di Federica Marengo giovedì 24 ottobre 2024
-Nella giornata di ieri, la Presidente del Consiglio Meloni ha partecipato alle celebrazioni per gli ottant’anni del quotidiano “Il Tempo”, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma. Per l’occasione, la Premier ha tenuto un’intervista con il direttore del giornale, Tommaso Cerno, nella quale sono stati toccati diversi temi al centro del dibattito politico.
Riguardo le politiche migratorie e la bocciatura del Tribunale di Roma del trattenimento dei primi dodici migranti negli hub dell’Albania, la Presidente del Consiglio ha risposto: “Secondo me su questo tema non dovrebbe esserci una contrapposizione, né io cerco su questo tema una contrapposizione. Io penso che nessuno Stato di diritto possa prescindere dal Governo dei flussi migratori e possa prescindere da una lotta all’immigrazione illegale. Per moltissime ragioni che non elencherò perché faremmo le 9 di sera, ma una delle quali è banalmente che l’immigrazione illegale è nemica soprattutto della migrazione legale. Cioè, noi per anni in Italia abbiamo dovuto limitare i flussi d’ingresso di chi, rispettando le regole, voleva entrare in territorio italiano perché avevamo troppi immigrati clandestini. Quindi abbiamo detto in buona sostanza al mondo che se tu volevi entrare in Italia lo potevi fare, ma dovevi pagare dei trafficanti di esseri umani e delle organizzazioni criminali che avrebbero fatto la selezione di ingresso in Italia. Io non penso che questo sia uno Stato di diritto e penso che su questo anche la magistratura sia d’accordo con me.
Dopodiché, io ho detto – e ripeto – che la sentenza alla quale lei si riferisce è una sentenza che considero assolutamente irragionevole perché in buona sostanza non riguarda il tema dell’Albania. La sentenza che viene fatta adesso da questi giudici riguarda tutti gli immigrati illegali che arrivano in Italia da alcune Nazioni, sia che arrivino in Albania, sia che vengano in Italia. Parliamo segnatamente di due Nazioni. Bangladesh, vado a memoria, 170 e rotti milioni di abitanti. Egitto: 104 circa, vado sempre a memoria, milioni di abitanti. Parliamo complessivamente di 280 milioni di potenziali persone alle quali noi stiamo dicendo venite, venite liberamente, non c’è assolutamente niente che noi possiamo fare per impedire che voi veniate illegalmente in Italia. A me pare abbastanza irragionevole e abbastanza incapacitante per la politica migratoria che qualsiasi Stato di diritto e qualsiasi Paese deve fare. Attenzione, i giudici si rifanno a una sentenza della Corte europea nel caso specifico del quale parliamo, ma io le devo dire che le non convalide dei trattenimenti dei migranti irregolari sono cominciate da molto prima. Cioè noi è dal Decreto Cutro che cerchiamo di risolvere questo problema per cui ci sono dei migranti che arrivano da Paesi sicuri, per i quali chiediamo il trattenimento ai fini del rimpatrio, e il trattenimento non ci viene convalidato. Quindi, la questione dell’Albania è strumentale. La questione riguarda complessivamente la possibilità per noi di governare i flussi migratori. Io penso che per questo la sentenza sia irragionevole e che sia anche dettata da un approccio di visione molto diverso da quello che ha il Governo, perché la sentenza è intervenuta adesso, ma la non convalida dei trattenimenti ce l’avevamo da prima e perché uno dei giudici che hanno emesso questa sentenza aveva pubblicamente dichiarato la propria contrarietà al protocollo Italia-Albania. L’Albania, e qui arriviamo a un altro punto, nella sentenza viene richiamata più volte, ma è totalmente irrilevante. Ripeto, se quei migranti fossero rimasti a Lampedusa e portati in un qualsiasi centro di trattenimento in Italia, noi avremmo avuto lo stesso risultato.
