di Federica Marengo martedì 18 giugno 2024
-Nulla di fatto: la prima riunione informale dei 27 capi di Stato e di Governo dell’UE, svoltasi nella serata di ieri e protrattasi fino alla mezzanotte, si è conclusa senza arrivare ad un accordo sui nuovi vertici delle istituzioni europee. “L’intesa, non c’è ancora, ma la direzione è quella giusta”, è il commento del Presidente del Consiglio UE uscente, Michel, che arriva ai media di Bruxelles, al termine del vertice.
La prossima data utile per trovare un accordo, dunque, è il 27 giugno , quando i leader e le leader dei rispettivi Paesi torneranno a riunirsi in occasione del Consiglio Europeo.
Al momento, Ursula Von der Leyen, la Presidente uscente, sostenuta dai popolari, vincitori delle elezioni, sarebbe riconfermata alla guida della Commissione UE, mentre la presidenza del Consiglio Ue, andrebbe all’ex Premier portoghese Antonio Costa, anche se la sua designazione è al centro di discussioni, in quanto il Ppe vorrebbe la nomina di quest’ultimo solo per metà mandato, per poi indicare un proprio esponente; ipotesi, che i socialisti hanno respinto, definendola : “inaccettabile”.
Quanto alle altre cariche, a rappresentare la Politica estera dell’Unione potrebbe essere la Premier estone liberale, Kaja Kallas, e alla guida del Parlamento UE dovrebbe essere riconfermata la popolare Roberta Metsola.
I negoziatori, il Premier polacco Tusk , per i popolari e il cancelliere tedesco Scholz, per i socialisti, chiudono a un allargamento delle alleanze con i Conservatori e Riformisti Europei, così come una parte dei popolari ha espresso la propria contrarietà ad un alleanza con i Verdi europei.
Nei prossimi giorni, quindi, proseguiranno le trattive per superare i rispettivi veti.
La Presidente del Consiglio Meloni e Presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei,quindi, ha deciso di attendere la proposta dei partiti di maggioranza europea, nell’ottica di vedere riconosciuto il ruolo dell’Italia di Paese fondatore dell’Unione e con l’obiettivo di ottenere una vicepresidenza del Parlamento e un commissario con una delega di peso. Inoltre, la Premier , prima dell’inizio del vertice informale, in un colloquio con il Presidente del Consiglio Ue, Michel, ha sottolineato che non sarebbe corretto presentare un pacchetto già confezionato di nomi senza prima una discussione comune sugli indirizzi da dare alla nuova Unione, trovando una sponda in altri colleghi europei.
Già nella mattinata di ieri, la Presidente del Consiglio Meloni, aveva avuto degli incontri con l’ex Premier polacco e alleato , Morawiecki, e con il Premier ungherese Orban, con cui ha parlato delle prospettive della destra europea , dei risultati elettorali e dei piani dell’Ungheria per la Presidenza di turno UE che rivestirà a partire dal 1°luglio.
Sul fronte della politica interna, il Senato ha concluso oggi la prima lettura della riforma del Premierato , con l’Aula di Palazzo Madama che ha approvato il ddl con 190 voti a favore, 77 contrari e un astenuto, inviando il testo alla Camera.
Trattandosi di una riforma costituzionale, sono necessari quattro passaggi alle Camere prima del via libera definitivo. Infatti, se nella seconda votazione entrambe le Camere approvano la legge con una maggioranza dei 2/3 dei rispettivi componenti, il testo si considera definitivamente approvato. In caso contrario, la legge potrà essere sottoposta a un referendum popolare.
L’approvazione del ddl è stato così salutato dalla Premier Meloni, via social: “La riforma sul Premierato passa in Senato. Un primo passo in avanti per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle nostre Istituzioni, mettere fine ai giochi di palazzo e restituire ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati”.
Soddisfatta, anche la ministra per le Riforme istituzionali e per la Semplificazione Alberti Casellati, che, sempre via social, ha commentato il via libera, sottolineando: “Con il voto di oggi in Senato, abbiamo messo la prima pietra di una riforma storica che farà dell’Italia un Paese stabile, competitivo e credibile. Da qui non si torna indietro: il treno del Premierato è partito e non si fermerà. Chi si oppone non vuole il bene dell’Italia, preferisce lasciare le cose come stanno e difendere un sistema che ci ha portati ad avere 68 governi in 76 anni. Tutti i partiti, di destra e di sinistra, da 40 anni hanno provato a risolvere il grande problema dell’instabilità. Noi andremo fino in fondo. Gli Italiani sceglieranno non solo i loro rappresentanti in Parlamento ma anche il Presidente del Consiglio. Una certezza che riporterà gli elettori alle urne. Il loro voto non finirà più nel cestino perché con il Premierato, non ci saranno più giochi di palazzo, inciuci, ribaltoni e governi tecnici”.
Critiche sulla riforma le Opposizioni, Pd, M5S, AVS e +Europa, che, ricompattatesi, senza i centristi di Azione e Italia Viva, pronti a battagliare sì, ma in Parlamento, si sono date appuntamento per questo pomeriggio alle 17:00, in piazza Santi Apostoli a Roma, per protestare non solo conto il Premierato , ma anche contro l’Autonomia differenziata. Quest’ultimo ddl , dal pomeriggio di oggi e fino alle 24:00, è all’esame dell’Aula della Camera in seconda lettura e dovrebbe essere approvato domani, anche se l’ostruzionismo annunciato dalle Opposizioni potrebbe far slittare il via libera a dopo i ballottaggi per le elezioni Comunali.
