di Federica Marengo mercoledì 22 gennaio 2025

-Prosegue la tregua a Gaza, con Hamas che ha annunciato la liberazione, sabato, di altri 4 ostaggi, (4 donne), mentre, come fatto sapere dal suo portavoce, “sta consolidando il controllo del territorio per la prima volta dopo 15 mesi di guerra”.
Intanto, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha) ha reso noto che 897 camion di aiuti sono entrati nella Striscia di Gaza e il quotidiano Asharq Al-Awsat, che cita una fonte della sala operativa allestita al Cairo per gestire il valico di frontiera di Rafah , che include membri provenienti da Israele, Autorità Nazionale Palestinese, Qatar e Stati Uniti , ha fatto sapere che: “ I responsabili del Mossad e del servizio di sicurezza Shin Bet hanno raggiunto un accordo con il capo dell’intelligence egiziana affinché il valico di Rafah con la Striscia di Gaza ,sotto la supervisione e il coinvolgimento delle Nazioni Unite e di altre forze internazionali, venga supervisionato dall’Autorità Nazionale Palestinese (Anp)”.
L’ufficio stampa del governo egiziano ha reso noto che: “250 camion di aiuti attraversano i valichi di al-Awja (Nitzana) e Kerem Shalom in previsione del loro ingresso nella Striscia di Gaza. Tra questi automezzi, ci sono 13 autocisterne cariche di diesel e quattro di benzina”. Secondo l’emittente pubblica egiziana di sole notizie al-Qaera : “Più di 2.400 camion di aiuti sono entrati a Gaza dopo il cessate il fuoco, scattato domenica scorsa”.
Il ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan ha affermato di nutrire “speranze sulla possibilità che il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza regga”, sottolineando: “È responsabilità di tutti nella regione mantenerlo in vigore”.
Il cessate il fuoco prosegue poi anche in Libano, per cui il Consiglio dell’ Ue ha varato una terza misura di assistenza nell’ambito del Fondo Europeo per la Pace (Epf) del valore di 60 milioni di euro a favore delle forze armate libanesi.
La tranche di aiuti, annunciata dalla Vicepresidente della Commissione Ue e Alta rappresentante per le Politiche estere e la Sicurezza, Kallas, “contribuirà alla protezione della popolazione civile nella regione e rafforzerà le capacità operative e l’efficacia dell’esercito per contribuire alla sicurezza e alla stabilità nazionale e regionale, permettendo così ai civili sfollati di entrambe le parti di tornare alle loro case”. Inoltre, “L’ Ue e i suoi Stati membri sono fermamente impegnati a sostenere le istituzioni statali libanesi e a rinnovare il partenariato Ue-Libano”.
Gli Houthi, ribelli filo-iraniani in Yemen, invece, in seguito all’avvio della tregua nel conflitto a Gaza, hanno annunciato la liberazione dell’equipaggio della nave Galaxy Leader, detenuto da 14 mesi. Ieri, gli Houthi avevano reso noto che “durante il cessate il fuoco di Gaza limiteranno i loro attacchi nel mar Rosso alle imbarcazioni collegate a Israele”.
Tuttavia, il governo Netanyahu ha lanciato una vasta operazione militare in Cisgiordania, nell’area di Jenin, denominata “Muro di ferro”, volta, secondo quanto dichiarato dallo stesso Netanyahu, “a rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria” e per “continuare a operare in modo sistematico e deciso contro l’asse iraniano ovunque invii le sue armi”.
Per il ministro della Difesa israeliano Katz: “L’operazione militare israeliana nella città di Jenin in Cisgiordania riflette la prima lezione appresa dai ripetuti raid dell’esercito nella Striscia di Gaza: l’importanza di eliminare i terroristi e distruggere le infrastrutture terroristiche a Jenin senza che il terrorismo si ripeta all’interno della città”.
Per il ministro delle Finanze israeliano, Smotrich, “ L’operazione militare sarà intensa e continua, con l’obiettivo di proteggere i coloni e gli insediamenti israeliani, considerati da Israele una “zona cuscinetto di sicurezza”” .
In merito, Hamas ha chiesto la “mobilitazione generale dei combattenti della resistenza per affrontare l’aggressione dell’occupazione sionista a Jenin”.
Al riguardo,l’Idf e l’Isa ,in una nota congiunta pubblicata via social, hanno fatto sapere che: “Le forze di sicurezza israeliane hanno colpito oltre 10 terroristi nel corso di “un’operazione antiterrorismo a Jenin, in Cisgiordania, iniziata ieri” da parte delle forze dell’esercito (Idf), dell’agenzia di sicurezza (Isa) e della polizia di frontiera. Inoltre, sono stati condotti attacchi aerei sui siti delle infrastrutture terroristiche e sono stati smantellati numerosi esplosivi piazzati dai terroristi sulle strade. Le forze di sicurezza israeliane stanno continuando l’operazione”.
Il vice portavoce dell’Onu ha reso noto che il Segretario Antonio Guterres ha invitato le forze di sicurezza israeliane a “esercitare la massima moderazione nella Cisgiordania occupata, dove hanno avviato una grande operazione militare a Jenin”, in quanto “molto preoccupato per la violenza”, e ha invitato l’Idf a “usare la forza letale solo quando è assolutamente necessario”, ribadendo che “bisogna proteggere le vite umane”.
Ciò, mentre il Capo di Stato Maggiore israeliano Halevi ha informato il ministro della difesa Katz che andrà in pensione il 6 marzo 2025 “in virtù del riconoscimento della mia responsabilità per il fallimento del 7 ottobre e nel momento in cui l’esercito ha registrato risultati significativi ed eccezionali durante l’attuazione dell’accordo per il rilascio dei rapiti”.
Nel frattempo, riguardo la Siria, il ministro degli Esteri siriano, Assaad al Shaibani, durante un incontro al Forum economico di Davos in Svizzera, con l’ex Premier britannico Tony Blair , ha detto: “ La revoca delle sanzioni economiche è la chiave per la stabilità in Siria. Inizialmente sono state istituite a beneficio del popolo siriano, ma ora lo stanno danneggiando”.
E sempre in tema Siria, secondo quanto reso noto dal Dicastero per le Chiese Orientali, Papa Francesco ha incaricato il Prefetto del suddetto dicastero, di recarsi in Siria “per portare il suo abbraccio e la sua benedizione ai cattolici del Paese”.
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