di Federica Marengo martedì 4 giugno 2024
A chiudere la polemica della Lega nei confronti del Presidente della Repubblica Mattarella, scaturita da un passaggio del messaggio del Capo dello Stato ai Prefetti in occasione della Festa della Repubblica in merito alle elezioni Europee “che consacreranno tra pochi giorni , con l’elezione del Parlamento europeo, la sovranità della UE”, è stato nella mattina di ieri, il segretario leghista, Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti , Salvini, che, intervenuto nella trasmissione di Rai Tre Agorà ha detto: “Nessuna polemica della Lega con il Presidente Mattarella che ha tutto il mio rispetto; lo stesso rispetto che non hanno , e questo era il tema, in Europa, alcuni altri Presidenti , alcuni altri leader, che rischiano di trascinare l’Italia e l’Europa verso la Terza Guerra Mondiale”.
Poi, Salvini ha confermato che “La posizione della Lega resta ancorata alla visione di un’Europa di Stati sovrani e soprattutto al massimo impegno per la pace in Ucraina, in linea con la nostra Costituzione, che ripudia la guerra”, smentendo alcune indiscrezioni di stampa su possibili dimissioni del ministro dell’Economia Giorgetti per incarichi europei (smentita arrivata poi anche dallo stesso titolare del dicastero di via XX settembre).
Caso chiuso quindi per il Presidente del Senato La Russa (FdI) e per il segretario di FI, Vicepremier e ministro degli Affari Esteri ,Tajani, che, prese le distanze dalle dichiarazioni leghiste, difeso il Capo dello Stato, ha ribadito l’unità del Governo, pur sottolineando le distanze con la Lega in Europa, a meno che il partito non lasci il gruppo europeo Identità e democrazia.
Tuttavia, anche la Premier Meloni, che nella serata di ieri ha rilasciato un’intervista al programma Quarta Repubblica su Rete4, rispondendo a una domanda in merito, è tornata sul caso, affermando: “Bene che Salvini abbia chiarito, perché era importante farlo, particolarmente nella giornata del 2 giugno, una giornata nella quale bisogna evitare il più possibile le polemiche”.
Quindi, ha evidenziato: “Le opposizioni continuano a trincerarsi dietro la difesa del Capo dello Stato, i cui poteri non sono stati toccati, e nel fare questo, secondo me, mancano anche di rispetto al Presidente della Repubblica, che non dovrebbe essere tirato in queste beghe politiche per la debolezza dei partiti. Per quanto riguarda il Presidente Mattarella, io ci vedo, devo dire continuamente, un tentativo di tirarlo nell’agone della politica, di raccontare di presunte divergenze con il governo e credo che diciamo al fondo di questa strategia ci sia una cosa. Quando io ho annunciato che avrei fatto la riforma costituzionale, noi partivamo dal semipresidenzialismo alla francese. Il semipresidenzialismo alla francese avrebbe totalmente rivoluzionato il ruolo del capo dello Stato. Allora, le opposizioni hanno detto, “per bloccare questa riforma: noi ci trinceriamo dietro la figura del Capo dello Stato”. Solo che quando io ho fatto le consultazioni e loro hanno detto che non bisogna toccare la figura del Capo dello Stato, raccogliendo l’indicazione che veniva dall’opposizione, ho deciso di cambiare riforma e loro non hanno fatto in tempo ad aggiornare la strategia”.
Poi, smentendo anch’ella le indiscrezioni sulle dimissioni del ministro Giorgetti, ha evidenziato: “Su Giorgetti ho sorriso, lui l’ha smentito. Leggo milioni di ricostruzioni false, di cose che non sono mai esistite, e molte nemmeno le smentisco più”, dicendosi però preoccupata “dal clima che si sta creando con questo racconto del mostro”.
