di Federica Marengo mercoledì 9 aprile 2025

-Proseguono i contatti tra gli USA e la Russia nel segno della ricostruzione dei rapporti bilaterali. A tal proposito, domani, una delegazione americana e una delegazione russa si incontreranno ad Istanbul e la portavoce del Dipartimento di Stato americano che ne ha dato notizia, ha precisato che nei colloqui non si parlerà di Ucraina.
Secondo La Presse, che ha sentito una fonte vicina al dossier, ci vorranno almeno sei mesi per raggiungere un accordo sui negoziati tra Kiev e Mosca, in quanto la Russia vorrebbe che i confini si stabilissero già con il cessate il fuoco e non con futuri accordi di pace, ovvero che gli USA riconoscessero i territori ucraini conquistati dalle forze russe come propri della Russia, e che fossero rimosse le sanzioni Ue.
Inoltre, sul tavolo, tra USA e Russia, vi è anche il trattato di non proliferazione nucleare (New Start), che si intreccia con la questione dei negoziati con l’Iran e che procede parallelo alle trattive tra gli USA e l’Ucraina sulle terre rare. Proprio al riguardo, secondo Bloomberg, una delegazione ucraina, venerdì, sarà a Washington per discutere dell’accordo.
Intanto, proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. Nelle ultime 24 ore, infatti, le forze russe hanno colpito la regione di Dnipro, causando il ferimento di 14 persone, e la regione di Kramatorsk.
Il comandante in capo delle forze armate ucraine, Syrskyi, in un’intervista a LB, rilanciata da Ukrainska Pravda, ha confermato quanto dichiarato dal Presidente ucraino Zelensky riguardo all’offensiva avviata dalle forze di Mosca su Sumy e Kharkiv”. Ciò, per Syrskyi sarebbe dimostrato dal fatto che “per quasi una settimana si è registrato un aumento quasi doppio delle operazioni offensive russe in tutte le principali direzioni”.
Il ministro della Difesa russo, invece, in una nota, ha accusato nuovamente Kiev di “continuare a violare gli accordi russo-americani di cessate il fuoco contro le infrastrutture energetiche per 30 giorni, a partire dal 18 marzo, attaccando ininterrottamente le infrastrutture energetiche russe” .
In merito, secondo l’agenzia russa Tass: “La Russia accusa le truppe ucraine di aver lanciato un attacco di droni su una stazione di compressione che permette il trasporto del metano attraverso il gasdotto Turkish Stream”, sostenendo, però, che “ l’attacco sia stato respinto e non vi siano danni”.
Riguardo l’invio di forze europee in Ucraina, invece, la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova ha detto: “Ogni presenza” di truppe di Paesi Nato in Ucraina, indipendentemente dalla bandiera, insegne e il mandato dichiarato, sarà considerato dalla Russia come una minaccia alla sua sicurezza e porterà il rischio di uno scontro diretto con l’intera Alleanza. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky aspetta passi concreti dai suoi alleati europei perché inviino le loro truppe, il che significherebbe che questi Paesi si uniscono al conflitto”.
Poi, la portavoce del ministero degli Esteri, Zakharova , ha affermato che “Francia e Gran Bretagna stanno preparando un intervento a Odessa”, ricordando che “il 3 e 4 aprile scorsi si è tenuta a Kiev una riunione dei capi di Stato maggiore di Ucraina, Gran Bretagna e Francia in cui la discussione verteva sui parametri di un futuro intervento franco-britannico nei porti ucraini del Mar Nero, in particolare a Odessa” e che “il fatto che non sia stata presa alcuna decisione in quell’occasione ha irritato il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky”.
Sempre la portavoce del ministero degli Esteri, Zakharova ha fatto sapere che una dipendente del ministero degli Esteri russo è stata fermata lo scorso 6 aprile dal servizio di frontiera francese e in conseguenza di ciò l’ambasciata russa a Parigi ha inviato una nota di protesta alla Francia e Mosca ha convocato l’ambasciatore francese e presentato una protesta formale.
Da Kiev, a sua volta, è arrivata l’accusa alla Cina di non essere neutrale per aver inviato dei soldati cinesi a combattere nell’esercito russo. Il Presidente Zelensky, infatti, ha reso noto che l’esercito ucraino ha catturato due cittadini cinesi su 155 che stavano combattendo nelle fila russe nel Donbass e che “Pechino n’è al corrente” e vi sono prove del maggiore coinvolgimento cinese nei combattimenti”.
Nel corso di una conferenza stampa a Kiev, poi, Zelensky ha aggiunto che il reclutamento avverrebbe tramite i social network cinesi.
Al riguardo, fonti alleate hanno affermato che : “Al momento, non vi sono indicazioni che il governo cinese si celi dietro l’invio di soldati in Ucraina”, evidenziando come “nel teatro ucraino vi siano ad esempio cittadini di Paesi occidentali senza che i rispettivi governi ne abbiano sanzionato la presenza” e , assicurando di “continuare a monitorare la situazione”.
Gli Stati Uniti hanno definito “inquietante che due cittadini cinesi siano stati sorpresi a combattere contro l’Ucraina”, sostenendo che “ciò dimostra il livello di sostegno di Pechino a Mosca”.
Tuttavia, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha respinto come “assolutamente infondate” le affermazioni di Kiev, dichiarando: “La posizione della parte cinese sulla questione della crisi in Ucraina è chiara e inequivocabile e ha ottenuto un ampio consenso da parte della comunità internazionale. La parte ucraina a considerare gli sforzi della Cina e il suo ruolo costruttivo nella risoluzione della crisi”.
Nel frattempo, a Bruxelles, secondo una fonte diplomatica, circa la metà degli Stati membri dell’Ue, nel corso del Comitato dei rappresentanti permanenti o Coreper, hanno rilanciato il piano Kallas per l’Ucraina , sostenendo lo stanziamento di 5 miliardi di euro per l’acquisto di munizioni, che potrebbe essere formalizzato lunedì al Consiglio Affari Esteri, cui si oppone però l’Ungheria, la quale pone come questioni prioritarie : il piano di pace statunitense e la sicurezza energetica.
Il Commissario Ue all’Economia Dombrovskis, inoltre, ha fatto sapere che verrà erogata a Kiev dal Gruppo dei Sette la seconda tranche di pagamenti del prestito del valore di 1 miliardo.
Infine, domani, presso la sede della Nato di Bruxelles , si terrà il vertice dei ministri della Difesa dei Paesi membri della “Coalizione dei volenterosi”, ovvero alcuni Stati , guidati da Francia e Gran Bretagna, pronti a fornire garanzie di sicurezza a Kiev, cui seguirà la riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina (il formato Ramstein che coordina l’assistenza militare al Paese), per definire la composizione e le regole di ingaggio della ”forza di rassicurazione” da dislocare in Ucraina.
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