di Federica Marengo lunedì 1°settembre 2025
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-L’esercito israeliano si prepara a conquistare completamente Gaza City e Israele è pronta a interrompere i lanci aerei sulla città e a ridurre l’ingresso dei camion dei soccorsi in vista di una grande offensiva. In fuga verso sud, almeno 1 milione di palestinesi.
Proseguono inoltre gli attacchi dell’Idf: dall’alba di oggi, 34 persone sono state uccise in diverse zone della Striscia, mentre , secondo Al Jazeera, che cita fonti mediche locali, sono 9 le persone morte per fame nelle ultime 24 ore, tra cui 3 bambini.
In Libano, secondo testimoni oculari e il corrispondente del quotidiano francofono L’Orient-Le Jour, l’esercito israeliano ha fortificato una delle cinque postazioni militari all’interno del territorio libanese, nel settore centrale della linea di demarcazione tra i due Paesi.
Sul fronte del Mar Rosso, i ribelli Houthi dello Yemen hanno annunciato di aver attaccato una petroliera israeliana nel Mar Rosso con un missile balistico, estendendo le operazioni alla sua parte settentrionale, mentre una folla si è radunata in piazza Sabeen a Sana’a, per i funerali del Primo ministro Houthi e di altri ministri uccisi nell’attacco di Tel Aviv della scorsa settimana.
Intanto, durante la riunione del Gabinetto di sicurezza israeliano, che si è svolta dal pomeriggio di ieri fino alle prime ore del mattino di oggi, l’Idf ha espresso sostegno a un accordo parziale con Hamas per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, ma il primo ministro Netanyahu ha chiarito che “non c’era alcun accordo all’ordine del giorno”, in quanto “un’intesa parziale non è rilevante” e che il Presidente USA Trump è contrario . La maggior parte dei ministri ha espresso opposizione a tale accordo parziale, ma il governo si è diviso sull’idea di votare sull’intesa.
La bozza di accordo parziale, che il 18 agosto scorso Hamas ha dichiarato di aver accettato , prevedeva il rilascio di 10 ostaggi vivi e la restituzione dei resti di 18 ostaggi morti, in cambio della liberazione di centinaia di detenuti palestinesi e circa 1.000 detenuti di Gaza, oltre a un cessate il fuoco di 60 giorni, durante il quale si svolgerebbero negoziati per il rilascio dei restanti 20 ostaggi, di cui si ritiene che 10-12 siano ancora vivi, e per una fine permanente della guerra.
Secondo il Washington Post, il Presidente USA Trump e altri partener internazionali starebbero discutendo nuovamente la costruzione della Riviera del Medio Oriente per il Turismo e l’high-tech, la cui realizzazione prevederebbe di porre la Striscia sotto l’amministrazione americana fiduciaria per 10 anni, e il pagamento ai palestinesi che abbandonino l’area volontariamente di 5 mila dollari in contanti, 4 anni di affitto all’estero, fondi per un anno di viveri.
Hamas ha quindi replicato all’ipotesi di tale piano, respingendolo e ribadendo che “Gaza non è in vendita”.
Quanto agli ostaggi israeliani, si sono svolti oggi a Tel Aviv i funerali di un ostaggio assassinato a Gaza e riportato in Israele pochi giorni fa dall’Idf, cui hanno partecipato migliaia di persone.
Il New York Times ha riportato la notizia secondo cui l’amministrazione Trump ha emanato una sospensione radicale delle approvazioni di quasi tutti i tipi di visti di ingresso negli USA per i titolari di passaporto palestinese, in vista dell’Assemblea Onu.
In merito, il Presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, aprendo i lavori del Forum strategico di Bled, ha dichiarato: “Ai rappresentanti palestinesi deve essere consentito di partecipare ai forum internazionali, tra cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite e la prossima conferenza sul conflitto. Sono profondamente preoccupato per le azioni che minacciano la fattibilità di un futuro Stato palestinese, in particolare l’espansione degli insediamenti in Cisgiordania e il continuo sfollamento a Gaza. Questi sviluppi rischiano di minare la pace e destabilizzare la regione nel suo complesso”.
L’’Alta rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Kaja Kallas, intervenendo al medesimo forum, a una domanda sui progressi umanitari a Gaza, ha risposto: “La mia frustrazione deriva anche dal fatto che non abbiamo avuto abbastanza successo. Grazie all’accordo sugli aiuti umanitari, abbiamo raggiunto un punto in cui, rispetto a qualche mese fa, ci sono più camion che entrano. Ci sono più varchi di frontiera aperti rispetto a prima. Hanno preparato l’elettricità e le condutture dell’acqua. Non è abbastanza, ma abbiamo comunque ottenuto qualcosa. Avremmo più successo se non parlassimo con loro? Consideriamo che il rapporto di Israele con l’amministrazione americana è totalmente diverso e che gli americani hanno più influenza di noi su ciò che Israele fa o non fa, quindi cerchiamo di aiutare sul piano umanitario”.
Ancora, l’Alta rappresentante Ue Kallas, riguardo al riconoscimento dello Stato di Palestina, ha affermato: “Spetta agli Stati membri decidere se riconoscere o meno lo Stato della Palestina, perché l’Unione Europea non riconosce nessuno. Il riconoscimento della Palestina probabilmente non fermerà le uccisioni ma manterrà viva la soluzione dei due Stati. L’Europa è la sostenitrice più convinta di questa soluzione dei due Stati”.
In merito, la Presidente slovena Natasha Pirc Musar ha esortato la Croazia a riconoscere la Palestina, affermando che la soluzione a due stati non si può sostenere se non si riconoscono entrambe le parti.
Il ministro degli Esteri Johann Wadephul, in un discorso pronunciato stamane a Berlino, ha nuovamente messo in guardia Israele dal prendere il pieno controllo della Striscia di Gaza o della Cisgiordania , in quanto: “Gaza deve far parte di un futuro Stato palestinese nel quadro di una soluzione a due Stati”.
La ministra degli Esteri palestinese Varsen Aghabekian, da Roma , dove ha visitato il Policlinico Gemelli con il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, ha sottolineato la necessità di un percorso politico per il riconoscimento della Palestina e la soluzione del conflitto israelo-palestinese.
L’Organizzazione di cooperazione di Shanghai (SCO), che riunisce 10 Stati tra cui : Cina, India, Russia e Iran, ha dichiarato di “condannare fermamente gli atti che causano vittime civili” nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco e ha condannato fermamente anche gli attacchi sferrati da Israele in Iran nel mese di giugno contro infrastrutture nucleari civili, “che hanno causato vittime, (e) la violazione delle leggi internazionali e dei principi della Carta delle Nazioni Unite”.
Quanto alla flotta di 20 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, con a bordo 300 attivisti, pronti a raggiungere Israele dai porti di Barcellona e Genova nelle prossime ore, il ministro della Sicurezza israeliano Ben Gvir ha presentato al governo un piano volto a fermare la Global Sumud Flotilla in base al quale tutti gli attivisti arrestati saranno trattenuti in detenzione prolungata e le navi sequestrate.
La portavoce per l’Italia della Global Sumud Flotilla, ha così replicato al ministro Ben Gvir: “Noi non ci fermiamo, andremo avanti. Non ci facciamo intimorire perché sappiamo di muoverci nella totale legalità. Mi auguro, nel caso in cui Israele metta in partica arresti con il carcere duro, che il nostro governo intervenga perché siamo cittadini italiani e navighiamo in acque internazionali. Quindi Israele non ha alcun diritto di arrestarci e sequestrare le nostre navi”.
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