di Federica Marengo lunedì 20 gennaio 2025
-Proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. Nella notte, infatti, secondo quanto reso noto dall’Aeronautica militare di Kiev, le forze ucraine hanno abbattuto 93 dei 141 droni kamikaze lanciati sulle regioni di Poltava, Sumy, Kharkiv, Cherkasy, Chernihiv, Kiev, Khmelnytskyi, Vinnytsia, Kirovohrad, Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Kherson e Donetsk, che hanno causato la morte di 2 persone e il ferimento di altre 5, mentre 47 droni-esca sono caduti in aree aperte.
Sul fronte russo, invece, il governatore di Bryansk ha fatto sapere che le forze di Mosca hanno abbattuto 4 missili himars e 14 droni lanciati sulla regione. Inoltre, le forze di Kiev hanno attaccato il villaggio di Bekhteri nella regione di Kherson, causando morti e feriti , la regione di Kursk e una fabbrica aerospaziale a Kazan.
Tuttavia, Mosca ha anche rivendicato la conquista di due villaggi nelle regioni orientali di Donetsk e Lugansk.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky , alla luce degli oltre mille attacchi russi registrati nella settimana scorsa, ha chiesto nuovamente agli alleati occidentali di incrementare la fornitura dei sistemi di difesa aerea Patriot, sottolineando: “Abbiamo bisogno di un forte sostegno da parte dei nostri partner. Più Patriot per l’Ucraina significano più protezione di vite umane”.
Sempre Zelensky, che nelle scorse ore ha visitato con la moglie Olena i soldati feriti nelle zone di combattimento più intense: Pokrovsk, la regione di Kharkiv e di Kursk, ringraziandoli per aver difeso il Paese e il popolo ucraino, riguardo alla tregua siglata da Israele e Hamas e alla liberazione degli ostaggi ha detto: “Un momento molto significativo. Noi ucraini conosciamo il dolore della separazione e la speranza di riportare a casa i propri cari. E’ ancora lunga e impegnativa la strada verso una pace duratura e verso la dignità per tutti i popoli, ma auspichiamo ulteriori progressi verso sicurezza, stabilità e vita normale in tutto il Medio Oriente. L’Ucraina, conclude mentre nel suo Paese prosegue il conflitto innescato dall’invasione russa su vasta scala iniziata il 24 febbraio di tre anni fa, vuole pace, giustizia e garanzie di sicurezza affidabili per tutti i Paesi, proprio come noi continuiamo a batterci per ottenerle. La liberazione degli ostaggi dopo molti mesi di guerra tra Israele e Hamas è un momento profondamente significativo. La strada verso una pace duratura e la dignità per tutti i popoli è ancora lungo e impegnativo, ma auspichiamo ulteriori progressi verso la sicurezza, la stabilità e una vita normale in tutto il Medio Oriente. L’Ucraina desidera pace, giustizia e garanzie di sicurezza affidabili per tutte le nazioni. Come ucraini, conosciamo il dolore della separazione e la speranza di riportare a casa i propri cari”.
Dagli USA, il Segretario di Stato uscente Blinken ha avuto un ultimo colloquio, prima dell’insediamento del Presidente eletto Trump, con il ministro degli Esteri Ucraino Sybiha, nel quale quest’ultimo ha ringraziato per avere rafforzato le relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Ucraina. Al centro del colloquio, anche le recenti sanzioni per privare la Russia di risorse e le condizioni per un’Ucraina sicura e pacifica.
Proprio il Presidente eletto Trump, nel suo comizio della vittoria a Washington, alla vigilia della cerimonia di insediamento, ha ribadito: “Metterò fine alla guerra in Ucraina. Metterò fine al caos in Medio Oriente ed eviterò la Terza guerra mondiale”.
A tal proposito, il Presidente russo Putin, nel corso di una riunione del Consiglio di Sicurezza russo, congratulandosi con il Presidente eletto degli Stati Uniti Trump per il suo insediamento, ha dichiarato di essere aperto al dialogo con la nuova amministrazione statunitense su Ucraina e armi nucleari.
Il Presidente ucraino Zelensky, invece, in un post social, congratulandosi con Trump , ha definito il giorno dell’insediamento come “un giorno di cambiamento e di speranza per la risoluzione di molti problemi, tra cui le sfide globali”, evidenziando: “Il Presidente Trump è sempre risoluto e la politica di pace attraverso la forza che ha annunciato offre un’opportunità per rafforzare la leadership americana e raggiungere una pace giusta e a lungo termine, che è la massima priorità. Questo secolo si sta plasmando proprio ora e dobbiamo lavorare tutti insieme per garantire che sia un secolo grande e di successo per le democrazie, non per coloro che vogliono che falliamo. Le auguriamo successo, presidente Trump. Attendiamo con ansia una cooperazione attiva e reciprocamente vantaggiosa. Siamo più forti insieme e possiamo fornire maggiore sicurezza, stabilità e crescita economica al mondo e alle nostre due nazioni”.
