di Federica Marengo martedì 5 agosto 2025

-Proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. A fare un bilancio di quanto accaduto la notte scorsa, è stato lo stesso Presidente ucraino Zelensky, in queste ore al lavoro per un quarto round di colloqui negoziali con Mosca e, in visita a Vovchank (Kharkiv) dai soldati al fronte, che in un post social, ha scritto: “La scorsa notte, i russi hanno lanciato un missile balistico e quasi cinquanta droni contro l’Ucraina, per lo più ‘Shahed’ di fabbricazione russo-iraniana. Molti droni sono stati abbattuti dai nostri difensori, ma purtroppo alcuni hanno colpito gli obiettivi. Le unità del servizio di emergenza hanno lavorato per tutta la notte a Lozova, nella regione di Kharkiv. Qui, i russi hanno colpito infrastrutture civili con oltre 25 ‘Shahed. La ferrovia è stata danneggiata, incluso un deposito e una stazione. Una persona è rimasta uccisa nell’attacco. Altre 10 persone sono rimaste ferite, tra cui 2 bambini. Tutti stanno ricevendo assistenza. Anche le regioni di Zaporizhzhia, Odessa e Sumy sono state attaccate durante la notte. Nel villaggio di Bilenke, nel distretto di Zaporizhzhia, gli occupanti hanno preso di mira direttamente le persone con droni. Due persone sono rimaste ferite. Ancora una volta, l’esercito russo dà la caccia ai civili nel tentativo di terrorizzare le città e le comunità in prima linea”.
Inoltre, il capo di gabinetto presidenziale, Yermak, tramite post social, ha fatto sapere che Kiev ha trovato componenti provenienti dall’India nei droni russi utilizzati per gli attacchi contro l’Ucraina e, che, questi droni , sono stati utilizzati in attacchi lungo il fronte e contro i civili.
Quanto ai bambini ucraini rapiti da Mosca, lo stesso capo di gabinetto presidenziale, Yermak ha reso noto che : “La Coalizione internazionale per il ritorno dei bambini ucraini, istituita nell’ambito dell’iniziativa presidenziale Bring Kids Back UA, ha invitato la Russia a restituire senza indugio e senza condizioni i bambini ucraini rapiti. La Coalizione è co-presieduta dal Canada e dall’Ucraina. La dichiarazione congiunta è stata firmata da 38 paesi, dal Consiglio d’Europa e dall’Unione Europea. L’intero mondo civilizzato sta osservando. La dichiarazione odierna della Coalizione dimostra che la comunità internazionale è unita nella sua richiesta di restituire ogni bambino ucraino che è stato deportato o trasferito con la forza. Questi crimini sono ingiustificabili e non ci devono essere ritardi nel riportare i bambini a casa. Ogni giorno che passa senza il loro ritorno è un altro giorno di continua ingiustizia. Non ci fermeremo finché ogni bambino non sarà dove deve essere: con la sua famiglia, nella sua patria, al sicuro e libero”.
Sul fronte russo, invece, il ministero della Difesa di Mosca ha rivendicato la conquista di Sichneve, nella regione di Dnipropetrovsk.
Intanto, a Mosca, il ministero degli Esteri, in risposta alle dichiarazioni del Presidente USA Trump riguardo lo spostamento di sottomarini nucleari americani in prossimità delle coste russe, rilasciate dopo la minaccia nucleare del Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, Medvedev, ha fatto sapere , tramite nota, che : “La Russia non si ritiene più obbligata a rispettare una moratoria sul dispiegamento di missili a corto e medio raggio dopo il ritiro degli Usa dal relativo trattato Inf, deciso nel 2019 dal presidente Donald Trump durante il suo primo mandato e, che, pertanto, “Sarà la leadership russa a decidere le “misure di risposta”, cioè lo schieramento eventuale di missili, sulla base “della portata dello schieramento di missili americani e di altri Paesi occidentali” e della “situazione nel campo della sicurezza internazionale e della stabilità strategica”, aggiungendo che, poiché, “la situazione si sta sviluppando sulla via dell’effettivo schieramento di missili terrestri di produzione americana in Europa e nella regione dell’Asia-Pacifico, la Federazione Russa non si considera più tenuta alle auto-restrizioni precedentemente adottate”
Tale trattato, firmato nel 1987 dal leader sovietico Mikhail Gorbaciov e dal Presidente USA Ronald Reagan, metteva al bando i missili con gittata tra i 500 e i 5.500 chilometri, e si applicava ai vettori lanciati da terra, non dal mare o dall’aria.