Perché l’Albania viene richiamata con questa costanza? Perché il protocollo Italia e Albania è oggettivamente un progetto che può cambiare il tema della gestione dei flussi migratori. Questo lo capiscono tutti. Lo capiscono i Paesi europei che ci stanno sostenendo: ricordo che il tema di approfondire nuove soluzioni per la gestione del tema dell’immigrazione illegale è nelle conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo. Ricordo che c’è una lettera firmata da oltre 14 Paesi, membri del Consiglio europeo, alla Commissione europea che dice approfondiamo, esploriamo, prendiamo in considerazione l’ipotesi di replicare questo modello. È ovvio che come chi vuole gestire, fermare l’immigrazione illegale, capisce che quello può essere una chiave di volta in positivo, chi non la vuole fermare capisce che quella può essere una chiave di volta in negativo.
Io l’avevo messo in conto che questo progetto avrebbe dovuto superare molti ostacoli, però le dico una cosa, li supererà. Il protocollo Italia-Albania funzionerà. Io non intendo, da questo punto di vista, consentire che una soluzione che abbiamo individuato, nel pieno rispetto del diritto internazionale ed europeo, nel pieno rispetto del diritto italiano, di gestire l’immigrazione illegale, venga smontato semplicemente perché – in questo caso parlo della politica e non della magistratura – c’è una parte della politica che non è d’accordo con questa lettura di come si debba gestire l’immigrazione. Io mi sono assunta una responsabilità col popolo italiano che è quello di affrontare e risolvere il problema dell’immigrazione illegale, e devo essere messa nella condizione di fare il mio lavoro. Poi, se ci sono delle sentenze o delle iniziative che prende la magistratura, come è stato in questo caso, convochiamo il Consiglio dei Ministri e cerchiamo di risolvere. Continueremo a convocare il Consiglio dei Ministri per cercare di risolvere, perché penso che sia nel nostro diritto, nel momento in cui sono gli italiani che ci giudicano, essere messi anche nella condizione di lavorare per dare risposte a quegli italiani che ci devono giudicare, perché non si può dire tu ti assumi la responsabilità di risolvere o di non risolvere i problemi, ma sia chiaro che poi gli strumenti per risolvere i problemi non ne puoi avere. Questa è l’unica cosa che non si può fare. Quindi, io sono determinata ad andare avanti, sono convinta della bontà di questo progetto, penso che molte cose che sento dire anche dalla sinistra italiana e dalla sinistra europea, imbeccata da quella italiana, su questo progetto siano totalmente insensate. Oggi c’era una parlamentare, non lo so, credo spagnola, socialista, che diceva al Parlamento europeo che è una violazione del diritto internazionale. In Albania viene applicato il diritto europeo. Quindi, se non rispetta i diritti umani temo che si debba rivedere il diritto europeo signori, altrimenti ditemi di che cosa stiamo parlando, sono tesi oggettivamente surreali. Ma sapevamo che avremmo avuto questo confronto e voglio semplicemente lavorare. Io voglio essere messa nella condizione di lavorare nel rispetto delle regole, che è quello che ho fatto dall’inizio, ma mi sono presa degli impegni con il popolo italiano, secondo quella che è la volontà della maggioranza degli italiani, e farò tutto quello che posso, compreso se è necessario lavorare giorno e notte, ma darò quelle risposte agli italiani. Sono rimasta molto colpita dalla richiesta che i parlamentari europei del Partito Democratico hanno fatto alla Commissione europea di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia per il protocollo Italia-Albania. Mi corre l’obbligo di ricordare a questi parlamentari europei rappresentanti degli italiani che il Protocollo Italia-Albania è stato approvato dal Parlamento della Repubblica Italiana, mi corre l’obbligo di ricordare a queste persone che non è esattamente normale che dei rappresentanti degli italiani vadano in Europa a chiedere che l’Italia venga punita. Perché adesso le spiego come funziona una procedura di infrazione. Quando tu fai una procedura di infrazione, quando l’Europa fa una procedura di infrazione, se viene condannata, viene condannata a pagare. Ci sono stati condannati per procedure di infrazione che pagano anche un milione di euro al giorno per le infrazioni aperte dalla Commissione europea. Quindi, quello che ci stanno dicendo – mi dispiace ma è quello che penso e quello che dico – quello che stanno chiedendo i parlamentari europei del Partito Democratico è di punire gli italiani per non aver votato come volevano loro. E io penso che questo sia al di là di qualsiasi dialettica interna”.
