di Federica Marengo martedì 8 luglio 2025
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-Prosegue l’offensiva delle forze di Mosca sull’Ucraina. Secondo l’Aeronautica militare di Kiev, infatti, nella notte, sono stati abbattuti 34 droni russi sui 54 lanciati su 5 località ucraine.
Nella mattinata di oggi, invece, un uomo è stato ucciso nel corso di un raid delle forze di Mosca con droni su Kherson, nell’area meridionale.
Intanto, il Presidente USA Trump, a margine della cena alla Casa Bianca con il Premier israeliano Netanyahu, rispondendo alle domande dei cronisti sulla guerra in Ucraina, ha detto: “Non sono contento di Putin. Inviamo altre armi a Kiev. Dobbiamo farlo. Devono essere in grado di difendersi. Ora vengono colpiti molto duramente”.
A confermare l’invio delle armi USA a Kiev, il Pentagono, come riportato in un comunicato del Governo americano in cui si legge che: “Su indicazione del presidente americano Donald Trump, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta inviando ulteriori armi difensive a Kiev per garantire che gli ucraini possano difendersi. Mentre lavoriamo per garantire una pace duratura e la cessazione delle uccisioni, il nostro quadro di riferimento presidenziale per la valutazione delle spedizioni militari in tutto il mondo rimane in vigore ed è parte integrante delle nostre priorità di difesa ‘America first'”.
A tal riguardo, secondo quanto riportato dal Guardian, il ministero della Difesa di Kiev ha fatto sapere in una nota di aver chiesto maggiori dettagli sull’inversione di rotta delle armi degli Stati Uniti, non avendo ricevuto ancora una notifica ufficiale del cambio di politica e che è “di fondamentale importanza per l’Ucraina mantenere stabilità, continuità e prevedibilità nella fornitura di armi, in particolare nei sistemi di difesa aerea”.
In merito, secondo fonti citate da Axios, nel corso dell’ultimo colloquio telefonico con il Presidente ucraino Zelensky , il Presidente USA Trump si sarebbe impegnato a contribuire al rafforzamento delle difese aeree di Kiev, assicurando l’invio immediato di 10 intercettori per sistemi Patriot e avrebbe promesso di aiutare a trovare altri mezzi di sostegno alla difesa aerea.
Inoltre, secondo il Financial Times, che cita diversi funzionari, il Presidente ucraino Zelensky avrebbe promesso al Presidente USA Trump di sostituire l’ambasciatrice ucraina a Washington, in quanto considerata da molti alleati di Trump al Congresso troppo vicina ai Democratici , in occasione di un prossimo rimpasto di governo a Kiev, che potrebbe avvenire la prossima settimana.
Da Mosca, il portavoce del Cremlino Peskov, commentando nella consueta conferenza stampa le dichiarazioni del Presidente USA Trump, riguardo l’invio da parte degli USA di armi difensive a Kiev, ha dichiarato che “Le forniture di armi all’Ucraina sia da parte dell’Ue che degli USA “non sono in linea con i tentativi di promuovere una soluzione pacifica”.
Poi , rispondendo a una domanda sul prossimo round di colloqui tra Russia e Ucraina, Peskov ha detto che la data non è ancora stata stabilita e che Mosca sta attenendo la risposta di Kiev in proposito.
Infine, il portavoce del Cremlino Peskov, ha sottolineato: “Indubbiamente, apprezziamo molto gli sforzi degli Stati Uniti e personalmente del presidente Trump e dei membri del suo team nell’avviare un processo di negoziazione diretta tra Russia e Ucraina. Certamente, crediamo che ci sia un grande potenziale tra inostri Paesi nel rilancio delle relazioni commerciali ed economiche”.
Il viceministro degli Esteri russo, Aleksandr Grushko, invece, riguardo ai piani di riarmo dei Paesi appartenenti alla Nato, ha detto: “Dobbiamo prepararci al peggio. Non dobbiamo sperare che alcuni dei loro piani non vengano attuati o non vengano attuati completamente. Dobbiamo continuare con calma a garantire la nostra sicurezza e capacità difensiva”, mentre il numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha dichiarato che Mosca non dovrebbe prestare attenzione all’”l’altalena politica delle dichiarazioni di Donald Trump” e continuare invece a “perseguire gli obiettivi dell’operazione militare speciale”.
Nel frattempo, a Strasburgo, la Presidente della Commissione Ue, von der Leyen, nel suo intervento al Parlamento europeo, nell’ambito del dibattito sulle relazioni Ue-Cina, ha evidenziato: “Sappiamo che il sostegno incrollabile della Cina alla Russia sta creando un’instabilità e un’insicurezza ancora maggiori per l’Europa. Possiamo affermare che la Cina sta di fatto favorendo l’economia di guerra russa, e non possiamo accettarlo. Ho sempre detto che il modo in cui la Cina continuerà a interagire con la guerra di Putin sarà un fattore determinante per le future relazioni tra Ue e Cina. Se la Cina afferma di difendere l’ordine basato sulle regole internazionali, allora dovrebbe condannare inequivocabilmente la grave violazione da parte della Russia della sovranità, dell’integrità territoriale e dei confini riconosciuti a livello internazionale dell’Ucraina e agire di conseguenza. E se la Cina afferma di difendere il multilateralismo, allora deve rispettare le regole e i principi del commercio internazionale sanciti del Wto”.
