di Federica Marengo venerdì 24 gennaio 2025

-Proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. Secondo quanto riportato dallo Stato maggiore delle forze armate di Kiev, nella giornata di ieri, sono stati ingaggiati 119 combattimenti, metà dei quali a Pokrovsk, dove sarebbero stati uccisi quasi 400 soldati russi. Inoltre, le forze di Mosca hanno compiuto 2 attacchi missilistici e 55 attacchi aerei, utilizzando 5 missili e 86 bombe aeree guidate, mentre 863 sono i droni kamikaze impiegati e più di 4.400 i bombardamenti compiuti sulle postazioni delle truppe ucraine e sugli insediamenti civili.
Nella notte, invece, le forze russe hanno effettuato un raid sulla regione di Kiev, causando la morte di 3 persone e il ferimento di 2.
Sul fronte russo, invece, il ministero della Difesa ha fatto sapere che, questa notte, sono stati abbattuti 121 droni ucraini lanciati su 13 regioni della Russia. L’esercito ucraino ha confermato di aver lanciato un attacco notturno con i droni contro la regione meridionale di Ryazan e la regione occidentale di Bryansk nel quale sono stati colpiti una raffineria di petrolio, una centrale elettrica e un impianto di elettronica.
Lo stesso ministero della Difesa russo ha poi reso noto di aver conquistato un altro villaggio nella regione di Donetsk: Timofeyevka.
Intanto, il Presidente USA Trump, nel suo intervento tenuto ieri al World Economic Forum di Davos, riguardo alla guerra in Ucraina, ha detto: “Voglio incontrare il Presidente Putin molto presto per evitare ulteriori perdite di vite umane. Dobbiamo fermare questa guerra. L’Ucraina è pronta a fare un accordo, questa guerra non sarebbe mai dovuta iniziare e se fossi stato presidente io non sarebbe mai iniziata”, per poi sottolineare che: “Se si abbassasse il prezzo del petrolio, la guerra tra Russia e Ucraina finirebbe immediatamente. In questo momento il prezzo è alto a sufficienza perché la guerra possa continuare. Avrebbero dovuto farlo molto tempo fa. Sono realmente responsabili di quanto sta accadendo”.
Quest’oggi, dal North Carolina , tra i primi Stati in cui si è recato in visita ufficiale per constatare i danni causati dall’uragano Helene, Trump ha ribadito la richiesta all’Opec di tagliare la produzione del petrolio per abbassarne il prezzo in modo da “fermare la tragedia in Ucraina e le ingenti perdite di vite umane”.
Il Presidente ucraino Zelensky, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, ha dichiarato che: “Potrebbe avere colloqui con il Presidente russo Vladimir Putin, se il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump fornirà all’Ucraina garanzie di sicurezza”.
Il consigliere del Presidente ucraino, Yermak, in un post social, ha evidenziato: “Vladimir Putin vuol promuovere negoziati con gli Stati Uniti. Ma a una condizione. Vuole definire il destino dell’Europa, senza l’Europa. E vuole discutere di Ucraina, senza Ucraina. Questo non accadrà. Putin ha da tempo bisogno di tornare alla realtà, altrimenti sarà destituito. Non è così che funziona nel mondo di oggi”.
A Mosca, invece, il portavoce del Cremlino, Peskov, secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, nel consueto punto stampa, riguardo a un possibile colloquio con il Presidente USA Trump, avrebbe ribadito: “Putin è pronto, stiamo aspettando segnali, tutti sono pronti. Non appena succederà qualcosa, vi informeremo”.
Poi, in merito alle considerazioni di Trump, secondo cui “se i prezzi del greggio fossero più bassi, la guerra tra Russia e Ucraina finirebbe immediatamente”, Peskov ha sottolineato: “Il conflitto non dipende dai prezzi del petrolio. Questo conflitto avviene a causa della minaccia alla sicurezza nazionale della Federazione Russa, a causa della minaccia ai russi che vivono nei territori conosciuti, e a causa della riluttanza e del completo rifiuto da parte di americani ed europei di ascoltare le preoccupazioni russe”.
