di Federica Marengo venerdì 9 gennaio 2025
-Si è svolta stamane, presso l’aula dei Gruppi parlamentari alla Camera dei Deputati, la conferenza stampa della Presidente del Consiglio Meloni, organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione stampa parlamentare.
In apertura, il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Bartoli, dopo aver espresso “la gioia e il sollievo per il rientro in Italia della collega Cecilia Sala” e aver ringraziato “ con tutto il cuore tutti coloro che si sono adoperati per la sua liberazione”, ha lanciato l’allarme su una serie di provvedimenti legislativi ritenuti restrittivi della libera informazione in materia di cronaca giudiziaria e cronaca nera, soffermandosi anche sulle questioni della riforma della diffamazione in discussione in Senato; la riforma della professione; la legge sull’equo compenso, sottolineando però anche “ l’opera attenta e tenace di sostegno all’impresa giornalistica svolto dal Dipartimento per l’Informazione e l’editoria guidato dal sottosegretario Alberto Barachini”.
La Premier ha quindi replicato, affermando : “Non ritengo di dovermi difendere dalla previsione di rappresentare un limite o un problema per la libertà di stampa e dunque per la democrazia” e che il governo “non intende comprimere i diritti della stampa né il sostegno all’editoria”, spiegando in merito alla riforma della diffamazione: “Voi sapete che è una proposta di iniziativa parlamentare che raccoglie l’auspicio della Corte costituzionale e prevede che per le ipotesi di diffamazione a mezzo stampa non sia più previsto il carcere, fattispecie sulla quale io sono assolutamente e totalmente d’accordo, ma una multa. La multa, che può arrivare fino a 50mila euro, riguarda però il caso di una notizia falsa pubblicata consapevolmente, con l’intento di diffamare qualcuno. Un caso evidentemente limite, non comune. In caso di diffamazione si può risolvere il caso anche con la pubblicazione della smentita”. Inoltre, la Presidente Meloni si è detta “d’accordo che sia necessario avviare il dibattito per la riforma della professione, come ho già detto in altre occasioni, ritengo che la sede naturale per fare questo lavoro sia il Parlamento”.
Successivamente, sono state rivolte alla Presidente del Consiglio 41 domande su molteplici temi di politica estera ed interna, a cominciare dalla liberazione e dal rientro in Italia dall’Iran ,nella giornata di ieri, della giornalista Cecilia Sala, vicenda in merito alla quale ha detto: ” Ieri, è stata una bella giornata per l’Italia intera. È stata sicuramente una bella giornata per me. Posso dirvi che non ho provato in questi due anni un’emozione più grande di quella che ho provato chiamando una madre per dirle che sua figlia stava tornando a casa. E’ stato un lavoro molto complesso per il quale devo ringraziare tutto il governo, ma anche voi giornalisti e la famiglia per il comportamento tenuto. Non c’è stato un momento di svolta in particolare, è stato un lavoro composito”.
Poi, riguardo Space X e Starlink, ribadendo che il governo è in una fase istruttoria e non sono stati conclusi contratti, la Premier ha chiarito: “SpaceX consente di comunicare in sicurezza sul piano diplomatico e militare informazioni molto delicate. Sul metodo posso dire che si tratta di interlocuzioni che il governo ha con molte aziende private. Non ho mai parlato personalmente di questa vicenda con Musk, non sono abituata a usare il mio ruolo per fare dei favori agli amici, ma neanche accetto se il problema sono le idee di Musk. Si tratta di interlocuzioni che rientrano nella normalità per un governo. Abbiamo decine di aziende che si propongono, dopo di che si fa una istruttoria e si decide. Non capisco le accuse che sono state rivolte. Neanche io ho le idee chiare, perché da una parte si tratta di mettere in sicurezza alcune comunicazioni sensibili e delicate parlando con il soggetto tecnologicamente più avanzato in questo campo e senza alternative pubbliche. E dovremo parlare del fatto che l’Italia e l’Europa non siano arrivati in tempo su questi temi, per cui l’alternativa è non avere una protezione. Si tratta di scegliere una soluzione tra due scenari, nessuno dei quali è ottimale; io sono laica rispetto a questo, ma devo porre la questione. Se un domani le comunicazioni dei dati sensibili finiscono nelle mani sbagliate, il governo ne è responsabile”.