Quindi, la replica della Presidente del Consiglio al M5S , che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti sui Cpr in Albania, per danno erariale: “Danno erariale?. Parlano quelli dei banchi a rotelle?”.
Poi, sul bilancio di questi due anni di governo, la Premier Meloni ha evidenziato: “Il grande insegnamento di questi due anni, secondo me , è che questa Nazione può veramente ancora stupire, può veramente ancora indicare la rotta, può ancora risalire le classifiche, questa Nazione può riprendersi il suo spazio nel mondo.
Lo vediamo sui dati economici, lo vediamo sulla centralità internazionale, lo vediamo anche su questi dibattiti a livello internazionale su quello che fa l’Italia, lo vediamo sui dati sull’occupazione, lo vediamo sullo spread, lo vediamo sulla borsa. Ieri, ultima emissione di BTP sul mercato, noi abbiamo offerto 13 miliardi di euro. Sono arrivate richieste per oltre 200 miliardi di euro. Sapete che significa? È il valore della credibilità del nostro sistema, non è il valore della credibilità del Governo. Sicuramente il Governo ci mette la stabilità che è fondamentale, la capacità di indicare la rotta, ma è la credibilità del nostro sistema. Allora, a volte ho l’impressione che da fuori, dall’estero, ci vedano più solidi, più credibili, più capaci, più straordinari di quanto non riusciamo a vederci noi.
Allora, il grande insegnamento per me di questi due anni è se noi smettiamo di flagellarci dalla mattina alla sera e di sottolineare sempre e solo, anche tra di noi, quello che non va, quello che potremmo migliorare, fermo restando che dobbiamo migliorare un sacco di cose, e ricominciamo a credere un po’ in chi siamo, nel ruolo che abbiamo nel mondo e cominciamo a vederci un po’ come ci vedono da fuori, beh davvero a questa Nazione io penso che nessun obiettivo sia davvero precluso, però ci dobbiamo credere noi.
Il Governo ci crede, il tessuto produttivo ci sta credendo, perché buona parte dei risultati che noi raggiungiamo non li dobbiamo al Governo, li dobbiamo alla capacità, alla forza, alla creatività, alla determinazione del nostro tessuto produttivo, ma davvero dobbiamo tornare a un sano orgoglio di essere italiani, di quello che rappresentiamo, di quello che la nostra Nazione rappresenta nella civiltà, di quello che rappresenta anche nell’attuale contesto e di quanto ancora possiamo stupire a 360 gradi”.
A seguire, sulla legge di Bilancio, approdata alle Camere dopo la firma al testo del Presidente della Repubblica, Mattarella, la Presidente Meloni ha detto: “Abbiamo fatto una manovra che ricalca il lavoro che abbiamo già fatto con le precedenti due, e la strategia è sempre la stessa.
Punto primo, noi siamo in una situazione non facile economicamente, quindi le risorse a disposizione sono poche, la scelta è quella di concentrare le poche risorse che abbiamo su alcune grandi priorità, che abbiamo previsto all’inizio e che sono sempre quelle.
Una di queste priorità è sostenere il lavoro, sostenere i salari, quindi le famiglie, particolarmente i redditi medio-bassi, ma non solo e rafforzare il loro potere di acquisto.
La terza priorità è la famiglia non solo per una questione di visione ,ma anche per un fatto di incentivo alla natalità, che è anch’esso un tema economico, l’ho detto tante volte. Noi viviamo in una società nella quale continuiamo a invecchiare. Se va avanti così, noi possiamo parlare di welfare quanto vogliamo, possiamo parlare di pensioni quanto vogliamo, ma noi avremo una situazione sempre meno sostenibile e quindi bisogna secondo me aiutare, rafforzare le famiglie che mettono al mondo dei figli.
