di Federica Marengo venerdì 24 maggio 2024
-Nella notte sono proseguiti gli attacchi russi sulla regione nord-orientale di Kharkiv, che hanno causato la morte di 7 persone e il ferimento di altre 16 e la distruzione delle attrezzature di una tipografia, insieme con 50 mila libri. Proprio a Kharkiv, duramente colpita da Mosca nelle ultime settimane con raid aerei e terrestri, nelle ultime ore, si è recato il Presidente ucraino Zelensky per sostenere l’intera regione.
Secondo Politico, proprio il Presidente Zelensky potrebbe partecipare alla commemorazione del D-Day del mese prossimo in Francia per poi recarsi in Italia per il G7.
Tuttavia, secondo la Difesa ucraina, le forze armate di Kiev sarebbero riuscite a respingere l’avanzata delle forze russe, che “sarebbero impantanate nella città di Vovchansk”. Mosca , però, ha fatto sapere di aver preso il controllo di un altro villaggio ad Andriivka, vicino a Bakhmut, mentre due persone sarebbero rimaste uccise in un attacco ucraino in Crimea , dove la Difesa russa ha abbattuto tre missili Atacms.
A tal proposito, il ministro degli Esteri russo, Lavrov ha affermato che “Le armi fornite a Kiev dagli Stati Uniti e da altri paesi occidentali stanno già colpendo obiettivi civili sul territorio della Federazione Russa”, notizia rivelata in esclusiva dal Wall Street Journal, che riporta le dichiarazioni di un funzionario della Difesa ucraino, secondo cui “L’Ucraina ha colpito nella tarda serata di ieri un complesso russo nella Crimea occupata con missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti. L’attacco ha colpito un centro di comunicazione delle forze di difesa aerea russe nella città di Alushta”.
Secondo l’agenzia Reuters, che ha riportato in esclusiva quanto detto da quattro fonti russe, “Il Presidente russo Vladimir Putin sarebbe pronto a fermare la guerra in Ucraina con un cessate il fuoco negoziato che riconosca “le attuali linee del campo di battaglia”.
Notizia, quest’ultima, smentita, però, dal portavoce del Cremlino Peskov, seguito dal Presidente russo Putin, che, secondo l’agenzia Ria Novosti, ha sottolineato che: “Un negoziato per la fine del conflitto in Ucraina è possibile solo sulla base di una bozza d’accordo delineata tra negoziatori russi e ucraini a Istanbul nel marzo del 2022, un mese dopo l’inizio delle ostilità”, aprendo la questione della scadenza del mandato del Presidente ucraino Zelensky: “Dopo la fine del mandato da Presidente di Volodymyr Zelensky, il 20 maggio, la Russia deve sapere quali siano le autorità legittime a Kiev con cui aprire eventuali negoziati. A questa domanda deve rispondere la stessa Ucraina, penso prima di tutto il Parlamento e la Corte costituzionale”.
In merito, il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, ha commentato su X: “Perché le ‘fonti’ russe dicono improvvisamente ai media che Putin è disposto a fermare la guerra sulle attuali linee di battaglia? È semplice. Putin sta cercando disperatamente di far deragliare il Vertice di pace che si terrà in Svizzera il 15-16 giugno. Ha paura del suo successo. Il suo entourage invia questi falsi segnali di presunta disponibilità a un cessate il fuoco, nonostante le truppe russe continuino ad attaccare brutalmente l’Ucraina, mentre i loro missili e droni piovono sulle città e sulle comunità ucraine”.
Il cancelliere tedesco, Scholz, invece, durante la conferenza stampa con il primo ministro portoghese Luís Montenegro , in visita a Berlino, ha dichiarato: “La brutalità della Russia continua e costa ogni giorno vite umane in misura incredibile. Città, villaggi, infrastrutture distrutte. Questa guerra potrà finire definitivamente solo se la Russia si renderà conto che deve ritirarsi e dare il contributo necessario per realizzare davvero una pace giusta. La conferenza di pace in Svizzera è solo uno dei tasselli che si aggiunge a tanti altri. E’ importante che si continui ad innaffiare questa giovane piantina. La nostra speranza è che ci siano degli effetti. La conferenza servirà per parlare di questioni importanti come il fatto che non vadano usate le armi nucleari o la questione delle esportazioni di grano o lo scambio di prigionieri”.
Tornando al Presidente russo Putin, che prossimamente ,come reso noto dal Cremlino, si recherà in Corea del Nord, quest’oggi ,è arrivato in Bielorussia per la sua visita di due giorni nella quale ha incontrato il Premier Lukashenko per discutere con lui di questioni di sicurezza, come le manovre russe con armi nucleari tattiche iniziate questa settimana al confine con l’Ucraina e alle quali partecipa anche Minsk( al riguardo, Lukashenko sostiene che “le armi nucleari siano puramente difensive e rappresentino uno strumento di deterrenza contro possibili aggressioni alleate”) . All’incontro ha partecipato anche il nuovo ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, che ha sostenuto “l’adozione di ulteriori misure per garantire la sicurezza dell’Unione statale”, alludendo alla “minaccia rappresentata dalla Nato”.