Nel 2019, a seguito della decisione del Presidente USA Trump di abbandonare il trattato, Mosca aveva reagito affermando che non avrebbe schierato tali missili se anche gli Usa non avessero deciso di farlo.
Il portavoce del Cremlino Peskov, ha poi confermato tale decisione, relativa alla possibilità di schierare missili terrestri a medio e corto raggio, nel corso della consueta conferenza stampa, sottolineando: “La Russia non ha più alcuna restrizione in materia. La Russia non si considera limitata da nulla. Di conseguenza, la Russia si ritiene autorizzata, se necessario, ad adottare misure appropriate, a compiere passi appropriati”.
Nello stesso incontro con la stampa, poi, Peskov ha replicato al post social del Presidente Trump, che ha avvertito l’India che aumenterà in modo significativo i dazi impostigli, per via dell’importazione e della rivendita di petrolio russo da parte di quest’ultima, affermando: “Sentiamo molte dichiarazioni, tentativi di costringere i paesi a interrompere le relazioni commerciali con la Russia. Non riteniamo legittime tali dichiarazioni. Riteniamo che i paesi sovrani debbano avere e abbiano il diritto di scegliere autonomamente i propri partner commerciali, i partner per la cooperazione commerciale ed economica e di scegliere autonomamente i regimi di cooperazione commerciale ed economica che sono nell’interesse di un determinato Paese”.
A tal proposito, il Bharatiya Janata Party (BJP) del Premier Modi e il principale partito di opposizione, il Congress hanno criticato aspramente gli Stati Uniti e l’Unione europea, sottolineando che “l’India è stata ingiustamente presa di mira da entrambi per i suoi acquisti di petrolio russo, nonostante entrambi intrattengano intensi scambi commerciali con Mosca, malgrado la guerra in Ucraina”. In conseguenza di ciò, il ministero degli Esteri indiano ha rilasciato una dichiarazione.
Aumenta, dunque, la tensione tra USA e Mosca, dove fra domani e giovedì è atteso l’inviato speciale americano Witkoff per discutere dell’ultimatum, in scadenza venerdì, posto alla Russia dal Presidente Trump sul raggiungimento di un accordo di tregua con l’Ucraina, senza il quale scatteranno dure sanzioni per Mosca.
Secondo l’agenzia britannica Reuters, che cita fonti vicine al Cremlino, il Presidente russo Putin non sembrerebbe intenzionato a cedere all’ultimatum sulle sanzioni e manterrebbe l’obiettivo di conquistare quattro regioni dell’Ucraina nella loro interezza, in quanto convinto che la Russia stia vincendo e scettico sul fatto che ulteriori sanzioni statunitensi avranno un impatto significativo.
A tal riguardo, il Presidente Trump, in un’intervista al canale finanziario Cnbc, ha dichiarato: “Se l’energia scenderà abbastanza, Putin smetterà di uccidere persone. Se l’energia scenderà di altri 10 dollari al barile, non avrà scelta perché la sua economia è in crisi”. Poi, ha confermato che , nelle prossime 24 ore, potrebbe aumentare “sostanzialmente” i dazi contro l’India.
Secondo la testata statunitense Bloomberg, che ha basato i suoi calcoli sui dati del ministero delle Finanze di Mosca: “Le entrate petrolifere della Russia nel bilancio statale sono diminuite di un terzo rispetto a un anno fa a luglio, a seguito del calo dei prezzi globali del greggio e dell’apprezzamento della valuta nazionale. Le imposte relative al petrolio sono diminuite di quasi il 33% a 710,4 miliardi di rubli (8,9 miliardi di dollari) il mese scorso. I ricavi complessivi derivanti dal petrolio e dal gas hanno raggiunto i 787,3 miliardi di rubli, con un calo del 27%. Il calo dei proventi derivanti da questi settori, che rappresentano circa un terzo del bilancio russo, aumenterà la pressione sulle finanze statali, già gravate dalle ingenti spese per il conflitto in Ucraina”.