In ultimo la salute dei cittadini e poi arriviamo anche alla sanità.
Che cosa fa questa manovra nello specifico? Si concentra su queste priorità. Lo fa senza aumentare le tasse, perché questo è un fatto che le tasse non vengono aumentate, lo fa, mantenendo i conti in ordine, quindi non sperperando risorse che non sono nostre. Noi confermiamo tutti i provvedimenti dello scorso anno con alcuni miglioramenti su quelli che erano i nostri provvedimenti principali. Cuneo contributivo, noi abbiamo abbattuto di 6/7 punti il cuneo contributivo dei lavoratori che avevano un reddito fino a 35 mila euro, con questa manovra l’abbiamo reso strutturale. Il cuneo passa da contributivo a fiscale, quindi non è più un cuneo contributivo, ma è un cuneo fiscale e si allarga fino alla platea dei lavoratori con un reddito che arriva a 40 mila euro con un décalage, perché c’era nella precedente versione effettivamente uno scalone che era un po’ discriminante. Quindi rendiamo strutturale il cuneo fiscale, in questo caso per i lavoratori, che secondo me è un grande impegno, perché questa è una misura che costa miliardi e miliardi di euro.
Dopodiché rendiamo strutturale anche l’accorpamento delle prime due aliquote IRPEF, che è una delle prime misure della realizzazione della riforma fiscale, chiaramente ad avere più soldi ed è la sfida, secondo me, dal prossimo anno in poi di lavorare sugli scaglioni più alti, dove diventa chiaramente più significativo anche per il ceto medio.
Rendiamo strutturale la super deduzione del costo del lavoro al 120% per chi assume nuovi lavoratori. Insomma, i dati sull’occupazione sono figli anche, secondo me, di questi segnali.
Sulla famiglia avevamo cominciato con il tema del congedo parentale. Il primo anno, noi abbiamo aggiunto un mese di congedo parentale retribuito all’80%, il secondo anno abbiamo aggiunto un secondo mese di congedo parentale tra quelli chiaramente che oggi vengono retribuiti al 30%, al 60% poi diventato all’80%, quest’anno aggiungiamo un terzo mese di congedo parentale retribuito all’80 per cento. Perché? Perché anche lì noi abbiamo concentrato molte risorse sulle madri lavoratrici. Questa è una scelta di visione, Cerno.
Io penso che sia la più grande battaglia di cosiddette pari opportunità che vuoi fare. Perché se una donna ancora deve scegliere nel 2024 tra poter mettere al mondo un figlio e poter avere un posto di lavoro, poter inseguire la propria carriera, è lì che non c’è la libertà, è lì che tu devi garantire la libertà e lo fai dando degli strumenti, tant’è che un altro provvedimento sulla famiglia quest’anno è quello di istituire un fondo con il quale vogliamo allargare la decontribuzione che avevamo messo in campo per le donne lavoratrici con due o più figli anche alle lavoratrici autonome perché lo avevamo fatto solo per i lavoratori dipendenti.
Dopodiché abbiamo introdotto un contributo di 1000 euro alla nascita di tutti i nuovi bambini e lo abbiamo coperto togliendo la detrazione per i figli a carico sopra i 30 anni cioè sono risorse che piuttosto vale la pena di spendere sui nuovi nati. Dopodiché, l’altra grande questione è, come dicevamo, la sanità”.
Proprio in merito alla sanità, la Presidente del Consiglio Meloni ha replicato alle accuse della segretaria del Pd Schlein e degli altri partiti di opposizione di tagli alla spesa sanitaria: “Allora, vediamo quanto lo Stato italiano spende per ogni cittadino in sanità. Nel 2019, lo Stato italiano spendeva per ogni cittadino in salute 1.919 euro, nel 2025 spenderà per ogni cittadino 2.317 euro. Ci sono 398 euro in più a cittadino spesi sulla sanità.