Infine, riguardo all’avvertimento del Presidente degli USA Trump di imporre nuove sanzioni e dazi alla Russia ,”se non metterà fine al conflitto in Ucraina”, il portavoce del Cremlino ha detto che non si tratta di nulla di nuovo, poiché già durante il suo primo mandato Trump “è stato il presidente che più spesso ha fatto ricorso a metodi sanzionatori”.
Per il Segretario del Consiglio di Sicurezza russo Shoigu: “Tra l’aumento del comportamento conflittuale e l’intensificazione della rivalità geopolitica, i rischi globali di uno scontro militare tra grandi attori, comprese le potenze nucleari, stanno aumentando. I Paesi occidentali hanno lanciato un’aggressione contro l’ideologia e i valori della Russia e della Bielorussia, tentando non solo di indebolirle con sanzioni economiche, ma anche di destabilizzare la situazione politica dei due Paesi. Questo comportamento occidentale riguarda anche la situazione internazionale in generale. Queste azioni mirano direttamente a indebolire i nostri Paesi, poiché perseguono l’obiettivo di privarci della nostra sovranità e del diritto di scegliere il nostro percorso di sviluppo e di realizzare i nostri interessi strategici”.
Il Viceministro degli Esteri di Mosca, Grushko, invece, in un’intervista al canale Rossiya 24, ha evidenziato: “Abbiamo mezzi tecnici e altri strumenti sufficienti per garantire la nostra sicurezza in ogni evoluzione della situazione e in qualsiasi scenario. E possiamo vedere che questi sono i test dell’Oreshnik, la fiducia nelle nostre forze nucleari, e l’emergere di nuove tecnologie nell’arsenale delle nostre forze armate, che ci consente di essere certi che la nostra capacità di difesa e la nostra sicurezza saranno garantite al 100%. È chiaro che la Nato oggi, nel 2025, mirerà a testare la nuova architettura del dispiegamento delle forze che è stata implementata negli ultimi anni nel tentativo di infliggere una sconfitta strategica alla Russia”.
Quindi, riguardo la possibile adesione dell’Ucraina alla Nato, Grushko, ha detto: “Per noi ,questo è un elemento chiave di un possibile accordo sul conflitto ucraino, è un elemento legato all’eliminazione delle cause alla base del conflitto. Mosca insisterà per avere garanzie legali ferree che escludano ogni forma di appartenenza dell’Ucraina alla Nato”.
Nelle ultime ore, il Presidente russo Putin, parlando del suo rapporto con il Presidente USA Trump, in un’intervista rilasciata a un giornalista russo, si è detto d’accordo con Trump sul fatto che se fosse stato rieletto Presidente degli Stati Uniti nel 2020, la crisi in Ucraina si sarebbe potuta evitare, seguito dal ministro degli Esteri russo Lavrov, che in una conferenza stampa, in merito all’eventuale partecipazione dell’Italia a un processo di pace, ha sottolineato: “Tenendo conto della posizione anti-russa assunta dall’Italia, non la consideriamo nemmeno come un possibile partecipante a processo di pace, tanto meno come una sorta di difensore degli interessi della Russia nell’Ue, che nelle condizioni attuali suona francamente ridicolo. Se Roma vuole contribuire alla risoluzione del conflitto, deve prima smettere di inviare armi a Kiev”.
Nel frattempo, a Bruxelles, la presidenza polacca del Consiglio Ue starebbe lavorando per istituire un tavolo sulle misure del 16° pacchetto di sanzioni contro la Russia con l’obiettivo di vederlo applicato per il terzo anniversario dell’aggressione russa all’Ucraina del 24 febbraio.
Ma il Premier ungherese Orban ha fatto sapere che intende bloccare le sanzioni Ue contro la Russia , il cui rinnovo per sei mesi sarà al centro del Consiglio Affari Esteri di lunedì, se non verranno ristabilite le forniture di gas russo attraverso l’Ucraina, interrotte dal 1°gennaio scorso, dopo lo stop al rinnovo del contratto da parte di Kiev, che ha colpito in particolare Paesi come la stessa Ungheria, la Slovacchia e la Moldavia.
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