di Federica Marengo venerdì 20 dicembre 2024
-Proseguono i raid dell’esercito israeliano sulla Striscia. Nelle ultime ore, infatti, le forze di Tel Aviv hanno compiuto un attacco su Nuseirat, nel quale sono rimaste uccise 8 persone.
Intanto, secondo il Times of Israel, che cita fonti informate, “Si registrano progressi nei negoziati per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, ma probabilmente ci vorranno settimane , e non giorni , per finalizzare un accordo tra Israele e Hamas”, in quanto vi sarebbero dei nodi da sciogliere su questioni chiave come il numero e l’identità degli ostaggi che Hamas rilascerebbe durante le prime sei settimane della tregua e sulla selezione e il numero di detenuti palestinesi che Israele dovrebbe scarcerare.
L’impasse nelle trattative è stato poi confermato dal Washington Post, secondo cui “il direttore della Cia, Burns, avrebbe lasciato Doha dopo solo un giorno, sebbene una delegazione statunitense sia rimasta nella regione”.
Tutto ciò, mentre il portavoce delle Nazioni Unite, nel corso del consueto punto stampa con i media, ha ribadito che “Le forze di difesa israeliane continuano a negare l’accesso a Gaza alle operazioni umanitarie”, affermazione smentita da Tel Aviv.
A tal proposito, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione , presentata dalla Norvegia e adottata a larga maggioranza (137 Paesi hanno votato a favore, 12 contrari e 22 si sono astenuti) che chiede alla Corte internazionale di giustizia cosa sia tenuto a fare Israele per “garantire e facilitare la consegna senza ostacoli di forniture essenziali per la sopravvivenza della popolazione civile palestinese”.
In Siria, invece, quest’oggi, una delegazione del governo statunitense, guidata dal consigliere per gli affari del Medio Oriente , è stata a Damasco per discutere con l’esecutivo provvisorio siriano i principi della transizione e come aiutare il Paese.
A seguire, una portavoce statunitense in Siria ha annunciato l’annullamento della conferenza stampa prevista dalla delegazione USA per “motivi di sicurezza”. Un funzionario siriano ha però dichiarato all’agenzia France-Presse, che “L’incontro ha avuto luogo ed è stato positivo. E i risultati saranno positivi, a Dio piacendo”, mentre il network qatariota Al-Jazeera ha riferito che, durante l’incontro di oggi a Damasco tra le delegazioni di alto livello degli Stati Uniti e del gruppo islamista siriano Hayat Tahrir al-Sham, “le parti hanno discusso la possibilità di rimuovere le sanzioni internazionali contro la Siria e di eliminare HTS dalla lista delle organizzazioni terroristiche designate dagli Stati Uniti”.
E proprio il leader dei ribelli HTS, Al-Jolani, intervistato dall’inviato del Tg1, ha dichiarato: “Il futuro della Siria sarà una scelta del popolo e non di Paesi stranieri. Ogni popolo è libero di decidere del suo Stato. Ora noi siamo ancora in una fase di passaggio dei poteri. Poi passeremo alla seconda fase che riguarda il Congresso Nazionale Generale. Nell’ambito del Congresso verranno create commissioni costituzionali con esperti che decideranno la giurisdizione del Paese e che forma avrà lo Stato. Dopo di che sarà tutto sottoposto al giudizio del popolo. La Siria farà in modo che vengano garantite le condizioni per procedere a elezioni politiche. Quasi la metà della popolazione siriana vive all’estero e la maggior parte di chi è all’estero non ha legami giuridici con la madrepatria perché il regime precedente negava questa possibilità e non permetteva neanche di avere il passaporto. Per questo la Siria ha bisogno di un nuovo censimento e, quando il Ministero degli Esteri inizierà a lavorare, avrà bisogno di tempo per contattare la comunità siriana che vive all’estero. Quando il censimento sarà completato saremo pronti per andare a elezioni. E’ questa la strada da seguire”.
Sul campo, invece, dove proseguono i combattimenti nel Nord della Siria tra le forze curde, sostenute dagli USA e le forze filo-turche, il Comando Centrale degli Stati Uniti ha fatto sapere che “Negli attacchi aerei statunitensi di ieri sono stati uccisi due agenti dello Stato Islamico, tra cui un leader dell’Isis”.
A tal proposito, il Presidente turco Erdogan, sul volo di ritorno dalla riunione del D-8 in Egitto, ha dichiarato ai giornalisti e alle giornaliste , che “E’ tempo di sradicare sia l’Isis che i gruppi terroristici curdi dalla Siria” , che “La Turchia aiuterà il nuovo governo siriano a formare la sua struttura statale e a redigere una nuova costituzione” e che “Ankara è in contatto con Damasco su questo punto”, assicurando che “il ministro degli Esteri, Hakan Fidan, si recherà presto a Damasco per discutere della nuova struttura”.
Il Presidente Erdogan ha detto anche di sperare che “la formazione del nuovo governo siriano, guidato da Ahmad al-Sharaa, sia foriera di un nuovo livello nei legami bilaterali” e che “è importante che le sanzioni imposte alla Siria sotto il Presidente spodestato Bashar al-Assad siano revocate per consentire al Paese di ricostruirsi”, dicendosi “lieto di vedere i Paesi occidentali e musulmani sviluppare i contatti con Golani” e sottolineando che “i colloqui che avrà con il Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, quando entrerà in carica, saranno importanti a questo proposito”.
Infine, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha fatto sapere che “invierà un piccolo team di funzionari per i diritti umani in Siria la prossima settimana per la prima volta in anni dopo il rovesciamento del Presidente Bashar al-Assad”, e che tale team “sosterrà le questioni relative ai diritti umani e contribuirà a garantire che la transizione di potere sia “inclusiva e nel quadro del diritto internazionale”.
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