di Federica Marengo martedì 12 novembre 2024
-Nella mattinata di ieri, la Presidente del Consiglio Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi le sigle sindacali per illustrare loro la legge di Bilancio. La Premier, ha spiegato che la Manovra “è in continuità con le scelte che il governo ha fatto con le due precedenti leggi finanziarie” e che “le risorse sono state concentrate su alcune priorità fondamentali, con una visione di medio e lungo periodo, tenendo i conti in ordine” e concentrandosi su “ una prospettiva di crescita del sistema-Italia, pur nel contesto internazionale tutt’altro che facile nel quale operiamo”.
La Premier, poi, ha evidenziato come la legge di Bilancio rappresenti un “cambio di passo rispetto all’approccio avuto in passato, quando si è preferito adottare misure più utili a raccogliere consenso nell’immediato che a gettare le basi per una crescita duratura, scaricando il costo di quelle misure su chi sarebbe venuto dopo”.
Ancora, sottolineando “la grave eredità dai debiti che gravano come un macigno sui conti pubblici”, la Presidente del Consiglio, riguardo le coperture ,ha evidenziato la partecipazione di banche e assicurazioni, rispetto al passato, “quando invece ,con la legge di bilancio, si trovavano le risorse per sostenere queste ultime, e nessuno invocava la rivolta sociale”.
Quindi, tornando sulle polemiche in materia di risorse per la Sanità, ritenute sia dalle opposizioni che dagli stessi sindacati insufficienti, la Premier Meloni ha detto: “Quando questo governo si è insediato, nel 2022, il Fondo sanitario nazionale era di 126 miliardi. Nel 2025 raggiungerà la cifra record di 136,5 miliardi. Questo vuol dire che, in due anni, il Fondo sanitario è aumentato di 10,5 miliardi di euro. Nel 2026 il fondo crescerà ancora e arriverà a 140,6 miliardi. La spesa sanitaria non aumenta solamente in termini assoluti, ma anche come spesa pro-capite, anche tenendo conto dell’inflazione”.
Poi, riguardo all’aggravio dei conti pubblici causato dal Superbonus e dai bonus edilizi, ha ribadito: “Trenta miliardi è il valore complessivo di questa Manovra di bilancio; 38 sono i miliardi che, solo nel 2025, costerà alla casse pubbliche il Superbonus varato dal Governo Conte 2 per ristrutturare meno del 4% degli immobili residenziali italiani, prevalentemente seconde e terze case, cioè soldi dei quali ha beneficiato soprattutto chi stava meglio.La più grande operazione di redistribuzione regressiva del reddito nella storia d’Italia. Con le stesse risorse, qualsiasi provvedimento di questa legge di bilancio avrebbe potuto essere più che raddoppiato. Vale per la sanità, per i contratti pubblici, per la scuola, per l’aumento dei salari, etc. So che anche su questo alcuni di voi non sono d’accordo, avendo difeso la misura del Superbonus e contestato le nostre correzioni al provvedimento, ma lo dico per chiarire il quadro nel quale operiamo. Questo perché, i bonus edilizi vengono gestiti con buon senso. Si distingue tra prima casa e seconda casa: il bonus ristrutturazioni viene confermato al 50% sulla prima casa, mentre scende al 36% dalla seconda casa in poi. Per quanto riguarda il Superbonus, si prevede, anche per le spese effettuate nel 2023, la possibilità di spalmare su dieci anni i crediti legati al 110%, così da tutelare i contribuenti che avrebbero rischiato di perdere la quota di detrazioni non utilizzata nell’anno”.
In merito alle misure fiscali, la Presidente del Consiglio Meloni, ha illustrato le priorità del governo, quali: il sostegno ai redditi medio-bassi, il sostegno al lavoro, gli incentivi alle famiglie con figli, la riduzione della pressione fiscale, l’aumento delle risorse nella sanità e il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici” confermando di voler potenziare le principali misure introdotte negli anni precedenti, in particolare relative al mondo del lavoro e al sostegno alla famiglia, rendendone alcune strutturali, come peraltro veniva richiesto soprattutto dalle organizzazioni sindacali”, riferendosi al taglio del cuneo fiscale”.