A tal proposito, il consigliere del presidente ucraino, Vlasiuk, ha reso noto alla stampa che il Presidente Zelensky ha predisposto, mediante decreto, di applicare misure restrittive economiche speciali e altre misure sanzioni personali nei confronti di cinque società cinesi, tra cui aziende fornitrici di componenti per la produzione di droni, in quanto “durante il massiccio bombardamento di Kiev nella notte del 4 luglio, sono stati trovati componenti di fabbricazione cinese nei droni Shahed abbattuti”.
Tornando all’Ue, il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis ,nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin a Bruxelles, ha annunciato: “Circa 17 miliardi di euro sono stati erogati all’Ucraina, nell’ambito dell’iniziativa di prestito Era del G7, con l’ultimo contributo di 1,4 miliardi di euro proveniente dal Canada. Prevediamo che il prossimo pagamento di 1 miliardo di euro da parte dell’Ue avverrà questa settimana, portando il valore totale degli esborsi dell’Ue nell’ambito dell’iniziativa Era (‘extraordinary revenue acceleration’) a 8 miliardi di euro. Il prossimo pagamento nell’ambito dello Strumento per l’Ucraina è previsto per metà agosto. Parteciperò alla Conferenza per la ripresa dell’Ucraina questa settimana per discutere delle future esigenze finanziarie e di difesa dell’Ucraina, dato che il presidente Putin non ha palesemente alcuna intenzione di fermare la sua guerra di aggressione. Il nostro messaggio è chiaro: l’Ucraina non sta difendendo solo se stessa, ma tutta l’Europa, poiché la Russia rappresenta una grave minaccia per la sicurezza di tutti i Paesi dell’Ue”.
Sempre all’Ecofin, la ministra delle Finanze svedese Elisabeth Svantesson ha dichiarato: “Penso davvero che dovremmo fare di più per l’Ucraina e la Svezia sta spingendo con forza per l’uso degli asset russi immobilizzati. Molti Paesi della zona euro temono che ciò influisca sull’euro e sugli investimenti. Ma penso che sarà un’idea perfetta. E stiamo insistendo per questo anche nell’Ue”.
La Premier danese Mette Frederiksen, invece, presentando il semestre di presidenza al Parlamento europeo di Strasburgo, ha detto: “Dobbiamo aumentare la pressione sulla Russia con le sanzioni più dure possibili. Proporremo la fine di tutte le importazioni di gas russo. Dobbiamo fare tutto il necessario nel processo di allargamento per Ucraina, Moldova e Balcani occidentali, rendendo così l’Unione Europea ancora più forte”.
In Italia, il Governo prepara la quarta Conferenza sulla Ricostruzione dell’Ucraina, evento co-organizzato da Italia e Ucraina, dove sono stati invitati “quasi cento Paesi, decine di organizzazioni internazionali e finanziarie, 2500 aziende, autorità locali e associazioni della società civile italiane, ucraine e internazionali”, vertici e leader Ue, che si terrà il 10 e 11 luglio a Roma, al Convention Center La Nuvola , in merito al quale il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Tajani , in un intervento sulla rivista Formiche, ha dichiarato: “Il futuro e l’indipendenza dell’Ucraina passano anche per la ricostruzione del Paese, così da dare speranza a un popolo che da più di tre anni resiste con tenacia alla guerra e per aiutare la società ucraina nel suo percorso di avvicinamento all’Unione europea. È proprio in questo spirito che Roma ospita il 10 e 11 luglio la conferenza per la Ripresa dell’Ucraina. L’obiettivo di queste giornate sarà quello di mettere in contatto attori pubblici e privati per definire impegni, programmi e intese economiche fondamentali per contribuire congiuntamente agli sforzi della ricostruzione. Le discussioni alla conferenza si articoleranno in quattro principali aree, o meglio dimensioni: imprenditoriale, umana, locale e regionale e quella delle riforme nel percorso di adesione all’Ue. I lavori si concentreranno attorno a un forum sulla ripresa e una fiera imprenditoriale. Sostenere l’Ucraina, oltre che un dovere, ritengo sia una straordinaria opportunità di crescita comune. La più recente valutazione sui danni del conflitto realizzata dalla Banca Mondiale stima in 500miliardi di euro il costo complessivo della ricostruzione. Con la conferenza lanceremo la Rome declaration for science, research and innovation inUkraine, promossa dal ministero dell’Università e Ricerca in collaborazione con il ministero dell’Educazione e della Scienza ucraino, con la Commissione europea e con l’adesione dell’Unesco. Molto rimane ancora da fare, ma non mancherà mai il sostegno dell’Italia alle legittime aspirazioni del popolo ucraino di ricongiungersi a quella casa comune che con grandi sforzi e sacrifici stiamo costruendo da ormai settanta cinque anni, ossia da quando, il 9 maggio 1950, fu pronunciata la dichiarazione Schuman. La conferenza di Roma sarà certamente ricordata come un passo importante in questa direzione”.
In tale ambito, domani, secondo quanto reso noto da Palazzo Chigi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e il ministro della salute Orazio Schillaci incontreranno, alle 19.00 nella Sala Verde di Palazzo Chigi, i vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina, guidati dal Patriarca, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk.
Alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina parteciperanno anche l’inviato speciale USA Kellogg e il Premier spagnolo, Sanchez, che “ribadirà la solidarietà e il sostegno senza condizioni della Spagna al popolo ucraino e la necessità di arrivare a una pace giusta e duratura”.
A margine di tale Conferenza, si terrà anche una riunione della Premier Meloni con la Presidente della Commissione Ue von der Leyen e con i leader del gruppo dei Paesi volenterosi: il cancelliere tedesco Merz, il Premier polacco Tusk, il Presidente francese Macron e il Premier britannico Starmer, questi ultimi in video-collegamento.
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