In seguito, annunciando la ratifica della nomina nel corso del Consiglio dei Ministri che si è svolto nella serata di oggi del prefetto Vittorio Rizzi, attuale direttore dell’Aisi, alla guida del Dis, la Premier ha risposto a una domanda sulle riforme (Premierato, Autonomia differenziata, Giustizia) e sugli eventuali referendum: “Il mio intento è andare avanti sulle riforme con determinazione e con velocità, dopodiché c’è un lavoro parlamentare che determina le tempistiche. Dare stabilità ai governi, liberare la giustizia dal giogo della politica e responsabilizzare le classi dirigenti sono priorità, così come la riforma del fisco: puntiamo a chiudere entro il 2025 tutti i testi tributari e vogliamo procedere spediti. Vorrei fare in questa legislatura anche i referendum”.
In particolare riguardo alla riforma dell’Autonomia differenziata, la Presidente Meloni ha detto: “Sul tema delle modifiche richieste dalla Consulta sui Lep ,il Governo deve andare avanti anche in caso di referendum. Il Consiglio dei ministri di oggi deciderà se, attraverso l’Avvocatura dello Stato, il governo sosterrà l’ammissibilità o la non ammissibilità del referendum sull’autonomia o se deciderà di non intervenire davanti alla Corte costituzionale. E’ oggetto del Consiglio dei ministri di oggi questa decisione, voglio sentire il parere dei ministri”.
Ancora, sui rapporti bilaterali con la Grecia, la Premier ha dichiarato: “I rapporti tra Italia e Grecia sono rapporti ottimi, come è naturale che sia fra due nazioni che condividono l’appartenenza all’Unione Europea e all’Allenza Atlantica. Tra i temi di interesse comune vi sono: sicurezza, immigrazione, la messa in sicurezza del territorio di fronte ai continui eventi climatici estremi. Vi è in calendario un vertice intergovernativo a Roma il 9 febbraio e l’obiettivo che ci diamo è mettere nero su bianco l’ampiezza di questa cooperazione: una dichiarazione congiunta e alcuni accordi bilaterali fra cui la sicurezza e la protezione civile”.
Riguardo al tema politiche migratorie, Paesi sicuri e hub in Albania, la Presidente del Consiglio Meloni ha evidenziato: “A me pare che le sentenze della Cassazione diano ragione al governo: spetta al governo dire quali siano i Paesi sicuri e che il giudice non possa sistematicamente disapplicare, ma solo in casi specifici, che è una cosa diversa da quello che hanno fatto i giudici di Roma. I centri in Albania sono pronti per essere operativi. Lo scorso anno gli sbarchi sono diminuiti del 60% e negli ultimi giorni sono quasi azzerati. Però i centri, per quello che ci riguarda, sono pronti per essere attivati. Ho ragione di credere che la maggioranza dei Paesi membri dell’Ue sosterrà la posizione italiana davanti alla Corte europea sui cosiddetti Paesi sicuri”.
Mentre sulle questioni: cittadinanza e ius scholae, la Premier ha detto: “Penso che questo governo si debba concentrare sulle materie che ha nel suo programma, non metterei altra carne al fuco. Dopo di che sono convinta che quella che c’è sulla cittadinanza sia un’ottima legge. L’Italia è una delle Nazioni che concede il maggior numero di cittadinanze ai minori e la soluzione o il tema da affrontare è il tempo per ottenere la cittadinanza una volta che hai il diritto per ottenerla”.
In merito alle dichiarazioni del Presidente USA eletto Trump sulle sue intenzioni di annettere territori come la Groenlandia, la Presidente Meloni ha affermato: “Mi sento di escludere che gli Usa nei prossimi anni si metteranno a tentare di annettere con la forza territori che interessano loro. Abbiamo già visto Trump presidente, è una persona che quando fa una cosa la fa per una ragione: penso che le sue dichiarazioni siano un messaggio per alcuni grandi player globali piuttosto che rivendicazioni ostili verso questi Paesi. Il canale di Panama è fondamentale per il mercato, la Groenlandia è ricca di materie prime strategiche e sono territori che hanno visto negli ultimi anni un crescente protagonismo cinese: è un modo energico per dire che gli Usa non staranno a guardare di fronte a eventuali iniziative di altri grandi player”.