Ora, come si possa sostenere la tesi che noi abbiamo tagliato sulla sanità per me rimane un mistero di Fatima, però in questa Nazione si può sostenere un po’ tutto e, anche quando ci sono i numeri, si sostengono delle tesi bizzarre.
Dopodiché, avrei voluto mettere più soldi sulla sanità? Certo che avrei voluto mettere più soldi sulla sanità, avrei voluto mettere più soldi sulle pensioni. Oggi ho letto un post in cui Giuseppe Conte dice che sulle pensioni minime non abbiamo aumentato abbastanza. Ma davvero? Adesso vi racconto perché non abbiamo aumentato abbastanza le pensioni minime. Non abbiamo aumentato abbastanza le pensioni minime e non abbiamo messo più soldi, come avremmo voluto, sulla sanità perché noi abbiamo fatto una manovra da 30 miliardi di euro per il 2025 e nel 2025 abbiamo da pagare 38 miliardi di euro di superbonus che è servito a ristrutturare meno del 4% delle case degli italiani, prevalentemente seconde case. Se noi non avessimo avuto questi 38 miliardi di euro da spendere per il superbonus, di quanto avremmo potuto aumentare le pensioni minime? Vuole che glielo dica? Di 20.000 euro per ciascun pensionato minimo. Quindi, se i soldi non fossero stati gettati dalla finestra per fare delle cose che non avevano un impatto, che non erano prioritarie, oggi avremmo molte più risorse per fare le cose prioritarie che la sinistra, che ha speso i soldi in cose che non erano prioritarie, ci chiede oggi di fare, ma non ha fatto quando governava. Non so se la frase regge”.
In merito alla guerra in Medio Oriente e in Libano, la Premier Meloni ha sottolineato: “Noi siamo stati al fianco di Israele , siamo stati al fianco del suo diritto di garantire la sua sicurezza e forse anche la sua stessa esistenza, perché a distanza di un anno le cose si dimenticano facilmente, ma io continuo ad essere convinta che l’aggressione di Hamas del 7 ottobre del 2023 chiaramente avesse una strategia. Da sempre la strategia del fondamentalismo è quella di isolare Israele. E io credo che la strategia fosse proprio quella di costringere Israele a una risposta così aggressiva, così forte, da minare la possibilità di normalizzazione che nella regione si stava portando avanti. Il vero nemico erano gli accordi di Abramo, il vero nemico erano gli accordi che alcuni Paesi del Golfo, in particolare, stavano portando avanti con Israele per normalizzare i rapporti con lo Stato di Israele. E quindi dobbiamo ricordarci qual è la strategia che stava alla base di questo attacco anche per capire come dobbiamo muoverci. Per questo motivo noi siamo stati ovviamente al fianco di Israele, anche se sosteniamo con forza un cessate il fuoco, e io lo sostengo particolarmente oggi. Penso che con la morte di Sinwar, cioè del massimo simbolo della responsabilità degli attacchi del 7 ottobre di Hamas, si apra una finestra che Israele deve saper cogliere e sulla quale noi stiamo chiaramente lanciando appelli, parlando, facendo ogni genere di moral suasion, perché io sono molto preoccupata sia dal rischio di una escalation ,le cui conseguenze possono essere per noi imprevedibili e inimmaginabili, ma sono anche molto preoccupata per l’isolamento crescente di Israele nel mondo, per l’isolamento crescente nella regione, per l’isolamento crescente nelle nostre opinioni pubbliche. È come se una parte di quella strategia stesse riuscendo. Ovviamente ,noi stiamo lavorando con tutti i nostri partner, ci lavoriamo quotidianamente. Secondo me qualche spiraglio potrebbe esserci, continuiamo a lavorarci. Chiaramente la situazione è molto complessa. Io sono stata in Libano e in Giordania l’ultima volta la settimana scorsa. In Libano c’è attualmente circa un milione di sfollati – parliamo di uno sfollato su 5 abitanti –in una situazione nella quale impatta anche