di Federica Marengo venerdì 10 ottobre 2025

-Nella notte scorsa, come comunicato in una nota dall’Ufficio del Premier israeliano Netanyahu, il Governo di Tel Aviv ha approvato l’accordo di tregua con Hamas. Tuttavia, non hanno votato a favore dell’intesa i ministri Smotrich e Ben Gvir e altri tre ministri del partito Otzma Yehudit.
Il Premier Netanyahu ha ringraziato il Presidente USA Trump per il contributo dato all’accordo sulla prima fase del suo piano, mentre il leader di Hamas a Gaza, Khalil Al-Hayya fatto sapere di aver ricevuto garanzie dai mediatori e dall’amministrazione americana sulla fine della guerra.
Quindi, come previsto dalla prima fase del piano di pace, il cessate il fuoco è entrato in vigore entro 24 ore dalla ratifica dell’accordo da parte dell’Esecutivo israeliano, che sarà firmato nel corso di una cerimonia che si svolgerà in Egitto nel pomeriggio di lunedì, a cui parteciperà il Presidente USA Trump, che è stato anche invitato a tenere un discorso alla Knesset, il Parlamento israeliano, che dovrebbe tenere sempre lunedì, ma nella mattinata, a margine del quale incontrerà gli ostaggi liberati e le loro famiglie.
Secondo Axios, poi, nella prossima settimana, il Presidente Trump parteciperà a un vertice su Gaza in Egitto, cui prenderanno parte i leader mondiali, tra cui i leader e le leader di: Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Qatar, Giordania, Turchia e Arabia Saudita.
Sempre come stabilito dal piano di pace USA per la prima fase, l’esercito israeliano , nella giornata di oggi, sotto la copertura di bombardamenti di artiglieria e attacchi aerei in alcune zone, si è allontanato dalla prima linea concordata del territorio della Striscia, ed entro 72 ore ( probabilmente, lunedì), Hamas libererà tutti e 48 gli ostaggi, sia i 20 ancora vivi che quelli non più in vita.
Dopo la liberazione di tutti gli ostaggi, Israele libererà 250 prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo e 1.700 detenuti di Gaza non coinvolti nell’attacco di Hamas del 7 ottobre e l’esercito di Tel Aviv si ritirerà dalla seconda linea concordata.
A tal proposito, quindi , l’esercito israeliano si è ritirato ora su nuove linee all’interno della Striscia di Gaza, mantenendo un dispiegamento che controlla circa il 53% del territorio di Gaza, e, il Premier Netanyahu ha dichiarato: “Il nostro esercito rimarrà nella Striscia fino al disarmo di Hamas. Se Hamas non viene disarmato nel modo più facile, sarà disarmato nel modo più difficile. Stiamo stringendo Hamas da ogni lato in vista delle prossime fasi del piano, che prevede il suo disarmo completo e la smilitarizzazione di Gaza. Se ciò sarà raggiunto in modo pacifico, tanto meglio. Se no, sarà raggiunto con la forza”.
Quanto agli aiuti umanitari, da domenica, entreranno a Gaza fino a 600 camion di aiuti al giorno e, in merito, secondo Ap online , che cita un funzionario Onu, Israele ha dato il via libera alle autorità delle Nazioni Unite per iniziare a consegnare gli aiuti.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Associated Press e dal quotidiano israeliano Haaretz, che citano alti funzionari USA, gli Stati uniti invieranno circa 200 militari in Israele per contribuire al monitoraggio e al sostegno dell’accordo di cessate il fuoco, nell’ambito di una missione congiunta che coinvolgerà anche Paesi partner e comprenderà organizzazioni non governative e attori del settore privato, precisando che le truppe americane non entreranno nella Striscia di Gaza.
