di Federica Marengo venerdì 1° agosto 2025

-Nella giornata di ieri, la Presidente del Consiglio Meloni, si è recata in Tunisia per incontrare il Presidente della Repubblica tunisina, Kais Saied.
Come riportato in una nota da Palazzo Chigi: “I due leader hanno condiviso l’eccellente livello della cooperazione bilaterale, a partire dallo stato di avanzamento delle progettualità del Piano Mattei per l’Africa, richiamando anche la dichiarazione congiunta sulle attività di cooperazione allo sviluppo firmata a gennaio”.
In particolare , nel corso del bilaterale, ci si è soffermati sul settore idrico e su quello agricolo e sul progetto TANIT per l’impiego di acque reflue per il recupero di terreni agricoli e alla prossima creazione di un centro di formazione agricola a vocazione regionale.
Al centro dell’incontro tra Italia e Tunisia, anche “l’eccellente cooperazione in materia migratoria”, l’impegno comune nel contrastare le reti criminali di trafficanti di esseri umani e la promozione di vie legali di migrazione anche nel contesto del Processo di Roma.
Infine, la Premier Meloni e il Presidente Saied hanno discusso “della cooperazione nel settore dell’energia, condividendo come Italia e Tunisia siano snodi strategici per mettere in comunicazione il potenziale di produzione energetica dell’Africa e la domanda crescente dell’Europa” e la Presidente del Consiglio ha riaffermato “l’impegno italiano nella realizzazione dell’elettrodotto ELMED, infrastruttura strategica per Italia e Tunisia e il continente europeo, progetto che vede anche l’impegno del settore privato italiano per la produzione di energie rinnovabili in Tunisia”.
Quest’oggi, invece, la Presidente Meloni, si è recata ad Istanbul dove ha avuto un incontro trilaterale con il Presidente della Repubblica di Turchia, Erdoğan, e con il Primo Ministro del Governo di Unità Nazionale libico, Abdulhameed Mohamed Dabaiba.
Al centro del trilaterale, la cooperazione nella gestione dei flussi migratori , questione riguardo cui la Premier ha ricordato “gli eccellenti risultati raggiunti in questo ambito con la Turchia” e ha sottolineato “l’opportunità di valorizzare le lezioni apprese applicandole anche per il sostegno all’azione del Governo di Unità Nazionale libico in ambito migratorio”.
Come reso noto da Palazzo Chigi in una nota: “In questo quadro, il Presidente Meloni ha discusso con i suoi interlocutori una serie di linee d’azione per combattere le reti criminali internazionali di trafficanti di esseri umani, migliorare la prevenzione dei movimenti irregolari e sostenere la Libia nella gestione della pressione migratoria cui è sottoposta” e “ha ribadito l’impegno dell’Italia per la stabilità, l’unità e l’indipendenza della Libia e il sostegno a un processo politico, a guida libica e con la facilitazione delle Nazioni Unite, che conduca ad elezioni”.
In ultimo, “I tre leader hanno concordato di continuare i lavori da subito a livello tecnico per individuare azioni concrete da condurre congiuntamente in un quadro di tempo ben definito”.
Restando in tema di politiche migratorie, la Premier ,sia tramite nota di Palazzo Chigi sia in un post social , ha commentato la sentenza della Corte di Giustizia europea sui trasferimenti dei migranti nei centri in Albania, secondo cui : “La designazione dei Paesi sicuri deve essere valutata da un giudice” e “Un Paese è sicuro se è protetta tutta la sua popolazione”, sottolineando: “Sorprende la decisione della Corte di Giustizia UE in merito ai Paesi sicuri di provenienza dei migranti illegali. Ancora una volta la giurisdizione, questa volta europea, rivendica spazi che non le competono, a fronte di responsabilità che sono politiche. La Corte di Giustizia Ue decide di consegnare a un qualsivoglia giudice nazionale la decisione non sui singoli casi, bensì sulla parte della politica migratoria relativa alla disciplina dei rimpatri e delle espulsioni degli irregolari. Così, ad esempio, per l’individuazione dei cosiddetti Paesi sicuri fa prevalere la decisione del giudice nazionale, fondata perfino su fonti private, rispetto agli esiti delle complesse istruttorie condotte dai ministeri interessati e valutate dal Parlamento sovrano. È un passaggio che dovrebbe preoccupare tutti – incluse le forze politiche che oggi esultano per la sentenza – perché riduce ulteriormente i già ristretti margini di autonomia dei Governi e dei Parlamenti nell’indirizzo normativo e amministrativo del fenomeno migratorio. La decisione della Corte indebolisce le politiche di contrasto all’immigrazione illegale di massa e di difesa dei confini nazionali. È singolare che ciò avvenga pochi mesi prima della entrata in vigore del Patto Ue su immigrazione e asilo, contenente regole più stringenti, anche quanto ai criteri di individuazione di quei Paesi: un Patto frutto del lavoro congiunto della Commissione, del Parlamento e del Consiglio dell’Unione europea. Il Governo italiano per i dieci mesi mancanti al funzionamento del Patto europeo non smetterà di ricercare ogni soluzione possibile, tecnica o normativa, per tutelare la sicurezza dei cittadini”.
Quanto alla politica economica, la Premier ha espresso soddisfazione per i dati sull’occupazione, in costante crescita, riportati dall’Istat. A giugno, infatti, gli occupati sono stati +16 mila e in un anno +363 mila, mentre la disoccupazione , a giugno, è risultata in calo al 6,3%.
In un post social, la Presidente Meloni ha quindi dichiarato: “Siamo orgogliosi dei risultati che la nostra Nazione sta continuando a ottenere sul fronte del lavoro. I nuovi dati diffusi dall’Istat confermano, ancora una volta, la costante crescita dell’occupazione e il calo della disoccupazione. Abbiamo un grande potenziale e continueremo a sostenere sempre di più e con misure concrete le nostre aziende e tutto il tessuto produttivo. Lo meritano i cittadini, lo merita l’Italia”.
Critiche , invece, le opposizioni, che evidenziano l’aumento di prezzi dei beni di consumo, rilevato sempre dall’Istat ( il cosiddetto “carrello della spesa” , ovvero i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, sono passati da +2,8% a +3,4% su base tendenziale) e lanciano l’allarme sui dazi al 15%, che , dopo l’accordo UE-USA, entreranno in vigore dal 7 agosto, per via dei quali, sottolineano Pd, AVS e M5S, “andranno perduti 20 miliardi di euro di export e 100 mila posti di lavoro”.
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