La Presidente del Consiglio, quindi ha fatto riferimento alle dichiarazioni del candidato alla Presidenza della Commissione UE per i socialisti, Schmit, secondo cui il partito conservatore e riformista europeo, di cui è la Presidente, non sarebbero democratici, chiamando in causa al riguardo, come fatto sabato scorso, durante il suo comizio a Piazza del Popolo, la segretaria del Pd, Schlein: “Ho chiesto l’altro giorno a Elly Schlein di dire cosa pensasse; vuol dire che io non sono democratica? Ma se io non sono democratica, sono un dittatore? E se sono un dittatore che facciamo? la lotta armata per depormi?. Questa gente non si rende conto che per raggranellare due voti rischia che qualcuno creda alle cose deliranti che dicono, e che decida di passare ai fatti. Mi auguro che non accada, però, la dice lunga sulla responsabilità di questa gente. Perché quello che abbiamo scoperto in questo anno e mezzo è che i veri estremisti stanno a sinistra”.
Ancora, sull’accusa delle Opposizioni di monopolizzare la Rai con “Telemeloni”, ha replicato: “Non è questione di essere più o meno rappresentati , perché io non chiedo alla Rai ‘mi dovete rappresentare’, io semplicemente ho detto e continuo a ritenere che la Rai deve essere plurale, che deve dare spazio a tutti. In passato noi non abbiamo avuto una Rai che dava spazio a tutti, ce lo vogliamo dire?. L’ho vista la censura, ho visto cos’era la censura, ho visto cos’era far parte di chi non stava nella ristretta cerchia di quelli che comandavano, per cui non sostituirò mai quel sistema di potere con un sistema di potere diametralmente opposto che fa la stessa cosa. Io voglio libertà, perché è quello che secondo me compete al servizio pubblico”.
Infine, parlando della riforma della Giustizia, la Presidente del Consiglio Meloni ha spiegato: “La riforma della giustizia ,la dobbiamo dare per acquisita, fermo restando il lavoro che fa il Parlamento. Quello non dipende più da me, il Parlamento è sovrano. Ma mi pare che ci sia la maggioranza. E forse è anche in questo caso una maggioranza più ampia di quella che è semplicemente la maggioranza. E’ una riforma fatta per i magistrati che non vogliono sottomettersi alle correnti. Su questa riforma abbiamo un consenso ampio in Parlamento. Non è detto che ci sarà il Referendum”; mentre sul possibile referendum riguardante la riforma del Premierato, ha chiarito: “Se non passa , non mi dimetto, perché non è un referendum su di me”.
Stamane, poi, la Premier ha rilasciato un’intervista alla trasmissione di Rai Tre Agorà, nella quale sono stati toccati vari temi, a partire dalla guerra in Ucraina, in merito alla quale ha detto: “Al margine del Summit del G7 ci sarà in Svizzera una prima Conferenza di pace relativa alla questione ucraina. A differenza di quello che sento ripetere molto spesso, se si comincia a parlare di soluzioni diplomatiche al conflitto tra Russia e Ucraina è perché noi abbiamo sostenuto e aiutato gli ucraini che nell’invasione della Russia avevano un’importante inferiorità numerica a difendersi. Quello che non si capisce è che la pace si costruisce con la deterrenza, non c’è bisogno di sedersi a nessun tavolo di pace se qualcuno ha già invaso qualcun altro. Se i russi avessero invaso gli ucraini, noi oggi avremmo una guerra più vicina a casa nostra, invece noi abbiamo aiutato gli ucraini a difendersi, questo ha creato un equilibrio tra le forze in campo e se si può aprire un tavolo negoziale è grazie a questo lavoro”.
Riguardo alla guerra in Medio Oriente e alla possibilità di un accordo su un cessate il fuoco immediato, la Premier ha spiegato: “Chiaramente noi lavoriamo a sostegno di questa soluzione e poi a sostegno di un lavoro che si deve cominciare subito per una soluzione strutturale in Medio Oriente: due popoli in due Stati. Sono fiera del lavoro che l’Italia ha fatto particolarmente sul fronte umanitario per i civili di Gaza, ci viene riconosciuto da tutto il Medio Oriente, siamo stati protagonisti di questa stagione, continueremo ad essere protagonisti anche nel futuro di questa importante regione anche per i nostri interessi nazionali”.
