di Federica Marengo martedì 25 giugno 2024
-Nella giornata di ieri, la Premier Meloni, ha presieduto a Palazzo Chigi la cabina di regia del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, convocata dal Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Fitto, alla presenza dei Ministri e dei Sottosegretari preposti, oltre che dell’ANCI, dell’UPI e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, volta a verificare il conseguimento dei 37 obiettivi connessi alla sesta rata del nuovo PNRR.
La cabina di regia, come riportato da una nota della Presidenza del Consiglio, “ al termine di una circostanziata verifica, ha preso atto dello stato di attuazione degli obiettivi previsti nella sesta rata, alcuni raggiunti anche nell’ambito dell’ultimo decreto PNRR convertito in legge, tra i quali figurano investimenti strategici legati alla realizzazione di infrastrutture per il potenziamento del trasporto del gas (Linea Adriatica), alla formazione delle competenze tecniche, digitali e manageriali dei professionisti del sistema sanitario nazionale, ai crediti d’imposta per la transizione ecologica 4.0 e 5.0, all’avvio delle opere infrastrutturali nell’ambito della ZES del Mezzogiorno, al rinnovo della flotta per il comando nazionale dei Vigili del Fuoco, alla digitalizzazione dei parchi nazionali, al piano di potenziamento delle infrastrutture sportive scolastiche, alla tutela e alla valorizzazione delle foreste urbane e periurbane, alla transizione ecologica con l’implementazione degli impianti per la produzione di energia elettrica nei settori agricolo/agroindustriale (agrisolare), alla bonifica delle discariche abusive ed alla conseguente cancellazione delle procedure di infrazione, al potenziamento dei collegamenti ferroviari nel Mezzogiorno, all’ultimazione delle procedure di assunzione per i tribunali civili, penali e amministrativi, all’istituzione del polo del turismo digitale (Digital Tourism Hub) e alla digitalizzazione della Guardia di Finanza, che rafforzerà il presidio di trasparenza e legalità sul Piano. Tale misura, insieme a quelle approvate nel DL PNRR, contribuirà a rafforzare il presidio di legalità sul Piano. Già oggi la GDF ha eseguito 3.683 interventi orientati a verificare la spettanza ai cittadini e alle imprese di crediti d’imposta, di contributi e finanziamenti, oltreché la corretta esecuzione delle opere e dei servizi oggetto di appalti pubblici, per circa 9,3 miliardi di euro. “La Cabina di regia di oggi – afferma il Presidente Meloni – che segue il positivo confronto tecnico con la Commissione europea che si è protratto per tutta la scorsa settimana, conferma l’eccellente lavoro portato avanti dal Governo, in sinergica collaborazione con le istituzioni preposte e con i soggetti attuatori, sull’attuazione del nuovo Piano italiano, che ha liberato risorse strategiche per alimentare la crescita economica strutturale dell’Italia, al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti ed avanzamento finanziario. I dati di questi giorni sul PIL e sull’incremento dell’occupazione, che vedono il Mezzogiorno crescere di mezzo punto in più rispetto alla media nazionale – prosegue il Presidente – rappresentano un ulteriore stimolo ad intensificare la pianificazione di politiche virtuose, finalizzate a colmare concretamente i divari territoriali di competitività e produttività della Nazione. Anche per la sesta rata, come accaduto per la quinta, l’Italia è il primo Stato a livello europeo a presentare la richiesta di pagamento”. Agli investimenti inseriti nella sesta rata si aggiungono anche diverse importanti riforme, tra le quali le misure per la semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti di fonti rinnovabili, per la riduzione dei ritardi di pagamento da parte della pubblica amministrazione e delle autorità sanitarie, per il quadro legislativo in materia di appalti pubblici, per la legge quadro dedicata alle persone con disabilità e per l’entrata in vigore dei decreti legislativi in supporto degli anziani non autosufficienti.
