di Federica Marengo sabato 30 novembre 2024
-A pochi giorni dal via libera al cessate il fuoco in Libano, una serie di raid nel sud del Paese sembrano mettere a rischio la tregua. L’ultimo attacco, realizzato con l’artiglieria, secondo un quotidiano libanese ,vicino a Hezbollah, sarebbe avvenuto nella città di Al-Khyam.
Intanto, le forze di difesa israeliane hanno fatto sapere di aver trovato nei giorni scorsi un nascondiglio di armi appartenenti a Hezbollah nascosto all’interno di una moschea durante i controlli svolti nel Libano meridionale e, il loro portavoce in lingua araba ha lanciato un “avvertimento urgente” ai residenti ,esortandoli a non oltrepassare i confini dei villaggi fino a nuovo avviso.
Ciò, mentre proseguono gli attacchi israeliani su Gaza, dove , secondo l’agenzia palestinese Wafa, sono almeno 10 i civili rimasti uccisi, cui si aggiungono i feriti, nel raid israeliano di questa notte sul quartiere Sheikh Radwan, nel nord-ovest di Gaza.
Stamane, invece, secondo quanto riferito da Al Jazeera, cinque persone sono rimaste uccise a Khan Younis, nel sud di Gaza, altre ventitré persone nella Striscia di Gaza , di cui diciassette a Gaza City, una a Jabalia e cinque nel sud.
Tuttavia, dopo che gli Stati Uniti hanno dichiarato che avrebbero avviato nuovi sforzi con i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia per riprendere i colloqui per il cessate il fuoco anche a Gaza, nella giornata di oggi una delegazione di Hamas è arrivata al Cairo per tenere dei colloqui con i funzionari egiziani.
Nel frattempo, è tornata l’offensiva dei ribelli jihadisti e dei loro alleati filo-turchi in Siria, dove l’esercito israeliano ha annunciato in una nota di aver attaccato “le infrastrutture militari ai valichi di frontiera con il Libano, utilizzate attivamente da Hezbollah per trasferire armi dalla Siria al Libano, anche dopo l’accordo di cessate il fuoco”.
Da mercoledì scorso, i ribelli jihadisti di Hayat Tahrir Al Sham sono entrati ad Aleppo, città patrimonio Unesco, da otto anni amministrata dalle forze governative di Assad, sostenute da Russia e Iran, dopo l’assedio conclusosi nel dicembre del 2016 , uccidendo in tre giorni, secondo le Ong, almeno 300 soldati in scontri su larga scala e una trentina di civili e, causando oltre 15 mila sfollati.
I ribelli jihadisti di Hayat Tahrir Al Sham , quindi, sono riusciti a entrare in gran parte dei quartieri della seconda città della Siria e ad Idlib, mentre l’esercito regolare siriano e gli ausiliari filo-iraniani hanno proceduto con un ritiro, definito “tattico”. Inoltre, secondo quanto riferito dall’ Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, l’offensiva dei ribelli prosegue sulla città di Hama e su quella più a sud di Homs, nella Siria centrale, al confine col Libano.
L’ Iran ,poi, ha fatto sapere che “gruppi terroristici hanno attaccato il consolato della Repubblica Islamica ad Aleppo”, condannando con forza l’attacco, e il ministero degli Esteri di Teheran, ha definito “inaccettabile qualsiasi attacco a sedi consolari”.
L’Aeronautica militare russa, invece, ha effettuato raid sui ribelli ad Aleppo per la prima volta dal 2016. Secondo Cnn Turk, due fonti militari siriane hanno affermato che la Russia ha promesso che ulteriori aiuti militari arriveranno a Damasco entro le prossime 72 ore.
Sul fronte diplomatico, secondo i media turchi e russi , il ministro degli Esteri turco Fidan e l’omologo russo Lavrov hanno avuto un colloquio telefonico per parlare “della situazione in Siria e del processo di Astana, avviato otto anni fa da Russia, Turchia e Iran”.
Il ministero degli Esteri russo, come riporta Interfax, ha avuto un colloquio telefonico anche con l’omologo iraniano, nel quale hanno espresso entrambi “preoccupazione per la pericolosa escalation in Siria” ,concordando “sulla necessità di intensificare gli sforzi congiunti per stabilizzare la situazione, discutendone urgentemente nell’ambito del formato di Astana”.
Infine, il ministro degli Esteri iraniano ,Abbas Araghchi, ha fatto sapere che sarà domani a Damasco per colloqui.
Le Nazioni Unite, insieme con l’Italia, hanno avviato un’evacuazione da Aleppo verso Damasco di italiani e stranieri e il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani , in un post sui suoi profili social ha fatto sapere: “Non ci sono pericoli per i nostri connazionali anche perché i ribelli hanno detto chiaramente che non toccheranno e non faranno operazioni ostili nei confronti dei civili e in particolare degli italiani e dei cristiani. Domani è prevista la partenza da Aleppo verso Damasco di un convoglio dell’Onu. Faranno parte di questo convoglio alcuni italiani mentre molti altri italiani vogliono restare, si tratta di famiglie miste italo-siriane e religiosi italiani. Al momento non c’è stato nessun problema per i nostri concittadini”.
Il Presidente della Camera ,Fontana, in una nota, ha dichiarato: “Sono vicino ai nostri connazionali in Siria e seguo con la massima attenzione l’evolversi della situazione. Un ringraziamento va al corpo diplomatico italiano per il prezioso supporto e l’assistenza che sta fornendo loro in un contesto così complesso. Desidero esprimere la mia solidarietà anche alle comunità cristiane locali, in particolare ad Aleppo, dove fedeli, vescovi e frati vivono una condizione di grave insicurezza a causa dell’assedio di gruppi armati jihadisti. Mi auguro che la risposta della comunità internazionale sia adeguata e pronta anche per la loro tutela”.
In ultimo, il ministero degli Esteri francese, ha fatto sapere, tramite nota che: “La Francia segue con attenzione gli sviluppi militari ad Aleppo, in Siria, e fa appello a tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere i civili. Questi sviluppi dimostrano la necessità, 13 anni dopo l’inizio della guerra civile siriana, di riprendere le riunioni del comitato costituzionale siriano, per arrivare finalmente a una soluzione politica in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
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