Infine , sulle elezioni Europee, ha detto: “Immagino un’Europa che per semplificare faccia meno e faccia meglio. Ha voluto negli ultimi anni normare ogni aspetto della nostra vita, mentre serve meno ideologia e più pragmatismo, serve un’Europa che sia un gigante politico , mentre in questi anni non lo abbiamo visto ed è stata un gigante burocratico. Il voto dell’8 e 9 è un referendum su che modello di Europa si immagina: tra chi pensa che la transizione verde si faccia con l’elettrico cinese e chi è per la neutralità tecnologica, e pensa che una sostenibilità ambientale vada di pari passo con la sostenibilità economica e sociale. Un’Europa che dà gli obiettivi ma lascia agli Stati nazionali i modi di raggiungere quegli obiettivi, tra chi pensa di incentivare la carne sintetica e chi le produzioni d’eccellenza europee, tra un’Unione europea che ci sanziona perché cerchiamo di sostenere le famiglie a fare figli e un’Unione europea che finalmente capisce che senza l’incentivo a mettere al mondo dei bambini noi siamo spacciati come civiltà. È un referendum: per la prima volta ci troviamo di fronte alla possibilità di cambiare qualcosa in Europa con una maggioranza diversa. È una sfida che fino a qualche tempo era impensabile, vorremmo giocarla fino in fondo, ci serve il consenso degli italiani”.
Dalle Opposizioni, la segretaria del Pd, Schlein, intervistata dal Forum dell’Ansa, ha affermato: “I socialisti europei non si alleeranno mai con Salvini e con Meloni, vale in Italia e vale a Bruxelles”, per poi rilanciare i temi cari ai dem: “Noi, insistiamo con la raccolta firme sul salario minimo e con la legge che il Pd ha presentato a mia prima firma che chiede più risorse per salvare la sanità pubblica da questi tagli e per riuscire a sbloccare le assunzioni”.
Quindi, sulla riforma del Premierato, ha ribadito la contrarietà del Pd, riecheggiata dal leader dei Vedri, co-portavoce di AVS, Bonelli, secondo cui con l’elezione diretta del/della Presidente del Consiglio “si mettono da parte le garanzie del Capo dello Stato”.
Il Presidente del M5S, Conte, invece, ha ribadito il no alla guerra e all’invio delle armi da parte dei pentastellati, mentre il leader di Italia Viva-Stati Uniti d’Europa, Renzi ha attaccato la Lega per la riforma dell’Autonomia differenziata e per la politica anti-europea “che fa male alle nostre aziende”, rimarcando il ruolo di garanzia rivestito dal Presidente della Repubblica Mattarella.
In ultimo, il leader di Azione Calenda, criticando tanto le riforme (Autonomia differenziata e Premierato) del Governo, quanto le posizioni del Pd sulla guerra in Ucraina e sulla Nato, ha sottolineato: “A quattro giorni dalle Europee, parliamo solo di fascisti e sinistra violenta per radicalizzare l’elettorato e spingerlo ad un referendum su Schlein e Meloni. È un gioco spregiudicato sulla pelle degli italiani. Basta”.
Quanto all’azione di Governo, stamane, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto per affrontare nell’immediato la questione dei tempi di attesa per le visite mediche e gli esami medici e un disegno di legge per individuare le risorse economiche per medici e infermieri.
Tra i 7 articoli del decreto, vi è la norma “taglia file”, la quale prevede che se le cure non fossero erogate nei tempi previsti , ovvero 72 ore per le più urgenti e fino a 120 giorni per quelle programmabili, le Asl dovranno garantire la prestazione in intramoenia o con il privato a tariffe concordate. Previsti poi un cup (Centro unico di prenotazione) regionale e visite ed esami anche nel fine settimana, prolungando la fascia oraria.