Come riportano i media inglesi, però, il ministro degli Esteri britannico , Cooper, ha dichiarato a Bbc breakfast che : “Non è prevista la presenza di truppe britanniche o europee a gaza dopo l’accordo di cessate il fuoco. Non è nei nostri piani, non abbiamo intenzione di farlo. Ma c’è una proposta immediata affinché gli Usa guidino quello che è effettivamente un processo di monitoraggio per assicurarsi che ciò avvenga sul campo. Ma hanno anche chiarito che si aspettano che le truppe sul campo siano fornite dagli stati vicini, e questo è qualcosa che ci aspettiamo che accada”.
Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, invece, non ha escluso la possibilità che la Spagna invii truppe a Gaza, una volta raggiunta la pace, per costituire delle forze di sicurezza palestinesi, anche se ritiene che si sia ancora “molto lontani” da questo punto.
A tal proposito, una fonte del ministero della Difesa della Turchia, che , insieme ad Egitto ,Qatar e USA ha contributo alla mediazione sull’accordo tra Israele e Hamas, ha affermato che: “Le forze armate turche sono pronte a far parte di qualsiasi missione finalizzata a mantenere la pace a Gaza dopo l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas”.
Inoltre, ieri, il presidente turco Erdoğan, che ha avvertito Israele che “se ci sarà un nuovo genocidio nella Striscia di Gaza i responsabili pagheranno per questo un caro prezzo”, ha dichiarato che la Turchia parteciperà a una “task force” per supervisionare l’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco, seguito dal ministro degli Esteri Fidan , che ha agginto che “un team composto da Stati Uniti, Egitto, Turchia e Qatar svolgerà un ruolo di facilitazione nel dare seguito a questi punti concordati e discuterà le questioni con entrambe le parti”.
Il cancelliere tedesco Merz , in un post social, ringraziando il Presidente USA Trump “per la sua iniziativa di pace e Qatar, Egitto e Turchia per i loro sforzi di mediazione” e, il governo israeliano “che ha aperto la strada alla pace”, ha annunciato che la Germania continuerà a fornire supporto e che metterà a disposizione 29 milioni di euro per l’assistenza umanitaria, ospiterà insieme all’Egitto una conferenza sulla ricostruzione di Gaza ed è pronta ad assumersi responsabilità nel Consiglio di pace proposto dal Presidente Trump”.
Merz ha anche ribadito che la Germania “è impegnata a garantire l’esistenza e la sicurezza di Israele”, sottolineando : “Crediamo fermamente che la soluzione dei due Stati offra le migliori prospettive per un futuro in cui israeliani e palestinesi possano vivere in pace e sicurezza”.
Per l’Italia, il Presidente della Repubblica Mattarella, nel suo intervento al vertice dei Capi di Stato Arraiolos, a Tallin, ha detto: “Il cessate il fuoco annunziato, allevierà le sofferenze dei palestinesi; e condurrà , finalmente, al ritorno a casa delle persone rapite. E’ indispensabile sostenere gli sforzi ulteriori dei Paesi mediatori, perché si raggiungano sollecitamente le tappe successive, verso una vera pace. L’alternativa sarebbe devastante. Il costo umano del conflitto pagato in questi mesi è immenso”.
Poi, parlando del ruolo dell’Ue, il Capo dello Stato ha sottolineato: “Le nostre divisioni interne , unite alla lentezza dei processi decisionali , ci hanno impedito finora di svolgere un ruolo visibile e incisivo. Eppure, il nostro continente, avrebbe molto da offrire: Paesi che si sono inflitti reciproche e terribili sofferenze, durante i due conflitti mondiali, hanno trovato la strada per vivere e prosperare, pacificamente, insieme. Credo che sia proprio su questo che israeliani e palestinesi debbano riflettere: quali percorsi e quali modelli adottare per potere superare i traumi che si sono reciprocamente inflitti. L’Europa, può essere d’aiuto in questa dimensione; ma a condizione che a nostra volta troviamo la capacità di superare le nostre divisioni e iniziamo a operare con tempestività e con una voce sola”.