“L’importante Cabina di regia di questa mattina – dichiara il Ministro Fitto – che evidenzia il positivo avanzamento degli investimenti e delle riforme, totalmente in linea con le previsioni 2024 del Piano, consentirà al Governo di avviare la procedura per il pagamento della sesta rata e di attivare, già nei prossimi giorni, l’attività di verifica e rendicontazione dei 69 traguardi e obiettivi della settima rata, pari a 18,2 miliardi di euro. I dati sul consistente incremento degli investimenti in opere pubbliche, che al Sud hanno registrato un tasso di crescita superiore al 50% nel corso del 2023 – prosegue il Ministro – confermano che siamo pienamente entrati nella Fase 2 del PNRR, quella della concreta messa a terra degli investimenti per dare forma all’Italia di domani”.
Quanto stabilito dalla Cabina di regia consentirà all’Italia di presentare formalmente alla Commissione europea la richiesta di pagamento della sesta rata, pari a 8,5 miliardi di euro, che si aggiungeranno alle risorse della quinta rata, attualmente in fase di verifica e rendicontazione finale”.
Conclusasi la cabina di regia, è stata la stessa Premier Meloni a scrivere sui suoi profili social: “La Cabina di regia di oggi sul PNRR conferma l’eccellente lavoro portato avanti dal Governo, in sinergica collaborazione con le istituzioni preposte e con i soggetti attuatori, sull’attuazione del nuovo Piano italiano, che ha liberato risorse strategiche per alimentare la crescita economica strutturale dell’Italia, al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti ed avanzamento finanziario. I dati di questi giorni sul PIL e sull’incremento dell’occupazione, che vedono il Mezzogiorno crescere di mezzo punto in più rispetto alla media nazionale rappresentano un ulteriore stimolo ad intensificare la pianificazione di politiche virtuose, finalizzate a colmare concretamente i divari territoriali di competitività e produttività della Nazione. Anche per la sesta rata, come accaduto per la quinta, l’Italia è la prima Nazione in Europa a presentare la richiesta di pagamento. Risultati, frutto di lavoro e impegno del Governo italiano, di cui siamo profondamente orgogliosi”.
A seguire, la Presidente del Consiglio ha presieduto , sempre a Palazzo Chigi, un Consiglio dei Ministri nel quale è stato approvato il Dl contenente misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei e per interventi di protezione civile.
Tale decreto, è stato illustrato dal Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Musumeci, nel corso della conferenza stampa tenuta insieme con il ministro per gli Affari europei, per le Politiche di Coesione, il Sud e il PNRR, Fitto. Quest’ultimo, stabilisce un piano d’azione per i Campi Flegrei, l’area da mesi scossa dal bradisismo, che prevede interventi nell’edilizia pubblica, nelle infrastrutture viarie, nell’edilizia scolastica, nei servizi essenziali, nella rete idrica e fognaria e nei servizi di comunicazione per 440 milioni di euro.
Previsti poi, entro 15 giorni, la nomina di un commissario straordinario, il divieto di nuove costruzioni per abitazioni civili e un contributo dai 400 ai 900 euro mensili a persona per coloro che saranno costretti a lasciare le loro case.
A tal proposito, il ministro Musumeci ha detto: “Il Governo sta dando più di quanto abbia il dovere di fare”, sottolineando come “in quell’area , uno dei vulcani più pericolosi e complessi al mondo, emergano gravissime responsabilità da parte della Regione e dei Comuni interessati”, in quanto, “Negli anni Cinquanta, c’erano appena 51 mila abitanti, oggi sono il doppio; chi doveva impedire l’espansione e l’abusivismo non lo ha fatto o si è girato dall’altra parte, con grave irresponsabilità”.
Altro Decreto ad essere stato approvato dal Consiglio dei Ministri, quello contenente disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti strategici, che prevede interventi per razionalizzare e accelerare le procedure, in particolare per le concessioni autostradali e i commissari straordinari e norme sulla società per il ponte sullo Stretto: a tal proposito, il provvedimento autorizza il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ad approvare il progetto esecutivo (inizialmente previsto entro il 31 luglio 2024) anche per fasi costruttive.
