di Federica Marengo venerdì 10 gennaio 2025
-Proseguono i raid israeliani su Gaza, mentre si riaccende lo scontro con gli Houthi ribelli filoiraniani nello Yemen, dove, nelle ultime ore, l’esercito israeliano ha attaccato il porto di Ras Isa a Hodeidah e la centrale elettrica di Hizaz sulla costa ovest e all’interno del territorio yemenita ,in risposta ai missili e droni lanciati dagli Houthi contro Israele.
A tal riguardo, il Premier israeliano Netanyahu ha dichiarato: “Gli Houthi stanno pagando, e continueranno a pagare, un prezzo elevato per la loro aggressione contro di noi. Oggi abbiamo attaccato obiettivi terroristici del regime Houthi lungo la costa occidentale e nel profondo dello Yemen. Gli Houthi sono un braccio dell’Iran e servono gli scopi terroristici del blocco iraniano in Medio Oriente. Rappresentano una minaccia per Israele e per l’intera regione, inclusa la minaccia alla libertà di navigazione globale. Non tollereremo attacchi ai nostri cittadini e al nostro Stato. Agiremo con determinazione e forza” .
Sulla stessa linea, il ministro della Difesa Katz, che ha detto: “L’attacco odierno dell’Idf nello Yemen è un chiaro messaggio al leader del gruppo terroristico Houthi, Abd al-Malik al-Houthi, e ai leader del gruppo terroristico nello Yemen: non ci sarà immunità per nessuno. Vi inseguiremo, vi daremo la caccia e distruggeremo le infrastrutture terroristiche che avete creato. Migliaia di sostenitori Houthi che hanno partecipato a una marcia d’odio contro Israele hanno sentito da vicino la potenza degli aerei dell’aeronautica militare. Il porto di Hodeidah è paralizzato e il porto di Ras Isa è in fiamme. Il messaggio è chiaro: chiunque danneggi Israele sarà colpito molto più duramente” .
Immediata ,la replica degli Houthi, che, secondo quanto riportato da Al Jazeera, hanno comunicato al mediatore speciale delle Nazioni Unite, Hans Grundberg, che non interromperanno gli attacchi alle navi nel Mar Rosso finché Israele non metterà fine alla sua guerra a Gaza.
Inoltre, le Forze di Difesa israeliane(Idf) hanno affermato di aver effettuato oggi un attacco con droni nel sud del Libano, dopo aver identificato militanti di Hezbollah che caricavano un veicolo con delle armi e che “L’attacco ha mirato alle armi sui veicoli, per eliminare la minaccia”, ribadendo l’impegno “a rispettare gli accordi di cessate-il-fuoco tra Israele e il Libano”, ma anche la necessità di rimuovere “qualsiasi minaccia per Israele e i suoi cittadini”, mentre restano dispiegate in alcune zone del sud del Libano. Nel suddetto attacco, secondo quanto riportato dal ministero della Sanità libanese, due persone sarebbero rimaste uccise.
Proprio in Libano, il generale Joseph Aoun, comandante dell’esercito libanese, è stato eletto dal Parlamento con una maggioranza semplice di 65 voti (su128), Presidente della Repubblica, carica vacante da più di due anni , sostenuto dalle forze occidentali e dai Paesi arabi del Golfo ostili all’Iran.
Al riguardo, dall’Italia, la Presidente del Consiglio Meloni ha dichiarato in una nota: “Desidero rivolgere, a nome mio e del Governo italiano, le congratulazioni al generale Joseph Aoun per la sua elezione a Presidente della Repubblica Libanese. Sono convinta che il Presidente Aoun saprà essere una guida sicura e autorevole per il Libano, Nazione amica dell’Italia alla quale siamo legati da storici e profondi rapporti. L’Italia continuerà a contribuire alla pace e al benessere del Libano, anche attraverso l’impegno costante e generoso dei militari impegnati nella missione UNIFIL e nella missione bilaterale MIBIL. Sono certa che la nostra storica collaborazione sia destinata a crescere ulteriormente, nel sostegno alla sovranità libanese e alla ricostruzione e al rilancio dell’economia.Il Libano sa che potrà sempre contare sul sostegno e l’amicizia dell’Italia”.
Colpita dalle forze israeliane anche Nuseirat dove, un giornalista e diversi altri palestinesi sarebbero stati uccisi in un bombardamento nel campo profughi.
Infine, per la terza notte consecutiva, coloni israeliani hanno attaccato le proprietà palestinesi in un villaggio in Cisgiordania.
Quanto ai negoziati per il cessate il fuoco a Gaza, e la liberazione degli ostaggi il funzionario del Consiglio di sicurezza nazionale USA Kirby , nel consueto punto stampa, ha detto che: “ Un accordo sul rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas a Gaza è possibile prima dell’insediamento di Trump, il 20 gennaio. C’è ancora molto lavoro da fare”.
Tuttavia, il ministro della Difesa israeliano Katz ha affermato di aver ordinato all’Idf di presentargli un piano “per la completa sconfitta di Hamas a Gaza, se non ci sarà un accordo sugli ostaggi prima che il nuovo Presidente americano Donald Trump entri alla Casa Bianca”.
Intanto, in Siria, il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani ha incontrato a Damasco il Presidente ad interim, al-Sharaa, l’omologo al Shibani , la comunità cristiana ed ha visitato nella città vecchia la moschea degli Ommayyadi, risalente all’VIII° secolo.
Nel suo intervento in conferenza stampa, Tajani ha dichiarato: “Noi vogliamo essere un ponte tra la nuova Siria e l’Ue. Noi vogliamo fare di più e lo vogliamo fare anche con l’utilizzo della Cooperazione allo sviluppo italiana. Abbiamo un ambasciatore qui e vogliamo essere vicini al popolo siriano e sostenerlo in tutti i settori. Noi vogliamo rilanciare la cooperazione economica tra Italia e Siria e siamo pronti a farlo in settori cruciali come l’energia, l’agricoltura e la salute. Anche a livello culturale vogliamo collaborare, ho proposto per esempio una collaborazione tra università. Il dialogo interculturale è fondamentale per la stabilità e la pace. Siamo due Paesi con una grande storia alle nostre spalle e abbiamo una comune cultura mediterranea”.
Poi da Beirut, dove si è recato successivamente per incontrare il neo eletto Presidente libanese Aoun e congratularsi con lui, Tajani, a margine dell’incontro con quest’ultimo, ha detto: “È stato un grande piacere poter portare il saluto dell’Italia al nuovo Presidente della Repubblica del Libano, Joseph Aoun. Consideriamo questa elezione un fatto molto importante, non solo per il Libano ma per l’intero Medio Oriente. Avere un presidente del Libano riconosciuto come una personalità molto autorevole aiuta il lavoro di tutti per la pace in questa regione”.
Tutto ciò, mentre nell’area nord orientale della Siria proseguono gli scontri tra le forze filo-turche e quelle curde. In merito, il Presidente turco, Erdogan, durante un congresso del suo partito, rivolgendosi alle forze curde siriane Ypg, ritenute terroriste, ha dichiarato: “Hanno solo due scelte davanti a loro. O si pentiranno del terrorismo e deporranno le armi, o non potranno evitare di essere eliminati”.
Il ministro degli Esteri turco Fidan, invece, a una domanda su un possibile dispiegamento di truppe francesi nella Siria nordorientale ha risposto che gli Stati Uniti sono l’unico interlocutore della Turchia per quanto riguarda la Siria nordorientale.
©Riproduzione riservata