alla Prima Assemblea Plenaria del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, cioè , quello di “ lavorare insieme per liberare l’umanità dall’oscurità del nichilismo che la circonda, che è forse la malattia più pericolosa della cultura contemporanea, poiché minaccia di “cancellare” la speranza””.
E a proposito di oscurità, Papa Leone XIV ha ricordato uno dei testi più noti di San John Henry Newman, l’inno Lead, kindly light (“Guidami, luce gentile”), preghiera in cui una luce gentile, per l’appunto, conduce l’uomo vacillante, bloccato dalla paura, attraverso il buio, verso la sua meta.
Dunque, ha evidenziato il Pontefice, rivolgendosi agli educatori e elle educatrici: “È compito dell’educazione offrire questa Luce Gentile a coloro che altrimenti potrebbero rimanere imprigionati dalle ombre particolarmente insidiose del pessimismo e della paura. Per questo vorrei dirvi: disarmiamo le false ragioni della rassegnazione e dell’impotenza, e facciamo circolare nel mondo contemporaneo le grandi ragioni della speranza. Contempliamo e indichiamo costellazioni che trasmettano luce e orientamento in questo presente oscurato da tante ingiustizie e incertezze. Perciò vi incoraggio a fare delle scuole, delle università e di ogni realtà educativa, anche informale e di strada, come le soglie di una civiltà di dialogo e di pace. Attraverso le vostre vite, lasciate trasparire quella “moltitudine immensa”, di cui ci parla nella liturgia odierna il Libro dell’Apocalisse, “che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua” e che stava “in piedi davanti all’Agnello”.
Riflettendo, poi , sul testo biblico odierno, tratto dal libro dell’Apocalisse (7,13), in cui un anziano domanda: “Questi, chi sono e da dove vengono?”, il Santo Padre ha sottolineato che “anche in ambito educativo, lo sguardo cristiano si posa su “quelli che vengono dalla grande tribolazione” e vi riconosce i volti di tanti fratelli e sorelle di ogni lingua e cultura, che attraverso la porta stretta di Gesù sono entrati nella vita piena”, e che dalla risposta a domande come: “I meno dotati non sono persone umane? I deboli non hanno la stessa nostra dignità? Quelli che sono nati con meno possibilità valgono meno come esseri umani, devono solo limitarsi a sopravvivere?”, dipende il valore delle nostre società, il nostro futuro e “la qualità evangelica della nostra educazione””.
Al riguardo, Papa Leone XIV, citando uno dei precetti educativi di San John Henry Newman, quello per cui ogni persona umana ha una missione e, quindi, un dono, affidatogli da Dio e, riferendosi a Papa Benedetto XVI e al Concilio Vaticano II , ha evidenziato: “La vita si illumina non perché siamo ricchi o belli o potenti. Si illumina quando uno scopre dentro di sé questa verità: sono chiamato da Dio, ho una vocazione, ho una missione, la mia vita serve a qualcosa più grande di me stesso! Ogni singola creatura ha un ruolo da svolgere. Il contributo che ciascuno ha da offrire è di valore unico, e il compito delle comunità educative è quello di incoraggiare e valorizzare tale contributo. Non dimentichiamolo: al centro dei percorsi educativi devono esserci non individui astratti, ma le persone in carne ed ossa, specialmente coloro che sembrano non rendere, secondo i parametri di un’economia che esclude e uccide. Siamo chiamati a formare persone, perché brillino come stelle nella loro piena dignità. Possiamo dire pertanto che l’educazione, nella prospettiva cristiana, aiuta tutti a diventare santi. […].E la santità viene proposta a tutti, senza eccezione, come un cammino personale e comunitario tracciato dalle Beatitudini”.
Infine, giunto al termine della Sua omelia, pregando affinché “l’educazione cattolica aiuti ciascuno a scoprire la propria chiamata alla santità” il Pontefice ha ricordato le parole di Sant’Agostino: “Sant’Agostino, che San Jhon Henry Newman apprezzava tanto, disse una volta che “noi siamo compagni di studio che hanno un solo Maestro, la cui scuola è sulla terra e la cui cattedra è in cielo””.
A conclusione della celebrazione della Messa, prima di recitare la preghiera dell’Angelus, il Santo Padre ha pronunciato un breve discorso nel quale , affidando i fedeli e le fedeli all’intercessione della Vergine Maria e di Tutti i Santi e, ringraziando per la partecipazione i Cardinali, i Vescovi, le autorità presenti e la Delegazione ufficiale della Chiesa d’Inghilterra, guidata da Sua Grazia Stephen Cottrell, Arcivescovo di York, cui, ha ricordato lo storico incontro di preghiera con Re Carlo III nella Cappella Sistina, ha ribadito l’auspicio della piena unità dei cristiani e ha fatto riferimento ancora una volta all alle ingiustizie e alle guerre in corso in tutto il mondo, realtà in doloroso contrasto con il mistero della Comunione dei Santi, “grande festa in cui si gioisce insieme dell’amore di Dio, presente tutto in tutti, riconoscendo e ammirando la bellezza multiforme dei volti, tutti diversi e tutti somiglianti al Volto di Cristo”, alla luce della quale è tanto più impellente il “dovere di essere costruttori di fraternità”.
Papa Leone XIV, nella stessa giornata del 1° novembre, solennità di Tutti i Santi, ha disposto con un chirografo (un documento scritto di propria mano) , su richiesta del Cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, Gran Cancelliere della Pontificia Università Urbaniana e su proposta del Delegato Pontificio, Rettore Magnifico del medesimo Ateneo, la proclamazione di San Jhon Henry Newman a “Patrono della Pontificia Università Urbaniana”.
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