di Federica Marengo giovedì 7 agosto 2025
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-In serata, si è svolta ,presso l’ufficio del Primo ministro israeliano, Netanyahu, a Gerusalemme, la riunione del Gabinetto politico e di sicurezza di Tel Aviv, dedicata agli sviluppi del conflitto nella Striscia di Gaza e, nella quale Netanyahu ha chiesto l’approvazione per ordinare all’Idf di occupare completamente la Striscia.
Lo stesso Netanyahu, prima della riunione di Governo, in un’intervista a FoxNews ha dichiarato: “Abbiamo intenzione di prendere il controllo per garantire la nostra sicurezza, rimuovere Hamas, consentire alla popolazione di liberarsi di Gaza e di affidarla a un governo civile che non sia Hamas e non sia qualcuno che propugna la distruzione di Israele. Vogliamo avere un perimetro di sicurezza. Non vogliamo governarla. Vogliamo consegnare la Striscia alle forze arabe che la governeranno correttamente, senza minacciarci, e dare ai cittadini di Gaza una vita dignitosa. Abbiamo concordato con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che Israele si sarebbe fatto carico della sicurezza generale della Striscia di Gaza dopo la fine del conflitto e abbiamo discusso di due questioni chiave: in primo luogo, garantire uno sforzo umanitario per proteggere i civili prima delle ultime operazioni militari israeliane e, in secondo luogo, concordare i principi fondamentali per il futuro di Gaza dopo il conflitto. I cinque principi, i principi chiave, sono questi. Uno, Hamas deve deporre le armi. Due, Gaza deve essere smilitarizzata. Tre, tutti gli ostaggi devono essere rilasciati e quattro, Israele sarà responsabile della sicurezza generale e, cinque, lasciare che Gaza sia governata da un’autorità civile che non sia Israele. Non ho ancora parlato di un piano dettagliato, perché deve ancora essere sviluppato , ma non voglio occupare Gaza per sempre. Non voglio governare Gaza. Voglio un governo diverso, che sia fondamentalmente disposto a vivere in pace con Israele e a dare ai gazawi un futuro diverso, completamente diverso da queste incredibili bugie che vengono rivolte contro di noi, francamente anche contro di me, dalla stampa internazionale che non si preoccupa di verificare i fatti”.
In un’altra intervista all’emittente indiana Cnn18, rilasciata in seguito a un incontro con l’ambasciatore di Nuova Delhi, J.P. Singh, nel quale , secondo la nota diramata dall’ufficio di Netanyahu, si è discusso dell’espansione della cooperazione tra i due Paesi, “in particolare su questioni relative alla sicurezza e all’economia”, il Premier israeliano ha affermato che, se Hamas cederà le armi e riconsegnerà gli ostaggi, Israele “non annetterà Gaza” e “ne trasferirà l’amministrazione provvisoria a un soggetto terzo”, sottolineando che occorre distinguere tra “civili innocenti e Hamas”.
Secondo quanto riportano diversi media israeliani, tra cui Ynet e l’emittente pubblica Kan, la campagna militare israeliana dovrebbe durare tra i quattro e i cinque mesi e coinvolgere quattro o cinque divisioni dell’Idf. Il piano causerà lo sfollamento di circa un milione di palestinesi.
Inizierebbe con la conquista di Gaza City e della parte centrale della Striscia, spingendo circa la metà della popolazione dell’enclave verso sud, nella zona umanitaria di Al-Mawasi.
Contrari al piano di occupazione totale della Striscia, il capo di Stato maggiore delle Idf, secondo cui l’occupazione di Gaza trascinerà Israele in un “buco nero” “fatto di insurrezione prolungata, gravi responsabilità umanitarie e un pericolo crescente per la sorte degli ostaggi ancora trattenuti nell’enclave e di perdite per l’esercito”, riecheggiato dal leader del partito di opposizione, Lapid, che ha dichiarato: “Ciò che Netanyahu propone è un’altra guerra, più ostaggi morti, più soldati caduti e decine di miliardi di denaro dei contribuenti che saranno riversati nelle illusioni di Itamar Ben Gvir e di Bezalel Smotrich”.
Contrarie anche l’Onu , che parla di “scelta catastrofica” ,e Bruxelles, dove centinaia di funzionari Ue hanno inviato una lettera ai vertici comunitari, corredata da 1400 firme, in cui si chiede di agire per fermare l’offensiva israeliana a Gaza e porre rimedio al disastro umanitario.
E contro il piano di occupazione, anche centinaia di persone, tra cui ex ostaggi e famiglie degli ostaggi ancora prigionieri di Hamas, che si sono riunite per protestare davanti all’ufficio del Primo ministro a Gerusalemme, durante la riunione di Governo, così come davanti alla sede del partito di Netanyahu, Likud, a Tel Aviv, chiedendo un accordo per porre fine alla guerra e liberare gli ostaggi.
