di Federica Marengo martedì 8 luglio 2025
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Proseguono i raid delle forze israeliane sulla Striscia di Gaza. Secondo fonti mediche citate dalla tv Al-Jazeera, dall’alba di oggi sono almeno 78 le persone rimaste uccise.
L’Idf, poi, ha fatto sapere che “L’aviazione israeliana ha effettuato un attacco con droni nella città costiera settentrionale libanese di Tripoli, uccidendo un “terrorista chiave di Hamas e di Hezbollah”, che sarebbe stato impegnato negli ultimi mesi nella riabilitazione delle infrastrutture di Hezbollah nel Libano meridionale e avrebbe promosso attacchi terroristici contro civili e truppe israeliane.
Sul fronte dello Yemen, invece, le forze israeliane hanno colpito , in risposta ai raid degli Houthi su Israele, tre porti controllati da questi ultimi, una centrale elettrica e una nave, usati , secondo l’Idf , per attività terroristiche.
Sempre nel Mar Rosso, secondo il Dipartimento Operazioni Commerciali Marittime della Marina britannica , nel giro di 24 ore, una seconda nave, gestita da una compagnia di navigazione greca, è stata attaccata .
Quest’oggi, inoltre, è stato pubblicato integralmente il ‘Progetto Dinah’, report sulla violenza sessuale perpetrata dai terroristi di Hamas durante il massacro del 7 ottobre e la successiva prigionia degli ostaggi a Gaza, usata come arma di guerra,” sistematica, deliberata e pianificata”.
Intanto, per il terzo giorno consecutivo, sono ripresi i negoziati indiretti a Doha tra le delegazioni di Israele e Hamas per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi ,mediati da Qatar, Egitto e Usa e il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar ha dichiarato : “I colloqui in corso a Doha tra Israele e Hamas per un accordo di tregua a Gaza “richiederanno tempo”, mentre un funzionario israeliano ha confermato ad Afp che “l’accordo attuale copre l’80-90%” delle richieste israeliane”.
Tra i nodi da sciogliere, al centro delle discussioni tra le parti: i meccanismi di attuazione della tregua e le clausole relative al ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia e agli aiuti militari, che Hamas vorrebbero fossero gestiti dall’Onu e non più dalla GHF.
Tuttavia, dopo la notizia dell’uccisione di 5 soldati israeliani a Gaza, il ministro di Ben Gvir ha chiesto in un post social al Premier Netanyahu di ritirare immediatamente la delegazione israeliana dal Qatar, seguito dal ministro Smotrich, che ha chiesto di interrompere il flusso di aiuti alla Striscia alla luce degli attacchi da parte “di chi chiede la fine della guerra”.
Secondo quanto riportato dal Times of Israel, poi, il ministro della Difesa israeliano, Katz, ha annunciato di aver dato istruzioni all’esercito e al suo ministero di presentare un piano per la creazione di una nuova “città umanitaria” nella Striscia di Gaza meridionale, sulle rovine di Rafah per i circa 600mila palestinesi che vivono nella zona di Mawasi, sulla costa, da quando sono stati sfollati da altre zone della Striscia, a cui non sarà permesso di lasciare la zona e che verranno sottoposti a controlli per assicurarsi che non vi siano agenti di Hamas tra loro.
Dichiarazioni queste ultime che hanno suscitato polemiche , mentre il Premier israeliano Netanyahu è a Washington dove ieri sera ha incontrato il Presidente USA Trump, che ha candidato al Nobel per la Pace.
Il Presidente Trump, a margine della cena alla Casa Bianca, ha dichiarato che Hamas vuole la tregua, così come Teheran, che ha espresso la volontà di incontrare rappresentanti degli USA e con cui sarebbe stata fissata la data per un nuovo round negoziale.
Trump, inoltre, ha sottolineato di auspicare che il conflitto tra Iran e Israele sia finito .
Poi, alla domanda sul suo precedente piano di ricollocazione dei palestinesi, il Presidente Trump ha girato la domanda al Premier israeliano, il quale ha affermato che Trump sostiene la “libera scelta” e che Israele sta collaborando con gli Stati Uniti per trovare altri Paesi in cui i palestinesi sfollati possano vivere.
Quest’oggi, invece, il Premier Netanyahu ha incontrato il Vicepresidente USA, JD Vance e al Congresso, lo speaker della Camera Mike Johnson, i leader del Senato e alcuni parlamentari dei due schieramenti.
Domani , nell’ultima giornata della sua missione negli USA, Netanyahu sarà ricevuto dal capo del Pentagono Pete Hegseth, mentre in serata è in programma un ricevimento con i dirigenti dell’amministrazione Usam, leader della comunità ebraica ed evangelica.
Quanto alle dichiarazioni del Presidente USA Trump sull’Iran, il ministro degli Esteri iraniano, Araghchi, di ritorno dal vertice dei Paesi Brics in Brasile e , diretto a Gedda, in Arabia Saudita “per discutere delle relazioni bilaterali, della pace e della sicurezza nella regione” con alti funzionari sauditi, tramite il suo portavoce, Baghaei, ha smentito il numero uno della Casa Bianca, facendo sapere : “Da parte nostra non è stata fatta alcuna richiesta per un incontro con la parte americana”.
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