Poi, il Presidente Mattarella ha sottolineato l’strema importanza che il piano di pace preveda “espressamente il pieno accesso umanitario e il coinvolgimento delle Nazioni Unite” e la necessità che venga raggiunto l’obiettivo dei “due Stati per due popoli” e che “venga pienamente annullata la spoliazione di territori assegnati alla Autorità Palestinese in Cisgiordania”.
Infine, il Presidente della Repubblica Mattarella ha evidenziato il contributo umanitario dato finora dall’Italia: “In questi mesi, l’Italia ha fornito il suo aiuto. Lo ha fatto principalmente attraverso l’iniziativa “Food for Gaza”. Tuttavia, questa nostra, come le tante azioni messe in campo da numerosi Paesi, hanno riguardato, purtroppo, una parte minima di chi ha subito la crudeltà delle azioni militari”.
La Premier Meloni, che è stata invitata e parteciperà alla cerimonia di firma ufficiale dell’accordo sulla prima fase del piano USA di pace, che si terrà in Egitto, ha dichiarato: “L’accordo raggiunto in Egitto per l’applicazione della prima fase del Piano di pace del Presidente è una straordinaria notizia che apre la strada al cessate il fuoco a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi e al ritiro delle forze israeliane su linee concordate. Desidero ringraziare il Presidente Trump per aver incessantemente ricercato la fine del conflitto a Gaza e i mediatori ,Egitto, Qatar e Turchia , per i loro sforzi che si sono rivelati cruciali per l’esito positivo raggiunto. Questo accordo e il più ampio percorso tracciato dal Piano Trump costituiscono un’opportunità unica per porre fine a questo conflitto che deve assolutamente essere colta. Per questo esorto tutte le parti a rispettare pienamente le misure già concordate e a lavorare per realizzare rapidamente i passi successivi previsti dal Piano di Pace. L’Italia continuerà a sostenere gli sforzi dei mediatori ed è pronta a contribuire alla stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo di Gaza”.
Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e Vicepremier Tajani, che mercoledì terrà un’informativa alla Camera e al Senato sugli accordi di pace in Medio Oriente, ha definito l’intesa: “ Un momento cruciale della storia” e “il primo grande tassello di un lungo processo di stabilizzazione del Medio Oriente”, evidenziando: “ Il cessate il fuoco a Gaza, il rilascio degli ostaggi e il ritiro concordato delle forze israeliane erano gli obiettivi primari della trattativa. Uno sforzo condiviso da tutta la comunità internazionale, in particolare dagli Stati Uniti e da Qatar, Egitto e Turchia a cui va il nostro sentito ringraziamento per aver voluto fortemente questo accordo. Uno sforzo sostenuto anche dal Governo italiano, che grazie alla sua azione umanitaria ha sempre donato una speranza di pace a chi ha sofferto in questi due anni. Orgoglioso della nostra azione diplomatica che è e sarà sempre votata al dialogo fra tutte le parti. Un’azione mai urlata e violenta, ma sempre decisa e concreta. Il nostro impegno in questa direzione proseguirà ancora, per stabilizzare definitivamente la Regione, per fermare l’uccisione di civili, per garantire assistenza umanitaria ai più bisognosi e per ricostruire le principali e primarie infrastrutture a Gaza”.