Mentre riguardo alla questione di un eventuale disimpegno di Trump e degli USA nella guerra in Ucraina, la Premier , che non ha escluso di partecipare all’insediamento di quest’ultimo alla Casa Bianca il 20 gennaio, ha sottolineato: “Francamente non prevedo un disimpegno di Trump in Ucraina, non leggo questo dalle sue dichiarazioni. Ha parlato in più occasioni di “pace con la forza” e io ho sempre sostenuto che l’unico modo per costringere la Russia a sedersi ad un tavolo di trattative era costruire una situazione di difficoltà sul campo. Trump ha la capacità di dosare diplomazia e deterrenza e prevedo che anche questa volta sarà così. Lui può andare avanti nella soluzione, ma non prevedo che questo significhi abbandonare l’Ucraina, circostanza che sarebbe un errore dal mio punto di vista”.
Infine, in merito alla questione dazi, ha affermato: “Per noi i dazi sarebbero un problema ma non è una novità che le amministrazioni americane pongano la questione dell’avanzo commerciale. Il protezionismo non è un approccio che riguarda solo l’amministrazione Trump. Penso che si debba discutere su come affrontare il tema e penso che la soluzione dei dazi non sia quella giusta: faremo quello che dobbiamo fare per difendere la nostra economia parlando con gli Usa e l’Ue e credo che le soluzioni si debbano trovare”.
Poi, riguardo al tema carceri e sovraffollamento e alla richiesta delle opposizioni di un’amnistia, anche riferendosi alle parole di Papa Francesco in riferimento all’anno giubilare in corso, la Presidente del Consiglio Meloni ha dichiarato: “Secondo me il modo serio di risolvere il problema non è l’amnistia o l’indulto ma è un altro: da una parte ampliare la capienza delle carceri e poi stiamo lavorando per rendere più agevole ad esempio il passaggio dei detenuti tossicodipendenti nelle comunità. Ascolto sempre con grande attenzione le parole di papa Francesco che ringrazio. Quello che dice sull’amnistia è nella bolla sul Giubileo ed è rivolto ai governi di tutto il mondo non riguarda specificatamente il nostro Paese. La mia idea non è che questo si debba fare adeguando il numero dei detenuti o i reati alla capienza delle carceri, ma adeguare la capienza delle carceri alle necessità, perciò abbiamo nominato un commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria che ha l’obiettivo di realizzare 7000 nuovi posti in 3 anni a partire dal 2025″.
In merito a un eventuale rimpasto di governo e a un ritorno del Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini al ministero dell’Interno, la Premier Meloni ha detto: “Non sono tendenzialmente favorevole alla parola rimpasto. Salvini sarebbe un ottimo ministro dell’Interno, ma anche Piantedosi è un ottimo ministro dell’Interno”.
Riguardo alle elezioni regionali in programma nel 2025 , tra cui quelle in Veneto, e alla questione del terzo mandato, la Presidente Meloni ha sottolineato: “Per la scelta del candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Veneto quella di Fratelli d’Italia deve essere una opzione da tenere in considerazione. Dobbiamo discutere con grande serenità con gli alleati ed è quello che faremo. Abbiamo cominciato a parlarne con Antonio Tajani e Matteo Salvini, ma non credo che il dibattito per il tramite della stampa aiuti. L’obiettivo è vincere le elezioni. Il terzo mandato per i governatori? Partendo dal caso della Campania, c’è un tema di metodo. Gli uffici di Palazzo Chigi hanno fatto una ricognizione per capire in base all’articolo 122 della Costituzione se la materia competesse allo Stato o alle Regioni. La nostra conclusione è che la questione riguarda un principio fondamentale e quindi lo Stato nazionale. Per questo al Cdm di oggi impugniamo la legge della regione Campania”.
Quanto al Piano Mattei per l’Africa e agli obiettivi per il 2025, la Premier ha spiegato: “Sono fiera del fatto che il Piano Mattei stia riaccogliendo sempre maggiore interesse e consenso. E’ nell’interesse non solo italiano avere un approccio diverso al continente africano. Una delle sfide del 2025 sarà quella di ampliare il Piano e quindi individuare nuovi Paesi nei quali portare le nostre iniziative, i nostri progetti. Attualmente, i Paesi che noi abbiamo individuato per allargare il Piano Mattei sono: Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal. Ricordo che in tutti i nove primi Paesi del Piano Mattei i progetti sono già avviati, dopodiché le due grandi sfide secondo me per il 2025 sono internazionalizzare ed europeizzare il piano, che è il lavoro che l’Italia ha cominciato a fare con il G7. Cioè noi ci siamo posti il problema nel G7, in particolare nel summit dei leader, di come mettere insieme il lavoro che facciamo come Italia nel piano Mattei con tutti gli altri strumenti disponibili e il lavoro dei nostri partner come il globale Gate Ue, il Piano infrastrutturale del G7″.
