di Federica Marengo venerdì 13 dicembre 2024
-Proseguono i raid dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. Nelle ultime 24 ore, infatti, un attacco aereo ha colpito un’abitazione a Nuseirat, nella la zona centrale, causando la morte di almeno 33 persone e il ferimento di decine.
Tuttavia, il Segretario di Stato USA , uscente, Blinken, ad Ankara, in Turchia, dove ha incontrato il Presidente Erdogan e il ministro degli Esteri turco, Fidan, al termine del colloquio e della conferenza stampa congiunta, ha detto di aver visto “segnali incoraggianti di progressi verso un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza”, spiegando: “Abbiamo discusso di Gaza e dell’opportunità di arrivare a un cessate il fuoco. E quello che abbiamo visto nelle ultime due settimane sono segnali più incoraggianti che ciò sia possibile”. Inoltre, Blinken, ha sollecitato la Turchia ad “usare la sua influenza su Hamas per arrivare a un cessate il fuoco a Gaza”.
Riguardo alla Siria, Blinken ha affermato che, “Dopo la caduta di Bashar al Assad in Siria, sarà imperativo continuare l’impegno per combattere contro l’ Isis”. A tal proposito, il Presidente turco, Erdogan, ha assicurato che “La Turchia non permetterà mai che emerga alcuna debolezza nella lotta contro l’Isis”.
Intanto, mentre il Premier israeliano Netanyahu, in un messaggio video al popolo iraniano, ha affermato che “L’asse iraniano sta crollando a causa di una reazione a catena innescata da Israele” ed ha espresso la speranza che “l’Iran possa essere libero e fare pace a livello globale”, il Presidente dell’autorità palestinese Abu Mazen, recatosi in Italia, dopo tre ani dall’ultima visita, ha incontrato quest’oggi, a Roma, presso il Quirinale, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e in tale occasione, ha invitato l’ Italia a riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina.
Il Capo dello Stato , in merito, ha detto: “Dopo l’orrore del 7 ottobre si è aperta una spirale inaccettabile di violenza su Gaza che ha colpito i civili, donne e bambini. Ci impegniamo per un reale e definitivo cessate il fuoco e per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas. Ci auguriamo che la soluzione due Stati due Popoli sia immediata. Senza questa prospettiva ci saranno sempre esplosioni di violenze”.
Il Presidente Mattarella ha poi espresso “preoccupazione per quello che accade in Cisgiordania e Gerusalemme est con insediamenti che contraddicono le risoluzioni dell’ Onu con violenze contro i palestinesi”, sottolineando che “una volta che ci sarà il cessate il fuoco a Gaza, l’autorità palestinese dovrà avere un ruolo centrale”. Al centro del colloquio tra il Capo dello Stato e il Presidente Abu Mazen, anche la situazione in Siria.
Successivamente, il Presidente dell’Autorità Nazionale palestinese Abu Mazen ha incontrato a Palazzo Chigi la Presidente del Consiglio Meloni, che domani terrà un bilaterale con il Premier libanese Mikati.
Dell’incontro, si legge in una nota di Palazzo Chigi: “Nel ribadire il pieno sostegno all’azione dei mediatori per la cessazione delle ostilità a Gaza e il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, il Presidente Meloni ha valorizzato il forte impegno del Governo italiano in tutti i settori, incluso quello dell’assistenza fornita alla popolazione civile della Striscia, con particolare riferimento all’iniziativa “Food for Gaza”. In tale quadro, il Presidente Meloni ha ribadito l’impegno dell’Italia a lavorare ad una soluzione politica duratura, basata sulla prospettiva dei due Stati, in cui Israele e Palestina co-esistano fianco a fianco in pace, con sicurezza per entrambi. Ha, inoltre, reiterato la volontà del Governo di svolgere un ruolo di primo piano nella stabilizzazione e nella ricostruzione della Striscia e di sostenere il processo di riforma e rafforzamento delle Istituzioni palestinesi”.
La Premier Meloni ha poi presieduto la riunione virtuale dei Leader G7 da lei stessa convocata, “per discutere le principali questioni internazionali, nella prospettiva del passaggio di consegne tra la Presidenza italiana del Gruppo e quella canadese”.