Proprio riguardo al taglio del cuneo fiscale, la Premier ha affermato: “Ricordo che, quando siamo arrivati al governo due anni fa, molti sostenevano che non saremmo stati in grado di confermare il taglio del cuneo contributivo in scadenza al 31 dicembre 2022. Invece, non solo lo abbiamo confermato, ma a metà 2023 lo abbiamo fortemente potenziato, confermandolo poi con la legge di bilancio 2024. Ora, con la nuova manovra, lo rendiamo strutturale e ne ampliamo i benefici ai circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra 35 a 40mila euro annui, seppure con un decalage, anche qui rispondendo a una tematica che era stata correttamente posta dai sindacati sulla evidente discriminazione dei lavoratori che guadagnavano pochi euro in più di altri ma, a differenza di quegli altri, non beneficiavano del taglio del cuneo. “Come sapete, inoltre, non si interviene più sull’aspetto contributivo, ma su quello fiscale, e questo ci consente anche di ottenere un altro vantaggio, ovvero evitare il rischio che parte del taglio potesse causare un incremento della pressione fiscale. Differenziamo anche la modalità di fruizione a seconda del reddito. Ai lavoratori dipendenti con reddito complessivo non superiore a 20.000 euro, è stato riconosciuto un bonus; ai soggetti che, invece, hanno un reddito complessivo dai 20.000 a 40.000 euro è stata riconosciuta un’ulteriore detrazione dall’imposta lorda. L’effetto per il lavoratore in busta paga rimane lo stesso. Confermiamo l’esonero contributivo per le mamme lavoratrici dipendenti con almeno due figli. Ed estendiamo questa misura anche alle lavoratrici autonome (escluso coloro che hanno optato per il regime forfettario), che percepiscono reddito d’impresa o di lavoro autonomo”.
Infine, riguardo al passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, con l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito, misura resa strutturale , ha annunciato che “è intenzione del governo intervenire anche sullo scaglione di reddito successivo”, sebbene ciò “ dipenderà dalle risorse a disposizione e che arriveranno anche alla chiusura del Concordato preventivo”.
Quanto alle Pensioni, la Presidente del Consiglio, ha confermato che: “Anche nel 2025 e nel 2026, come nei due anni precedenti, le pensioni minime saranno rivalutate oltre il livello di inflazione indicato dall’Istat. Le norme riguardanti le uscite anticipate dal lavoro restano pressoché immutate. Per il rinnovo dei contratti pubblici ,la Manovra prevede uno stanziamento di 4,4 miliardi di euro nel triennio 2025-2027. Per la prima volta, non solo lo stanziamento viene previsto in anticipo rispetto alla scadenza del periodo di riferimento del rinnovo (2025-2027), ma copre ben due trienni di rinnovi (sino al 2030)”.
L’incontro a Palazzo Chigi, durato oltre sei ore, però, non ha cambiato le posizioni di Cgil e Uil che hanno confermato la mobilitazione prevista per il 29 novembre. Il segretario della Cgil, Landini, infatti, ha parlato di una “pessima legge di Bilancio”, seguito dal segretario della Uil , Bombardieri, che, però, non ha chiuso del tutto sulla possibilità di aprire una trattativa.
Divergente, la posizione del segretario della Cisl, Sbarra, secondo cui: “Ci sono risposte convincenti su lavoro e famiglia, che si possono , però, migliorare. La Presidente del Consiglio si è dichiarata d’accordo su queste questioni che abbiamo posto e ha invitato i ministri ad aprire subito dei momenti di approfondimento”.