la crisi dei profughi siriani: in Libano, sempre su 5 milioni di abitanti, noi abbiamo un milione di sfollati e un milione e mezzo di profughi siriani. È una situazione potenzialmente esplosiva. A Gaza la popolazione è allo stremo. L’Italia qui è stata impegnat dall’inizio, come siamo impegnati ovviamente anche sul Libano. L’ultima iniziativa è stata quella di Food for Gaza, con la quale noi abbiamo portato nella Striscia, grazie alla collaborazione della Giordania, Nazione che ha un ruolo molto strategico in questa fase, circa 47 tonnellate di generi alimentari. È un lavoro che stiamo continuando a fare, però serve a tamponare. Serve a tamponare e noi continuiamo a fare del nostro meglio, poi sulla diplomazia bisogna saper fare di più. Vediamo. Noi abbiamo fatto questa iniziativa ieri con il G7 che ha dato buoni frutti, ce ne sarà un’altra che fa la Francia credo domani, se non vado errata. Quindi la comunità internazionale si sta muovendo, con i nostri partner ci stiamo muovendo, lo facciamo quotidianamente, ma la diplomazia è l’unico strumento del quale disponiamo e penso che si debba utilizzare a 360 gradi in questo momento”.
Infine, sulle elezioni regionali che si terranno in Liguria il 27 e 28 ottobre e successivamente in Emilia Romagna e in Umbria, la Presidente del Consiglio si è detta ottimista, sottolineando: “È un test. La democrazia è sempre un test, per quello che mi riguarda. Per me, quando votano i cittadini, il responso dei cittadini è sacro, sia che sia un Municipio, un Comune, una Regione o il governo della Nazione. Non ho questo uso dei due pesi e delle due misure per cui se vinco era un test nazionale e se perdo è una Regione che non conta niente – perché ho sentito anche questo. Per me quello che dicono i cittadini è sempre importante e lo sto sempre ad ascoltare”.
Intanto, sempre nella giornata di ieri, il Presidente della Repubblica Mattarella ha emanato il Decreto legge sui Paesi sicuri, approvato dal Consiglio dei ministri nella giornata di lunedì, autorizzando la presentazione in Parlamento del relativo disegno di legge di conversione.
Il provvedimento, oltre a contenere l’elenco dei Paesi sicuri (Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia), prevede una norma secondo cui il ministero dell’Interno potrà presentare ricorso alla Corte d’Appello contro le ordinanze emesse dai tribunali che non convalideranno i trattenimenti nei centri di permanenza, ordinanze ,che , finora, potevano essere impugnate solo in Cassazione.
Sempre il Capo dello Stato, poi, ha firmato il testo della legge di Bilancio, ora pubblicata e passata in Parlamento, presso la Commissione Bilancio, dove comincerà l’iter per l’approvazione dalla Camera. Il provvedimento del valore di 28, 5 miliardi, composto da 114 articoli, prevede sul fronte fiscale la trasformazione in strutturale del taglio del cuneo fiscale, esteso ai lavoratori dipendenti pubblici e privati fino a 40 mila euro di reddito e l’accorpamento dei tre scaglioni delle aliquote Irpef.
Previsto anche il riordino delle detrazioni fiscali in base al reddito e alla composizione del nucleo familiare, che riguarda i redditi superiori ai 75 mila euro e ai 100 mila euro. Se il reddito complessivo supera i 75 mila euro, verrà applicato un tetto base all’ammontare delle spese detraibili , pari a 14 mila euro e a 8 mila euro, se il reddito supera i 100 mila euro. Inoltre, l’importo base andrà moltiplicato per un coefficiente basato sulla composizione del nucleo familiare: 0,50, se non vi sono figli a carico, 0,70 con un figlio a carico, 0,85 per le famiglie con due figli, 1 se nel nucleo sono presenti più di due figli o almeno uno con disabilità. Escluse dal computo dell’ammontare complessivo degli oneri e delle spese detraibili, le spese sanitarie.