Come si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi in merito alla guerra in Medio Oriente: “I Leader hanno discusso la situazione in Siria e – in linea con la dichiarazione adottata ieri – hanno auspicato che la fine del regime di Assad segni l’avvio di una transizione pacifica e ordinata attraverso la definizione di un processo politico inclusivo. Hanno poi ribadito l’importanza di rispettare la tregua in Libano, che rappresenta un importante passo in avanti verso la pace. I G7 hanno rinnovato il sostegno al piano promosso dagli Stati Uniti per una tregua a Gaza, con il rilascio di tutti gli ostaggi e un aumento dell’assistenza umanitaria alla popolazione civile, nella prospettiva di porre fine alla crisi e assicurare un percorso verso una soluzione a due Stati”.
Quanto alla Siria, ora guidata da un governo di transizione dopo il rovesciamento del regime di Assad da parte dei ribelli jihadisti filo turchi, i leader del G7 hanno dichiarato: “Noi, leader del Gruppo dei Sette (G7), riaffermiamo il nostro impegno verso il popolo siriano e offriamo il nostro pieno sostegno a un processo di transizione politica inclusivo, a guida siriana, nello spirito dei principi della Risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.Invitiamo tutte le parti a preservare l’integrità territoriale e l’unità nazionale della Siria, rispettandone l’indipendenza e la sovranità. Ribadiamo il nostro sostegno alla UN Disengagement Observer Force (UNDOF), che monitora le Alture del Golan tra Israele e Siria. Siamo pronti a sostenere un processo di transizione che, in questo quadro, conduca a un governo credibile, inclusivo e non settario, che garantisca il rispetto dello stato di diritto, dei diritti umani universali, compresi i diritti delle donne, la protezione di tutti i siriani, incluse le minoranze religiose ed etniche, nonché la trasparenza e la responsabilità.Il G7 lavorerà e sosterrà pienamente un futuro governo siriano che rispetti questi standard e che emerga da tale processo. Inoltre, sottolineiamo l’importanza che il regime di Assad sia ritenuto responsabile dei suoi crimini e continueremo a collaborare con l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche e altri partner per mettere in sicurezza, dichiarare e distruggere le scorte rimanenti di armi chimiche in Siria. Dopo decenni di atrocità commesse dal regime di Assad, siamo al fianco del popolo siriano. Condanniamo il terrorismo e l’estremismo violento in tutte le sue forme. Siamo fiduciosi che chiunque desideri un ruolo nel governo della Siria dimostrerà un impegno per i diritti di tutti i siriani, eviterà il collasso delle istituzioni statali, lavorerà alla ripresa e riabilitazione della Nazione e garantirà le condizioni per un ritorno sicuro e dignitoso, su base volontaria, di tutti coloro che sono stati costretti a fuggire dal Paese”.
Per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ai microfoni di 24 Mattino, su Radio 24, ha poi dichiarato : “In Siria stiamo osservando con grande attenzione: abbiamo mandato il nostro rappresentante diplomatico non con il rango di Ambasciatore perché non riconoscevamo il regime di Assad. L’Italia resta in Siria per contribuire alla stabilità di quel Paese, alla protezione delle minoranze a partire da quelle cristiane. I primi segnali che arrivano dal nuovo sistema non sono negativi, monitoriamo la situazione e siamo in contatto con il governo turco. Loro chiedono una presenza dell’Italia e quindi noi andiamo avanti nella speranza che tutto proceda al meglio”.
Restando in Siria, dove oggi si è celebrato il primo venerdì di preghiera dopo Assad, mentre proseguono i raid delle forze israeliane per distruggere gli arsenali militari del regime e il ministro della Difesa israeliano Katz ha ordinato all’esercito di “prepararsi a rimanere per tutto l’inverno nella zona cuscinetto tra Israele e Siria, sulle alture del Golan , in quanto, “Alla luce di quanto sta accadendo in Siria, è di fondamentale importanza per la sicurezza mantenere la presenza di Tel Aviv sulla cima del Monte Hermon, la Russia, sostenitrice di Assad, sta negoziando con le nuove autorità siriane per il mantenimento delle sue basi militari nel Paese.
Infine, riguardo al rientro dei rifugiati siriani in Siria, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, a margine della videoconferenza del G7 svoltasi oggi pomeriggio, ha dichiarato: “In Siria la transizione deve proteggere tutte le minoranze. E sono d’accordo con coloro che hanno chiesto la creazione delle precondizioni per un ritorno sicuro e dignitoso dei rifugiati. In 13 anni abbiamo mobilitato attraverso le conferenze 33,3 miliardi di euro per sostenere i siriani fuori ,ma anche all’interno della Siria. Il meccanismo della conferenza potrebbe essere utilizzato in futuro per mobilitare risorse per la ricostruzione”.
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