Tra i 14 articoli del disegno di legge, introdotte sanzioni per i dirigenti delle Asl che non riusciranno a ridurre i tempi di attesa. Per ovviare al fenomeno dei medici gettonisti, le aziende potranno assumere personale anche con contratto di lavoro autonomo.
Nel disegno di legge, inoltre, saranno contenute le misure per le quali dovranno essere trovate le risorse per le retribuzioni del personale ,per gli straordinari, per i gettoni per gli specializzandi, per i premi di risultato.
Al termine del Consiglio dei ministri , il ministro della Salute Schillaci ha tenuto a Palazzo Chigi una conferenza stampa, nella quale ha annunciato che “Per il 2024 il tetto di spesa per il personale sanitario passerà, per le regioni che ne facciano richiesta, dal 10 al 15%, mentre a partire dal 1° gennaio 2025 aboliremo il tetto di spesa. Vi ricordo che esiste da almeno 20 anni e nessuno l’ha mai abolito fino ad adesso. Già nel 2024 per le regioni che lo vogliono, sarà possibile incrementare il tetto dal 10% al 15%. I direttori generali di Asl e ospedali dovranno far rispettare i tempi certi per le prestazioni o con la possibilità dell’intramoenia o con il privato convenzionato. Dai monitoraggi a campione risulta che si fanno anche 9 prestazioni nel pubblico rispetto a 90 in intramoenia. Un’attenzione particolare è riservata alla disdetta delle prenotazioni. L’appuntamento sarà ricordato agli assistiti due giorni lavorativi prima della prestazione, verrà chiesta la conferma o la cancellazione della prenotazione diffusa anche da modalità da remoto. Questo ,sicuramente andrà ad incidere soprattutto sulla gestione delle patologie cronico degenerative, e sulle patologie oncologiche. Oggi abbiamo messo due punti fondamentali. Il primo per i cittadini, che finalmente potranno avere le prestazioni di cui necessitano nei tempi giusti e a carico del Servizio sanitario nazionale. Poi per l’abolizione del tetto di spesa per il personale, così le Regioni potranno assumere più medici e operatori sanitari. Un risultato ottenuto da tutto il governo”.
Subito dopo il Consiglio dei Ministri, la Premier Meloni ha pubblicato sui suoi profili social un video in cui ha espresso la sua soddisfazione per l’approvazione del decreto con le norme per l’abbattimento delle liste d’attesa e per risolvere la cronica carenza di medici e personale sanitario, e ha spiegato che “Con i provvedimenti sulle liste di attesa approvate in Consiglio dei ministri arriva anche uno stanziamento straordinario di 60 milioni per i dipartimenti di salute mentale, in un tempo nel quale il tema della salute mentale sta diventando sempre più preoccupante”.
Nel corso del Consiglio dei ministri, poi, è stato varato anche un provvedimento sulla revisione dei compensi per i magistrati onorari e la Presidente del Consiglio ha tenuto un’Informativa sull’immigrazione durante la quale ha detto: “Domani con il Ministro Piantedosi ci recheremo in Albania per verificare, a seguito del protocollo sottoscritto a novembre col Primo Ministro Edi Rama, al quale rinnovo la solidarietà dell’intero governo per gli attacchi ricevuti, lo stato di realizzazione del centro di prima accoglienza di Shenjin e del centro di permanenza di Gjader”.
Poi ha fornito dei dati in merito agli arrivi: “L’impegno dell’intero governo ha permesso fino a questo momento di abbattere del 60% gli arrivi illegali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un risultato possibile soprattutto grazie ai rapporti di collaborazione con i Paesi del Nord Africa, Tunisia e Libia in testa”.