Il ministro della Difesa Crosetto, in una nota, ha fatto sapere: “Dopo essermi sentito e confrontato con il Presidente Giorgia Meloni e con il Ministro Tajani, a seguito di una valutazione sulle condizioni di sicurezza operata del Comando Operativo di Vertice Interforze, ho autorizzato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Portolano, a disporre la ripresa delle attività italiane nell’ambito della missione EUBAM Rafah, cui partecipa personale dei Carabinieri, per la riapertura del valico con le medesime modalità del gennaio 25, in coordinamento con la Farnesina. Il valico di Rafah, in data 14 ottobre 2025 nel rispetto dell’accordo Trump, in coordinamento fra Unione Europea e le parti, verrà aperto alternativamente su due direzioni in uscita verso l’Egitto ed in entrata verso Gaza. Il valico di Rafah , in data 14 ottobre 2025 nel rispetto dell’accordo Trump, in coordinamento fra Unione Europea e le parti, verrà aperto alternativamente su due direzioni in uscita verso l’Egitto ed in entrata verso Gaza. Domenica 12 ottobre inizieranno le operazioni di rilascio degli ostaggi israeliani ed il rilascio di prigionieri palestinesi. Gli israeliani stanno provvedendo a ripristinare in tempi brevissimi la funzionalità logistica dell’infrastruttura del valico. Affluiranno da altri valichi (non-Rafah) circa 600 autoarticolati di aiuti umanitari al giorno dentro Gaza. Il passaggio di personale non sarà limitato a casi clinici gravi, ma sarà esteso a chiunque lo vorrà (previo concorde parere di Israele ed Egitto)” .
Il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, cardinale Pierbattista Pizzaballa , in un’intervista ad Avvenire, ha detto: “Appena possibile tornerò a Gaza, lo abbiamo promesso ai nostri parrocchiani, e torneremo per stare con loro, per sostenerli, per incoraggiarli, e per ringraziarli della loro testimonianza. Siamo in attesa di conoscere e vedere gli sviluppi e come gli annunci si realizzeranno, ma tutto fa ben sperare. Sappiamo che gli ostacoli saranno tanti, ma in qualche modo bisogna cominciare. E oggi sì, siamo molto contenti. Questo accordo è un sollievo. Occorre voltare pagina e cominciare a pensare a dopo la guerra, anche se sappiamo che non sarà semplice. Speriamo che questo sia solo l’inizio di una nuova fase in cui potremo, a poco a poco, cominciare a pensare non alla guerra, ma a come ricostruire dopo la guerra”.
Il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine di un convegno, esprimendo “soddisfazione generale” per l’accordo sulla prima fase del piano USA di pace e , tornando sulla sua intervista criticata dall’Ambasciata d’ Israele, ha dichiarato: “L’intervista voleva manifestare la presenza e la partecipazione della Santa Sede per quanto avvenuto il 7 ottobre e voleva essere un invito alla pace. Non credo ci sia equivalenza morale tra l’una e l’altra situazione. Dove c’è violenza c’è sempre da condannare. Si voleva esprimere il desiderio di mettere fine a questa violenza e di avviare un percorso di riconciliazione. Ora, si tratta di realizzare l’accordo, la parte più difficile perché il diavolo sta nei dettagli”.
Tornando alla situazione in medio Oriente, dopo l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, mentre migliaia di abitanti di Gaza stanno tornando nelle zone da cui le Forze di difesa israeliane si sono ritirate e, il ministero della Salute di Gaza ha fatto sapere che, nelle ultime 24 ore, almeno 17 palestinesi sono stati uccisi e 71 feriti negli attacchi israeliani a Gaza ,secondo i media israeliani, nella mattinata di oggi, il Premier israeliano, Netanyahu, ha tenuto dei colloqui sulla seconda fase del piano USA di pace, denominato: “il giorno dopo”, che riguarda il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione della Striscia di Gaza e l’istituzione di una task force interaraba, cui hanno partecipato gli inviati USA Witkoff e Kushner e il comandante del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom), l’ammiraglio Cooper.
Il portavoce di Hamas , Qassem , invece, confermando all’emittente saudita Al-Arabiya che “l’accordo di cessate il fuoco è entrato in vigore” e che Hamas “sta monitorando il ritiro dell’esercito israeliano in conformità con l’accordo”, ha sottolineato : “ I palestinesi hanno confermato che ostacoleranno qualsiasi tentativo di sfollamento. Non daremo a Israele alcuna scusa per tornare in guerra”.
©Riproduzione riservata