Dell’incontro con i sindacati e della legge di Bilancio, la Presidente del Consiglio Meloni ha parlato poi anche nel suo intervento da remoto all’evento del centrodestra per la chiusura della campagna elettorale per le elezioni Regionali in Emilia Romagna, che si terranno domenica 17 novembre e lunedì 18 novembre (al voto, negli stessi giorni, anche la Regione Umbria).
In merito alla conferma dello sciopero per il 29 novembre da parte di Cigl e Uil, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giorgetti, ha dichiarato: “Ieri, a quest’ora, finivo l’incontro di 7 ore con i sindacati. Alcuni hanno confermato incredibilmente lo sciopero. Questo dimostra quanto questa cosa sia senza senso. Quello che non si riesce ad accettare è che noi ci siamo impegnati ad abbassare le tasse e lo stiamo facendo e questa cosa dà tremendamente fastidio. Stiamo facendo le cose con un po’ di intelligenza, non tagliando indiscriminatamente. A chi ci dice che con la flat tax questo governo avvantaggia i lavoratori autonomi e non i dipendenti, dico no. Noi ci muoviamo per le piccole partite Iva, e quindi la flat tax, e per i dipendenti fino a un certo ammontare. Abbiamo fatto un intervento significativo per le famiglie con figli, perché senza figli non c’è futuro per questo Paese. Per le famiglie abbiamo introdotto il bonus bebè e aumentato i contributi per gli asili nido per le madri lavoratrici. Tutto questo dà fastidio perché l’abbiamo fatto senza fare i fenomeni, ma con una politica intelligente “.
Restando in ambito legge di Bilancio, nella giornata di ieri, è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti alla Manovra in Commissione Bilancio della Camera. In totale, sono state 4562 le proposte di modifica presentate dai partiti di maggioranza e di opposizione. Circa 1261, quelli della maggioranza, di cui 501, presentati da Forza Italia, 428 dalla Lega, 190 da Fratelli d’Italia e 42 da Noi Moderati.
Dalle opposizioni, invece, sono stati presentati 3301 emendamenti, di cui 1218 dal M5S, 992 dal Pd, 354 da AVS, 130 da Azione, 282 da Italia Viva e 45 da +Europa. Le minoranza linguistiche poi, hanno presentato 201 proposte di modifica, mentre il Gruppo Misto, 76.
Per quanto riguarda la maggioranza, la Lega ha presentato un emendamento per introdurre una nuova rottamazione , la quinquies, per le cartelle dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, da pagare in 120 rate. Presentati anche un emendamento per fermare o ridurre l’aumento della tassazione sui profitti ricavati dagli investimenti sulle criptovalute, passata dal 26% al 42%, e un emendamento per ridurre il Canone Rai da 90 a 70 euro nel 2025.
Forza Italia, invece, ha presentato un emendamento per la riduzione delle aliquote Irpef dal 35% al 33% e l’estensione ai redditi fino a 60 mila euro ; un emendamento per chiedere di eliminare la norma che introduce dei revisori del Mef nelle società e gli enti che prendono almeno 100mila euro di finanziamenti pubblici e un emendamento per l’esenzione dalla Web Tax per la Rai, Mediaset, Sky, altri operatori del settore e per i giornali online per “non gravare con una ulteriore imposizione aggiuntiva il settore dei media, già fortemente sotto pressione”.
Le Opposizioni, che criticano la maggioranza per aver presentato emendamenti , in quanto sostengono si tratti di “un chiaro atto di sfiducia nei confronti del loro stesso governo”, hanno presentato una decina di emendamenti unitari in materia di sanità, per chiedere più fondi; congedi parentali, automotive, salario minimo e per la ricostruzione in Emilia Romagna dopo le alluvioni degli ultimi mesi.