Per la segretaria del Pd, Schlein , “la riforma dell’Autonomia differenziata spacca l’Italia”, per questo, “ È importante essere, come forze di opposizione, realtà politiche, sociali e associative, tanti cittadini insieme per impedire di stravolgere la nostra Costituzione”, poi ha assicurato: “ Li fermeremo insieme, li dobbiamo fermare”.
Infine, la leader dem Schlein, ha sottolineato: “Quella a Santi Apostoli è una bellissima piazza , tanta partecipazione, convocata in pochi giorni. La bellezza di vedere tante bandiere diverse tutte insieme unite per difendere la Costituzione e l’unità nazionale. Abbiamo invitato tutti , rispettiamo le scelte di ciascuno, io penso che sia stato importante dare questo segnale: per la prima volta abbiamo convocato insieme una manifestazione unitaria e c’è sempre tempo per allargare quando gli obiettivi sono comuni”.
Sulla stessa linea del Pd, il Presidente del M5S, Conte, che, assicurando: “Non passeranno”, riguardo alla riforma del Premierato, ha evidenziato: “Lo scopo di questa riforma è chiamare noi cittadini ogni cinque anni per votare un capo, con i parlamentari ridotti a maggiordomi, il Presidente della Repubblica a passacarte. Non lo consentiremo”.
Per il leader di AVS, Bonelli: “La piazza di oggi è un segnale al Paese, bisogna essere uniti, E’ un piccolo passo, ma significativo, per costruire l’unità delle opposizioni e mandare Meloni all’opposizione”.
Infine , il segretario di +Europa Magi, ai microfoni del TG1, ha detto: “L’Italia ha bisogno di riforme, ma non del Premierato di Meloni o dell’Autonomia differenziata di Salvini. Per questo saremo in piazza oggi con le opposizioni e siamo disposti a usare tutti gli strumenti democratici a partire dal Referendum per bloccarle”.
A rispondere alla piazza delle Opposizioni, il flash mob organizzato dai senatori di FdI alle 18.30, all’ingresso del Senato di Piazza San Luigi dei Francesi, subito dopo il voto finale sul Premierato, per ribadire l’importanza della riforma.
Inoltre, in merito alla riforma dell’Autonomia differenziata, nella Maggioranza, Forza Italia , pur sostenendo il ddl, si è detta pronta a intervenire sul testo con ordini del giorno correttivi, volti a garantire maggiori tutele per il Mezzogiorno.
Tali ordini del giorno, depositati quest’oggi alla Camera, prevedono: lo stop ai negoziati con le Regioni fino alla definizione dei Livelli essenziali di prestazioni e servizi; una legge delega anche ”sugli atti di iniziativa sui quali il confronto sia stato già avviato prima dell’entrata in vigore della presente legge”; una relazione tecnica sull’impatto finanziario da accompagnare ai decreti legislativi sulle intese; un’analisi dell’impatto dell’eventuale trasferimento di materie non-Leb da presentare al vaglio delle Camere e l’applicazione ”rigorosa” della facoltà del Cdm di limitare l’ambito delle materie oggetto di intesa. I suddetti ordini del giorno dovrebbero essere votati domani; come pure domani è prevista la votazione definitiva.
Dalla Lega, storica promotrice della riforma, il Presidente della Regione Veneto Zaia, in un’intervista a Il Corriere della Sera , ha difeso il ddl, spiegando : “Io sono un inguaribile ottimista, penso che arriveremo a definire la legge. Mi spiace solo che questa riforma così importante sia bollata come una minaccia all’unità nazionale. Mi pare anche un atteggiamento irrispettoso nei confronti del capo dello Stato. Che è il garante della Costituzione e ha firmato la legge. Su questa riforma ci sono dei pregiudizi che dovremo superare. Dovremo parlare al popolo del Sud che viene quotidianamente bersagliato da informazioni negative. Ma non è onesto far credere ai cittadini che questa sia un’operazione sovversiva che spacca il Paese. Non è la verità. Le discussioni entro la maggioranza sono sempre costruttive. Ma che salti il banco, nemmeno voglio pensarlo. L’Autonomia è il grande contributo della Lega al Paese, ma non è un blitz, ma un segno di grande coerenza di questo governo. E’ un dibattito democratico che deve avvenire dentro al Parlamento e ci sono tutti i presupposti per un bel lavoro a favore di tutti. Peraltro, l’Autonomia è un pilastro del programma di governo, così come il premierato. Ripeto: che salti il banco nemmeno voglio pensarlo. I miei colleghi governatori, del Sud e del Nord, li ho sempre sentiti dire che volevano più competenze. Questa è l’Autonomia. Ed è normale: l’Autonomia non ha fatto alcun danno, non è responsabile di chi si deve curare fuori regione, dei dissesti finanziari, del fatto che in alcune zone d’Italia non ci sia l’acqua potabile e della spazzatura in strada. Questo, semmai, è figlio dei centralismo. Per questo, mi aspetterei una rivoluzione contro: mantenerlo è un caso da manuale di sindrome di Stoccolma”.
A difesa del ddl , anche il ministro dell’Autonomia differenziata Calderoli, che nel suo intervento in Aula alla Camera, rivolgendosi alle Opposizioni, ha ribadito: “Quando sento che ci sarebbe la previsione di più risorse per le Regioni che già stanno meglio rispetto a quelle in difficoltà, mi spiace. State parlando di un’altra legge, perché all’interno di questa c’è scritto proprio il contrario. Qualunque tipo di trasferimento non sarà possibile se non quando saranno definiti i Lep: i costi e i fabbisogni standard senza nessun rischio per la tenuta del Paese. L’autonomia differenziata è nella nostra Costituzione dal 2001, è stata approvata dal Parlamento e da un referendum popolare. Può piacere o meno, stiamo dando attuazione alla Costituzione”.
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