Quindi, la Presidente Meloni ha reso noto di essersi recata questa mattina “dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi dei decreti flussi, poiché è evidente che se, come immagino, da una parte l’autorità giudiziaria aprirà una o più indagini in base agli elementi forniti, e farà seguire la necessaria opera di accertamento per il passato, dall’altro lato, le soluzioni per fermare questo meccanismo in futuro competono al governo. Lo stesso gruppo tecnico di lavoro che ha tirato fuori questi dati, che è coordinato dalla Presidenza del Consiglio, e vede la partecipazione del ministero dell’Interno, del Ministero degli Esteri, del Ministero del Lavoro, del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero del Turismo, ha ipotizzato delle iniziative da intraprendere, sia di ordine legislativo, sia di ordine amministrativo”.
Ancora, la Premier ha spiegato: “Ci troviamo di fronte a un meccanismo di frode e di aggiramento delle dinamiche di ingresso regolare, con la pesante interferenza del crimine organizzato, che dobbiamo fermare e correggere. Esattamente come abbiamo fatto, e stiamo facendo, per il superbonus edilizio e per il reddito di cittadinanza. E allora, mentre il governo individuerà le necessarie soluzioni per il futuro, auspico che si faccia piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni.Con il gruppo tecnico di lavoro noi abbiamo fatto una ricognizione solo sui due decreti flussi varati da noi. Ma è ragionevole ritenere che le stesse degenerazioni si trascinassero da anni. E mi stupisce che nessuno se ne sia reso conto. Pertanto, noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi-Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni. Cioè: consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro. I flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare. Significa che ragionevolmente, la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i decreti flussi sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto. Verosimilmente, dietro pagamento di somme di denaro, secondo alcune fonti, fino a 15.000 euro per pratica. L’ipotesi di infiltrazioni criminali sembra avvalorata dal fatto che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del decreto flussi proviene da un unico Stato, il Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro. Pertanto, i bengalesi, ricordo, sono anche la prima nazionalità di immigrazione illegale nei primi cinque mesi di quest’anno. E questo presuppone un collegamento forte tra organizzazioni criminali che operano nel Paese di partenza e organizzazioni criminali che operano nel Paese di arrivo. Dal monitoraggio sui flussi, emergono elementi allarmanti da alcune Regioni: su tutte la Campania, dove abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il click day, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese. Sui permessi per lavoro stagionale, cioè per lavoro in campo agricolo o turistico-alberghiero, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 arrivano dalla Campania. Mentre 20.000 arrivano dalla Puglia. Solo che, per esempio nel settore agricolo, la Puglia ha circa il 12% delle imprese agricole italiane, mentre la Campania solo il 6%; dato ancora più preoccupante è che a fronte del numero esorbitante di domande di nulla osta, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al decreto flussi ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro. In Campania, meno del 3% di chi entra con un nulla osta sottoscrive poi un contratto di lavoro. Uno scarto significativo tra il numero diingressi in Italia per motivi di lavoro, e i contratti di lavoro che vengono poi effettivamente stipulati, che è però una caratteristica che accomuna, anche se con numeri meno spaventosi, molte Regioni italiane”.
La Presidente del Consiglio Meloni, in serata, in un nuovo video pubblicato sui social , ha sottolineato al riguardo: “Il Governo italiano vuole ristabilire un principio inderogabile: in Italia si entra regolarmente. Non intendiamo più consentire alla criminalità organizzata di aggirare lo Stato per portare avanti i suoi ignobili traffici”.
Infine, la Premier, come reso noto da Palazzo Chigi, “Ha avuto oggi una conversazione telefonica con il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. Al centro del colloquio, i prossimi appuntamenti europei e in particolare la definizione dell’Agenda Strategica Ue 2024-29 che per l’Italia dovrà prioritariamente affrontare i temi della sicurezza e difesa, confermare il nuovo approccio europeo alla gestione del fenomeno migratorio e rafforzare l’autonomia strategica e la competitività dell’industria europea. Il Presidente Meloni ha anche sottolineato la necessità di agire sempre nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità nonché di disporre di risorse comuni adeguate agli obiettivi. Il Presidente Meloni ha, infine, confermato la richiesta italiana di includere nell’agenda del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno prossimi un punto di un aggiornamento sull’attuazione delle politiche Ue in ambito migratorio”.
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