Per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani, in un’intervista a La Stampa, ha dichiarato: “Siamo all’alba di una possibile pace che potrebbe coinvolgere l’intera regione” dice il ministro degli esteri Antonio Tajani in un’intervista alla stampa in merito all’evoluzione della situazione in Medio Oriente. Più cauto l’ottimismo sulla guerra in Ucraina: “Trump lavorerà per costruire la pace, ma il problema non si risolve da un giorno all’altro, tanto è vero che ha ribadito il sostegno Usa a Kiev. Sono però convinto che questo sia l’anno buono per arrivare a un cessate il fuoco anche in Ucraina”.
Dalla Francia, invece, il Presidente Macron, parlando davanti a dei militari riuniti a Rennes, nel nord, per i tradizionali auguri di inizio anno, ha affermato che “La guerra in Ucraina non si concluderà né domani, né dopodomani” e che “Non ci può essere pace e sicurezza in Europa senza gli europei e senza che esse vengano negoziate dagli europei. Il nodo, oggi, è dare all’Ucraina i mezzi per durare ed entrare in ogni futuro negoziato in posizione di forza; il nodo di domani, quando le ostilità si fermeranno, sarà quello di dare all’Ucraina garanzie contro qualsiasi ripresa della guerra sul suo territorio, e rassicurazioni per la nostra sicurezza”.
Al riguardo, il Presidente turco Erdogan in una conferenza stampa con il primo ministro slovacco Fico, ha detto che Ankara è pronta ad affrontare la questione Ucraina e di aspettarsi di continuare i contatti con il Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.
Il premier slovacco, Fico, invece, nella conferenza stampa congiunta con il Presidente Erdogan, ha rilanciato il ruolo di mediatrice tra Kiev e Mosca della Turchia, affermando : “Con un pieno sostegno, la Turchia potrebbe ospitare i maggiori attori di questo disaccordo. La Turchia è un grande Paese che può creare la pressione affinché la pace sia realistica. Condivido con Erdogan la stessa opinione riguardo alla guerra in Ucraina. In questa guerra non c’è una soluzione militare. Erdogan è un grande attore a livello politico, economico e anche internazionale. Non è realistico aspettarsi che la Federazione Russa si ritiri dai territorio che ha preso in Ucraina ed è ugualmente irrealistico che l’Ucraina diventi un membro della Nato. Non può essere accettato che la guerra continui”.
Nel frattempo, a Bruxelles, il Vicepresidente della Commissione europea responsabile della strategia industriale, Stéphane Séjourné , in un’intervista a France Inter, in merito ai rapporti dell’Unione con il Presidente eletto USA Trump, ha detto: “L’Unione europea vuole proporre a Donald Trump di investire di più nella sua difesa in cambio del non avvio di una guerra commerciale. Non possiamo avere una guerra commerciale e allo stesso tempo costruire un’Europa della difesa. L’accordo con gli Stati Uniti è sì a un disimpegno dalla difesa europea e alla costruzione di garanzie di sicurezza europee in aggiunta alla Nato, ma non possiamo farlo con una guerra commerciale alle porte. E i bilanci nazionali non sono in grado di aumentare il bilancio della difesa al 3% (del PIL) ovunque. Non saremo in grado di organizzarci efficacemente, in particolare sul fronte orientale, se oltre a questo abbiamo una guerra commerciale che ci costa enormemente”.
Inoltre, Bruxelles ha fatto sapere che , in merito al prestito G7 all’Ucraina da 50 miliardi di dollari, la quota per circa 20 miliardi di dollari degli Stati Uniti è già stata trasferita alla Banca Mondiale prima della fine dello scorso anno, al fine di rassicurare i partner dell’iniziativa sugli impegni di Washington con la nuova amministrazione Trump.
Ciò, mentre il Segretario Generale della Nato, Rutte, ha incontrato , al Quartier Generale dell’Alleanza Atlantica il nuovo Commissario Ue per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, per discutere con gli alleati del Consiglio Nord Atlantico.
Il segretario della Nato Rutte ha parlato dell’aumento della produzione della Difesa , necessaria “non solo per rispettare gli impegni assunti nei confronti dell’Ucraina, ma anche per la nostra deterrenza e difesa” , accogliendo con favore “gli sforzi dell’Ue per aumentare la prontezza della difesa europea e migliorare la base industriale della difesa, in quanto “la nostra industria della difesa transatlantica è profondamente intrecciata ed esiste un’opportunità unica per definire la direzione della nostra cooperazione”.
Infine, Rutte ha auspicato che l’incontro sia il primo di molti scambi con il Commissario Kubilius e i suoi colleghi.
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