Stamane invece, la Premier Meloni ha presieduto a Palazzo Chigi il Consiglio dei ministri nel quale sono stati approvati una serie di provvedimenti, tra cui un Decreto che riapre i termini di adesione al Concordato preventivo Biennale per le Partite Iva al 12 dicembre , ma solo per chi abbia già presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31 ottobre. Il provvedimento , confluirà come emendamento nel Decreto fiscale che è all’esame della Commissione Bilancio del Senato.
Nell’ambito dello stesso Consiglio dei ministri, poi, via libera anche alla nomina del nuovo Comandante generale dei Carabinieri.
Nel pomeriggio, la Presidente del Consiglio, che domani parteciperà alla Cop29, la Conferenza dell’Onu sul Clima , apertasi ieri a Baku, in Azerbaigian, ha incontrato , sempre a Palazzo Chigi, il Governatore della Florida, Ron DeSantis.
In merito ,la Premier Meloni ha reso noto: “Oggi ho ricevuto a Palazzo Chigi il Governatore della Florida, Ron DeSantis, in Italia alla guida di una missione economico-commerciale. Nel ricordare come la Florida sia il primo Stato americano per numero di imprese italiane, abbiamo condiviso la volontà di accrescere ulteriormente gli investimenti e le collaborazioni tra le due sponde dell’Atlantico, anche in nuovi settori strategici”.
Quest’oggi, infine, nella Giornata del Ricordo dei Caduti Militari e Civili nelle Missioni Internazionali per la Pace, le istituzioni hanno ricordato la strage di Nassiriya, avvenuta ventuno anni fa, nella quale il contingente italiano di stanza nel sud dell’Iraq, fu oggetto di un terribile attentato kamikaze in cui furono uccisi 19 italiani.
In merito, il Presidente della Repubblica, Mattarella, nel messaggio inviato al ministro della Difesa Crosetto, ha sottolineato: “Nella Giornata del Ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, il pensiero va a coloro che, animati da profondo senso del dovere, dedizione e coraggio, hanno donato la propria vita per l’Italia e per i valori della pace e della cooperazione internazionale. A ventun anni dal tragico attentato di Nassiriya, rinnoviamo la memoria dei diciannove italiani che persero la vita in quell’orribile atto di violenza, insieme agli iracheni che condivisero il medesimo tragico destino, e con loro, quella di tutti i caduti nelle missioni internazionali. La loro morte richiama il valore dell’impegno per la costruzione di un mondo più giusto, libero dalle atrocità della guerra e dal peso dell’oppressione. Il ritorno di conflitti su larga scala e il crescere di tensioni che minacciano la sicurezza collettiva, sottolineano il ruolo delle missioni internazionali per costruire ponti di dialogo e arginare la violenza. La Repubblica Italiana, con i suoi uomini e donne impegnati nei territori più travagliati, offre un contributo di inestimabile valore per riportare speranza e pace tra i popoli. Donne e uomini che offrono esempio di impegno e altruismo, onorando valori fondamentali della nostra Costituzione. A quanti, operando in aree di crisi, mettono a rischio la propria vita in difesa della pace e dei diritti umani, va la riconoscenza del Paese. Ai familiari dei Caduti, custodi di un sacrificio così elevato, rinnovo la vicinanza degli italiani”.
La Presidente del Consiglio Meloni, nel suo messaggio, ha dichiarato: “Nella Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace, l’Italia rende omaggio ai 19 italiani che 21 anni fa, il 12 novembre 2003, rimasero uccisi nella strage di Nassiriya. Un tremendo attentato che rimarrà sempre scolpito nella nostra mente. In questo giorno di ricordo e commozione, la nostra riconoscenza va a quanti hanno sacrificato la vita nell’adempimento del proprio dovere, unitamente al ringraziamento di tutto il Governo italiano, mio in primis, alle donne e agli uomini delle Forze Armate che, impegnati anche nelle aree più difficili, operano ogni giorno per la costruzione della pace con dedizione, profondo senso di umanità e amore per la Patria. L’Italia non dimentica”.
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