di Federica Marengo venerdì 25 luglio 2025

-Proseguono gli attacchi delle forze israeliane sulla Striscia di Gaza. Nelle ultime ore, infatti, vi sono stati due raid di Tel Aviv, uno su Gaza City e l’altro su Khan Younis, nei quali sono state uccise, secondo l’agenzia palestinese Wafa, almeno 15 persone, in coda in attesa degli aiuti umanitari.
Secondo al Jazeera, poi, che ha citato fonti mediche, altri 4 palestinesi, che aspettavano gli aiuti umanitari a Gaza, sono stati uccisi dal fuoco israeliano dall’alba di oggi e, secondo il ministero della Salute di Hamas , altre 9 perone sono morte per fame.
Al riguardo, secondo Medici senza frontiere, il 25% dei bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni e di donne incinte e che allattano sono malnutriti e non solo i pazienti, ma anche lo staff sanitario “inizia a soffrire la carenza di cibo”.
Intanto, si sono tenuti ieri ,in Sardegna, i negoziati tra gli USA, rappresentati dall’inviato speciale per il Medio Oriente ,Witkoff, Israele e il Qatar, mediatori dell’accordo tra Israele ed Hamas riguardo il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, che è terminato con il ritiro da parte di Tel Aviv e degli USA delle proprie delegazioni a Doha, in quanto Hamas ha rilanciato con un’altra proposta, che avrebbe dimostrato “la mancanza di desiderio di raggiungere una tregua”.
Hamas ha quindi risposto con un comunicato alle accuse dell’inviato speciale USA per il Medio Oriente Witkoff, dichiarando: “Siamo sorpresi dalle dichiarazioni negative rilasciate dall’inviato statunitense Steve Witkoff in merito alla posizione del movimento, in un momento in cui i mediatori hanno accolto con favore e hanno espresso soddisfazione per la nostra posizione costruttiva e positiva che apre le porte al raggiungimento di un accordo globale. Il movimento afferma la sua volontà di proseguire i negoziati e di impegnarsi in modo da aiutare a superare gli ostacoli e raggiungere un accordo di cessate il fuoco permanente”.
Tuttavia, quest’oggi, la rete televisiva egiziana Al Qahera News TV, citando fonti governative del Cairo, ha fatto sapere che i negoziati per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza riprenderanno la prossima settimana, dopo che Israele avrà valutato l’ultima proposta di Hamas.
Secondo Afp , che ha citato una fonte palestinese a conoscenza dei negoziati in corso, Hamas avrebbe chiesto garanzie sulla fine definitiva della guerra, dopo la scadenza della tregua di 60 giorni; che la responsabilità di portare aiuti nella Striscia di Gaza torni all’ONU; il ritiro delle truppe israeliane più esteso di quanto proposto da Israele, con una zona cuscinetto più ristretta lungo il confine di Gaza e il rilascio di 100 ostaggi israeliani, in cambio di 2.200 prigionieri di sicurezza palestinesi che scontano l’ergastolo.
In una dichiarazione rilasciata dal Ministero degli Esteri del Qatar, Il Cairo e Doha hanno affermato di “proseguire con i loro intensi sforzi nel dossier di mediazione di Gaza”, definendo i negoziati “complessi”.
Dopo la riunione tra Francia, Gran Bretagna e Germania di ieri, alla luce dell’esito negativo dei negoziati sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, il Presidente francese Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina a settembre, come già deciso da altri 148 Paesi membri dell’Onu su 193.
Il Premier israeliano Netanyahu, che ha “condannato fermamente la decisione del Presidente Macron di riconoscere uno Stato palestinese vicino a Tel Aviv sulla scia del massacro del 7 ottobre”, ha così commentato, tale annuncio: “Il riconoscimento francese della Palestina premia il terrorismo e rischia di creare un altro proxy iraniano”.
Contrario alla decisione del Presidente francese Macron anche il Presidente israeliano Herzog, che ha detto: “La dichiarazione del presidente francese non promuoverà la pace in Medio Oriente. Non aiuterà a sconfiggere la minaccia del terrorismo. E, cosa più importante, certamente non aiuterà a riportarli a casa prima”.
Il segretario di Stato USA Marco Rubio , in un post social, ha scritto: “Gli Stati Uniti condannano il piano del presidente francese Emmanuel Macron per riconoscere lo Stato palestinese a settembre. Questa decisione imprudente serve solo alla propaganda di Hamas e allontana il processo di pace. È uno schiaffo alle vittime del 7 ottobre”.
Hamas, invece, ha accolto con soddisfazione la decisione del Presidente francese Macron, così come i Paesi del Golfo, in particolare: Arabia Saudita, Qatar e Kuwait e il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen, che ha dichiarato: “Il riconoscimento della Francia è una vittoria per la causa palestinese, che riflette il suo impegno sincero nel sostenere il popolo palestinese e i suoi legittimi diritti alla terra e alla patria, in conformità con il diritto internazionale e la legittimità riconosciuta”, esprimendo gratitudine nei confronti dell’Arabia Saudita “per i suoi sforzi e la sua ferma posizione, guidata dal Custode delle Due Sacre Moschee, Re Salman bin Abdulaziz, e dal Principe Ereditario e Primo Ministro Mohammed bin Salman”, cui attribuisce il ruolo chiave nel favorire la decisione della Francia, il cui riconoscimento “ è una testimonianza del ruolo dei Paesi che credono nella soluzione dei due Stati e si impegnano a salvarla, soprattutto alla luce dei tentativi sistematici di Israele di indebolirla, in particolare attraverso la guerra di genocidio in corso a Gaza”.
Al riguardo, per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Tajani, aprendo il Consiglio Nazionale di FI, ha sottolineato: “L’Italia è per la soluzione due popoli e due Stati ,ma il riconoscimento del nuovo Stato palestinese deve avvenire in contemporanea con il riconoscimento da parte loro dello Stato di Israele. A noi interessa la pace, non la vittoria di uno sull’altro e siamo il Paese al mondo che ha accolto il maggior numero di rifugiati da Gaza. Non possiamo più accettare carneficine e carestia. E’ giunto il momento di arrivare ad un immediato cessate il fuoco.”.
Non riconosceranno a breve lo Stato palestinese, né il Premier britannico Starmer, nonostante la richiesta di oltre 220 deputati, né il Cancelliere tedesco Merz.
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