In merito alle pressioni USA su Mosca, la portavoce della Commissione Ue per la Politica estera, Anitta Hipper, nel consueto punto stampa, ha dichiarato: “La Russia non è interessata alla pace. L’Ucraina lo è, l’UE lo è. Nessuno desidera la pace più dell’Ucraina e dell’Ue. Accogliamo con favore qualsiasi pressione, e in particolare quella degli Stati Uniti sulla Russia affinché accetti un cessate il fuoco con ogni mezzo necessario”, riecheggiata dalla vice portavoce Arianna Podestà, che ha confermato che l’Ue è rimasta “in contatto con i nostri partner internazionali”, compresi gli Stati Uniti, ma ha rifiutato di speculare su possibili azioni future”.
Quanto all’iniziativa guidata dalla Nato per fornire all’Ucraina armi dagli USA, finanziata dagli Stati membri europei dell’alleanza e dal Canada e, che sarà divisa in pacchetti del valore di circa 500 milioni di dollari ,il governo norvegese ha reso noto in un comunicato che Svezia, Norvegia e Danimarca contribuiranno insieme con circa 5 miliardi di corone norvegesi (486 milioni di dollari).
Il segretario generale della Nato Mark Rutte ha detto che l’Alleanza è grata ai tre Paesi nordici per la loro rapida azione nel finanziare il pacchetto.
Ieri, i Paesi Bassi hanno annunciato per primi la propria partecipazione con 500 milioni di euro.
Quindi, il Presidente ucraino, Zelensky, che nelle scorse ore ha riunito lo Stato maggiore e ha dato “istruzioni di aumentare in modo significativo i finanziamenti diretti alle brigate per l’acquisto di droni, ha ringraziato i Premier di Svezia, Norvegia e Danimarca e il segretario della Nato, Mark Rutte, per l’acquisto di armi Usa da destinare all’Ucraina , scrivendo in un post social: “Si tratta di un’iniziativa molto forte che aumenta significativamente la nostra capacità di proteggere vite umane. E servirà da forte esempio per gli altri Paesi della Nato, affinché rafforzino i legami di sicurezza tra America ed Europa e garantiscano la protezione dagli attacchi russi. Il contributo dei Paesi nordici è rilevante non solo nella fornitura di armi, ma anche nello sviluppo della nostra produzione congiunta di difesa e nel potenziamento della capacità dell’industria della difesa ucraina. Questi passi costituiscono una nuova, concreta base per la sicurezza a lungo termine in tutta Europa. La Russia non trasformerà mai l’Europa in un continente di guerra, ed è proprio attraverso i nostri sforzi congiunti che possiamo garantire che la pace prevalga”.
Sempre tramite social, il Presidente Zelensky ha fatto sapere di aver avuto un colloquio telefonico con il Presidente USA Trump nel quale si è parlato di sanzioni a Mosca e di cooperazione sui droni: “Conversazione produttiva con il presidente Trump. Il punto chiave è, ovviamente, la fine della guerra. Siamo grati al presidente degli Stati Uniti per tutti gli sforzi compiuti a favore di una pace onesta e duratura. È davvero necessario porre fine alle uccisioni il più rapidamente possibile, e noi lo sosteniamo pienamente. Se i russi non avessero protratto il conflitto, ormai sarebbero già molti mesi che non ci sarebbe più guerra. Oggi abbiamo coordinato le nostre posizioni, quelle dell’Ucraina e degli Stati Uniti. Abbiamo scambiato le nostre valutazioni sulla situazione: i russi hanno aumentato la ferocia dei loro attacchi. Il presidente Trump è pienamente informato degli attacchi russi su Kiev e su altre nostre città e comunità. Naturalmente, abbiamo parlato delle sanzioni contro la Russia. La loro economia continua a crollare, ed è proprio per questo che a Mosca guardano con apprensione a questa prospettiva e alla determinazione del presidente Trump. Questo può cambiare molte cose. Abbiamo discusso delle decisioni comuni europee che possono aiutare la nostra difesa. Ora abbiamo già le decisioni dei Paesi Bassi, della Svezia, della Norvegia e della Danimarca: più di un miliardo di dollari per le armi americane che l’Ucraina riceverà. Grazie! Questa collaborazione con i paesi della NATO continuerà. Abbiamo anche parlato della nostra cooperazione bilaterale con l’America in materia di difesa. Il progetto di accordo sui droni è già stato preparato dalla parte ucraina, siamo pronti a discuterlo in dettaglio e a concluderlo. Potrebbe essere uno degli accordi più forti. Grazie a ogni cuore americano che sostiene la nostra difesa delle vite umane. Grazie, Presidente Trump!”.
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