Ancora, riguardo la riforma della Giustizia e la separazione delle carriere dei magistrati, la Presidente del Consiglio Meloni, ha dichiarato: “La riforma della giustizia che prevede la separazione delle carriere dei magistrati si può sempre migliorare, c’è disponibilità al dialogo, se ne parla. Ieri ho letto il pronunciamento del Csm e mi stupisce sempre il tono apocalittico con il quale si risponde a qualsiasi tentativo di riforma della giustizia, sempre come se stesse per finire il mondo, come fosse un attacco, anziché collaborare per migliorare le norme. Escludersi da qualsiasi collaborazione vuol dire impedire a noi di avere il contributo anche positivo che può arrivare dai vertici della magistratura, è una contrarietà pregiudiziale che io non condivido. La magistratura dovrebbe contribuire a migliorare le proposte che facciamo. La separazione delle carriere serve a rafforzare la terzietà del giudice. Il Csm garantisce l’autonomia della magistratura, averne due può rafforzare quelle garanzie”.
In merito alla elezione da parte del Parlamento dei giudici della Corte Costituzionale, la Premier ha evidenziato: “All’inizio non si è arrivati al risultato perché c’era un unico giudice della Corte costituzionale da eleggere, la maggioranza ha provato ad eleggerlo e l’opposizione ha fatto l’Aventino. Presumo che il fatto che ora ci siano da eleggere più giudici costituzionali renderà più facile trovare una soluzione anche con l’opposizione. Cercheremo di procedere spediti, non dipende solo da noi, abbiamo già avviato le interlocuzioni con le opposizioni”.
Quanto alle politiche del governo in materia di Lavoro, alla luce dei dati positivi sull’occupazione e la disoccupazione, e di produzione industriale (in calo), la Presidente del Consiglio Meloni ha dichiarato: “Sulla qualità dell’occupazione e il calo della produzione industriale a me pare che il governo abbia già dato segnali importanti, e ciò non vuol dire che siano terminati. Per avere un’industria forte serve una strategia e tra i nostri elementi fondamentali ci sono l’hub per l’approvvigionamento energetico, l’economia blu, la tutela del made in Italy . Poi, si deve creare un contesto il più possibile favorevole per le aziende e le industrie che producono e l’Ires premiale è l’ultimo dei segnali dati. Infine, servono incentivi e sostegno per favorire ,ad esempio, la possibilità per le aziende di produrre energia a costi più ragionevoli e il tema della burocrazia è una delle grandi questioni da affrontare”.
Poi, riguardo la designazione da parte di Politico come leader più influente a livello europeo, la Premier ha affermato: “Non saprei giudicare la lettura di quali siano i leader più influenti, però sicuramente se ho un’influenza cercherò di spenderla in modo proattivo, positivo, concreto ,per il bene di un continente che altrimenti rischia, in un futuro non lontano da questo, di scivolare verso l’irrilevanza. Non penso che tra i leader europei sia utile costruire delle competizioni, penso che insieme dobbiamo darci una mano per capire che cosa è stato sbagliato nella strategia, per capire come correggere quella strategia. Questo è un lavoro che cerco di fare ogni giorno, forte di posizioni che sono chiare, che tendenzialmente non baratto, forte di una chiarezza, forte di un approccio pragmatico del quale oggi l’Europa ha disperatamente bisogno”.
Infine, riguardo la guerra in Medio Oriente, la Presidente del Consiglio Meloni ha ribadito l’impegno dell’Italia per il cessate il fuoco a Gaza e per la liberazione degli ostaggi e sul fronte del sostegno umanitario.
In serata , la Premier ha presieduto il Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi, dove, successivamente, ha incontrato il Presidente ucraino Zelensky il quale nella giornata di domani sarà al Quirinale dal Presidente della Repubblica Mattarella.
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