Il numero uno del Cremlino, durante l’incontro tenutosi al Palazzo dell’Indipendenza ,a Minsk, ha detto: “Prima del viaggio ,mi sono informato su ciò che accade nei vari settori di lavoro. In generale, dal mio punto di vista, non ci sono questioni in sospeso. I risultati economici parlano da soli; il lavoro, nel quadro dell’Unione statale Russia-Bielorussia, sta procedendo ad un buon livello”.
Intanto, mentre gli USA , come riportato dall’Associated Press, dovrebbero annunciare lo stanziamento di altri 275 milioni di dollari in armi a Kiev, sulla questione dell’approvazione a Bruxelles di nuove sanzioni alla Russia, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, che ha ribadito che l’Italia non invierà mai militari italiani in Ucraina e che vi è l’impegno a usare il materiale militare inviato in territorio ucraino, mai in quello russo”, rispondendo alle domande dei cronisti, a margine di un evento, ha dichiarato: “Parleremo delle sanzioni lunedì al Consiglio affari esteri a Bruxelles: le sanzioni non possono essere decise da uno Stato europeo, ma dall’Unione”.
Poi, riguardo all’intesa USA- UE per utilizzare i proventi dei beni russi confiscati e sulla nazionalizzazione russa di imprese e banche italiane in Russia, il Vicepremier e ministro Tajani ha spiegato: “Per procedere all’utilizzo di beni confiscati e sequestrati, che si tratti di beni immobili finanziari o mobili, serve sempre una base giuridica e valuteremo insieme il da farsi. In merito alle vicenda di Ariston e Unicredit, c’è un tavolo permanente per tutelare le 200 imprese italiane che operano legittimamente nell’ambito delle sanzioni nella Federazione russa. Faremo di tutto per garantirle”.
Restando sul tema dei beni russi confiscati , nel corso di un punto stampa a margine dei lavori del G7 Finanze , in corso a Stresa, il Commissario Ue agli Affari economici, Gentiloni, ha dichiarato: “Sull’impiego degli extraprofitti degli asset russi per il sostegno all’Ucraina, c’è un lavoro da proseguire anche in vista del G7 dei leader in Puglia , ma c’è un clima di convergenza positivo. Ci sono ancora molti aspetti da chiarire ma la direzione di marcia mi sembra interessante e nel medio periodo può portare a un accordo già magari politicamente sancito al tavolo dei leader in Puglia”.
Nell’ambito di tali lavori, il ministro dell’Economia italiana , Giorgetti ha salutato il ministro delle finanze ucraino Sergii Marchenko, alla vigilia della sessione dedicata all’Ucraina, confermando personalmente l’appoggio a Kiev.
Sempre in merito alla questione dei beni russi confiscati, la portavoce del Ministero degli Esteri russo Zakharova, ha fatto sapere: “L’Unione Europea subirà la “pienezza” delle ritorsioni russe per il suo piano di utilizzo dei proventi dei beni russi congelati per aiutare l’Ucraina. Stiamo parlando di un altro tentativo di legittimare un furto a livello statale. L’UE ha dimostrato di non poter essere considerata una giurisdizione affidabile per gli investitori”.
A ciò , si aggiunge la firma da parte del Presidente russo Putin di un Decreto che consente la confisca di proprietà USA in Russia per il pagamento di risarcimenti a beneficio di soggetti russi che abbiano subito espropri negli USA.
Infine, l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Borrell, intervenendo a un panel della 14esima edizione di The State of Union, organizzato dall’Istituto universitario europeo a Palazzo Vecchio, ha detto: “Il supporto all’Ucraina si è basata su una grande unità europea che ha permesso di offrire aiuto militare, economico, umanitario: parliamo di 90 miliardi di dollari, più degli Usa nel complesso. Dobbiamo continuare altrimenti l’Ucraina non potrà resistere. Questo ritardo di sei mesi per l’approvazione in Usa ha avuto un grande costo in termini di vite e perdite dell’esercito ucraino. C’è chi dice di saper come far finire questa guerra ma cosa succede poi? Ci sarebbe un contrattacco della Russia? O la Russia che controlla la maggior parte del mercato? A quel punto Putin direbbe “ha funzionato, ora proviamo con qualcuno altro”. Questo è quello che pensano Orban o altri, smettere di aiutare Ucraina e far vincere la Russia. Detto ciò dobbiamo lavorare da un punto di vista diplomatico e lo faremo a giugno a Ginevra, per arrivare possibilmente ad un accordo di pace”.
A proposito di Orban, secondo quanto riportato dall’agenzia Mti, il Premier ungherese
avrebbe dichiarato che “A Bruxelles sono in corso i preparativi per l’entrata in guerra dell’Europa. Ciò che sta accadendo oggi a Bruxelles e Washington, o attualmente più a Bruxelles, sta creando l’atmosfera per un eventuale conflitto militare, che potremmo anche descrivere come una preparazione all’entrata in guerra dell’Europa”, aggiungendo : “A Bruxelles sono in corso i preparativi da parte dei gruppi di lavoro su come la Nato possa partecipare alla guerra Russia-Ucraina”.
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