Ieri pomeriggio, invece, la Premier Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il Presidente della Repubblica di Singapore, Tharman Shanmugaratnam, con cui, secondo quanto riportato da una nota della Presidenza del Consiglio, ha discusso degli “importanti legami economici, scientifici fra Italia e Singapore, dell’incremento degli investimenti e della comune azione delle due Nazioni a tutela della pace, della sicurezza e dell’ordine internazionale basato sulle regole”.
La Presidente Meloni e l’omologo giapponese Shanmugaratnam hanno anche parlato “dell’ulteriore rafforzamento della collaborazione bilaterale in settori di punta quali l’intelligenza artificiale e le energie rinnovabili, ed effettuato uno scambio di vedute sulle principali crisi geopolitiche, compresi il conflitto in Ucraina e la situazione a Gaza”.
In seguito, la Premier ha ricevuto a Palazzo Chigi, il Premier ungherese Orban, nell’ambito del tour per le cancellerie europee effettuato da quest’ultimo, in vista del semestre di presidenza europeo, che inizierà a partire dal 1° luglio, con il quale, terminato l’incontro, ha tenuto una conferenza stampa congiunta nella quale ha detto: “Il Primo Ministro Orbán si sta recando in questi giorni nelle principali capitali europee, per illustrare le priorità della Presidenza ungherese. Quindi voglio ringraziare Viktor per l’attenzione che ha voluto dedicare all’Italia con questa sua visita e voglio dire che apprezzo molto e condivido le priorità che sono state individuate dalla Presidenza ungherese, a partire dalla decisione non scontata di inserire tra quelle priorità una sfida che anche io mi sono permessa molte volte di citare – anche per la competenza dell’Unione europea – che è la sfida demografica.
È, dal mio punto di vista, una delle precondizioni che servono a costruire un’Europa forte, un’Europa che sappia tornare a essere protagonista nel mondo. La denatalità è un problema che colpisce tutto il continente. Oggi nessuna Nazione europea raggiunge il cosiddetto “tasso di sostituzione”, cioè il numero di figli per donna minimo che garantisce la continuità della popolazione. Se noi non affrontiamo insieme questa sfida e non riusciamo a invertire questa tendenza nel medio e nel lungo periodo i nostri sistemi economici, i nostri sistemi sociali, i nostri sistemi di welfare, diventeranno insostenibili. Per questo abbiamo sempre considerato che su questa materia si dovesse lavorare insieme. Sono molto contenta che la Presidenza di turno ungherese abbia deciso di porre questa questione tra le sue priorità.
Nel corso del nostro incontro abbiamo fatto ovviamente il punto anche sull’eccellente stato delle relazioni bilaterali tra Roma e Budapest. L’Ungheria è un importante partner europeo, è per noi un prezioso alleato anche in ambito NATO. Sono molto soddisfatta dell’intensificazione negli ultimi mesi tanto del nostro dialogo politico quanto del rafforzamento delle nostre relazioni economiche. Le aziende italiane guardano con sempre maggiore interesse al mercato ungherese in termini di esportazioni, in termini di investimenti. L’Italia sostiene, come si sa, il battaglione multinazionale della NATO a guida ungherese. Siamo soddisfatti dell’eccellente livello di cooperazione raggiunto in particolar modo nei Balcani, regione che entrambi, sia Italia che Ungheria, considerano strategica e non a caso anche qui uno dei principali focus della Presidenza ungherese riguarda proprio l’attenzione nei confronti dei Balcani occidentali verso quell’allargamento che, come voi sapete, a me piace definire riunificazione. Su questo c’è perfetta sintonia tra Italia e Ungheria.
Abbiamo anche discusso del conflitto in Ucraina, sappiamo molto bene che le nostre posizioni non sono sempre coincidenti, proprio per questo voglio dire che apprezzo molto la posizione che l’Ungheria ha mostrato finora sia in ambito di Unione europea sia in ambito NATO, consentendo agli altri Stati membri, consentendo agli alleati di assumere decisioni molto importanti anche quando non era completamente d’accordo.
