di Federica Marengo venerdì 26 luglio 2024
-Dopo il discorso al Congresso, il Presidente USA Biden ha ricevuto alla Casa Bianca il Premier israeliano Netanyahu, per discutere dell’accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. A seguire, Netanyahu ha incontrato Kamala Harris, assente al Congresso durante il suo intervento, ma che ha condannato le proteste violente verificatesi a Washington.
Kamala Harris ha definito il colloquio avuto con il Premier israeliano “franco e costruttivo”, ma , pur confermando il sostegno incondizionato a Israele, ha affermato: “Israele ha il diritto di difendersi, ma come lo fa è importante. Non possiamo diventare insensibili alla sofferenza di Gaza. Non resterò in silenzio. E’ il momento di concludere un accordo che metta fine alla guerra”, per poi, assicurare: “Resto impegnata a una soluzione a due Stati”.
Parole , quelle della candidata dem in pectore alle presidenziali, che hanno suscitato polemiche in Israele. Secondo i media di Tel Aviv , infatti, un funzionario israeliano ha affermato che : “Le dichiarazioni della Vicepresidente Kamala Harris sulla grave crisi umanitaria a Gaza e sulla necessità di porre fine alla guerra danneggiano le trattative per il rilascio degli ostaggi e sono da respingere entrambe”, sottolineando che “nell’incontro, il Premier Benyamin Netanyahu ha offerto alla Harris un resoconto dettagliato e fattuale della situazione sul campo a Gaza, che ha contraddetto le affermazioni della Vicepresidente sulla crisi alimentare, la sofferenza dei civili e l’elevato numero di innocenti uccisi”.
Quest’oggi, invece, il Premier Netanyahu incontrerà il candidato repubblicano ed ex Presidente , Donald Trump ,a Mar -a-Lago, per parlare della guerra a Gaza e del futuro della Palestina.
Proprio Trump ha invitato quest’ultimo a “concludere rapidamente la guerra , perché l’immagine di Israele si sta offuscando”.
Da Londra , invece, è arrivata la conferma delle indiscrezioni riportate dal New York Times: “Il governo laburista britannico di Keir Starmer non intende porre obiezioni formali di fronte alla Corte Penale Internazionale contro i mandati di arresto spiccati mesi fa nei confronti del premier israeliano Netanyahu e del ministro della Difesa Gallant, oltre che dei leader di Hamas, accusati di crimini di guerra nella Striscia di Gaza”. L’ipotesi , ventilata ,ma non ufficializzata , era stata avanzata dal precedente governo conservatore di Rishi Sunak.
Un alto funzionario israeliano, secondo quanto riportato dai media, ha così commentato tale notizia: “Israele è profondamente deluso da questa decisione fondamentalmente sbagliata. È contraria alla giustizia e alla verità e viola il diritto di tutte le democrazie a combattere il terrorismo”.
Nel frattempo, in merito ai negoziati sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi, secondo quanto riportato dal sito Axios, Israele si è detta pronta a “presentare ai negoziatori una nuova proposta” e tra le richieste vi sarebbe quella di una lista degli ostaggi ancora in vita.
A tal proposito, il giornalista Barak Ravid ha riferito a Walla ,citando fonti israeliane e Usa, che Il capo del Mossad, David Barnea, dovrebbe incontrare domenica a Roma il direttore della Cia William Burns, il Premier del Qatar ,Mohammed Bin Abdel Rahman Al-Thani, e il capo dell’intelligence egiziana ,Abbas Kamal, per discutere dell’accordo sugli ostaggi, aggiungendo che tale incontro non sarà risolutivo.
Sul fronte dei combattimenti, proseguono gli scontri a Khan Younis, centro della Striscia di Gaza e a Rafah ,nel Sud, mentre le forze israeliane hanno annunciato di aver effettuato nuovi attacchi contro siti di Hezbollah nel Sud del Libano, in particolare colpendo due strutture militari ,una, nel villaggio di Markaba e, l’altra, in quello di Aita al-Shaab.
Il porto di Hodeida nello Ymen, invece, è stato attaccato dalle forze angloamericane, dopo il raid israeliano dei giorni scorsi in risposta al drone lanciato dagli Houthi su Tel Aviv che ha provocato un morto e dieci feriti.
Infine, la missione di Teheran presso l’Onu ha respinto le accuse mosse da Israele, che aveva avvisato la Francia riguardo a un piano dell’Iran per attaccare gli atleti israeliani nel giorno di apertura delle Olimpiadi di Parigi.
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