Quanto al capitolo Pensioni, la legge di Bilancio prevede una mini-rivalutazione delle minime, che passeranno da 614,77 euro a 617,9 euro, circa il 2,2%, che passerà all’ 1,3% nel 2026 per via dell’adeguamento del 2,7% stabilito nel 2024. Confermate , poi, le forme di flessibilità in uscita della Manovra 2024: prorogate, infatti, di un anno Quota 103, Opzione Donna e Ape sociale. Introdotto anche un esonero contributivo per chi decida di restare a lavoro oltre l’età pensionabile.
Alla Sanità, invece, saranno destinati nel 2025 1,3 miliardi, che nel 2026 aumenteranno a 5 miliardi, nel 2027 a 5,8 miliardi, nel 2028 a 6,6 miliardi, nel 2029 a 7,7 miliardi e nel 2030 a 8,8 miliardi. Una parte delle maggiori risorse , 883 milioni di euro per il 2028 , 1,9 miliardi per il 2029 e 3,1 miliardi per il 2030, è destinata ai rinnovi contrattuali 2028-2030. Previsti anche incrementi alle indennità di medici e infermieri e al trattamento economico degli specializzandi, conferendo un aumento per alcune specializzazioni come Anestesia e Medicina d’urgenza, pari a 50 milioni di euro per il 2025 e 327 milioni di euro annui a partire dal 2026. In merito alle assunzioni di personale , fonti del ministero della Salute fanno sapere che rientrano nel piano di investimenti biennale e saranno effettuate nel 2026.
Per le Famiglie, introdotta la novità del bonus bebé per il 2025 e il 2026 ( per un costo pari, rispettivamente, a 330 milioni di euro e a 360 milioni di euro), per incentivare la natalità, contribuendo alle spese per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio. Il bonus, una tantum, ammonta a 1000 euro , erogato nel mese successivo al mese di nascita o di adozione, destinato alle famiglie con Isee non superiore a 40 mila euro.
Rafforzato il bonus asilo nido, con un incremento di 5 milioni di euro all’anno dal 2025 con esclusione del computo dell’Assegno unico per la richiesta del bonus. La misura poi , nel 2025, viene estesa alle famiglie con un solo figlio per una spesa pari a 97 milioni di euro.
Rifinanziato anche il fondo mutui per la prima casa fino al 31 dicembre 2027 per le coppie giovani, le famiglie numerose, i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, under 36 e inquilini delle case popolari.
Riguardo alle coperture, previsti tagli ai ministeri per 7,7 miliardi di euro nel triennio 2025-2027; nel 2025, pari a 2,6 miliardi e tagli alla Rai, che nel 2026 dovrà ridurre la spesa per il personale e la consulenza, mentre per il rinnovo dei contratti pubblici sono stati stanziati 10,85 miliardi di euro nel triennio 2025-2027; il contributo di banche e assicurazioni , con gli istituti di credito che contribuiranno con il posticipo delle deduzioni fiscali delle svalutazioni, con le perdite sui crediti e l’avviamento correlate alle imposte differite attive, pari a 3,4 miliardi nel biennio 2025-2026.
Le assicurazioni, invece, avranno l’obbligo di versare ogni anno l’imposta di bollo sulle polizze vita (970 milioni di euro nel 2025).
Infine, vi sarà l’incremento dell’imposta sulle plusvalenze realizzate sui Bitcoin dal 26 al 42%, mentre dal 1° gennaio 2025 entrerà in vigore il tetto allo stipendio dei vertici degli enti, fondazioni e degli organismi della pubblica amministrazione e che ricevono contributi pubblici. Esclusi dal tetto, le autorità amministrative indipendenti e le società a controllo pubblico per i quali i compensi vengono calcolati in base a fasce di classificazione definite con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Nella serata di oggi, invece, la Presidente del Consiglio Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi la Presidente del Parlamento Ue Metsola. Tra le questioni affrontate nel bilaterale: le guerre in Ucraina e in Medio Oriente e la gestione dei flussi migratori.
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