Con Viktor, in ogni caso, abbiamo ribadito l’indiscusso sostegno alla sovranità, all’indipendenza, all’integrità territoriale dell’Ucraina. Guardiamo insieme con grande attenzione alla sua ricostruzione, perché è il modo migliore per guardare oltre la guerra, immaginare un’Ucraina che sia ricostruita, che possa prosperare, che possa crescere. Come sapete, l’Italia è molto impegnata su questo: organizzeremo qui nel 2025 la “Ukraine Recovery Conference” e quindi abbiamo parlato anche di questo.
Del programma ungherese condividiamo anche il focus sulla competitività, altro fondamentale focus proposto dalla Presidenza di turno, chiaramente competitività europea ma anche difesa europea, il nuovo approccio che l’Ungheria propone in tema di politiche agricole, attenzione alle politiche di coesione, quindi materie che sono state anche dal nostro punto di vista oggetto di particolari indicazioni che sono arrivate con le ultime elezioni europee da parte dei cittadini del continente.
Abbiamo approfondito nel nostro incontro anche le priorità di azione ungherese per quanto riguarda il governo dei flussi migratori. Anche qui ci troviamo d’accordo. Siamo d’accordo sul fatto che vada consolidato il nuovo approccio europeo che si è sviluppato in questi mesi – anche grazie all’impulso dell’Italia – che si basa su alcuni pilastri, cioè la difesa dei confini esterni dell’Unione europea, il contrasto all’immigrazione illegale di massa, la lotta ai trafficanti, l’impegno a costruire con le Nazioni di origine e di transito un nuovo modello di cooperazione e partenariato che sia vantaggioso per tutti, anche chiaramente per andare alla base delle cause della migrazione; ma siamo anche d’accordo sul fatto che sia importante sperimentare anche nuove forme e nuove soluzioni innovative proprio in materia di immigrazione. Cito, come ho già fatto, il protocollo Italia-Albania che, come sapete, è diventato oggetto anche di una lettera firmata dalla maggioranza dei Paesi membri rivolta alla Commissione, che chiede di portare avanti questo approccio anche per il futuro, definendolo una soluzione da seguire.
Insomma, ci sono, come spesso accade, molti temi sui quali siamo d’accordo. Voglio ringraziare il Primo Ministro ungherese per averci fatto questa visita. Noi ovviamente ci rivedremo tra pochi giorni: il 27 e il 28 è convocato il primo Consiglio europeo di questa nuova legislatura. In quell’occasione avremo modo di discutere sull’agenda strategica e quindi anche, si spera, di quale debba essere la direzione da dare all’Unione europea nei prossimi anni.
Voglio fare in chiusura un grande in bocca al lupo al Primo Ministro Orbán per questi sei mesi di Presidenza di turno del Consiglio Europeo e ovviamente ribadire ancora una volta il pieno supporto dell’Italia per questi importanti mesi che abbiamo di fronte.
Nessun confronto, invece, sulle nomine europee né sulle questioni di partito, anche perché, come sottolineato dallo stesso Premier Orban, nel suo intervento, l’argomento è stato chiuso lunedì a Bruxelles, nel corso della riunione informale tra i 27 capi di Stato e di Governo. In quella circostanza, infatti, Orban ha chiarito che il suo gruppo “non farà parte di una famiglia con al suo interno un partito rumeno anti-Ungheria”.
Stamane, poi, la Presidente del Consiglio Meloni ha pubblicato un video sui suoi profili social nel quale ha difeso dalle critiche delle Opposizioni le riforme varate finora dal Governo, in particolare quell’Autonomia differenziata, riguardo alla quale ha evidenziato: “La Regione Emilia Romagna, a guida Pd, ha fatto la stessa cosa nel febbraio 2018, governo Gentiloni, esponente del Pd, ma anche molte altre Regioni hanno adottato atti formali per chiedere maggiore autonomia: la Liguria (di centrodestra), la Toscana, a guida Pd; sempre quando era a guida Pd, il Lazio, le Marche, il Piemonte e persino la Campania del governatore Vincenzo De Luca”.