Hamas, secondo quanto riportato da Ynet, ha dichiarato al riguardo: “L’espansione dell’aggressione contro il nostro popolo non sarà una passeggiata: il prezzo sarà alto e doloroso. Le parole di Netanyahu rivelano le vere motivazioni dietro il suo ritiro dall’ultimo ciclo di negoziati, nonostante fossimo vicini a un accordo finale. I suoi piani per espandere l’aggressione dimostrano che mira a liberarsi degli ostaggi e sacrificarli per i propri interessi personali. L’espansione dell’aggressione contro il nostro popolo non sarà una passeggiata”,
Quanto agli USA, il segretario di Stato americano , Rubio, in un’intervista a Fox Business, ha dichiarato in merito: “Il presidente Trump ha affermato che spetta a Israele decidere cosa fare per la propria sicurezza. Ho parlato spesso , quasi quotidianamente, con qualcuno del governo israeliano, spesso con il primo ministro, ma molte volte con molti membri del suo team. Si presta molta attenzione all’aspetto umanitario e vogliamo fare tutto il possibile per contribuire al problema umanitario, ma non si sta prestando sufficiente attenzione al fatto che 20 persone che non hanno nulla a che fare con questo sono tenute in ostaggio nei tunnel, in punto di morte. Finché esisterà Hamas, non ci sarà pace. Non potrà esserci una pace permanente. Ricomincerà se Hamas rimarrà”.
A Bruxelles, una portavoce della Commissione, riguardo l’intesa con Israele sugli aiuti umanitari ha detto: “Ieri abbiamo aggiornato i 27 sull’attuazione da parte di Israele dell’intesa sugli aiuti. Ci sono dei progressi parziali ,ma la situazione resta molto molto difficile. Il numero di camion di aiuti non è sufficiente e , allo stesso tempo, l’Ue non è stata autorizzata ad avere accesso a Gaza”.
Intanto, nella Striscia continuano i raid israeliani. Nelle ultime 24 ore, infatti, secondo il ministero della Salute di Gaza , vi sono stati almeno 98 morti , 51 delle quali uccisi mentre erano in fila per ricevere aiuti umanitari e 4 persone morte per fame, per un totale di 197, tra cui 96 bambini . Altre 603 persone, invece, sono rimaste ferite.
L’esercito israeliano ha quindi reso noto , tramite social, che: “Le truppe delle IDF continuano a operare nell’area di Khan Yunis, individuando e smantellando tunnel sotterranei e infrastrutture terroristiche nella zona” e che, “nel corso della giornata, i terroristi che rappresentavano una minaccia per le truppe delle IDF sono stati eliminati da terra e dall’aria”, sottolineando che “Nella Striscia di Gaza settentrionale, le truppe delle IDF continuano a individuare e smantellare infrastrutture sopra e sottoterra”.
Inoltre, il portavoce dell’Idf in lingua araba ha pubblicato un avviso di evacuazione rivolto ai residenti dei quartieri Daraj-Tuffah nel nord della Striscia di Gaza.
Quanto alla situazione in Libano, il governo libanese ha approvato il piano in undici punti preparato dall’inviato USA, Tom Barrack, che prevede anche il disarmo di Hezbollah e di tutte le fazioni e , durante il voto, i ministri di Hezbollah hanno lasciato la sala della riunione.
Il piano USA impegna il governo a rispettare il cessate il fuoco del novembre scorso con Israele “attraverso misure organizzate che portino a una soluzione duratura, globale e garantita” e a “porre gradualmente fine alla presenza armata di tutte le fazioni non statali, compreso Hezbollah, in tutto il territorio libanese, a sud e a nord del fiume Litani, e fornire al contempo un adeguato sostegno all’esercito libanese e alle forze di sicurezza interna”.
Sul fronte Iran, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Baghaei, nel corso di una conferenza stampa, ha affermato che non sono state prese decisioni rispetto a date o luoghi per un prossimo round di colloqui sul dossier nucleare con gli Usa, dopo che il negoziato, avviato in aprile, è stato interrotto in giugno inseguito agli attacchi di Israele e degli Stati Uniti in territorio iraniano e che lo scambio di messaggi con gli Usa continua attraverso l’ambasciata svizzera a Teheran e l’ambasciata del Pakistan a Washington.
Baghaei, inoltre, ha ribadito che “né gli Stati Uniti né i Paesi europei hanno diritto di attivare il “meccanismo snapback”, (ovvero una nuova imposizione delle sanzioni Onu contro l’Iran che erano state rimosse quando nel2015 fu trovato un accordo sul nucleare iraniano, noto come Jcpoa), perché “gli Usa sono usciti dal patto nel 2018 e perché i membri europei del Jcpoa, Francia, Germania e Regno Unito, “non hanno mantenuto i loro impegni e addirittura non hanno condannato i recenti attacchi contro l’Iran”.
Riguardo la situazione nel Mar Rosso , gli Houthi hanno annunciato l’imposizione di sanzioni a 64 compagnie e il divieto alle loro flotte di attraversare le acque da loro controllate al largo delle coste dello Yemen, perché gli armatori avrebbero “violato” il blocco imposto a Israele”, e i ribelli filo-Iran minacciano di attaccare le navi che non rispetteranno le disposizioni.
Infine, in Siria, il ministro degli Esteri turco, Fidan ha incontrato oggi il Presidente siriano ad interim, Ahmad al-Sharaa, con cui ha discusso dei progressi compiuti nelle relazioni bilaterali , del rafforzamento della cooperazione in vari campi , della ricostruzione e della ripresa della Siria, della lotta al terrorismo , della situazione nella Siria nord-orientale e del ruolo di Israele.
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