Quindi, la Premier ha sottolineato: ” L’idea di attribuire maggiore autonomia alle Regioni non è un’invenzione del centrodestra, ma un principio inserito nella nostra Costituzione. L’opposizione usa irresponsabili toni da guerra civile ,perché non ha argomenti nel merito, io penso che i toni violenti che usa la sinistra sull’autonomia ,ma anche su tutte le altre riforme , non siano altro che una difesa disperata dello status quo. La logica del Reddito di cittadinanza ha spaccato l’Italia e si è rivelata fallimentare. Noi per il Sud abbiamo fatto la scommessa di competere ad armi pari. Non mi stupisce, che ad essere spaventati di più da questo provvedimento siano coloro che sono stati meno brillanti nella gestione del loro territorio. Noi vogliamo dimostrare che serietà, competenza e responsabilità sono un’opportunità. Dopodiché, sempre per unire e non dividere, la legge prevede interventi con finalità perequative. L’Autonomia combatte le disparità. Questo siamo noi: patrioti. Patrioti che sanno quale sia il verso della bandiera tricolore quando la sventolano, e che lavorano perché tutti i cittadini di questa nazione abbiano gli stessi diritti e le stesse opportunità, dimostrando che si sarebbe potuto fare anche prima. Forse lo sa anche l’opposizione, forse per questo sono così nervosi e usano irresponsabili toni da guerra civile, perché non hanno argomenti nel merito”.
Proprio dalle Opposizioni, la segretaria del Pd, Schlein , che stamane ha tenuto una conferenza stampa dopo i ballottaggi per le elezioni Amministrative ,che hanno visto il centrosinistra e il “campo largo” vincere tutti e cinque i capoluoghi di Regione (Firenze, Perugia, Bari, Potenza e Campobasso), ha ribadito il no alla riforma dell’Autonomia differenziata, in merito alla quale ha detto: “Stiamo valutando tutte le strade possibili: ci spenderemo con ogni forza, stiamo già dialogando con le Regioni, ma anche con le altre forze politiche e sindacali e sociali che si vogliono opporre. L’Autonomia differenziata è un’autonomia che spacca in due il Paese”.
Ieri, la segretaria dem, aveva definito la vittoria ai ballottaggi, “storica” per il Pd e per il campo progressista , sottolineando “la bocciatura che le città hanno inflitto alla destra , alla quale hanno mandato un messaggio chiaro: basta tagli alla sanità , basta con i salari bassi e no all’Autonomia differenziata”.
Soddisfatto per la vittoria anche il M5S, che , in una nota ha evidenziato: “I cittadini premiano i progetti d’intesa tra le forze di Opposizione, progetti frutto non di alchimie di palazzo, ma di una convergenza che si va consolidando nelle Aule parlamentari quanto nelle piazze, dato che incita a continuare nella costruzione di un’alternativa al governo”.
E se da Azione arriva l’imbocca al lupo ai sindaci sostenuti dal partito: Sara Funaro a Firenze e Vito Leccese a Bari, il co-portavoce di AVS, Bonelli, ha dichiarato: “Gli elettori vogliono l’unità , perché insieme si vince e noi di AVS lo dicevamo da tempo per evitare gli errori drammatici del passato che hanno consegnato il governo del Paese alla destra peggiore d’Europa”.
Tuttavia, anche il centrodestra ha espresso soddisfazione per i risultati dei ballottaggi. Il responsabile di FdI, Donzelli, infatti, ha sottolineato che “in questa tornata, il centrodestra è cresciuto più del centrosinistra” , nello specifico, “ha strappato 4 capoluoghi di Provincia al centrosinistra : Lecce, Rovigo, Verbania e Caltanissetta”, riecheggiato dal Vicepremier , ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e segretario della Lega Salvini che , alla vigilia della riunione del consiglio federale del partito, si è congratulato con la neo sindaca di Lecce, Adriana Poli Bortone, evidenziando il passaggio della città dalla sinistra al centrodestra.
Inoltre, la Lega ha espresso soddisfazione anche per gli ottimi risultati in Veneto , in Piemonte e in Puglia.
Soddisfatti anche Noi Moderati e Forza Italia, che evidenzia il ruolo svolto dagli azzurri nella coalizione in tutte le città.
In calo, l’affluenza , che ha registrato il 47, 71% a fronte del 62,83% del primo turno.
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